Ich Liebe Meine Mannschaft (I/?)

Aug 13, 2014 14:59

Disclaimer: è una fiction, non è mai successo, non ci guadagno un soldo a scrivere questo e non intendo offendere nessuno (soprattutto Miroslav Klose che è il mio idolo, ma amo un po' tutta la nazionale Tedesca)

I wanna see your animal side

Let it all out

I wanna see the dirt

Under your skin

I need your broken promises

I want the guts and glory, baby, baby

(FallOut Boy, ‘Death Valley’)

Urla. Coriandoli. Flash fotografici. Applausi. Acclamazioni. Cori cantati a squarciagola.

Gente che si dimena, gente che piange di gioia, gente che piange dalla disperazione, ma anche gente che sembra totalmente indifferente a quanto sta succedendo.

Questo a seconda di su che spalti e su quale gruppo di tifosi si sposti lo sguardo.

E poi gli abbracci tra i compagni, gli occhi scintillanti e commossi dall’emozione.

Quell’impagabile sensazione di avercela finalmente fatta.

Perché dopo quel tanto agognato triplice fischio dell’arbitro, quel sogno è diventato una splendida realtà.

Tutti sono fuori di sé dalla contentezza, ma nessuno può esserlo più di Miroslav Klose.

Quel momento lui lo ha atteso per dodici anni, quattro campionati mondiali, dove la sua squadra è sempre finita a pochi passi dalla vittoria, la prima volta proprio a un soffio.

Ma adesso quella coppa è nelle loro mani, è nelle sue. Si sente il re del mondo e in un certo senso lo è davvero.

Perfino il loro allenatore ha presieduto a meno campionati di lui, Miro se lo merita più di chiunque altro.

Anche perché forse gli altri giocatori potranno vivere la stessa fortunata esperienza fra altri quattro anni, mentre per Miroslav quella è l’ultima chance che ha avuto di indossare quella maglia, che da tre potrà passare a quattro meritatissime stelle, l’ultima volta che ha potuto cantare l’inno tedesco, con le braccia attorno ai compagni che ha vicino, l’ultima volta che ha potuto mettere un gol a segno per la Germania.

E anche se in una partita importante come quella finale non c’è riuscito, non gli importa, del resto ha incoraggiato con tutto se stesso Mario Gotze, quando a pochi minuti dalla fine del secondo tempo lui ha preso il suo posto.

‘Tu puoi farlo succedere.’ gli ha detto e non è stata una frase fatta. Ci ha creduto davvero, ha visto negli occhi del bel giovane la stessa determinazione che c’è nei suoi, la stessa voglia di trionfare.

E così è stato.

Appena finita la partita, Miroslav è andato a cercarlo, si è fatto largo fra i compagni festosi e lo ha abbracciato forte, trasmettendogli così tutta la sua infinita gratitudine.

E poi è stato il turno di Manuel Neuer, il miglior portiere che la Germania abbia mai avuto, lui ha dato un contributo determinante a quel miracolo.

La verità è che tutti hanno contribuito e lui li ha abbracciati tutti: Bastian Schweinsteiger, Thomas Müller, Lukas Podolski, Mesut Ozil, il loro capitano Philipp Lahm e via, via tutto il resto della squadra.

Sì, è vero, forse c’è una possibilità remota di partecipare ancora ai prossimi Europei, anche se lo esclude a priori e poi non sarebbe la stessa cosa. Per quanto belli ed emozionanti, gli Europei non possono ricreare la stessa atmosfera che si respira a un torneo mondiale.

E lui vuole continuare a respirarla, vuole godere appieno di quell’ultima occasione che gli si presenta. Non scorderà mai più quella giornata.

Per questo ride, urla, salta e manifesta il suo entusiasmo, accanto ai suoi compagni, mentre si passano quella coppa, che Lahm ha orgogliosamente innalzato per primo, come se fosse un Calumet della pace.

E’ il suo turno di reggere quella coppa e gridare la sua gioia, mentre sposta lo sguardo, facendo una panoramica generale e soffermandosi sui suoi bellissimi bambini e la sua adorata moglie che lo guardano inorgogliti dal prato.

Sì, quella è la sua famiglia, ma anche lì, dove si trova in quel momento... è la sua famiglia.

