[DCU] The smile on my mouth ~ Eddie/Rose

Apr 19, 2009 15:58

Titolo: The smile on my mouth (hiding the words that don't come out)
Fandom: DC Comics ~ Teen Titans
Beta: iosonosara
Postata il: 27/05/2008
Personaggi: Eddie Bloomberg (Kid Devil), Rose Wilson (Ravager IV)
Pairing: Eddie/Rose
Conteggio Parole: 1.306 (W)
Rating: R
Avvertimenti: Scene di sesso descrittive
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Note:
Io questi due li amo, li amo e li amo! E devono stare insieme. Capito, DC? Devono!
Tornando alle cose serie: fic ambientata durante i primi volumi della serie DC Presenta: Teen Titans, con riferimenti abbastanza generali a quelle vicende e alla storia di Eddie raccontata nel volume #5.
Il titolo è ispirato a due versi della canzone The Story di Brandi Carlile.
Detto questo, ecco la domanda esistenziale: perché tutti gli Eddie della DC devono essere carini & adorabili? Ne voglio uno anche io O_O.


The smile on my mouth (hiding the words that don't come out)

Rose ha preso l’abitudine di entrare nella sua stanza, di notte. Ha cominciato col farlo raramente, ma da quando Wondergirl è tornata alla Torre le sue visite sono quotidiane.

«Noi due siamo gli estranei, qui, Eddie. Abbiamo bisogno di stare uniti,» gli ha detto una sera. E lui ha annuito tentando di apparire convinto, anche se, deve ammetterlo, non comprende molto bene i motivi di questa guerriglia nella quale lei e Cassandra si stanno lanciando.
Le donne, a volte, lo lasciano davvero perplesso.

Tuttavia, le visite della ragazza non gli dispiacciono affatto. Non è mai riuscito ad addormentarsi presto e, suppone, la sua nuova natura di demone ha persino peggiorato le cose. Così, la sua presenza costituisce un piacevole diversivo.

Non che combinino mai molto. Solitamente Rose siede sul davanzale fumando e lui, poco distante, guarda fuori dalla grande finestra e chiacchiera a ruota libera. A volte, racconta di quando era ancora normale, dei tempi - brevi, sebbene non lo sottolinei, questo - passati con Blu Devil, di sua zia Marla e dei set cinematografici che gli faceva visitare. Oppure, se ha voglia di strapparle un sorriso, delle missioni che affrontava con il secondo Robin, Jason, o dell’inettitudine - dimostrata in svariate occasioni - di Zatara.

Lei lo ascolta sempre con curiosità e attenzione - gli occhi illuminati dal divertimento o, solo di rado, da un’altra luce più tagliente che lui non riesce a decifrare -, ma non cerca mai di parlare a sua volta del proprio passato, né tantomeno del proprio padre. Eddie non gliene fa una colpa, né tenta di tirar fuori l’argomento; semplicemente, si limita a cercare un’altra storiella sciocca per riempire il silenzio.

Da quando Cassandra è tornata alla Torre, però, le cose sono un po’ diverse: Rose si è fatta più cupa, va da lui ormai brilla e si muove nella stanza come se fosse un animale in gabbia.

Questa sera, non succede diversamente. La ragazza è già alla sua terza sigaretta di seguito, nonostante sia entrata nella camera da poco meno di mezzora, ed è più silenziosa del solito; ad ogni tentativo di lui di iniziare una conversazione, ha risposto con un mugugno indistinto, nemmeno preoccupandosi di guardarlo.

«Senti,» comincia allora Eddie, deciso a dire qualcosa di utile. «Non devi preoccuparti di Wondergirl. Voglio dire, sarà anche insopportabile, ma non credo sia… ecco, cattiva. Non ci manderanno via.»

Le appoggia timidamente una mano sulla spalla e quasi sobbalza quando Rose schiaccia il mozzicone di sigaretta sul davanzale con poca gentilezza e solleva gli occhi su di lui; è uno sguardo duro, freddo, ma si tinge subito di quello strano, alcolico, luccichio appena lei scoppia a ridere.

«Dio, chiudi la bocca e vieni qui,» ordina, appena riprende fiato.
Il ragazzo resta per un attimo interdetto, immobile; tenta di mormorare qualcosa, ma Rose si è già avvicinata e la possibile domanda viene cancellata dalle sue labbra piene appoggiate senza troppe cerimonie su quelle di Eddie.

Spinge con una mano sul suo petto e lo costringe a sdraiarsi sulla schiena.
«R-Rose…?» balbetta lui, appena lei si stacca per sistemarsi meglio a cavalcioni sulle sue cosce.
«Zitto,» è il soffio che gli arriva in risposta e, subito dopo, la bocca della ragazza è di nuovo sulla sua.

La lingua gli accarezza il labbro inferiore e questo basta perché Eddie si lasci andare. Le appoggia le mani sui fianchi e risponde finalmente al bacio. La bocca di Rose sa di nicotina ed è così calda che, per un attimo, teme di non essere lui il demone lanciafiamme.

