[Original] Tra tè e seta

Jan 18, 2010 17:50


Davvero, non lo faccio apposta ad aggiornare sempre di lunedì. Sarà che è un giorno particolarmente nefasto di suo che cerco di raddolcire in questo modo...

Titolo: Tra tè e seta
Fandom: Original
Personaggio/Coppia: Original (Hoshiko/Shin)
Prompt: Original, M+F, tazza di tè
Rating: Rosso
Note: Questo pezzo è stato scritto per tutt'altra storia, una original su cui sto lavorando da un po'. Però l'ho trovato adeguato al prompt del P0rn fest di fanfic italia, e quindi eccolo qui. Una piccola fotografia di questi due personaggi.


Tra tè e seta

Era successo in una sera d’estate. Una sera come tante, con l’intero paese tra le vie affollate di bancarelle, intento a festeggiare e divertirsi.

La casa era deserta e stranamente silenziosa, mentre da fuori provenivano le risate dei bambini e i richiami tonanti dei venditori. Il leggero odore del tè verde, proveniente da una fumante tazza adagiata sul tavolino, strisciava tra le pareti di carta, insinuandosi sotto i vestiti e tra i capelli.

Era una sera come le altre, se non fosse stato che Shin si era scocciato dell’ennesimo ritardo di Hoshiko. Era andato a prenderla direttamente a casa. Aveva bussato un paio di volte, ma nessuno aveva risposto. Allora aveva socchiuso la porta ed era entrato, subito accorgendosi che i genitori della ragazza erano già usciti. La voce cristallina di Hoshiko lo aveva chiamato dalla propria stanza, e lì lui l’aveva raggiunta. Vi si era intrufolato dentro senza fare rumore e con assoluta naturalezza. Era entrato in quella camera, piccola ma graziosa, centinaia di volte. La conosceva bene quanto la sua. Eppure quella sera d’estate gli apparve completamente differente. Forse erano le luci soffuse delle lanterne, il vociare che proveniva dalla strada, il sapore del tè che si propagava attorno a lui, o forse era semplicemente Hoshiko, più splendente della luna, che si stava allacciando il kimono rosa della festa.

La ragazza sollevò gli occhi su di lui e gli sorrise. - Mi dai una mano?-. Shin annuì senza proferire parola e le si avvicinò. Hoshiko si voltò offrendogli la schiena e gli mise tra le mani i lacci dell’abito. Erano di pura seta, ma per Shin non sarebbero mai stati morbidi quanto la sua pelle. Chiuse gli occhi e inspirò il suo profumo di fiori. Inclinò di poco la testa e adagiò con delicatezza le labbra sul collo pallido ed esposto della ragazza.

Era tutta l’estate che coglievano ogni occasione per potersi baciare. Avevano scoperto entrambi che era estremamente piacevole e si erano assuefatti l’uno al sapore dell’altra. Si scambiavano sguardi di fuoco e appena potevano si nascondevano in qualche angolo buio per baciarsi, strusciarsi, accarezzarsi. Per godere.

Non ne avevano mai parlato, mai seriamente. Non sapevano come definire la “cosa” tra loro. C’era qualcosa, forse c’era sempre stata, ma non sapevano darle un nome e per il momento andava bene così. Sarebbe venuto il giorno in cui avrebbero dovuto farci i conti, ma non era quello il tempo.

Ora, tutto ciò a cui Shin voleva pensare, era il profumo inebriante e il sapore dolce di Hoshiko. Inspirò e leccò quella pelle più morbida della seta, mentre i lacci del kimono cadevano lungo i fianchi e le sue dita si intrecciavano sul suo ventre.

