[HP] The way we get by ~ Blaise/Theodore

Apr 19, 2009 14:37

Titolo: The way we get by
Fandom: Harry Potter
Beta: iosonosara
Postata il: 15/02/2008
Personaggi: Teodore Nott, Blaise Zabini
Pairing: Blaise/Theodore
Prompt: 053: Terra @ fanfic100_ita
Rating: Nc17
Conteggio Parole: 1.849 (W)
Avvertimenti: PWP, Scene di sesso descrittive, Slash.
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Tabella: BDT
Note:
~ Scritta per il p0rn fest @ fanfic_italia sul prompt: Harry Potter, Blaise/Theo, pavimento e infilata nella BDT di conseguenza.
(L’associazione pavimento = terra è merito di iosonosara, lo confesso xD.)
~ La odio. Voi non avete idea di quanto tempo ci abbia messo a scriverla. La odio tanto.
(Sgridate Theodore, ha fatto il capriccioso!)
~ Titolo dall’omonima canzone degli Spoon.


The way we get by

Non è difficile, per Theo, capire il motivo per cui Blaise non sia ancora salito nel dormitorio, nonostante l’ora tarda.
Pansy gli ha riferito che è stato di cattivo umore per tutto il viaggio in treno e lui stesso ha potuto constatarlo durante la cena in Sala Grande, in cui il compagno di Casa ha pensato bene di non rivolgergli la parola per tutto ciò che comportasse più di una risposta monosillabica. E poi, quando i Serpeverde del sesto anno hanno smesso di chiacchierare nella Sala Comune e si sono ritirati nel dormitorio, Blaise ha tirato fuori un libro e, sbuffando, ha annunciato di voler rimanere di sotto a leggere, anziché salire e sorbirsi gli sproloqui di Draco.

E da quel momento è passata almeno un’ora, abbastanza tempo perché Theo finalmente si decida ad andare a cercarlo; si mette in piedi e annuncia di star scendendo di sotto proprio quando Draco comincia a raccontare per la quinta volta del modo in cui ha steso Potter nello scompartimento dell’Espresso.
Vince e Greg lo guardano con un misto di invidia e rimprovero per l’abbandonarli in un simile frangente e annuiscono lievemente, mentre Malfoy si limita a pronunciare un affrettato: “Come ti pare, Nott,” per poi riprendere il racconto.

Levando gli occhi al cielo, Theodore si chiude la porta del dormitorio alle spalle e scende le scale che conducono alla Sala Comune. Come immaginava, la stanza è deserta ad eccezione di Blaise, seduto sul pavimento accanto al fuoco, con la schiena appoggiata ad una poltrona e un libro fra le mani. Non solleva nemmeno lo sguardo quando l’altro gli si avvicina, fermandosi a breve distanza e incrociando le braccia al petto.

“Verrai a dormire, prima o poi, o hai intenzione di evitarmi fino alla fine dell’anno?” chiede dopo qualche attimo di silenzio, il tono più tagliente di quanto vorrebbe.
Blaise gli rivolge un’occhiata truce, le sopracciglia corrugate e le labbra serrate in una linea sottile.
“Dubito che t’importerebbe,” sibila, riabbassando lo sguardo.
Theodore sbuffa e si siede accanto a lui. “Con tutto quello che ho passato quest’estate, non è carino da parte tua comportarti così,” gli dice, fissandolo in viso.
“Beh, Theodore, effettivamente io non so cos’hai passato quest’estate, visto che non ti sei fatto né sentire né vedere,” brontola dunque l’altro in risposta, rivolgendogli il medesimo sguardo scuro e accusatore di prima.
“Merlino, credi che se avessi potuto non l’avrei fatto?” sbotta Nott, stizzito.
Blaise non replica nulla, tornando a prestare attenzione al proprio libro; è quando fa per voltare la pagina che Theo, ormai privo di pazienza, afferra la copertina del testo e glielo toglie di mano, appoggiandolo poco distante, incurante delle proteste del compagno. Poi si solleva e si posiziona in ginocchio tra le sue gambe semiaperte.

