Le 17 bambole di legno

Jun 24, 2007 23:15


/...No, non state avendo le traveggole, questo è un layout DECENTE fatto per il livejournal! Dopo un pomeriggio intero di prove sono finalmente riuscita ad ottenere quello che volevo. E se vi paio caduta nel baratro totale del fangirlismo, gioco allo scaricabarile e dò tutta la colpa alla mia amata
blodygirl, le foto me le ha inviate lei via MSN ed io mi sono gettata a pesce nell'adorazione per Vostra Altissima Santità Molto Sexy Milicevic. E poi la pic che ho usato mi trasmette un senso di concentrazione assoluta, di totale perdita di sé in quel che si fa. Tomo suona, io scrivo. Ed abbiamo un decimo d'anima in comune./

Ieri sera pensavo al thriller perfetto, quello che davvero mi piacerebbe vedere al cinema. Ovviamente per creare un thriller ci devono essere alcuni particolari fondamentali. Un po' come una di quelle fascinose storie noir con il detective, il sassofono, la bella dannata e la coniglietta, il cadavere massacrato e la lotta tra il nostro detective beniamino e l'agente della CIA. E poi la città dalle due facce, la notte, il perenne sottofondo di sassofono e la bella imitatrice di Ella Fitzgerald che pare possa risolvere i crimini solo con lo sguardo... ogni piccola cosa rende un genere unico ed autentico.
Ed il thriller?

Alle due e mezza di notte, dopo essermi mezza addormentata davanti ad un episodio di Queer as Folk USA (e addormentarsi con Emmett che balla è proprio pazzesco), mi sono alzata dal divano e ho percorso ciabattando il corridoio buio per arrivare alla mia stanza. /Dopo un mese, ho finalmente SONNO../
Ma, che strano, appena toccato il letto ogni singola parvenza di sonno se n'è andata. E siccome al cinema mi ero goduta "Le Regole del Gioco", perchè io e papà amiamo il Poker, mi è venuto in mente che in quel preciso istante, con l'odore della cicca all'anguria ancora sulle dita, mi ci sarebbe voluto un thriller. Un bel thriller al cardiopalma da guardare. L'ultimo che ho visto, "Firewall-accesso negato" è stato pietoso.
Così, a metà tra i miei sogni di LasVegas e da Grindhouse, mi sono messa a pensare ad un po' di... sana violenza. Mi fa prendere sonno, come Zio Stephen King comanda.

Innanzitutto voglio un inizio abbastanza calmo, uno di quegli inizi che col film in sè magari non c'entra niente. Tavolo da gioco in un casinò. Fiches, carte. Un Jack ed una Donna di picche tradiscono un Re di quadri. Fiches che vanno e vengono, buio e controbuio. Un giocatore batte le nocche sul tavolo e chiede check. Gli altri sono costretti a puntare. Lo stesso giocatore solleva il lembo delle sue due carte. Texas hold'em, il più bel gioco del mondo. Asso e Re. Nel river c'è un'altro Re. Gli ci vuole un asso e fa doppia coppia, la più alta, imbattibile.
Guarda negli occhi gli altri giocatori. Due vecchietti, un texano. Nei loro visi è come se vedesse le loro carte. Due e otto, sei e dieci, asso e due. Nessuno lo può fregare perchè nel river non c'è nè seme nè colore. Lui ha la mano migliore, e tira la corda agli altri.
Il giocatore ha gli occhi verdi, sono la parte sulla quale la telecamera indugia di più oltre alle mani, calmissime, che rigirano abilmente un terzetto di fiches.
Stacco di telecamera, buio.

La scena si riapre con l'inquadratura in un vicolo. Una donna è per terra. La sirena della polizia si avvicina lacrimando. Il protagonista del film scende dalla sua volante. Un agente di polizia, non uno importante. Non per forza un detective, ma sulla sua uniforme ha un bel distintivo. E' abbastanza giovane, magari impersonato da Drew Fuller. Altri poliziotti sono con lui e tutti parlano di altri omicidi. Dieci, per l'esattezza. Questo è l'undicesimo e la donna non pare nemmeno morta, sembra stia dormendo. Mani abili l'hanno stretta e l'hanno soffocata senza lasciare un livido, neanche uno. Il detective non la conosceva, ma resta ammutolito. E' uno molto cristiano, crede nei passaggi dell'anima e nell'aldilà. Tra sè e sè mormora una preghiera. L'undicesimo delitto e tutti i presenti sanno cos'accadrà il giorno dopo. Vari dialoghi burocratici da poliziotti. Roba da CSI.

Nuova scena, inquadra il postino del dipartimento. Ha un'espressione terrorizzata mentre porta sulla scrivania del detective principale una scatola imballata. Tutti nel dipartimento sanno cosa c'è dentro ancor prima di aprirla. Una bambola di legno che riprende le fattezze della vittima. Una bambola che sembra un piccolo manichino, avvolta in un grezzo vestitino molto probabilmente ricavato da un calzino o da un ritaglio. Dentro una piccola bara. L'undicesima Bambola di Legno.

