Linee inesistenti

Jan 10, 2007 00:03

Questa sera (o meglio ieri sera, visto che oramai sono già nel giorno dopo!) sono andato (non so come dire, visto che ero l'organizzatore) alla serata presso la sede UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia) di Trento dedicata alle opere di fortificazione permanente in Alto Adige. La serata è stata tenuta dal Ten. Col. Licio Mauro, uno ( Read more... )

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maffa January 10 2007, 12:47:04 UTC
per quanto riguarda l'argomento dell'incontro, ricordo che mesi fa se ne parlò anche su pagine di difesa, e non posso escludere che fosse proprio lo stesso colonnello a portare avanti la discussione. Comunque quello della soglia di gorizia è un argomento molto sentito dai militari -specie ufficiali, ma anche quei fantaccini che facevano parte della fanteria d'arresto che hanno servito fino agli anni '70. (a propos, s'è detto niente a proposito delle favoleggiate mine nucleari?)

Per quanto riguarda il sensodella patria, l'argomento è complesso. Se lo si guarda con occhio antropologico, è una sovrastruttura culturale come un'altra, che ha avuto molta fortuna nell'800 e 900 del secolo scorso, ma che come molte cose di umana invenzione potrebbe non essere destinata a durare in eterno. Lo stesso concetto di patria è un grande punto interrogativo -non so se hai letto il mio ultimo post, ma l'argomento riguarda in parte questo.

Inoltre congiuntamente agli ideali nazionalistici nel secolo scorso c'è anche stato un movimento uguale e opposto di internazionalismo sopratutto di matrice socialista, che nel bene e nel male è compenetrato nelle maglie sociali europee (meno in quelle americane se non nelle frangie più "progressiste" e/o frikkettuse).

Personalmente parlando, sono contento. Tolti i confini territoriali restano (labili) confini culturali che si manipolano più facilmente, almeno per riguarda noi. Uno degli imbarazzi maggiori ad avere a che fare sopratutto con la nazione araba è che invece sono molto più duri di noi da questo punto di vistae c'è difficoltà di adattamento. Però il fatto in sè non mi molto grave.

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alpin January 11 2007, 14:02:27 UTC
Una cosa interessante emersa l'altra sera, è quella riferita dal Col. Mauro su un'affermazione fatta da un suo superiore alla richiesta di poter mantenere (nel 1992 data di inizio dello smantellamento delle opere) alcuni sistemi d'arma della fortificazione permanente, come "ricordo" di un'epoca. La risposta data è stata: "Vuoi tenere queste cose inutili?". Se così la pensavano i vertici militari, stavamo proprio freschi.

Sulle mine nucleari ne avevo sentito parlare ancora quando ero in servizio. Dai comandi di brigata e di corpo d'armata la risposta ricevuta a specifiche domande in tale senso, era sempre legata al fatto che l'unico armamento nucleare presente (allora e tutt'ora) in Italia era costituito da armi nucleari tattiche per impiego aereo, in dotazione all'USAFE. Diverso il discorso sull'impiego dei sistemi di minamento del confine: mi sono fatto quasi un mese a scavare nelle pietraie del Carso per cercare di posare campi minati addestrativi (dalle SH55 alle Valmara 69) a supporto della fortificazione carsica.

Ho letto attentamente il tuo precedente post e non posso che condividere pienamente quanto espresso in quell'articolo. L'evoluzione della guerra è un elemento oramai palpabile in tutte le operazioni di peace ... (aggiungici quello che vuoi). L'esempio lampante, negli ultimi giorni, è quello relativo alla Somalia: le Corti Islamiche hanno lasciato terreno libero ai Signori della Guerra, spostando la lotta su un piano di difficile valutazione delle parti in causa. Lo stesso problema che stanno riscontrando tutte le forze armate ordinarie impiegate nelle aree di crisi. Combattere contro un nemico che indossa una divisa e porta apertamente delle armi è una questione, combattere contro un'intera nazione in cui non è possibile riconoscere i civili dai militari è sicuramente molto più complesso.

Il mio dubbio è comunque legato al raggiungimento di un relae stato di pacificazione all'interno dell'europa e lungo i suoi confini. Io non sono poi così sicuro che andremo sempre d'amore e d'accordo con tutti i nostri vicini e quindi non ritengo corretto abbassare la guardia così velocemente. E' giusto vedere i propri vicini come persone per bene ed essere ben disposti nei loro confronti, però un minimo di attenzione bisogna porla. Altrimenti rischiamo di dover intervenire dopo, quando è troppo tardi e come ben si sa "prevenire è meglio che curare". Non so, forse certe decisioni sono state prese troppo affrettatamente. Cioè nel 1989 cade il muro di Berlino e nemmeno 3 anni dopo in Italia si dismettono le fortificazioni permanenti. E' vero che una guerra tradizionale tra eserciti moderni forse renderebbe inutile una fortificazione, ma comunque questa potrebbe rappresentare un ostacolo per guadagnare tempo e potersi organizzare.

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maffa January 12 2007, 22:42:44 UTC
> Il mio dubbio è comunque legato al raggiungimento di un relae stato di pacificazione all'interno dell'europa e lungo i suoi confini.

L'intera dottrina militare italiana si basa su una concezione di FFAA quasi completamente in funzione cooperativa in patria e proiettiva in operazioni all'estero. I 110mila (sono questi? boh? di più di meno) fanti e i loro mezzi per di più obsoleti e cannibalizzati stanno per subire un processo simile a quello dei marines, organizzati per lo più in brigate di fast deployment verso teatri lontani. Non penso che a nessuno sia neanche venuto per l mente che la Bielorussia o la Libia possano essere nostri ipotetici avversari, o non terremmo 2 F16ADF di 15 anni fa con un solo AIM9P a fare gli scramble (si ora ci sono anche un paio di eurofighter, ma tant'è). Per quanto riguarda i vertici politici e militari, uno scenario del genere (almeno in tema di risposta rapida e "solitaria") è improponibile, indifendibile e perso in partenza, anche perchè sarebbe una guerra aerea e la prima tranche di EFA mi dicono non essere molto più performanti degli F-15. Non saranno due muretti a fermarli. Certo che con la Croazia la si poteva anche fare un po' più dura di come è stato: c'è ancora la questione degli istriani in piedi e invece abbiamo steso il tappeto rosso. Però problemi non penso ne daranno...

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