un bel ricordo.enzo baldoni.

Nov 21, 2006 01:48

Inviato: giovedì 13 ottobre 2005 14.49

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Mi chiedi di Enzo e del suo modo di sentire la Sicilia. L'amava molto,
questa terra e ci veniva spesso visto che io e i ragazzi ci passavamo almeno
un mese all'anno d'estate. Lui, al ritorno dei suoi viaggi, veniva a farsi
quattro bagni con noi e poi rientravamo tutti assieme a Milano. Siccome era
curioso, a Licata finiva sempre col fare amicizia con gente strana,
normalmente fuori dai giri che io frequentavo: pescatori, gente che passava
mesi e mesi imbarcata, ragazzotti che si trascinavano da un bar all'altro
del porto.
Ti racconto una cosa, legata alla Sicilia, che penso ti farà sorridere. Io
compio gli anni nel bel mezzo di agosto, il 13, ed ero abituata ogni anno a
ricevere una sua telefonata da tutti gli angoli della terra: un anno dal
Chiapas, un anno da Timor Est, un anno da Bogotà, un anno con un satellitare
dall'accampamento della Farc in Colombia. Tre anni fa, l'anno dei miei 50
anni, Enzo, come sempre, prepara il suo viaggio del mese di agosto, questa
volta in Africa. La meta del suo viaggio è Maputo in Mozambico. Io prima di
partire per la Sicilia vedo i suoi biglietti aerei, le carte, lo sento
prendere contatti, insomma tutto come al solito.
Poi io parto e vado in Sicilia. Da Enzo ricevo una telefonata che mi dice
che è a Maputo, tutto bene, mi descrive il posto, il viaggio, l'hotel, etc
etc.
Il giorno prima del mio compleanno, ricevo una lettera molto strana. Una
lettera molto carina scritta da uno che dice di essere stato un mio
compagno di scuola di tantissimi anni prima , io non ricordo nulla. In
maniera molto delicata, mi dice di essere sempre stato innamorato di me, da
ragazzino, e di non avermelo mai saputo confessare. mi dice che si è appena
separato e che da un po' di tempo si ritrova spesso a pensare a me etc etc .
Essendo di passaggio, il giorno dopo da Licata, mi chiede di incontrarlo un
attimo per un saluto e perché ci tiene tanto a rivedermi. Mi prega di
accettare. Io, sono molto titubante, nemmeno me lo ricordo e non mi sembra
il caso di andare. Mio figlio Guido, a cui faccio leggere la lettera, mi
dice che devo assolutamente andare perché è un compagno di scuola, che ha
sempre sofferto per me, che almeno questo glielo devo, etc etc e si offre di
accompagnarmi. Nello stesso momento arrivano due mie amiche di sempre e
compagne di scuola di una volta che giurano di ricordare il nome di quel
tizio e anche loro mi spingono ad andare all'appuntamento.
Così, il giorno dopo, al tramonto un po' nervosa (mi dicevo " Ma guarda un
po' cosa deve succedermi a 50 anni") mi reco all'appuntamento. Un bar al
porto dove fanno una granita spettacolare. Mi guardo in giro, i tavolini
erano tutti occupati. Cerco un uomo, da solo. Ne vedo uno massiccio, con una
buffa capigliatura rossa e un paio di occhiali scuri. Sta leggendo La
Sicilia che gli copre il volto. Quando mi vede, mi fa un cenno con la mano,
si alza, io mi avvicino e, come probabilmente ormai avrai capito, mi ritrovo
Enzo con parrucca e occhialoni. E improvvisamente sbucano fuori dal blu un
sacco di miei amici, vecchi compagni di scuola, persone che non vedevo da un
sacco di tempo e che Enzo aveva riunito lì per festeggiarmi. Insomma quella
estate, l'estate dei miei 50, l'ha regalata tutta a me, rinunciando al suo
viaggio. Cii siamo divertiti come due ragazzini.
Vedi, è così che faccio: più che pensare a quello che non ho più, penso a
quello di bello che ho avuto e a quanto ne ho avuto e a che fortunata sono
stata.

Giusi
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