No, non vuole pensare che quella potrebbe essere l’ultima volta che può stare insieme a loro. Quello non è certo il momento delle considerazioni tristi e pessimistiche.

Tra brevi interviste a fondo campo, una miriade di altre foto e i complimenti da parte di chiunque, i pensieri allegri sono presto di ritorno, soprattutto quando viene immortalato in uno scatto in cui i gemellini baciano la coppa.

Si può facilmente leggere nel loro sguardo quanto i piccoli siano fieri del loro papà e quanto da grandi vogliano seguire le sue orme.

Gradualmente gli spalti cominciano a svuotarsi, finché viene il momento anche per la squadra di lasciare definitivamente quel campo, con tutte le emozioni che ha racchiuso, di cui tutti i giocatori faranno sempre tesoro e custodiranno dentro di sé.

Le WAGS lasciano i loro partner, allontanandosi con i figlioletti al seguito, di modo che gli atleti siano liberi di far ritorno negli spogliatoi e di cambiarsi.

“SIAMO I CAMPIONI DEL MONDO!” fa da claque un sovraeccitato Bastian, scatenando in poco tempo un coro collettivo che intona quel motivetto con convinzione.

In quel clima di festa, un Thomas a torso nudo si avvicina a un Miroslav che sta per togliersi la maglietta.

“Hey, goleador mondiale, goditi quel record finché puoi, perché io te lo porterò via!” dichiara il bell’attaccante, dandogli una leggera e scherzosa frustata con l’asciugamano sul fondoschiena.

Si aspetta una reazione più battagliera, forse anche un insulto, invece Miroslav gli sorride. Non in modo artefatto, quello è un sorriso genuino.

“Sai che ti dico, Müllie...” mormora il più grande, facendogli un buffetto sulla guancia. “Fra tutti quelli che potrebbero batterlo, per me sarebbe un onore se ci riuscissi proprio tu.” gli confida l’ultima parte nell’orecchio, posandogli un lieve bacio sulla tempia.

Questo lascia il più giovane parecchio frastornato.

“Solo che... almeno cerca di non avere tutta questa fretta. Lasciami godere il mio record fino al 2022, che ti costa?” aggiunge con un finto broncio, facendolo sorridere.

“E va bene, allora vorrà dire che nel 2018 mi limiterò solo a eguagliare il record di Ronaldo!” fa spallucce Thomas, come se fosse una cosuccia da niente, per poi riderne insieme a Miroslav.

“Hey, si può sapere cosa state confabulando voi due?” sopraggiunge Mesut, sorprendendo Thomas alle spalle.

Il bel turco è già fresco di doccia, coperto solo dal telo da bagno che ha avvolto attorno all’inguine.

Miroslav si ritrova a desiderare che quel telo sia un poco più allentato, perché se già gli piace molto la visione che gli si sta parando davanti, di sicuro sa che apprezzerà altrettanto, se non di più, quello che gli viene celato.

Il goleador mondiale esce dalla sua momentanea trance e si morde un labbro. Dannazione, ha lavorato tanto per soffocare quel certo tipo di pulsioni. Almeno da quando sono entrati nei quarti è convinto di esserci riuscito brillantemente...

“Niente di che, Mesut, discorsi fra punte stellari!” risponde con aria di sufficienza Thomas.

“E modeste, soprattutto!” ribatte sarcastico Mesut, prima di ricordarsi il motivo per cui era lì.

“Fate in fretta a prepararvi e quando siete pronti venite nell’altra stanza, perché c’è il capitano che vuole dirci qualcosa.” li avvisa Mesut, scambiandosi un’occhiata d’intesa con Thomas, che capisce al volo.

Questo può soltanto significare che metteranno in atto quel progetto di cui discutevano da un po’.

Miroslav è troppo preso a fissare gli addominali di Mesut per notare quel cenno complice fra i due compagni e Mesut è troppo concentrato su quel piano da riuscire a portare a termine per accorgersi di come il panzer lo stia guardando.

Però questo non è sfuggito a Thomas, che non appena Mesut li lascia soli decide di punzecchiare un po’ l’altro.

“Beh, Miro, se dobbiamo fare in fretta, tanto vale che la doccia ce la facciamo insieme, mmh?” ammicca in modo sexy.

Il Polacco lo guarda stranito, incapace di articolare una parola, prima che l’altro scoppi a ridere.