Lei comincia a muoversi e i loro bacini strusciano l’uno contro l’altro; Eddie sente rapidamente il sangue fluirgli alla testa, annebbiandogli i pensieri, e poi, alla successiva spinta di Rose, scendere in picchiata verso l’inguine. L’eccitazione gli impedisce di ragionare, perché avvertire concretamente quel corpo premuto sul suo non si avvicina nemmeno alla più realistica delle fantasie. Tutto sembra farsi sempre più rovente e umido e il demone continua a premere la propria erezione contro la coscia della ragazza, sollevando il bacino alla ricerca di un ritmo che gli dia sollievo.

Quando Rose si sposta un po’ di lato e fa scivolare la mano nei suoi pantaloni, è certo di aver cominciato a tremare. Prova nuovamente a dire qualcosa, ma il suo respiro viene tagliato via dalle dita che gli si stringono attorno al pene e cominciano a muoversi su e giù. Allora apre gli occhi e tenta di guardarla, ma riesce appena ad avere una breve visione delle guance arrossate e del mezzo sorriso della ragazza, prima che lei si chini a mordergli il collo.

Eddie le stringe la presa sui fianchi, senza avere una precisa idea di come comportarsi. Pensa di doverla toccare a sua volta, ma, allo stesso tempo, gli risulta impossibile spostare le mani anche solo di un centimetro.

«Bruci, Eddie,» gli soffia all’orecchio lei, ad un tratto, aumentando il ritmo con cui lo sta masturbando.
E lui ci prova davvero a riguadagnare il controllo - sia sul proprio corpo che sulla propria mente -, ma il fallimento che ne deriva è evidente. «S-Scusa,» è tutto ciò che riesce a balbettare, prima di essere trascinato ancora una volta in un bacio affannato.
«No, mi piace,» riceve sussurrato in risposta, appena si staccano.

Viene sulle dita di Rose poche spinte dopo, soffocando un gemito e stringendosi a lei.
La ragazza sfila la mano dai suoi pantaloni e restano immobili per qualche attimo; poi, quando lui finalmente riapre gli occhi e fa per guardarla, il respiro già più regolare, gli posa un veloce bacio sulla guancia e si solleva, sedendosi sui talloni.

Il demone si risistema rapidamente i pantaloni e si mette a sedere a sua volta, osservandola estrarre un fazzoletto da un pacchetto lì accanto e ripulirsi. Arrossisce all’istante rendendosi conto che manca ancora un dettaglio, di non averla toccata affatto per tutto quel tempo.

«R-Rose,» comincia allora, la gola ancora secca e le parole che raschiano il palato. Si passa una mano tra i capelli nervosamente e riprende, appena lei alza lo sguardo, «vuoi che… uhm, faccia qualcosa?»
«No, scemo,» ribatte lei, e il sorriso che compare sul suo viso allevia leggermente la tensione provata da Eddie.

«Non c’è bisogno,» la sente aggiungere poi, quasi tra sé, mentre lancia il fazzoletto sporco nel cestino della carta e scende dal davanzale, dirigendosi verso la porta. «Buonanotte, Eddie.»
Il cambiamento di situazione riesce finalmente a sbloccarlo; si sporge a sua volta dal davanzale e l’afferra per un polso.
«Senti…» comincia. Non ha un’idea precisa di come continuare, eppure avverte il bisogno di dire qualcosa; se Rose è andata da lui, riflette all’istante, deve esserci sicuramente un motivo - e no, questo non può essere il sesso, perché avrebbe potuto scegliere compagni decisamente più capaci.

«Puoi fermarti a dormire qui,» continua infine, lo stomaco di nuovo contratto dall’agitazione. «Voglio dire, puoi dormire nel letto e io sul pavimento. Non intendevo che dobbiamo per forza… lo sai.»
Parla in fretta, quasi senza prendere fiato, e si zittisce all’improvviso, sentendosi irrimediabilmente stupido, quando la vede ridacchiare.

L’attimo dopo, però, Rose gli si è di nuovo avvicinata, le ginocchia che toccano il bordo del davanzale e le mani appoggiate sulle sue guance. Eddie rabbrividisce al contatto, fissandola negli occhi e sperando in un altro bacio.
«Sei proprio scemo,» sussurra lei, invece, il tono caldo quanto il respiro che gli si infrange sul volto, per poi sfiorargli la fronte con le labbra. «Ma è meglio che vada, ok?» aggiunge, dandogli solo il tempo di annuire prima di ritrarsi.
Raggiunge la porta in pochi passi veloci e gli augura la buonanotte, sparendo nel corridoio buio.

Eddie resta a fissare lo spazio ormai vuoto per qualche istante, poi ricade all’indietro sul davanzale, ancora intontito dagli avvenimenti di quella sera.
Sospira e si passa una mano sul viso. Le donne, a volte, lo lasciano davvero perplesso - e Rose più di tutte.

dcu, dcu: rose wilson, [2008], dcu: eddie bloomberg

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