- Shin...ti prego- mormorò la ragazza reclinando leggermente la testa e poggiandola sulla sua spalla. Il moro non pensò nemmeno per un istante di smettere. Le morse con dolcezza il collo e le dita corsero da sole al nodo del kimono, trafficando per slacciarlo. Hoshiko tremò e si inarcò contro il suo corpo teso. Aveva la mente come annebbiata. Sapeva cosa stava succedendo, ma non le interessava altro che le dita e la bocca di Shin. Avvertì la cintura slacciarsi e cadere con un soffice tonfo a terra. Il kimono si aprì sul davanti, rivelando la sua nudità. Le mani di Shin, così esperte nei combattimenti, tremarono mentre glielo faceva scorrere giù dalle spalle, fino a terra. Fu allora che Hoshiko si staccò da lui e si voltò, guardandolo dritto in volto. Eretta, nuda e fiera davanti ai suoi occhi neri colmi di sentimento e desiderio. Il ragazzo singhiozzò nel far scorrere lo sguardo su quel corpo tanto desiderato, a metà tra il corpo giovane di una ragazzina e quello sinuoso di una donna. Le accarezzò con gentilezza i fianchi, le cosce e i seni che si protraevano verso di lui. Le dita sottili di Hoshiko si intrufolarono sotto ai suoi vestiti, sciogliendo i nodi e spogliandolo. Si ritrovarono entrambi nudi, come lo erano stati tante volte da bambini. Eppure era tutto così diverso da lasciar storditi. Per un attimo Shin si vergognò della propria erezione tesa e pulsante, ma smise immediatamente quando la mano della fanciulla si chiuse su di essa.

Quello che seguì furono abbracci possessivi, al limite della perdizione. Furono carezze sempre più intime, baci bagnati e gemiti alti e desiderosi. Quando Shin entrò in lei, stravolto dal piacere e incapace di ragionare, la sentì tendersi oltremisura. Seppe di averle fatto male quando schiuse gli occhi e abbassò il capo per osservarla. Aveva gli occhi blu come il cielo arrossati dalle lacrime che tentava di trattenere e il labbro inferiore martoriato dai denti. Allora rimase perfettamente immobile, nonostante il calore che lo avvolgeva. Prese un profondo respiro e le baciò le guance. Gli occhi. Il naso. La bocca. Le accarezzò un fianco, fino a farla rilassare e sospirare. Iniziò poi a muoversi con lentezza, cercando unicamente di farla star meglio. E quando lei incominciò ad ansimare, a ruotare il bacino sotto di lui, ad aggrapparsi con forza alle sua spalle, perse il controllo. Affondò in lei con sempre maggiore forza e determinazione, facendola quasi urlare e implorare di non smettere. Shin ringhiò sommessamente mentre avvertiva il piacere crescere e premere per esplodere in lui. Hoshiko strinse con forza le gambe attorno ai suoi fianchi, gettò il capo indietro e gridò per il piacere che l’aveva invasa per la prima volta. Shin la sentì contrarsi sotto di lui e un velo bianco gli calò davanti agli occhi serrati. Affondò il capo tra i capelli morbidi della ragazza e si riversò in lei senza sosta, senza nemmeno voler controllarsi. Esausti si accasciarono sulle lenzuola sudate, ancora ansimanti e scossi da quella sensazione nuova. Ci sarebbero state tante, troppe, cosa da dire. Da spiegare. E forse l’orgasmo aveva portato alle labbra anche il nome di quel sentimento che si tenevano dentro da tempo. Ma non dissero nulla, perchè in fondo non c’era nulla di dire. Erano Shin e Hoshiko, era naturale che sarebbe finita in quel modo. O iniziata, a seconda dei punti di vista.

Shin strinse il corpo spossato dell’amica tra le braccia e assieme a lei si addormentò per qualche ora, almeno fino al rientro dei suoi genitori. Il profumo del tè stava lentamente svanendo e sicuramente la tazza appoggiata sul tavolino si era già irrimediabilmente freddata.

Quell’anno si sarebbero persi la festa del paese, ma andava bene così, pensò Shin prima di cedere definitivamente al sonno.

Non fu l’unica festa che si persero, quell’estate.

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