“Ma dài, scherzo! Come se non ci fossero abbastanza docce qui dentro!” ridacchia, prendendo il cambio pulito e recandosi alla doccia più vicina.

In cuor suo, Thomas è molto contento del risultato ottenuto ed è fiero dell’imbarazzo che ha suscitato nel suo compagno di squadra.

Quanto a Miroslav, fra la quasi nudità di Mesut e le avances di Thomas, fasulle o no che fossero, decide che ha bisogno di una doccia molto, molto fredda!

Dopo quella doccia che è stata pressoché inutile ad allentargli i bollenti spiriti, Miroslav si appresta a raggiungere tutto il resto del gruppo, seduto sulle panche, spostate a cerchio.

Cerchio al centro del quale c’è il loro capitano.

Tuttavia, Miroslav è lieto di non essere stato il più ritardatario, perché è solo quando arriva anche Thomas che Philipp può parlare.

“Ragazzi, non mi dilungherò con altri complimenti su quanto siamo stati grandiosi oggi...”

“SIAMO I CAMPIONI DEL MONDOOOO!” esulta nuovamente Bastian, a gran voce.

“Schweini, basta, l’abbiamo capito!” alza gli occhi Tony.

“E allora? E’ la verità e ho il diritto di ribadirlo, anche da qui fino al 2018, se ne ho voglia!”ribatte l’aitante centrocampista, facendo spallucce.

“Possiamo bere una birra ogni volta che lo dici?” azzarda Manuel.

“Non gli dire così o lo dirà ogni ora!” commenta Tony.

“E’ quello che voglio!” sogghigna il bel portiere.

“Avete finito?” riprende le redini del comando Philipp, con autorevole calma.

“Scusaci.” mormorano in sincronia i tre colpevoli, chinando il capo come bambini troppo vivaci ripresi dal maestro.

“Dicevo... la vittoria l’abbiamo meritatamente conquistata. Ora non ci resta che festeggiare.” riprende il discorso il capitano.

“Cena in uno dei ristoranti più esclusivi e poi giro per le discoteche della costa, fino all’alba!” propone Sami, impaziente all’idea.

“Non potrebbe esserci un modo migliore. Così ne approfitto per mostrare un po’ la città alla mia Cathy!” gli fa eco Mats.

Anche Benedikt , Jerome, Tony, Per, André e altri fanno un cenno di piena approvazione.

Di contro, Philipp non sembra così entusiasta a quella prospettiva.

“Ristoranti mondani e discoteche? Uhmm sì, posso capire che sia cool, ma non mi aggrada. Con tutti i paparazzi che ci saranno in giro poi e ogni genere di media pronto all’assalto...” borbotta.

“Ma è proprio quello che rende il tutto ancora più interessante!” ridacchia Sami, battendo un cinque di mano con Jerome.

“Questione di punti di vista. Io pensavo a qualcosa di più tranquillo, anche perché è l’ultima serata insieme qui, dopo questa magnifica avventura durata più di un mese...”

“Appunto, direi che siamo stati tutti insieme pure troppo!” controbatte pungente Per, scatenando una risatina da parte di almeno metà squadra.

“Vi dirò, io preferirei starcene soli fra noi, tranquilli, senza uscire, in intimità.” propone il capitano, guadagnandosi non poche occhiate confuse e frastornate.

“Ovviamente, non ordino niente a nessuno e non dovete sentirvi in obbligo. Siete tutti liberi di festeggiare nel modo che più vi soddisfa. Chi preferisce i festeggiamenti più modaioli e fighetti può andare.” asserisce.

A quelle parole si alza un numero non indifferente di persone che lasciano gli spogliatoi, chiudendo la porta alle loro spalle.

Rimangono seduti sulle panche, in ordine sparso, Thomas, Bastian, Lukas, Manuel, Mario, Mesut, Philipp, ovviamente e... Miroslav.

“Troppa mondanità non fa per me.” asserisce il più grande, come a voler rispondere a quella domanda che silenziosamente si stanno facendo tutti.

Del resto, loro erano già più che consapevoli che sarebbero rimasti in sette. E’ quell’ottavo elemento che crea aspettative in ognuno di loro.

“Quindi sei dei nostri!” gli sorride Manuel.

