Misawa & MasaMei Fanfiction ONE MORE DAY CAP 2

Oct 06, 2015 10:06

One More Day

Gocce di pioggia sulle guance rosse e la boccuccia amabilmente saccente. L'asfalto grigio non è un buon giaciglio ma il palmo giace riverso su esso. Fra le dita, una lunga ciocca di capelli s'intreccia e s'appiccica, fra fredde perle d'acqua e vivide gocce rosse.
Le orecchie non percepiscono alcun suono, mentre le palpebre appesantite dal dolore e dalla febbre, si aprono per dare un senso alla realtà. L'ultima cosa che ricordava era di essersi addormentato nel suo letto, tenendo la forte eppur vellutata mano di sua madre. Ma che c'entrava quello spettacolo di catrame e pozze d'acqua nervose? Perché aveva la sensazione di star dormendo in mezzo alla strada, al freddo e all'incuria? Chi era quell'uomo che correva verso di lui?
Una sagoma nera e agitata stava prendendo forma in quel turbinio di macchie e di luci che gli occhi del piccolo Kazuya stavano percependo come realtà; dov'erano i suoi occhiali? Kazuya deglutì agitato e con quel gesto sembrò risvegliare il suo udito sopito, insieme a tutte le altre sensazioni. La pancia iniziò a bruciare mentre il suo nome veniva urlato insieme a quello di Eiko.

-Papà, che sta succedendo? Perché urli?- pensò il suo piccolo corpo intorpidito, mentre un forte e intenso dolore continuava a crescere nel bassoventre. -Fa tanto male - ansimò poi; gli occhi chiusi e due mani gelide sul volto.
-Kazuya-

Qualcuno si era appena gettato su di lui; Miyuki poté percepirne il fiato sulla pelle. Adesso, non erano solo gocce di pioggia a bagnare il suo volto. Qualcosa di caldo vi si stava riversando...

-Perché stai piangendo, papà?-

Quella domanda si levò in un faticoso sussurro, al centro delle strisce pedonali, davanti alla loro abitazione e al caos che si era scatenato. La signora Morisato era stata la prima a scendere in strada; il corpo robusto avvolto in un pesante scialle nero e la faccia inorridita quale muto commento alla tragedia. Kyoko e Akane del negozio di Okonomiyaki non erano state da meno e munite di ombrello, si erano precipitate in strada per dare un senso a tutto quel trambusto. Lo stridere di gomme frenate bruscamente sull'asfalto le aveva svegliate. Il successivo boato non era stato da meno.
Qualcosa aveva completamente sradicato il grosso ciliegio di villa Horihara. E non solo.
I petali di ciliegio s'erano sparsi tutt'intorno a erba, ferro e mattoni, come naturale pianto di sventura. Ma il triste spettacolo era più in là...

-E' svenuto! Chiamate un'ambulanza!- urlò il più giovane dei fratelli Horihara, corso a controllare il conducente del camion che aveva buttato giù il muro della loro villetta.
-...Credo che una non sarà sufficiente - commentò il maggiore, facendo in modo che l'altro si girasse e vedesse coi propri occhi.

C'erano due corpi distesi in mezzo alla strada. Una donna e un bambino. Le braccia di lei si tendevano verso il piccolo, sfuggitole nell'impatto. Si vedeva che Eiko aveva fatto di tutto per proteggerlo. C'era il suo corpo fra Kazuya e il camion.

- Sono i Miyuki!-
-Ho sentito dire che il piccolo era molto malato.-
-Povero Miyuki-san, andiamo da lui.-

Fu in quel momento che qualcosa cadde fra sassi ed erba, rotolando giù dalle gambe del camionista svenuto. Quell'oggetto cercò il suolo per infrangersi, così come il cuore di Miyuki-san quella notte. E non importò in quanti accorsero a soccorrere lui e ciò che restava della sua famiglia. Se anche si fossero messi a cercare e ne avessero trovati molti, ciò non sarebbe stato sufficiente. Non tutti i cuori infranti sono destinati a guarire, anche se si usa l'antichissima e preziosa arte Kintsuji.

