Salve Lj! Sono stata un po' assente? Ovviochesi! Ma oggi tornano i Lima! Lo so, ho scritto episodio uno, ma per due motivi! Il primo è che in un certo senso è davvero un inizio di legacy, visto che avevo perso i salvataggi, ma in verità mi piacerebbe fosse leggibile per chiunque, anche per chi non mi ha seguita fin'ora. Il secondo motivo è che da oggi i Lima sono LoD, e quindi nessuno potrà più lamentarsi dei miei non lieto fine! Ora me ne lavo le mani e ci pensate voi! é un aggiornamento un po' di introduzione, nulla di speciale, anche perchè mi sa che ho perso la mano, ma spero di recuperare presto! Ok, bando alle ciance! Under the cut!
Non voglio essere un ribelle
non voglio convincere tutti quanti
che son cresciuto più…
negli ultimi mesi che gli ultimi anni
Non voglio guardare per forza il cielo
per poi sentirmi una sua parte
non voglio nè stelle nè chi
per essere stella si mette da parte
E la mia storia la so solo io
e insieme a chi… mi ha amato davvero
5 Anni
3 Mesi
28 Giorni
7 Ore
48 Minuti
Lei se n'è andata, e io non l'ho più rivista.
3 Mesi
28 Giorni
9 Ore
4 Minuti
Lei mi ha lasciato, le sue parole scritte in poche righe. Come se un pezzo di carta potesse spiegare perché tutto da quel giorno in poi sarebbe cambiato.
Basta poco per cambiare le cose. Insomma la conoscono tutti quella legge della farfalla che sbatte le ali all'equatore e che scatena un tornado a Tokyo..era così? Non lo so, l'importante è che il concetto lo abbiate capito. No, il suo abbandono non è stato un battito di farfalla, lei era molto di più. Mi ha portato a guardare le cose da un altro punto di vista, a volere di più, a provare ad essere migliore, sono un bastardo ma non sono un bugiardo, lo so che la colpa di tutto è mia.
Ho investito tutti i risparmi che non ho in un terreno. Voglio prenderlo come metafora della mia anima. Ok, a questo punto chiunque mi conoscesse anche solo un minimo riderebbe. Quanti paroloni Giulio! Chi vorrai mai prendere in giro Giulio? No, non voglio prendere in giro nessuno, per una volta nella mia vita... voglio solo pensare che sia possibile dimenticare tutti i numeri sopracitati, voglio pensare che un terreno verde sia un taglio al passato, che con la mia casa io possa ricostruire una nuova persona, una persona migliore, che non semini dolore al suo passaggio.
Una tenda per dormire, il bar a fianco per lavarmi e mangiare, non avevo bisogno di nient'altro. Ah beh, certo, un lavoro, non avevo grosse pretese, bastava fosse onesto.
E poi arriva lei. Torna lei che ti ha sconvolto la vita, torna lei a ricordarti tutto quello che avresti dovuto e voluto dimenticare. Arriva da dietro, con passo lento, ma riconosci il suo profumo di vaniglia.
“Giulio! Giulio Lima che cavolo stai facendo?” Chiese ancora prima che io mi voltassi. Riconobbi la voce, e ovviamente il tono di disapprovazione.
“Beh sto cercando un lavoro...” Solo dopo mi resi conto che era davvero lei, dopo mesi in attesa di un suo ritorno, era li, parlava con me, e io... non potei far altro che voltarmi e..beh fare una faccia da idiota completo!
“Come mi hai trovato?” Le chiesi
Lei non guardava me, guardava per terra le punte dei suoi piedi, teneva le mani chiuse nei pugni, aveva il corpo rigido, e ancora prima di aprire bocca riuscì a trasmettermi tutto il suo disagio.
“Io...beh me lo ha detto tua madre. No, non fraintendermi, non le ho chiesto io dove fossi, ma mi ha telefonato lei nel cuore della notte in lacrime perchè il suo bambino se n'è andato da solo a vivere in mezzo a un campo. Mi ha chiesto di farti cambiare idea, ha la stupida convinzione che..beh che io possa convincerti a rimettere la testa a posto. Grande cazzata!”
“No... non è così... se c'è qualcuno che può convincermi a tornare a casa..beh quella sei tu, anche se al momento... non ho intenzione di muovermi da qui...”
“Come non detto! Non avevo dubbi a riguardo. Non sei cambiato per niente Giulio, ma del resto, chi si aspetta qualcosa da te? Io no di certo... ormai ho smesso di illudermi!” disse lei con tono sarcastico.
“No, amore io..”
“NO!” scoppiò in una risatina isterica “Non provare a chiamarmi amore! Non ci provare! Dopo tutto quello che mi hai fatto hai perso il diritto di chiamarmi in quel modo! ”
“Invece no, io posso chiamarti così perchè...lo sai che io ti amo, e sei la persona più importante per me... io sto cercando di cambiare, e il motivo sei anche tu! Torna da me, dammi un'altra possibilità! Non buttare via così tutta la nostra storia!”