“Non lo so. Forse dovrei andarmene e basta. Starmene tranquillo con Sylwia e i bambini e cominciare a pensare al ritiro con la Lazio, senza troppi strapazzi... domani c’è anche il volo.” borbotta il goleador mondiale.

“Ma come, di già? Non avevi dichiarato alla stampa che avevi una bestia pronta a scatenarsi in caso di vittoria?” gli fa notare Bastian, imbronciato.

“Sì, infatti, non mi avete visto? E’ quello che ho fatto prima in campo, davanti ai fotografi, i salti, le grida con voi e tutto quanto.” replica Miroslav.

“Oh, ti prego, ma quale bestia? Quello era a malapena un animaletto!” lo prende in giro Mesut, facendo ridere tutti.

“Beh sì, suppongo che forse si possa riuscire a fare di meglio.” borbotta Miro, a disagio, guardando in basso.

“Supponi giusto!” gli dà una pacca sulla spalla Manuel, che gli è seduto vicino, alla sua destra. “Ragazzi, facciamogli vedere cosa significa festeggiare!” incita tutti gli altri.

“Ben detto! Dài, Mirosalv, partecipa alla nostra serata solo uomini. Ce la siamo meritata.” lo esorta Mario.

Lui non se la sente di chiamarlo ‘Miro’ ,come fanno tutti gli altri. Gli sembra troppo confidenziale per qualcuno che reputa alla stregua di un dio. E poi gli altri lo conoscono da più tempo, lui è l’ultimo arrivato.

“Dài, Miro, sono sicuro che se lo dici a Sylwia lei capirà.” lo sprona Philipp, che con lui ha molta più confidenza.

“Mi piacerebbe, ma non credo che…” protesta debolmente Miroslav, ma sussulta quando Lukas, seduto alla sua sinistra, gli posa una mano sulla coscia.

“E dài, Miro, senza di te non sarebbe la stessa cosa!” lo implora, con quell’espressione da cucciolo abbandonato che metterebbe in difficoltà chiunque.

E ancora più micidiale è il sorriso sghembo che gli sfodera Thomas.

“Pensaci bene. C’è tutto il tempo per tornare alla vita normale, di tutti i giorni. Ma stasera è unica.” gli fa notare il giovane attaccante.

“Thomas ha ragione, forse si ripeterà fortunatamente per la nostra Germania, negli anni futuri, ma non si potrà mai più ripetere per noi tutti qui, radunati insieme adesso.” rincara la dose Bastian, che sa essere tanto caparbio quanto convincente.

“Vedi? Devi proprio onorarci della tua presenza, Leggenda!” aggiunge Thomas, lanciandogli un occhiolino.

“E va bene. Se insistete tanto…” si arrende Miroslav.

Come si trattasse davvero di una resa. Una notte intera in compagnia dei suoi compagni di squadra preferiti? Miroslav non potrebbe chiedere di meglio.

“Insistiamo.” sentenzia Philipp.

“Però la dovete smettere di chiamarmi ‘Leggenda’ o cose simili. Sono un vostro pari, sono esattamente come voi. Okay, con qualche anno in più...” riconosce il bel Polacco. “Con molti anni in più.” aggiunge, non appena il suo sguardo di sposta su Mario.

Le gote del ventenne arrossiscono in modo adorabile ed è lui il primo a interrompere il contatto con quegli occhi di ghiaccio.

“Come vuoi, nostro pari con qualche anno in più!” lo apostrofa spiritosamente Manuel.

“Allora è deciso, tutti da me stasera. Sono il capitano. Ho il diritto di dare io l’ospitalità.” dichiara Philipp.

“E di sicuro sei quello con la stanza più grande e più bella!” aggiunge Mesut.

“Certo che sì. E con tanti letti!” precisa il biondo, con una luce furbetta negli occhi.

Miroslav si domanda fra sé che c’entrino i letti con i festeggiamenti, poi giunge da solo alla conclusione che servano per dormire lì, nel caso siano troppo devastati per riuscire a tornare nelle rispettive stanze.

A dire il vero, lui avrebbe un’idea ben più intrigante su come utilizzare quei letti, ma è pressoché certo che nessuno dei compagni approverebbe.

“D’accordo, io allora porto una collezione di birre di tutto rispetto!” assicura Bastian.

