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Feb 10, 2006 11:17



2001 aprile 10.

t.m.: "cosa cambia le cose e quando cambia cosa resta, intanto che mi ritorna tutto a bomba nella testa mi chiudo come un riccio e sembro pazzo?".

Salvation Road è fatta di piccoli passi. Piccoli passi che se ne fregano della lunghezza del percorso da compiere. Piccoli passi che se ne fregano della lunghezza del percorso compiuto. Piccoli passi che sostengono occhi attenti. Attenti alla strada. Incuranti di nubi. Oscuramente presaghe. Addensatesi ad adombrare il cammino. Salvation Road ha un percorso tortuoso. Un percorso che a volte s’annoda a spirale. E a volte scorre d’olio. E dà impressione di inutile moto. Occorre fede su Salvation Road. Occorre credere che essa, prima che noi, abbia una meta. Occorre abbandonarsi a serie di inutili piccoli passi. Piccoli passi che in fila compiono lunghi percorsi. Fantasmi ai bordi della strada. Ci tentano a indulgere in inutili soste. Soste in cui sembra che la strada si riduca al semplice tratto di essa che in quel punto è percepito. Ma lunga è Salvation Road. E differente ogni segmento che la compone. E tra un segmento e un altro è ammesso il paragone. Non il giudizio. Non si giudica Salvation Road. Salvation Road si percorre. Con piccoli passi e occhi bassi. Occhi attenti. Perché si trovano cose preziose su Salvation Road. Si incontrano compagni in viaggio. Pellegrini di stessa razza. Destinati a stessa meta. Ha incroci Salvation Road. Ma le strade che incrocia si chiamano tutte Salvation Road. C’è chi la percorre. Ma è sempre lo stesso individuo. E le città che attraversa si chiamano tutte Nemesis. Ed i fiumi che attraversa si chiamano tutti Lete. E i mari che attraversa sono tutti i mari della Luna. Non ci si perde su Salvation Road. Perché Salvation Road è la strada di chi s’è sperso. Senza aver perso mai. E non ti volti a guardare culi su Salvation Road. Perché non ci sono culi da guardare. E non c’è cane a ricordarti come si fa ad abbaiare. E il tempo. Il tempo non conta davvero un cazzo su Salvation road. Non c’è tic. Nessun tac. Non ci sono sbadigli. Ma ansimi d’ansia. Non ci sono voci. Ma sussurri portati dal vento. Non è tua Salvation Road. È di nessuno. Perché si perde tutto sulla Salvation. Si trova tutto sulla Salvation. E non c’è bimbo che insegni di nuovo a lacrimare. E le labbra si seccano e si spellano su Salvation Road. Nessun dolore sulla Salvation. La Salvation è il dolore. Nessuna gioia sulla Salvation. La Salvation non ha odore. Né colore. O sapore. La Salvation ha piccoli passi. Di piccoli individui. Con occhi attenti e bassi. Perché non c’è nulla da vedere su Salvation road. E nulla che meriti d’essere capito. Perché chi s’è sperso non va capito. Ma preso per mano. E portato avanti di altri piccoli passi. E fino a che noia ci baci con violenza. E fino a che non ficchi la sua lingua nella nostra bocca con violenza. E fino a che faccia sentire i suoi denti marci. E fino a che quella lingua non giunga a leccarci le viscere. Non sapremo di essere noi. Quei piccoli uomini. Che fanno. Piccoli passi. Con occhi bassi. Su Salvation Road.

t.m: "se il mare fosse il mio ambiente naturale potrei stare sul fondo a riposare e come una conchiglia imitarne il rumore.".

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