Allora, continuo nel mie tergiversare sul Giappone. Magari nei prossimi giorni, appena Federica rientra dal lavoro un pò più presto, metto in linea qualche foto, anche se, e qui deluderò tutte le mie fans (ma anche i fans), non ho ancora visto in giro una ghotic lolita a morire. Cioè, partiamo dal presupposto che le giapponesi che ho visto hanno tutte le seguenti caratteristiche:
- hanno scarpe con tacchi da paura (tacco 8/10);
- hanno quasi tutte gli stivali al ginocchio;
- se non hanno gli stivali hanno sandali con tacco;
- portano tutte quelle calze atuoreggenti che arrivano poco sopra il ginocchio e quindi sbucano dagli stivali (un sesso!!!!!!);
- portano short ridottissimi o minigonne inguinali, d'altronde hanno dei fisici belli asciutti;
- non ho fatto caso a camicie e/o maglie e/o maglioni: c'è troppa carne nuda più in basso!!!!!;
- hanno tutte acconciature stranissime (alcune sembra che portino un cane pechinese sulla testa!);
- sono truccattissime.
Questi gli elementi normalmente osservati nel 75% dei casi. Il restante 25% sono studentesse in divisa: anche qui andiamo da divise decenti (molto probabilmente scuole carissime) a divise mediocri (scuole pubbliche?), tutte accomunate da: gonna al ginocchio e blusa alla marinaretto, con camicia chiara e cravatta o foulard. Calzini e scarpe non sono sempre "uniformi". OK, ho fatto il quadro generale del genere femminile giapponese.
Per quanto riguarda i maschietti, il panorama non è dei più belli: hanno tutti acconciature tipo Dragonball, con abbigliamento del più stravagante, ma quasi sempre stivali tipo camperos e, tocco di grazia, borsa da donna!!!! Questo per quanto riguarda un buon 50% della popolazione maschile, l'altra veste in giacca e cravatta, con completo rigorosamente nero: i completi chiari sono una rarità, si vede che saranno sempre in lutto!!!!!
Nota finale comune a tutti i generi: camminano con i piedi rivolti verso l'interno, hanno le gambe storte (anche le ragazze con minigonne ascellari!) e strascicano i piedi.
La cosa incredibile è vedere quanta gente utilizza delle divise: da noi, al di là delle forze dell'ordine e di qualche povero malcapitato, le divise non sono comuni, qui invece trovi gente in divisa ovunque. Addirittura sullo shikansen c'erano le ragazze addette alla raccolta dei rifiuti (bicchieri, lattine, bottigliette in plastica, ecc.) che avevano una loro particolarissima divisa: coppola rosa, blusa rosa con camicia bianca e cravattino nero, gonna a portafoglio (spero si dica così!) grigia bordata di rosa e calzettoni e scarpe grige: stavo per scoppiare a ridere quando le ho viste. Purtroppo non ho potuto fare foto!
Ok vi ho fatto un quadro completo dell'homo sapiens giapponensis.
Passiamo allora a parlare delle città.
Ieri ho fatto un altro giro per Osaka, andando a visitare l'acquario (molto bello) e poi il quartiere di Umeda, un'area commerciale nel settore nord della città. Nel complesso, vista una cosa, viste tutte.
Divero il discorso per la visita ad Hiroshima oggi. Non che qui ci sia granchè da vedere, però c'era tutto il parco memoriale per l'atomica che è stato molto interessante. Oltre al museo dedicato al prima, durante e dopo l'esplosione atomica (allucinante ve lo assicuro, fa molto pensare!) e al memoriale di tutte le vittime (solo 240.000 individuate altre 100.000 sconosciute / disperse), la prima cosa che si vede è l'
A-Bomb Dome: praticamente la cupola metallica che si vede in tutte le foto del dopo esplosione. Il vederla dal vivo, sapendo che lì, in quel posto, 60 anni prima era stata sganciata una bomba atomica che ha raso al suolo tutto, beh, fa un certo effetto. Capisci l'importanza di ricordare, di non lasciare dissipare certi ricordi. Poi un'altra cosa che mi è venuta in mente è il fatto (e qui qualcuno potrebbe prendersela) che nazisti, fascisti, giapponesi, russi o americani, tutti hanno da chiedere scusa per qualcosa di inumano fatto agli altri. E non me ne frega un cavolo se hanno cominciato prima loro: dalle mie parti si dice "se gli altri si buttano nell'Adige, ti ci butti anche tu?".
Sempre a Hiroshima ho visitato anche il castello (ricostruito naturalmente) e un giardino giapponese, uno di quelli in cui c'è la ricostruzione in scala di paesaggi normali: beh, vi assicuro che è veramente fantastico.
Ciliegina sulla torta, il viaggio di andata e ritorno me lo sono fatto su uno di quei treni che viaggiano a velocità fantastiche e che per fare 400 km impiega solo 1h30'! Treno pulitissimo e con avvisi fonici e digitali molto chiari e semplici, sia in giapponese che in inglese. Forse le nostre FS dovrebbero venire qui in "gita" per imparare qualcosa.