2.
Dritta al centro

-Io ho messo insieme i pezzi, sta a te farci colare dentro l'oro. -

Così si espresse Takigawa, appoggiandosi al reticolato del campo da baseball. Miyuki corrucciò la fronte e tacque, lasciando calare lo sguardo lungo il pendio buio che separava il diamante dal complesso dei dormitori.
Quella notte si mostrava ostile alle loro elucubrazioni su Sawamura. Tutte le stelle si erano confuse fra le nubi e un vento freddo intirizziva le dita, costringendole nelle tasche.
Eijun se n'era appena andato. La presenza di Miyuki l'aveva scoperto più nervoso durante l’allenamento e questo non era passato inosservato a Takigawa.

-Lui dice di stare bene, ma io non ho guarito proprio nulla.- ammise il ragazzo del terzo anno. Il bagliore dei lampioni delineava il suo profilo come a voler risaltare la verità di quelle parole. La presenza di Chris senpai metteva sempre soggezione. Takigawa era una di quelle persone che difficilmente non lasciano traccia di loro, quando le si incontra.
-So che è una mia responsabilità.- ammise Kazuya, mentre il pensiero già indagava sul come risolvere il blocco mentale del kohai.

Una parte di lui si felicitava che Chris non fosse la soluzione ma tutto il resto tremava. Poteva davvero riuscire là dove una persona come Chris senpai aveva mancato? E poi, chi gli assicurava che Yuu stesso non avesse scelto di scansare il problema, proprio perché doveva essere lui e nessun altro, a risolverlo? Takigawa alternava note di saggezza e furbizia come un abile stratega. Là dove sembrava fallire, c'era del voluto.
La sua mazza aveva mancato il primissimo strike esterno di Eijun per un motivo preciso. Il coach aveva urlato ball ma gli occhi strategici dei due catcher avevano visto un'altra realtà.

-Insegnandogli a lanciare palle esterne l'ho rilassato. Gli ho mostrato che c'era ancora qualcosa che fosse in grado di fare. Lui ha risposto subito. Me lo aspettavo da un tipo del genere-
-Un tipo del genere- rifletté Kazuya. Le palpebre si abbassarono leggermente e il volto in lacrime di Eijun gli comparve di fronte.
-Hai notato come il coach lo tiene di riguardo? Io non ruotai la mazza ma lui urlò ball affinché Sawamura non si considerasse arrivato.-
-E' come se Kakaoka-san non vedesse mai dei limiti, in Sawamura.-
-Neanche io li vedo.-
-Quindi, è per questo che ti occupi di lui-
-Mi prendo cura di Sawamura perché so che ne vale la pena. Se lo merita e sta mettendo in gioco tutto se stesso. Ha ancora molta strada da fare ma non è fra quelli che lascerei indietro. Ho fiducia in lui.-

Quell'ultima affermazione lo turbò più del normale e dopo che si furono salutati, Miyuki si scoprì a fare un percorso insolito per tornare alla propria stanza. Arrestare il passo davanti alla camera di Eijun gli venne terribilmente naturale.
Erano sensi di colpa, niente di più.
Takigawa aveva fiducia in Sawamura, ma lui? Lui ne aveva? Voleva averne? Perché, mentre il senpai si esibiva in quell'arringa di belle parole, Miyuki era stato pervaso da una sensazione molto simile alla gelosia? Per quale ragione, una parte di se stesso aveva osato pensare a quanto sarebbe stato bello poter essere al posto di Yuu e provare quelle sensazioni per il lanciatore?

-Sto solo cercando di riparare ai miei errori- si concesse un pensiero carcerario.



-Senpai, stasera verresti un po' al campo coperto?-
-Non c'è già Chris senpai a farti da ricevitore?-
-Sì. Ma se ci fossi anche tu, in partita io -
-Non è stata colpa tua...
-No, senpai-
-Io non ho capito quello che ti stava succedendo. Avrei dovuto chiedere un time out e invece, avevo troppa fretta di vincere.
-Ma-
-Basta-