“E io porto una bottiglia di Raki. Vedrete, ragazzi, mi ringrazierete!” sorride Mesut.

“Aspetta un attimo, è quella cosa buonissima che ci hai fatto bere alla festa con l’Arsenal?” chiede conferma Lukas.

“Proprio quella.” annuisce fiero il Turco.

“Ragazzi, vedrete, lo ringrazieremo!” ribadisce il giovane Polacco.

“Io invece vi porto il Jenever. Anche quello non scherza. Me l’ha dato Cillessen e mi ha detto che è quello che hanno dato a Krul per caricarlo prima dei rigori!” confessa Manuel, allegro.

“Deduco gliene abbiano dato solo un goccetto, altrimenti ad ogni tiro di palloni ne avrebbe visti venti!” dice la sua Bastian.

“Magari è proprio quello il trucco!” ridacchia Mesut.

Chi non sorride affatto è Philipp.

“Manu, si può sapere da quand’è che te la intendi così tanto coi portieri avversari?” gli domanda piccato il capitano.

Se non lo conoscesse meglio, Miroslav sarebbe pronto a scommettere che sia... geloso.

“Hey, è pur sempre un mondiale e qui è pieno di gente. L’Olanda è arrivata in fondo, insieme a noi, quindi non ci trovo nulla di male se ci socializzo un po’ ... tra portieri ci si capisce!” si giustifica Manuel.

“Tu socializzi un po’ troppo!” si lamenta Philipp.

“E dài, Phip, guarda il lato positivo: ci ho rimediato liquore Olandese coi contro attributi!” argomenta l’altro, restituendogli il sorriso.

“Benone! Lo sapevo che facevo bene a portarmi dietro una bottiglia di Krupnik in caso di necessità: come consolazione in caso di sconfitta, ma soprattutto come degno festeggiamento in caso di vittoria!” commenta Lukas, sornione.

“Hai davvero detto Krupnik?” chiede conferma Miroslav, con gli occhi luccicanti di aspettativa.

“Hai capito bene, Miro.” annuisce l’interpellato, con un sorrisetto. “Dì un po’, da quant’è che non ne bevi?”

“Troppo.” mugugna l’altro.

“Vediamo se ho capito. Starete sicuramente parlando di roba polacca.” commenta Bastian, molto scettico a riguardo.

“Hey, almeno prima prova ad assaggiarlo, poi vedremo se ti azzarderai a chiamarlo ancora ‘roba’!” lo redarguisce Miroslav, piuttosto stizzito.

“Beh, se quello è l’effetto che gli fa solo a nominarlo... figurati cosa può succedere quando lo beve!” bisbiglia Lukas all’orecchio del suo migliore amico, facendolo sorridere.

“Io porto la Vodka, allora. I Russi non saranno granché portati per il calcio, ma a livello di superalcolici restano imbattibili!” ridacchia Thomas.

“Beh, io posso portare qualche snack.” si offre timidamente Mario.

“Beh, ma se fate già tutto voi, io cosa porto?” domanda Miroslav.

“Basta che porti te stesso!” ammicca Lukas.

“Giusto, tu sei l’ospite d’onore, agli ospiti di onore non si chiede di portar niente.” ribadisce Philipp.

“Sarà, ma non mi sembra giusto.” protesta il più grande.

“Allora è deciso. Tutti da me verso l’ora di cena. Mogli e fidanzate altrove.” riassume Philipp, alzandosi dalla panca, assieme ai presenti.

“Perfetto. E’ ora che si fa?” domanda Mesut.

“Ci tocca farci vedere da un bel po’ di fotografi, giornalisti e rilasciare brevi interviste. Ci saranno anche tutti gli altri.” replica il capitano, sorridente.

“Già, soprattutto la Merkel ci prenderà d’assalto e non ci mollerà più!” commenta Thomas, memore dei suoi abbracci di congratulazioni.

“Beh, almeno c’è anche Rihanna che vuol farci visita!” commenta Bastian.

“Lei la stringerei fra le mie mani molto più della coppa del mondo!” confessa il bel Turco, con aria furbetta.

Miroslav ride con gli altri, facendo apprezzamenti e facendo buon viso a cattivo gioco.

La verità è che lui vorrebbe stringere ben altro...
TBC

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