Titolo: A reason to start over new
Generi: Generale, fluff
Avvertimenti: One-shot
Personaggi: Maya, Kakeru
Wordcount: 765
Rating: Verde
Introduzione:
Una vecchia nemica che torna a salutare Kakeru, ma non più come nemica, e la forza di cambiare la propria vita in meglio con le proprie mani.
Note: Ambientata dopo la fine del manga
Kakeru si agitava convulsamente sul divano, seguendo con il copro intero i movimenti del suo personaggio sullo schermo mentre le sue dita si avventavano sui tasti del joystick. I cuscini volavano attraverso la stanza sotto i suoi calci, mentre la fodera del divano strideva e si tendeva. Se sua madre fosse entrata in salotto in quel momento, Kakeru sarebbe stato in punizione fino alla fine della sua esistenza.
Per questo, quando Kakeru sentì due colpì rimbombare sul legno della porta di ingresso, il suo cuore perse un battito.
‹‹Oh, no. No, no, no›› esclamò, incespicando e strisciando sul pavimento mentre rotolava giù dal divano e si gettava dietro di sé tutti i cuscini che trovava sul suo cammino. Corse alla finestra, facendo spuntare solo gli occhi sopra il vetro, e tirò un sospiro di sollievo tanto forte da far ondeggiare le tende: sulla porta di casa una ragazza con lunghi capelli neri e la frangetta si dondolava sui piedi, sporgendosi per vedere se qualcuno stesse venendo ad aprirle.
Ma soprattutto, non era sua madre.
Sollevato, Kakeru andò alla porta e la spalancò, stampandosi un sorriso imbarazzato sul viso.
‹‹Kakeru!›› esclamò la ragazza, gettandogli le braccia al collo. Kakeru barcollò sotto il suo entusiasmo, agitando comicamente le braccia nel tentativo di non cadere con le chiappe sul pavimento. In qualche modo, riuscì a rimanere sui piedi.
‹‹Maya? Cosa ci fai qui?›› domandò alla fine, quando Maya lasciò andare il suo collo e l’aria tornò a fluire nei suoi polmoni.
La ragazza fece un passo indietro, osservandolo da capo a piedi.
‹‹Ti trovo bene, Kakeru›› esclamò allegramente. Kakeru si sfregò la nuca con la mano, in imbarazzo.
Se Ayano scopre che lei è qui, mi uccide. Accidenti, mi sa che è ancora innamorata di me. Perché devo essere così irresistibile? Ah, il peso di essere così bello…pensò, guardandosi istintivamente intorno. Naturalmente Ayano non era lì, ma cosa c’era di male in un po’ di paranoia?
‹‹A-anche tu stai bene›› farfugliò Kakeru, fissandola, ed era vero: c’era una luce diversa nei suoi occhi, un’espressione rilassata che la faceva apparire una persona completamente diversa. Una persona amichevole e affidabile. Beh, lo sguardo da psicopatico non dona a nessuno, mi sa.
‹‹Ti metto a disagio? Non preoccuparti, non sono venuta qui per tormentarti, anche se sei sempre più carino›› disse Maya, facendogli l’occhiolino. ‹‹Volevo solo sapere come stavi. Sono passati oltre due anni, ormai, e volevo dirti che ho smesso di creare finti zombie che azzannano la gente.››
‹‹Ah, uh, buon per te›› rispose Kakeru, dondolandosi sui piedi. C’era qualcosa che gli sfuggiva in quel discorso, ma non capiva cosa. Si sentiva come quando affrontava il boss finale di un livello e scopriva un dettaglio importante della trama principale, però aveva saltato le subquest e gli mancava un pezzo per capire davvero. Non era una sensazione piacevole.
‹‹No, voglio dire che sono diventata una persona migliore, grazie a te. Pensa, ho anche smesso di inseguire i ragazzi che mi piacciono.›› Fece una pausa, sorridendogli. ‹‹Ma a parte questo… volevo che sapessi che mi sono iscritta alle superiori. Sul serio, questa volta. E mi sono iscritta a un programma per aiutare i ragazzi ad ambientarsi a scuola: so cosa significa sentirsi spaesati.››
‹‹Ma è fantastico! Congratulazioni!›› esclamò Kakeru.
‹‹È merito tuo. Mi hai salvato la vita, e mi hai mostrato un modo diverso di viverla. Volevo ringraziarti.››
‹‹Ma… ma figurati! È stato un piacere. È questo che fanno i supereroi, no? Salvano i cittadini›› disse Kakeru, scoccandole un grande sorriso. Maya sorrise in risposta.
‹‹Già. È stato bello rivederti, Kakeru. Torno a scuola.›› Si sporse per abbracciarlo, e Kakeru le andò incontro.
‹‹È stato bello anche per me›› aggiunse Kakeru, mentre Maya scioglieva l’abbraccio.
La ragazza mosse qualche passo verso il vialetto, cominciando a scendere i gradini, ma si fermò sull’ultimo. Senza voltarsi, disse:‹‹Sai, saremmo stati una bella coppia, noi due. Tu sei così carino.››
‹‹Ehm, Maya, io…›› balbettò Kakeru, arrossando fino alla punta delle orecchie.
‹‹Ma vedo che sei felice lo stesso, anche senza il nostro amore. Sono felice per te, Kakeru. E dico sul serio.››
Diceva sul serio. Anche senza vedere i suoi occhi, Kakeru sapeva che era sincera. Era una frana con le ragazze, ma se aveva imparato qualcosa in due anni di relazione con la giovane donna più bella che avesse mai visto era che se una ragazza vuole farti capire il suo disappunto, non c’è verso di non capirlo. Non puoi ignorarlo, per quanto ardentemente tu possa provarci.
‹‹Grazie, Maya.››
‹‹Io sarò a scuola, se un giorno vorrai fare un salto a trovarmi. Tu, e tutti gli altri. Sai, in ricordo dei vecchi tempi in cui combattevamo per ucciderci a vicenda.››
‹‹Lo faremo›› confermò Kakeru, annuendo.
E anche lui era sincero.