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2. Ripensando soprattutto ai libri letti in preparazione all'esame, le Sue preferenze vanno verso libri scritti da giornalisti che raccontano storie di vita italiana, o verso libri di pura narrativa? Motivi la sua risposta.
Ho letto tanti libri nella mia vita che se fossero stati raccolti tutti insieme si sarebbe formata una biblioteca di una facoltà universitaria. Sono sempre stata una lettrice appassionata e dai giorni della mia infanzia la lettura era sempre la mia occupazione principale. Da bambina non giocavo mai con le bambole, ma mi trovavo sempre con un libro in mano. Nel libro c'era già una storia interessante da godere, mentre con dei giocatoli e bambole si doveva inventare una e non ce ne avevo sempre l'inspirazione.
Ma se da piccola mi sentivo attratta dalla narrativa, con il passar del tempo questa opinione è cambiata radicalmente. Negli ultimi dieci anni della mia vita l'unico libro di narrativa che abbia letto è stato Il Nome della Rosa di Umberto Eco. Mi è capitato tra le mani accidentalmente e non ho potuto staccarmene fino all'ultima pagina. Lo considero veramente un capolavoro. Ma non mi ha risvegliato nessun'interesse per gli altri capolavori di narrativa ed è stato il primo e l'ultimo. Per il resto rimango una lettrice fedele dei giornali e delle riviste e le storie della nostra vita contemporanea mi attraggono molto di più delle riflessioni dei grandi scrittori. Forse mi sono stancata di una certa oppressione dalla parte dell'autore che si sente sempre nei libri della narrativa. Ogni cosa nel libro è visto con l'occhiata di quello che lo scrive e da una impronta del suo punto di vista. Possiamo dire che ogni libro di narrativa sia un tentativo di esprimersi del suo autore. Ogni libro è un dolore suo che si è trovato un esodo. La sua opinione e il suo punto di vista prevale in ogni riga. Nella maggior parte dei casi non è un dialogo con il lettore ma un esprimersi continuo dell'autore.
Mi piace molto di più lo stile neutrale dei giornalisti, il cui lavoro principale è di far conoscere ai lettori quello che è successo, senza esprimere la loro opinione, ma lasciando il lettore di formarsene una sua. Gli stessi fatti possono essere interpretati in una maniera molto diversa e degli eventi comunicati in un articolo dovrebbero portare solo una carica informativa. E' logico che un articolo esprima molto spesso un punto di visto del giornalista che l'ha scritto ma la sua impronta è quasi sempre molto meno grave di quella di un autore dei libri di narrativa.
Leggendo le storie di vita impariamo molte cose sulla vita degli altri e ne formiamo una opinione, mentre leggendo i libri di narrativa incontriamo una opinione già formata dell'autore che possiamo condividere o respingere. Questa è di solito una ragione principale per la quale un libro ci piace o non ci piace. E' meglio leggere delle storie di vita, sono più vicini alla vita stessa dei libri di narrativa, dominati dal complesso delle idee del suo narratore.