“Ok, ora mi stai davvero facendo arrabbiare! Sarei io quella che butta via la nostra storia? IO??? Ok... io cerco anche di mantenere la calma, ma con te è impossibile!”
“Anche tu vorresti baciarmi ora, vero?”
“Nooooo! Assolutamente! Giulio svegliati! Come puoi anche lontanamente pensarlo! Tu mi hai spezzato il cuore! Vieni a chiedermi un'altra possibilità quando ne hai avute a centinaia! Ormai... ho perso il conto delle tue avventure... vediamo..l'ultima chi è stata? La professoressa di letteratura oppure..come si chiamava..Rebecca?”
“No, aspetta, con Rebecca non c'è stato assolutamente nulla, lei era solo una mia amica..lei mi capiva. Non l'avrei sfiorata neanche con un dito...”
Lei si zittì, è girò la testa dall'altra parte.
“LEI ti capiva?! E io no??? Chi era accanto a te quando ti svegliavi nel pieno della notte perchè gridavi di paura in preda agli incubi? IO! Chi faceva finta di non sentirti chiamare a gran voce Emma durante la notte? Sempre io! Ma tu... a te non te n'è mai fregato niente, e continui a non capire. Passeggiavo per il campus e tutti mi guardavano come se io fossi una povera stupida... povera ragazza ha le corna di una renna! Ma io tolleravo tutto, perchè alla fine tu tornavi sempre a casa da me... ma adesso basta, io ho una dignità!”
“Si, mi capivi anche tu, ma la cosa è diversa...anche Rebecca è orfana, con lei potevo parlare di tante cose. Parlavamo anche di lei..insomma era un amicizia, ma nulla che potesse essere paragonato al nostro rapporto.”
“Ma Giulio tu non sei orfano! Tua madre è viva e vegeta, e un padre, anche se non era davvero tuo padre, lo hai sempre avuto! Smettila di fare l'incompreso! Ammettilo, sei sempre stato terrorizzato all'idea di un rapporto serio, beh io no! Io voglio una famiglia, voglio una casa, voglio un futuro con un uomo che mi ami e che mi rispetti, e neanche tu sai quanto vorrei che quell'uomo fossi tu ma..ma purtroppo non può essere così!”
“Ma si che può essere così! Guarda questo terreno, qui potremo costruire la casa che tanto desideri, mattone dopo mattone, come ricostruiremo il nostro rapporto! Io ti amo, come mai prima e ne sono sicuro. Se è una famiglia quello che vuoi..a me va bene Fran! Io sono pronto, qui, adesso,con te!”
Provai ad accarezzarle il viso, ad accompagnare un suo sorriso, ma lei me lo impedì, e per qualche frazione di secondo, con la sua mano, trattenne la mia, e sentii il suo calore, e quella leggera scarica elettrica.
“Ma non lo sono io Giulio. Non con te. Mi dispiace...ma non è possibile. Io..io ci credo che tu pensi di amarmi, ma sinceramente.. io dubito tu sappia cos'è davvero l'amore. ”
“Io ho fatto male a venire qui Giulio, ho fatto del male a te e anche a me stessa. Dirò a tua madre che sei irremovibile, del resto è la verità..ma almeno chiamala ogni tanto va bene? Tranquillizzala... ormai ha una certa età, lo so che non siete in buoni rapporti ma... in fondo non si merita tutta questa indifferenza...Io... penso questo sia davvero un addio. Ti auguro tanta felicità... e di riuscire a cambiare davvero...”
“Francesca....”
“Addio Giulio...” La guardai allontanarsi, ricordo ancora l'immagine al rallentatore, e io li, impotente, cos'altro potevo fare? Forse se l'avessi rincorsa l'avrei solo fatta arrabbiare di più...
Quella notte nella mia tenda, sdraiato sulla terra gelida mi girai e rigirai, ripensando a Francesca, alla sua disapprovazione. Accesi il cellulare dopo settimane, vi ci trovai 12 messaggi nella segreteria telefonica, tutti di mia madre, e passavano dal supplichevole, all'arrabbiato, al minaccioso, all'esasperato e poi... poi nell'ultimo mi avvertiva della visita inaspettata che avevo ricevuto il giorno stesso. Era facile per Fran parlare di rapporto madre figlio, quando mia madre aveva sempre e solo accontentato l'uomo di turno, quando aveva sempre lasciato che quell'uomo di turno mi picchiasse. Io neanche sapevo cosa fosse un padre, ma come puoi spiegare alla tua donna che tutte le notti torni a quando eri bambino e ti nascondevi sotto il letto?
L'unico lavoro che riuscii a trovare era il sorvegliante di campo giochi, non sapevo se sarei stato adatto a restare a contatto con dei bambini per così tante ore al giorno. Le mie uniche esperienze riguardavano mio fratello, che era una piccola peste, e non si può dire andassimo molto d'accordo, soprattutto se consideriamo quella volta che gli ho rotto il naso. Ma questa volta dovevo dimostrare che potevo fare un lavoro serio e mantenerlo, non potevo certo tornarmene a casa da mia madre con la coda tra le gambe! Quindi dovevo mettercela tutta, distribuire sorrisi e... e che altro avrei dovuto fare? Era normale avere così tanta paura di quattro marmocchi? Forse quello non era proprio il giusto approccio, ma mi avviai al lavoro pieno di ottimismo e tremolio alle gambe.