Eijun non aveva affatto dimenticato la sensazione di quelle dita sulle proprie labbra. Anzi, aveva trattenuto a sé ogni istante di quel contatto. Ci pensava e ripensava durante le lezioni. I suoi occhi si chiudevano e la mente tornava al viale delle foglie rosse, quando fra lui e il senpai la distanza si era ridotta.
Miyuki stava davvero bene senza occhiali.
Eijun scosse la testa e recuperò in fretta ciò che l'insegnante aveva scritto alla lavagna, senza per questo capirci qualcosa. Studiare non era mai stato semplice per lui e al Seido le cose non erano migliorate. Kanemaru lo aiutava molto ma non poteva sempre chiedere a lui.
Il lapis tamburellò nervoso a bordo libro e un ideogramma fu cerchiato senza un motivo in particolare. Il mancato superamento del test non sarebbe stata una tragedia ma non voleva più affidarsi a simile sciocco ragionamento.
Non poteva lasciar perdere come aveva fatto alle scuole medie. Doveva domandare a qualcuno di aiutarlo, prima che fosse troppo tardi. Ma a chi? La gomma del lapis incontrò le belle labbra e le palpebre si spalancarono nell'ovvia consapevolezza.
C'era qualcuno che anche volendo, non avrebbe potuto sottrarsi.
Quella stessa sera raggiunse la camera di Miyuki e bussò energicamente al suo uscio. Non poteva negarlo, il suo cuore batteva più del normale ma questo non lo fermò. Voleva davvero impegnarsi nel baseball, anche a costo di essere bistrattato dal senpai e di mettersi sotto con lo studio. La strada che aveva intrapreso si faceva sempre più ardua e scorgere il numero 1 sulla schiena di quell'antipatico di Satoru, non aiutava.
Ma Eijun non era tipo da lasciarsi abbattere. Mai!
Non appena Kazuya gli aprì la porta, Sawamura piazzò fra i loro corpi il manuale di matematica, offrendolo come fosse un mazzo di fiori. Poco sopra il titolo del libro, un sorriso a trentasei denti splendeva d'insidiosa innocenza. Miyuki inarcò un sopracciglio e fece per chiudere la porta, ma Eijun si era preparato anche a quello. Lo superò in velocità e forte di un corpo incredibilmente snodato, riuscì a passare nell'angusto spazio fra il braccio di Kazuya e lo stipite della porta. Adesso, era nella sua stanza.

-Fuori!- oppose Miyuki, oltremodo sconcertato dalla violazione dei suoi spazi personali.

La mano destra stava ancora lì sul pomello della porta, mentre gli occhi si sgranavano davanti a un'agilità che non sapeva se lodare o detestare. Nessuno si era mai preso certe libertà con lui. Nessuno poteva permettersi d’invadere la sua intimità. Ma già guardando Eijun negli occhi, Kazuya stesso si rendeva conto di non star reagendo come avrebbe voluto.
Erano i sensi di colpa a trattenerlo?
Quella era la sua stanza e dentro c'erano le sue poche ma preziosissime cose. La sua stessa scrivania era una sorta di finestra su se stesso e su tutto ciò che considerava fragile. Non era luogo per tutti.

-Mi aiuti a studiare?-
-No, e adesso vattene.-
-Mm - ammiccò Eijun, mentre il suo volto assumeva un'espressione malandrina che stonava un po' con l'idea che tutti si erano fatti si lui. -Sbaglio, o c'è qualcuno che non sarebbe mai riuscito a tornare a scuola senza il sottoscritto?
-Stai scherzando, spero!- replicò un tono tutt'altro che tranquillo. Non si sarebbe mai prestato ai suoi giochetti e quel fare da furbetto lo irritava non poco. -Non ti aiuterò a fare quello che dovresti aver già fatto da un bel po'. E' da irresponsabili andare male nello studio quando si fa parte di una squadra di baseball!-
-Per questo sto correndo ai ripari, stupido Miyuki!- brontolò Sawamura, improvvisamente serio. I pugni si serrarono e l'espressione si fece convinta. Lasciò andare i libri sulla scrivania e la mano destra batté forte sul cuore. -Sono sempre stato attento in classe, è solo che… Che certe cose sono difficili! Alle medie ho battuto tantissimo la fiacca e adesso ne pago le conseguenze. Lo so, sono stato un irresponsabile ma non è mai troppo tardi, no? E' per questo che su ogni lapis c'è una gomma, giusto?-* espose concitato, mentre Miyuki chiudeva gli occhi e si strofinava le tempie per tutto quell'urlare.

Odiava la confusione ma qualcosa gli imponeva di metterlo subito alla porta, costringendolo a riflettere. Era venuto da lui e non da Chris senpai. Sawamura aveva chiesto il suo aiuto, anche se non si trattava propriamente di baseball. Simili dati di fatto non potevano essere ignorati. Il ruolo dell’insegnante di recupero non lo entusiasmava ma Kazuya non si stava neanche impegnando per trovare una scusa, anzi, se ne stava lì immobile, sotto una tempesta che aveva un nome preciso: Eijun Sawamura.