Non gli dà nemmeno il tempo di dire qualcosa prima di avventarsi sulle sue labbra e infilargli la lingua in bocca. Blaise, ovviamente, ci mette poco a lasciarsi coinvolgere dal bacio, nonostante il precedente malumore, ma si convince a tirarsi indietro appena sente le dita di Theodore armeggiare con il bottone dei propri pantaloni.
“Che stai facendo?” chiede affannato.
Theo si passa la lingua sulle labbra bagnate di saliva e, mentre scende a succhiargli il collo, senza esitare prende in mano il membro di Blaise e lo libera dalla stoffa dei boxer e dei pantaloni ormai aperti, cominciando a massaggiarlo.
L’altro è costretto a trattenere un gemito; tenta dunque di chiamarlo, ancora in attesa di una risposta.
Nott avvicina la bocca al suo orecchio e, “Ti sto facendo una sega, Blaise,” sussurra. Fa una pausa per mordicchiargli il lobo e poi aggiunge, “Così almeno ti renderai conto che sono qui, adesso.”

Blaise emette un altro gemito nel momento in cui il pollice di Theo passa sulla sua punta scoperta, e, impossibilitato a fare altro, spalanca ancora le gambe e si spinge indietro, schiacciando la schiena contro la poltrona. Il proposito di fermarlo viene rapidamente dimenticato e tutto ciò che gli riesce di fare, mentre Nott muove la mano sul suo uccello sempre più in fretta, è appoggiare una mano sulla sua nuca e attirarlo per un bacio bagnato.

“Bello vedere come riesca sempre a farti dimenticare l’irritazione,” sussurra Theodore, ghignando a poca distanza dal suo viso.
Zabini si riscuote a questa provocazione e piega la bocca al pari di quella dell’altro, mentre gli blocca con mano ferma il polso e sussurra, “Ne sei sicuro?”

Rapidamente lo allontana da sé, prima che possa aggiungere qualcosa, e, con una mano appoggiata al suo torace, lo spinge giù fino a farlo sdraiare di schiena sul pavimento.
“E se scendesse qualcuno?” chiede Theodore con tono chiaramente divertito, sollevandosi sui gomiti.
“Pazienza,” mormora Blaise in risposta, operandosi, nel frattempo, per spogliarlo del necessario.
“Oh, sono felice che l’idea che mezza Casa possa vedermi nudo non ti infastidisca,” tenta allora l’altro.
Blaise si blocca per un attimo, lo fissa minaccioso e poi, dopo aver sollevato gli occhi al cielo, torna alla propria occupazione, palesemente ignorando la sua affermazione.

Gli toglie dunque scarpe e calzini e gli sfila, senza troppa cura, i pantaloni e i boxer e Theodore rabbrividisce al contatto della pelle nuda con la pietra fredda del pavimento. Tuttavia, la cosa perde importanza nell’esatto momento in cui Blaise gli solleva le gambe e se le stringe intorno alla vita, piegandosi verso di lui e baciandolo ancora.

Il suo corpo è caldo, Theodore può percepirlo anche attraverso i vestiti che ancora indossa e non sembra avere intenzione di togliersi. Sta a lui infilargli le mani sotto la camicia e strattonarla per poterlo meglio toccare, per sentire la solidità del suo corpo e dei suoi muscoli tesi. Raggiunge i suoi capezzoli e li stuzzica con le dita, ricevendo subito in risposta un affondo dei fianchi.
Le loro erezioni si scontrano e Theo avverte una scarica di eccitazione attraversargli il corpo; si dimentica in fretta del nervosismo, del malumore di Blaise, di tutto quanto non sia rappresentato dal cozzare sempre più frenetico dei loro bacini.

Gli accarezza di nuovo il torace - quasi graffiandolo, perché controllarsi mentre Blaise spinge contro di lui e gli succhia il collo è difficile -, poi, rapido, libera una mano dalla stoffa della camicia in cui è imprigionata e si porta quella di Blaise alle labbra, aprendole per accogliere tre dita e succhiarle, bagnarle di saliva più che può.
Sente il respiro dell’altro mancare e nota anche che smette di affondare, probabilmente per il bisogno di fermarsi prima di venire troppo in fretta. Non ha nemmeno la necessità di aprire gli occhi per sapere che Blaise lo sta fissando rapito, concentrato sui movimenti che compie come se la sua bocca fosse l’attrazione migliore della stanza - e, effettivamente, al momento è proprio così. Ne sorriderebbe, lo schernirebbe, se non fosse così dannatamente eccitato da non poter fare altro che stringere la presa delle gambe attorno alla sua schiena e succhiargli le dita.

Quando le sente scivolose a sufficienza, le libera dalla presa e riapre gli occhi, per incontrare, appunto, lo sguardo di Blaise fisso sul suo viso.
“Scopami,” scandisce, appoggiando una mano sulla sua nuca e tirandolo giù per un bacio.
Contemporaneamente si spinge contro di lui e Blaise non aspetta ulteriormente; gli accarezza le natiche, le divarica e lo penetra, facendosi strada prima con un dito e poi, poco dopo, con due.

