Nov 12, 2008 13:18
C'è una strana alchimia nella vita. Qualcosa di indefinito, che non saprei bene come spiegare se non con una frase che sintetizza il mio pensiero e alcuni esempi.
Nella vita si ottiene ciò che si è smesso di desiderare e non si raggiunge ciò che si desidera con tutte le forze.
E' una regola che vale in molti campi: amore, famiglia, lavoro, amicizia etc... Vale per le piccole cose e i grandi sogni.
C'è stato un tempo in cui avevo paura di mangiare da sola, mi vergognavo, come se non avere nessuno a fianco significasse non avere amici, essere odiata da tutti. Ma il destino ha voluto che fossi sola in molte occasioni, incluso il pranzo consumato fuori casa, sia quando frequentavo i corsi per disoccupati sia quando lavoravo. Poi ho scoperto che mangiar soli non è poi così male, anzi! Si ha il tempo per fare ciò che si vuole, si può andare nel bar/ristorante che si desidera e scegliere ciò che si desidera. Sembra scontato, non lo è! Quando frequentavo un corso morivo dalla voglia di andare al ristorante cinese che si trovava nello stesso edificio, ma era quasi impossibile: una si portava il pranzo da casa, una voleva fare due passi, l'altra lo shopping, un'altra ancora voleva la pizza e l'ultima non mangiava cinese. Finalmente ne ho convinta una, giusto per non mangiare da sola, risultato: abbiamo impiegato il doppio del tempo perchè invece di mangiare parlava in continuazione! E io ho passato metà del pranzo a guardare l'orologio per paura di arrivare in mostruoso ritardo, cosa che poi è avvenuta.
Quest'estate ho dovuto prendere una scelta: le mie colleghe avevano deciso di non scendere più in mensa durante la pausa pranzo. In realtà la mensa è una saletta angusta provvista di frigo e microonde dove riscaldare la pappa portata da casa. La situazione era strana: una collega quasi non mi parlava (mi hanno poi detto che è così, a volte ti parla, a volte ti ignora, ma all'epoca non lo sapevo e pensavo che ce l'avesse con me), l'altra piangeva in continuazione (problemi sentimentali) e le altre andavano in un bar nelle vicinanze, ma visto che abbiamo appena mezz'ora di pausa pranzo, non si fa in tempo ad arrivare, ordinare pizzette e salatini mezzi rancidi che è ora di rientrare.
All'inizio rimanevo in ufficio mangiando davanti al computer, poi mi sono decisa a scendere da sola, e poco importa se le colleghe pensavano che fossi sfigata. In realtà non so cosa pensassero, ma la situazione mi faceva sentire un po' come quella non integrata con il resto del gruppo.
Morale: un mese dopo mi sentivo benissimo, potevo portarmi qualsiasi cosa, di qualsiasi dimensioni senza che nessuno facesse battute. Aaaaah, una pacchia!
Da qualche giorno le mie colleghe sono tornate in mensa. Guardo i loro contenitori con una micro-porzione, e mi chiedo se riescono a sopravvivere tutto il giorno con quello. Il loro menu tipico è: jogurt, oppure formaggio spalmabile, oppure un trancetto di pizza... quando portano altro ne parlano come se avessero cucinato chissà quali leccornie :)
E io che tento sempre di mangiare equilibrato (primo o secondo, magari contorno) mi sento un po' un pesciolino fuori luogo.
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