-Siediti. Vediamo di fare in fretta.- disse un tono che da lapidario assunse note concilianti.
-Non te ne pentirai!- cinguettò tutta l'allegria di Eijun, balzando alla scrivania.

Miyuki si abbandonò a un sospiro e cercò qualcosa di irritante con il quale ribattere quell'odiosa faccia da bambino al quale era stato appena promesso un gelato. Non la trovò e in silenzio avvicinò una seconda sedia da affiancare a quella del kohai.
Come furono vicini, l'odore di Eijun gli invase le narici. Sapeva di borotalco e delle tipiche fragranze che si spalmano sulla pelle dei bambini per proteggerli dal sole o dal freddo. Sua madre gli metteva sempre il burro di cacao, prima di accompagnarlo all'asilo.

-Ti punirò, se non prenderai almeno ottanta punti al test- sentenziò Kazuya. Il tono si fece privo di sfumature e mentre le pupille cercavano la sua attenzione, la mano destra andò a cacciare un piccolo cosmetico dentro la tazza delle matite, senza apparente motivo.
- Allora vedi di fare un buon lavoro!- provocò Sawamura, beccandosi il quaderno in faccia.
-Ehi!-
-Silenzio o ti punirò ancor più severamente!-
-Uffa!- lagnò imbronciato, aprendo il libro di testo alle pagine d’esame -Chris senpai sarebbe stato più disponibile. - aggiunse a bassa voce, certo che l'altro non l'udisse.
-Allora, perché non ti sei rivolto a lui Bakamura?- inquisì un'espressione così ragguardevole che Eijun si sentì gelare il sangue, tuttavia la sua tipica leggerezza ebbe la meglio.
-Cavolo senpai, hai un udito davvero niente male! Peggio di un pipistrello! Per caso, ti si è così sviluppato perché senza occhiali sei più cieco di una talpa?

Miyuki ridusse gli occhi a due fessure e senza aggiungere altro, afferrò il lanciatore per il collo della maglietta e lo trascinò verso la porta. Eijun prese a dimenarsi, mentre il tessuto rosso della felpa s'increspava in una moltitudine di pieghe. Lo supplicava e lo offendeva al tempo stesso, facendo un chiasso tale che dalle altre stanze iniziarono a lamentarsi.

-Vuoi smetterla di fare tutto questo rumore?!- rimproverò Miyuki, poco prima di ritrovarsi con i suoi vestiti in mano e il corpo di Eijun attaccato alla sua gamba.
-Uffa, la mia era solo una battuta! E comunque non ho neanche pensato di chiedere a Chris senpai!- protestò con le guance leggermente tinte di rosso. A poco a poco, il kohai lasciò andare il catcher e fece cadere lo sguardo. Lo imbarazzava molto ammettere quelle cose ma probabilmente non v'era altro modo per restare lì, con lui -Dopo il campionato e prima che tu lo dicessi, io ero convinto che mi odiassi.-
-Eh?-

Miyuki si accucciò e fasciandosi le ginocchia portò i loro volti alla stessa altezza.
Per qualche istante, nelle orecchie di Kazuya riecheggiò solo una frase - non ho neanche pensato di chiedere a Chris senpai -, abbellita dall'espressione imbronciata di Eijun e da quelle splendide note cremisi sulle sue guance.
Ma su quali assurdi dettagli si stava concentrando?! Kazuya rimproverò i suoi occhi per aver captato 'sì futili particolari ed ebbe pure da ridire al suo petto, per quell'inutile agitazione dettata da un'ingiustificata sensazione rassicurante. Sì, per quanto non volesse ammetterlo, era bello scoprirsi la sua prima scelta.

-...Io non ho mai pensato di odiarti. Sarebbe stato da… irresponsabili!- concluse a fatica, rispondendogli solo per scacciare i suoi pensieri. No, quello stupido non doveva avere alcun potere confortante su di lui. -Abbiamo già analizzato quella partita. Tutti hanno una parte di colpa. Chi più, chi meno, ma ormai è andata. Ci riscatteremo vincendo questo campionato, giusto?!-
-Sì!- annuì deciso, tornando in piedi per recuperare i suoi vestiti. Miyuki li lanciò sul letto con fare dispettoso, indi tornò alla scrivania come se niente fosse.