Theodore si inarca, geme e stringe ancora le gambe attorno alla schiena dell’altro, premendo contro le sue dita in un insieme di movimenti convulsi, privi di senso.
“Più forte,” mormora.
E non gli importa più nulla, né di essere in Sala Comune, né di tutti i casini dell’estate precedente, né di aver voluto in un certo modo punire Blaise per quell’accoglienza così fredda; eventi ed emozioni prive di rilievo se comparate al movimento delle dita dentro di sé. Ed è certo che anche l’altro si senta allo stesso modo, è facile dirlo da come sta impiegando tutte le proprie energie per prepararlo e da come lo bacia, lasciando entrambi senza fiato.

Aggiunge infine un terzo dito e Theodore decide che non ne può più, che vuole l’uccello di Blaise affondato dentro di sé e lo vuole subito.
E Zabini, ovviamente, esegue anche questa volta, eliminando l’impaccio delle dita e sostituendole con il suo membro, penetrandolo gradatamente, dandogli il tempo di abituarsi, fino a che non è lui a gemere il suo nome e chiedere di più, di muoversi, di spingere forte.

Il ritmo, proprio come era suo desiderio, aumenta, gli affondi si fanno più intensi e le mani di Blaise si appoggiano saldamente sui suoi fianchi, incollandoli al pavimento ed impedendogli di sollevarli. Theodore si ritrova contrariato per quel piccolo dominio che Zabini si è autonomamente concesso, per quel comando sulla cadenza e sull’angolazione delle spinte che spettano, in quel modo, solo a lui. Pensa che sia un po’ la sua punizione, la penitenza da pagare per averlo fatto penare per un’estate, l’obiettivo che ha cercato di raggiungere non rivolgendogli la parola. Deve riconoscere, però, che questo metodo è decisamente più efficace e vorrebbe davvero mostrarsi seccato, ma, con il fiato di Blaise sul collo, i suoi occhi addosso e l’uccello che entra ed esce da lui, gli riesce terribilmente difficile.

Così lo lascia fare, troppo impegnato a mordersi le labbra perché, adesso, le spinte di Blaise stanno arrivando a fondo e una delle sue mani lo sta masturbando velocemente, e vorrebbe solo urlare, mentre si sente quasi spezzare dalla forza dell’orgasmo che gli esploderà tra le gambe entro pochi attimi. Anche l’altro è ormai al limite, è facile notarlo dal modo in cui i muscoli della sua schiena si sono irrigiditi e la sua bocca è serrata attorno alla pelle del collo di Theodore, succhiando e soffocando ogni possibile suono. Viene così, con un grugnito appena trattenuto, conservando solo la lucidità necessaria per continuare e velocizzare il movimento della mano sull’uccello di Theo, fino a che non lo sente contrarsi e avverte lo sperma scivolargli sulle dita.

Si accascia sul suo corpo e solleva il viso quanto basta per poter prendere un profondo respiro.
Theodore lo libera finalmente dalla presa delle gambe, lasciandole ricadere sul pavimento, permettendogli di sfilarsi da lui e sistemarsi in una posizione più comoda.
“Merlino,” mormora subito dopo con un sospiro soddisfatto, per poi cercare le labbra di Blaise per un bacio, più languido e lento dei precedenti.

Quando si staccano, il ghigno di Theodore è di nuovo sulla sua bocca.
“Bastava dirmi subito che ti sono mancato, Blaise,” sussurra, “avremmo scopato prima.”
“Idiota,” borbotta Zabini in risposta, corrucciandosi e sollevandosi in ginocchio per rimettere a posto i propri vestiti. Afferra poi gli indumenti di Theo abbandonati precedentemente e glieli lancia addosso senza troppi riguardi. “Rimettiti questi, piuttosto.”
Nott obbedisce, ancora con il sorriso sulle labbra, e aspetta che si siano entrambi sistemati, pronti per salire in dormitorio, per parlare di nuovo.

“Anche tu mi sei mancato, comunque,” dice a mezza voce, poco prima di imboccare le scale.
E, questa volta, Blaise non può fare altro che attirarlo in un abbraccio rapido e baciarlo ancora, salvo poi mormorare un altro “Idiota” non appena si staccano. Ma, nel frattempo, stanno sorridendo entrambi.

hp: blaise zabini, » challenge: big damn table, hp: theodore nott, [2008], » challenge: p0rn fest, hp

Previous post Next post
Up