Finalmente scopriamo cosa c'entra il giocatore di Poker della prima scena. Il nostro Drew Fuller va ad una tavola calda. Ha un appuntamento col giocatore, un vecchio amico del liceo. E l'amico, nel mio immaginario perverso, ha tutte le fattezze di Shannon Leto. Il Giocatore lo guarda con quei suoi occhi verdi, con quelle sue sopracciglia che solo lui ha crea un'espressione a metà tra il torbido ed il tranquillo. Con quella sua bocca sorsegga il fedele Starbucks. Il Poliziotto ed il Giocatore si salutano. Drew Fuller confessa al Giocatore le sue paure per il serial killer. Se alla decina non si è fermato, molto probabilmente non lo farà nemmeno alla ventina. Finchè non lo prendono.
Parlano molto, il Poliziotto cerca sempre di tenersi sul professionale, ma con l'amico sa che può fidarsi. La telecamera indugia molto sui loro occhi. Quelli del Poliziotto sono verde chiaro. Quelli del giocatore sono di un verde scuro, intenso, sporco, macchiato. Lo spettatore non ha una gran fiducia in lui, ma non può fare altro che rimanere attratto da quelle poche parole che dice, dalla voce con la quale le dice, dalla sua vaghezza. E' il tipo con cui si passerebbe una notte folle, ma cui non si lascerebbero mai i propri figli.
Telefonata al Poliziotto. Le indagini devono andare avanti.

La notte dopo un'altro omicidio e la mattina dopo un'altra bambola. Dodici. E poi tredici, quattordici, quindici. Il Poliziotto è sempre più frustrato perchè non sa che pesci pigliare. L'assassino non lascia tracce, nemmeno DNA, pare quasi non ne abbia. Ma gli lancia dei messaggi ben precisi, messaggi che solo il poliziotto può comprendere. Una delle bambole di legno ha una scritta addosso, sul piccolo petto levigato: "Diamond. River. Poker"
Il Poliziotto va a chiedere spiegazioni al Giocatore, che trova ermeticamente chiuso in casa perchè dice di non stare bene. "Quadri. River. Poker". Il Giocatore-Shannon spiega che molto probabilmente l'assassino sta cercando di mandare un messaggio del fatto che sta per compiere la propria vittoria. Ha una carta di quadri in mano, nel River ci sono altre carte di quadri in scala. Una mossa ancora e potrebbe fare poker a meno che qualcuno non chiami il check.. Il Poliziotto non è molto sicuro di questa spiegazione. Chiede di andare in bagno e mentre percorre la piccola casa vede dei trucioli su un mobile. Alla richiesta di spiegazione, il Giocatore gli dice di aver rimontato una vecchia mensola (che, effettivamente, sta sopra al mobile) e di non aver pulito. Manda un po' a quel paese quelli dell'IKEA ed i loro prodotti da montare da soli. Il Poliziotto s'informa un po' sulla salute del Giocatore, che fuorvia.

Altra vittima, la sedicesima, e la mattina dopo arriva l'ultima bambola. Sul petto c'è un'altra scritta: "check". Il Serial Killer si concede un'ultima mossa. Possono ancora prenderlo! Le indagni si fanno pressanti, ma il Poliziotto non può fare a meno di pensare al Giocatore, al fatto dei trucioli sul mobile, al suo legame col Poker. Alla sua salute che sembra cagionevole, o magari l'alibi perfetto.

Arriva una soffiata, tutti si precipitano addosso al colpevole che sembra essere stato beccato in un casinò di Las Vegas. E' un uomo di mezza età che ordina le fiches nelle cassette di sicurezza. Ha ucciso 16 persone apparentemente "senza parenti" ed ha firmato ogni delitto con una bambola. Lui scappa, la polizia lo insegue. Scoprono di aver sventato il Poker, il 17esimo omicidio. Lo portano in galera, lui non vuole confessare, si arrabbia, dice che non c'entra niente, che l'hanno costretto. Ma quand gli si chiede "chi?" lui non sa rispondere.

Quella sera il Poliziotto ed il Giocatore "festeggiano" in un locale. Il Giocatore chiede informazioni sull'omicida appena catturato, ma con blanda curiosità. Il Poliziotto è un po' su di giri. Il Giocatore lo guarda come se se lo volesse mangiare. Fa strane domande, il Poliziotto non capisce più un tubo. Il Giocatore lo porta a casa in macchina, si comporta in maniera più torbida del solito.
Poi, prima di uscire dalla casa del Poliziotto, mentre lo appoggia sul letto e gli toglie le scarpe, si ferma sulla porta della stanza e mormora: Poker.

La mattina dopo sono tutti contenti dell'aver sventato il 17esimo omicidio. Ma una brutta sorpresa li attende. Arriva la 17esima bambola. Il Poliziotto sbalordito chiama il Giocatore per raccontargli l'accaduto. S'incontrano. Il Poliziotto è sconvolto, è arrivata un'altra bambola e questo significa che ci dovrà essere un'altro omicidio. Nella tavola calda non c'è nessuno. Il Giocatore guarda il poliziotto, lo guarda ancora come se lo volesse mangiare. Il Poliziotto non fa in tempo a ragionare che il Giocatore gli preme una mano sul viso.
"Poker", mormora mentre il Poliziotto ha smesso di agitarsi.

E dato che siamo in tema... ICONS!
Protagonista questa volta è il nostro Giocatore, Shannon Leto.

Teasers: 01.
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c) enjoy... if u dare

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E per 'stanotte è tutto. State sempre attenti alle carte che avete in mano.

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