Nel giro di mezz'ora, i due si trovarono immersi in un diligente e dettagliato ripasso.
Miyuki non era un amante dello studio ma sapeva impegnarsi quando necessario o divertente.
Tormentò Eijun per tutto il tempo, senza risparmiare prese in giro e piccole torture con gomma e punta del lapis. Fu abbastanza “doloroso” studiare con lui ma Sawamura non avvertiva alcun desiderio di andarsene. Per quanto certi modi di fare l'innervosissero, ogni volta che accarezzava il profilo di Miyuki con lo sguardo, Eijun si sentiva scaldare il petto. A volte, anche lo stomaco pareva stringersi un po'. La voce del senpai suonava quasi carezzevole quando non lo canzonava.
Poi, accadde quello.
Fu una sciocchezza, ma mentre Eijun doveva risolvere alcuni esercizi da solo e Miyuki attendeva paziente, immerso nella lettura di un libro, entrambi tesero le mani nello spazio fra loro. Eijun cercava la gomma e Kazuya un lapis. Le dita si intrecciarono sopra di questi, proiettando un un'unica ombra.
Fu uno shock per entrambi, ma gli occhi rifuggirono volutamente un possibile incontro. Miyuki fu il primo a lasciare la sua mano. Lo fece in maniera composta, come se nulla fosse accaduto. Per Eijun fu diverso. Il lanciatore arrossì e le labbra si incendiarono nel rumore di un pensiero fin troppo esplicito:

-Adesso ci starebbe proprio bene un bacio.-

La mina del lapis cedette sotto il peso dell'imbarazzo e il pugno si scoprì tremante sulle bianche pagine del quaderno. Il cuore di Eijun aveva accelerato i battiti e le pupille si erano bloccate lì, a esercizio finito. Non gli andava di far certi pensieri su Kazuya Miyuki. Loro erano troppo diversi.
Sarebbe stato un puro suicidio. No, Kazuya non andava affatto bene. E poi, mica si stava innamorando?!

-Guarda che è tutto corretto Bakamura. Ok che per il tuo cervello è uno shock, ma non è il caso di impalarsi in questo modo. Dovresti gioire di certe cose!- osservò il catcher, sporgendosi verso quel susseguirsi di calcoli disordinati.

La sua voce riportò Eijun alla realtà ma quando le pupille cercarono di nuovo un contatto con l'altro, l'eccessiva vicinanza gli fu traditrice. Il kohai ruotò la testa nello stesso istante cui lo fece Kazuya e il suo respiro andò a frangersi contro lo zigomo dell'altro. Miyuki sgranò gli occhi e muovendosi, urtò con il gomito la propria lettura. Le pagine del libro si aprirono nel vuoto, cadendo al suolo come emozioni cieche.

-Senpai-
-Hai finito Sawamura. E' tutto corretto.- liquidò Miyuki. I palmi si aprirono sulla scrivania e le dita sembrarono esercitare un'enorme pressione per far sì che le braccia si piegassero e il busto si alzasse.
-Aspetta!-

Lo stesso Eijun si sorprese di quelle parole. Le dita rigirarono più volte il lapis con nervosismo, mentre il pensiero non sapeva più dove andare a cercare le parole. Miyuki si era voltato con espressione impensierita. La possibilità che Eijun potesse fargli delle domande sembrava quasi preoccuparlo.

-E' tardi Sawamura, va a dormire. Domani abbiamo una partita importante e devi essere pronto-
-Il coach ti ha detto forse che mi farà lanciare?!- esclamò sorpreso, cercando di trattenere il più impossibile l'entusiasmo. Miyuki serrò le labbra e si diede dell'idiota. Per evitare un problema ne aveva sollevato un altro, forse più difficile da gestire.
-Devi essere pronto e basta. Non ho altro da aggiungere-
-Che antipatico - brontolò Eijun, finendo comunque per sorridere. Si tirò le ginocchia al mento e le fasciò con entrambe le braccia. -Non vedo l'ora che sia domani. Voglio tornare sul monte. Non voglio più provare quell'orribile sensazione d'impotenza-

