[HP] Questione di tempo ~ Gellert/Albus
Titolo: Questione di tempo
Fandom: Harry Potter
Beta: iosonosara
Postata il: 23/12/2007
Scritta per: sourcream_onion [ richiesta]
Personaggi: Gellert Grindelwald, Albus Silente
Pairing: Gellert/Albus
Rating: Pg
Conteggio Parole: 488 (W)
Avvertimenti: Slash non grafico
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Note: Ambientata durante lo scontro finale del 1945.
Questione di tempo
Nonostante il ritardo, Gellert sapeva che, alla fine, Albus sarebbe arrivato.
Era solo questione di tempo, perché l’aura da paladino della giustizia che gli è cresciuta intorno nell’ultimo ventennio, di certo, non può essere tradita. Allo stesso modo, tra l’altro, di come Gellert stesso non tradirebbe mai la propria fama di Mago Oscuro più potente del secolo - non dopo tutta la fatica che ha fatto per guadagnarsela.
I loro percorsi, dopo gli eventi di quell’estate, si sono diversificati in maniera netta, conducendoli a due mete opposte. Entrambi hanno lottato per ottenere un nome, una posizione, distinguendosi dalla massa anonima di comuni maghi e, nonostante le differenze, c’è ancora quell’estrema fiducia nelle proprie capacità, nei propri scopi, il desiderio ardente di vedere i propri sogni concretizzarsi, ad accomunarli.
Sono passati anni interi, prima di questo incontro. Anni in cui, ad entrambi, non è rimasto che ignorare le numerose notizie che giungevano sull’altro, chiudere gli occhi, tapparsi le orecchie, non pensare.
È stata una lotta continua, Gellert deve ammetterlo; negare l’esistenza di Albus - lì, in Inghilterra, da qualche parte - si è mostrato più faticoso di quel che pensava: spesso, troppo spesso, ha dovuto reprimere l’istinto di andare da lui e offrirgli un’altra possibilità di affiancarlo, rinunciandovi, probabilmente, solo per la consapevolezza che l’altro non avrebbe mai accettato. Non di nuovo.
Ora, ancora una volta l’uno davanti all’altro, il tempo passato si mostra impresso sulla loro pelle. Non sono più giovani, i capelli di Albus non sono più rossi e il suo sguardo non è più attento e vivace come quando l’ha conosciuto; mostra una durezza e una determinazione che, probabilmente, sono il risultato del rancore macerato. Rancore che Gellert si sente dolorosamente scagliato addosso.
E quell’evidenza ne mostra un’altra, pesante da sopportare quanto ovvia.
Gellert stira le labbra in un sorriso ironico e prende un profondo respiro.
«Così ci siamo, Albus. Siamo arrivati alla fine,» dice, il tono di voce sufficientemente alto da farsi udire da Silente, fermo dalla parte opposta del cortile in cui l’ha raggiunto.
Non risponde. Il suo unico gesto è quello di stringere la bacchetta nel pugno e sollevarla per puntarla contro l’avversario, che, di fronte a quel silenzio, sorride ancora, sinceramente divertito dalla situazione: è come se avessero fatto un giro in tondo per tornare allo stesso punto di partenza, nuovamente a confronto, nuovamente davanti ad una scelta.
«Era solo questione di tempo, Albus,» aggiunge.
Impugna anche lui la bacchetta, sollevandola a specchio di quella dell’altro, che, ancora, tace.
Al momento del primo scoppio di magia, Gellert lo sa; sa che la battaglia non vedrà né vincitori né perdenti. I sogni di cui si nutrono si sono già infranti tra le loro stesse mani e ciò per cui stanno combattendo è una mera apparenza data in pasto al resto del mondo magico.
Albus ha perso tutto circa cinquant’anni prima, e Gellert, per quanto abbia cercato di negarlo, è già stato sconfitto all’incirca lo stesso giorno.
Fandom: Harry Potter
Beta: iosonosara
Postata il: 23/12/2007
Scritta per: sourcream_onion [ richiesta]
Personaggi: Gellert Grindelwald, Albus Silente
Pairing: Gellert/Albus
Rating: Pg
Conteggio Parole: 488 (W)
Avvertimenti: Slash non grafico
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Note: Ambientata durante lo scontro finale del 1945.
Questione di tempo
Nonostante il ritardo, Gellert sapeva che, alla fine, Albus sarebbe arrivato.
Era solo questione di tempo, perché l’aura da paladino della giustizia che gli è cresciuta intorno nell’ultimo ventennio, di certo, non può essere tradita. Allo stesso modo, tra l’altro, di come Gellert stesso non tradirebbe mai la propria fama di Mago Oscuro più potente del secolo - non dopo tutta la fatica che ha fatto per guadagnarsela.
I loro percorsi, dopo gli eventi di quell’estate, si sono diversificati in maniera netta, conducendoli a due mete opposte. Entrambi hanno lottato per ottenere un nome, una posizione, distinguendosi dalla massa anonima di comuni maghi e, nonostante le differenze, c’è ancora quell’estrema fiducia nelle proprie capacità, nei propri scopi, il desiderio ardente di vedere i propri sogni concretizzarsi, ad accomunarli.
Sono passati anni interi, prima di questo incontro. Anni in cui, ad entrambi, non è rimasto che ignorare le numerose notizie che giungevano sull’altro, chiudere gli occhi, tapparsi le orecchie, non pensare.
È stata una lotta continua, Gellert deve ammetterlo; negare l’esistenza di Albus - lì, in Inghilterra, da qualche parte - si è mostrato più faticoso di quel che pensava: spesso, troppo spesso, ha dovuto reprimere l’istinto di andare da lui e offrirgli un’altra possibilità di affiancarlo, rinunciandovi, probabilmente, solo per la consapevolezza che l’altro non avrebbe mai accettato. Non di nuovo.
Ora, ancora una volta l’uno davanti all’altro, il tempo passato si mostra impresso sulla loro pelle. Non sono più giovani, i capelli di Albus non sono più rossi e il suo sguardo non è più attento e vivace come quando l’ha conosciuto; mostra una durezza e una determinazione che, probabilmente, sono il risultato del rancore macerato. Rancore che Gellert si sente dolorosamente scagliato addosso.
E quell’evidenza ne mostra un’altra, pesante da sopportare quanto ovvia.
Gellert stira le labbra in un sorriso ironico e prende un profondo respiro.
«Così ci siamo, Albus. Siamo arrivati alla fine,» dice, il tono di voce sufficientemente alto da farsi udire da Silente, fermo dalla parte opposta del cortile in cui l’ha raggiunto.
Non risponde. Il suo unico gesto è quello di stringere la bacchetta nel pugno e sollevarla per puntarla contro l’avversario, che, di fronte a quel silenzio, sorride ancora, sinceramente divertito dalla situazione: è come se avessero fatto un giro in tondo per tornare allo stesso punto di partenza, nuovamente a confronto, nuovamente davanti ad una scelta.
«Era solo questione di tempo, Albus,» aggiunge.
Impugna anche lui la bacchetta, sollevandola a specchio di quella dell’altro, che, ancora, tace.
Al momento del primo scoppio di magia, Gellert lo sa; sa che la battaglia non vedrà né vincitori né perdenti. I sogni di cui si nutrono si sono già infranti tra le loro stesse mani e ciò per cui stanno combattendo è una mera apparenza data in pasto al resto del mondo magico.
Albus ha perso tutto circa cinquant’anni prima, e Gellert, per quanto abbia cercato di negarlo, è già stato sconfitto all’incirca lo stesso giorno.