[Life on Mars] I've had my frustrations (but now I've found my place) ~ Sam/Annie, Gene/Sam

Oct 21, 2009 20:41

Titolo: I've had my frustrations (but now I've found my place)
Fandom: Life on Mars (UK)
Beta: vedova_nera
Challenge: Triade #2 @ it100
Prompt: luccichio, stella, tramonto
Personaggi: Sam Tyler, Annie Cartwright, Chris Skelton, Gene Hunt
Pairing: Sam/Annie, Gene/Sam
Rating: Pg
Conteggio Parole: 300 (W)
Avvertimenti: Slash
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Note:
• AWWWW, Life on Mars!!!! ç_ç (Sono ancora in crisi da finale di stagione e no, non ce la faccio a dire nulla.)
• Titolo da Only if you run di Julian Plenti (ovvero Dio II, ho realizzato).


I've had my frustrations (but now I've found my place)

Il volto di Annie si illumina come una stella, quando sorride. A Sam piace - molto - così non fa altro che complimentarsi con lei, essere gentile, divertirla. Lei sta al gioco, spesso arrossisce, guarda altrove.
E i tratti di Maya, allora, sono appena visibili nel mare dei ricordi.

(Ci sono giorni in cui Sam non vuole tornare a casa.)

«È stato un colpo di genio, quello della catena, capo,» dice Chris, e i suoi occhi luccicano di ammirazione.

Serate come quella - al pub, in mezzo alle risate e alle chiacchiere chiassose della squadra - gli fanno dimenticare quasi completamente i primi tempi. Gli fanno dimenticare il disagio provato, la paura di essere impazzito e la voglia di andarsene; e gli viene solo naturale avvertire un distinto senso d’orgoglio per se stesso alle parole dell’altro.

«Grazie,» replica, sorridendogli di rimando.

(Ci sono giorni in cui Sam non vuole tornare a casa.)

È il tramonto quando lasciano il pub e Hunt gli fa cenno di salire in macchina senza rivolgergli mezza parola. Restano in silenzio fino all’appartamento di Sam, fino a che il boss praticamente non si autoinvita in casa sua.

«Non è che per caso tua moglie ti aspetta?» domanda Sam, guardandolo tirare fuori la solita fiaschetta e mettersi comodo in poltrona. Si mostra vagamente spazientito, ma sta fingendo e l’altro lo sa.
«È da sua madre,» replica e poi, con un ghigno che è quasi un sorriso, aggiunge, «Facciamo un po’ di baldoria.»

Sam leva gli occhi al cielo, ma non riesce nemmeno a ribattere che se lo ritrova accanto. Gene sa di whiskey, quando lo bacia, e tutto ciò che lui riesce a pensare, mentre se lo attira contro, è che doveva immaginarselo.

(Ci sono giorni in cui Sam non vuole tornare a casa - e, pian piano, diventano sempre più frequenti.)

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