Impotenza.
A suo tempo, anche Miyuki l'aveva definita così, e se ben ricordava, aveva assunto la stessa posizione di Eijun, mentre realizzava di sentirsi niente, di fronte alla gravità dell'accaduto.
Alla morte non c'è soluzione.
Kazuya socchiuse le labbra e le immagini del volto sofferente di Eijun si sovrapposero a quelle del se stesso bambino che si rendeva conto di essere rimasto solo. Il senso di colpa del lanciatore non era diverso da quello che aveva provato lui, quando aveva compreso perché lei non fosse più lì. Nel cuore di Miyuki, l'amore per il baseball e quello per sua madre avevano sempre diviso il primo gradino del podio.
Era stato il dolore di Sawamura a risvegliare ogni cosa e dunque ad irretire i suoi sensi. Ogni lacrima versata da quel ragazzino parlava d'amore.
Ogni lacrima che aveva versato il piccolo Kazuya raccontava una storia identica.
Il cuore di Miyuki perse un battito quando comprese le intenzioni della propria mano. Le sue dita stavano affondando nei capelli di Sawamura, fermandosi solo una volta incontrato il cranio.
Il conforto di quel gesto arrangiato e grezzo era l'unica cosa che potesse concedere.

-Va a dormire-
-Sì. -

Eijun si alzò a fatica dalla sedia.
Così come aveva immaginato, la mano di Kazuya lo lasciò solo quando fu lui a muoversi. Se fosse rimasto fermo, quel tocco non si sarebbe mai esaurito. Il senpai aveva guardato altrove per tutto il tempo, come se dubitasse delle proprie capacità. Beh, i rapporti umani non erano il suo forte ma si capiva chiaramente che ce la metteva tutta. Sawamura aveva sempre avuto molti amici perciò gli era difficile mettersi nei panni di una persona introversa come Kazuya, tuttavia una cosa non poteva negarla: gli occhi del senpai erano quelli di una persona buona.



La partita contro il Teito fu lunga e psicologicamente pesante, ma Eijun la giocò come se fosse affiancato da una strana forza superiore. Era quello che più di tutti aveva bisogno di dimostrare il proprio valore. Era quello che doveva regolare i conti con se stesso.
Sawamura sentiva il peso della sconfitta contro l'Inashiro, più di qualunque altro membro del Seido.
Fu per questo che rimise piede sul monte con passo deciso; negli occhi il fuoco di chi sa che può solo farcela.
Non esiste opzione alternativa.
Il cuore non era affatto sicuro di riuscire, ma l'animo si sentiva spalle al muro.
-O vinci o vinci- questo gli ripeteva una voce sconosciuta nella sua testa, mentre il calore del tocco di Kazuya stava ancora lì, fra i suoi capelli.
Sotto la pioggia incessante e le pesanti nubi bigie, Sawamura era di nuovo salito sul monte.
Il primo inning gli era costato un pezzo di cuore, ma scoprirsi vincente in una situazione del genere, lo aveva subito galvanizzato. Peccato solo per quella palla interna.
Ma quello era il suo limite e con certezza disarmante lo aveva riconosciuto.
Sawamura era maturato in fatto di autocritica. Non si era lasciato abbattere dall'errore ma ne aveva fatto tesoro per proseguire l'inning con rinnovata certezza. Il valore di un asso si riconosce da come gestisce le situazioni avverse e non quando le cose vanno bene. Non era stato un caso se il Mister gli aveva fatto i complimenti, proprio dopo il suo errore.

-Lui ha chiesto una palla interna e tu l'hai spedita dritta al suo petto. Non è un caso. - osservò Chris senpai; lo sguardo altalenante fra Eijun e il pittoresco tramonto.
-Che intendi dire, senpai? - interrogò il lanciatore, chiudendo immediatamente il telefono. Nemmeno una mail di Wakana aveva il potere di sottrarlo alle attenzioni di Takigawa.
-Tutto, forse nulla. Ma al centro del petto di qualunque uomo sta la stessa cosa, sai?-
-Temo di essermi perso- borbottò Eijun, rimandandogli un'espressione alquanto astrusa.

Yuu piegò le labbra in una smorfia divertita poi si decise a lasciar stare. In fondo, anche Sawamura aveva diritto a gongolare un po'. Aveva giocato bene e anche se non era riuscito nella palla interna, aveva gestito benissimo la situazione. Non aveva concesso un solo punto. Era entrato in un momento difficile ed aveva tenuto a bada un avversario temibile, usando solo lanci esterni.
E aveva pure un blocco!

-Non pensarci.-
-Sì, e poi non voglio dare altri motivi a Miyuki senpai per riprendermi. Prima è passato di qui e ha fatto l'antipatico come il solito!- esclamò bello carico.
-E' il suo modo di fare. Se non ti sopportasse, non ti considererebbe nemmeno-
-Sono comunque un lanciatore e lui è il capitano. Dovrebbe comunque parlarmi.-
-Non credere. La squadra potrebbe anche andare avanti con Furuya e Kawakami. Miyuki ha molta più considerazione di te di quel che credi.-

Quelle parole rimasero in testa ad Eijun tanto quanto il tempo di perdersi.
Gli bastò scendere in campo e scorgere Furuya per lanciarsi nella solita gara sgangherata che finiva sempre con lo sfinirlo.
Satoru taceva mentre i suoi occhi non potevano fare a meno di cercare il coetaneo.
Sawamura aveva tenuto a bada il Teito nonostante avesse un blocco psicologico. Che cosa sarebbe diventato, una volta raggiunto il top della forma? Semmai fosse riuscito a riappropriarsi dei lanci interni, avrebbe dovuto gioire o tremare? Quanto era al sicuro il numero 1 sulla sua schiena?
Le falcate di Sawamura si facevano sempre più possenti, mentre dalla cima del pendio, Miyuki Kazuya era costretto ad arrestare il passo. Quei due facevano sempre troppa confusione, quando si ritrovavano a fare le stesse cose.
Il capitano inarcò un sopracciglio ma le sue labbra si scoprirono increspate da una smorfia soddisfatta. La rivalità fra quei due stava dando i suoi frutti e il tempo di Sawamura era speso meglio a correre che a scambiarsi mail con quella ragazzina di Nagano!
Kazuya sbuffò e cercò di scacciare dalla mente quell'espressione ebete che illuminava il volto di Eijun, mentre digitava l'intera partita sul cellulare, scandendo ogni parola ad alta voce. Fallì, e questo portò il suo piede a colpire un sasso sul vialetto. Il ricordo del lancio interno mancato non migliorò la situazione e mentre Sawamura urlava improperi contro il solito silenzioso Furuya, il catcher riprese a camminare.
Con le mani in tasca e il petto pesante, Miyuki levò lo sguardo al cielo terso. Perché aveva la sensazione che qualcosa di molto importante sarebbe cambiato?

-Da interna a dritta al centro.- sospirò pensieroso, mentre la fronte si aggrottava e il silenzio tornava a riempire le sue orecchie. Non voleva pensare a niente, gli sembrava che ogni cosa fosse difficile. Voleva solo dormirci su.

...Le loro labbra s'incontrarono non appena tolse la mano dai suoi capelli. Eijun si era alzato dalla sedia e aveva incorniciato il suo viso, forzando le sue labbra con disarmante sicurezza. Lui non aveva detto nulla e si era lasciato travolgere da lui e da quell'inaspettata iniziativa.

-Sawamura-

C’era stato tempo solo per mormorare quel nome poi la sua energia l’aveva completamente travolto, mettendo Kazuya spalle al muro.
La sensazione di benessere era pari solo alla gioia che provava dopo ogni vittoria su campo. Miyuki cinse la sua vita con forza e senza alcuna inibizione, fece penetrare le sue mani sotto la maglietta, gustandosi ogni centimetro di carne bollente.

-Dritta al centro, senpai - ansimò Eijun, poco prima di scendere con la lingua al suo petto. Si fermò proprio lì, sul cuore.

Le labbra aderirono perfettamente alla pelle del torace, provocando un sonoro schiocco. Gli occhi di Sawamura tornarono a cercarlo e Miyuki aprì i suoi in quel preciso istante.

-Eijun-

Lo chiamò per nome mentre i primi raggi del sole lo destavano dal proprio sonno.
Al di là dell'inaspettato contenuto erotico del sogno, un messaggio era giunto ben chiaro alla sua mente: Eijun aveva bisogno di fidarsi completamente di lui, per tornare a lanciare verso l'interno. Quella palla dritta era stata lanciata con uno scopo ben preciso seppur inconscio. Ma il nodo che serrava la gola di Kazuya era troppo saldo per affidare un simile compito alla voce.
Le sue mani avrebbero potuto far meglio, anche se sarebbe stato molto, molto pericoloso, anche se per il baseball avrebbe rischiato qualunque cosa, anche se stesso.

Fine Secondo Capitolo

Note
*LAPIS & GOMMA detto giapponese che significa -nulla è irreparabile- e -a tutto c'è una soluzione-

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