Non so come, non so perchè, ma scoprii che quel lavoro non era per niente male, e che stranamente esercitavo uno strano fascino sui bambini..e sulle bambine..e sulle mamme, si soprattutto sulle mamme, ma io non volevo rinunciare a tutto quello che avevo costruito fino a quel momento e tornare al vecchio Giulio. Se mi avesse visto, Fran sarebbe stata stupefatta e fiera di me, magari avrebbe anche cambiato idea sul mio conto. Con le prime bollette arrivò anche il primo stipendio, e questo voleva dire... spese mensili da sostenere e potersi permettere di pagare. Voleva dire soprattutto che potevo finalmente iniziare il mio progetto della casa. Non ne sapevo niente di edilizia, ma ce l'avrei messa tutta comunque.
Avete presente quando vi parlavo del destino che si prende gioco di me? Quel giorno stesso, nell'edicola accanto a “casa” incontrai l'ultima persona che mi aspettavo di vedere. Riconobbi subito il taglio cortissimo, il modo di inumidirsi l'indice per girare pagina mentre leggeva, lo sguardo acuto e attento. Non era possibile. Rebecca. Cosa ci faceva Rebecca li a Verona Creek? Ok, in linea teorica avrebbe dovuto laurearsi il mese scorso ma... Senza una spiegazione girai i tacchi e cercai di non farmi riconoscere allontanandomi a passo spedito. Perchè, se Rebecca era l'unica donna al mondo che poteva capirmi, la sua sola vista mi aveva spinto alla fuga? Avrei dovuto chessò.. abbracciarla... forse il discorso con Fran mi aveva condizionato...
“Giulio Lima come osi!” Ecco, mi aveva visto... ma del resto, come fuggire a Rebecca? Mi voltai e le sorrisi stupito, facendo finta che fosse stato tutto uno scherzo...
“Sei sempre il solito idiota! Ma che ci fai qui? Pensavo fossi andato a convivere con la velina! Io mi sono appena laureata, 110 e lode ovviamente, ma del resto mi conosci, non avrei accettato di meno! Ah lo sai, alla fine Raz è partito con medici senza frontiere! Contento lui... speriamo riesca a trovare la pace interiore! Ma senti, non è che davvero non mi volevi vedere? ”
“No..io...” Cercai di parlare, ma come al solito Rebecca non mi lasciò finire la frase...
“Ecco, direi! Non potrei mai perdonartelo volpe! Senti ma non mi hai ancora risposto..che ci fai da queste parti? Io ho appena comprato una casetta proprio a due passi da qui... sai ho già trovato lavoro in uno studio, non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione! Ma com'è che sei così silenzioso?”
“Io..beh ho acquistato un terreno da queste parti e...”
“Un terreno da queste parti? Ma è fantastico! Potremo fare di nuovo le nostre lunghe chiacchierate come una volta..ce l'hai la terrazza? Io no.. ma possiamo farle lo stesso anche se non abbiamo una terrazza, vero? Ma... io ora devo fuggire, mi aspettano e la pausa pranzo è finita ma... magari lasciami il tuo indirizzo, anzi che stupida, ti chiamo sul cellulare e uno di questi giorni ti chiamo..ti vedo strano..non è che la velina ti ha lanciato un brutto tiro? Ok, ok, ti chiamo eh?!”
Rebecca non chiamò, non chiamò ne quella sera, ne quella dopo, ne durante tutta la settimana successiva, e devo ammettere che mi sentivo sollevato all'idea. Fu uno di quei giorni che tornando a casa trovai una sorpresa ad attendermi. Ne riconobbi la silhouette da lontano, i lunghi capelli neri un po' scompigliati, gli occhi da gatta. La “velina” come la chiamava Rebecca mi stava aspettando accanto a quelle che amavo definire “le fondamenta della nostra futura casa”. Si perché quella era la casa che avrei costruito per me e..la donna che amavo, e in quel momento la donna che amavo era lei.
Mi lasciai trasportare dall'entusiasmo. Il mio primo pensiero fu che lei era tornata li per restare. Le corsi incontro...
“Lo sapevo che saresti tornata, lo sapevo! Sapevo che mi avresti perdonato!”
“Giulio, sai benissimo che non sono qui perchè ti ho perdonato, ma perchè ne hai combinata un altra delle tue! Perchè tu semini i casini e poi tocca a me risolverli? Quand'è che crescerai?”
“Ma...”
“Mi ha chiamato il proprietario dell'appartamento... quello dell'università..mi ha detto che gli dobbiamo ancora ben 3 mesi di affitto. Mi spieghi perchè? Se non sbaglio nella busta ti avevo lasciato la mia parte... quindi in teoria... cosa hai combinato Giulio?”
Ok. Giulio fa mente comune e cerca di ricordare. Tornai alla mente a quella sera...ok, sono tornato a casa dopo una notte a dir poco bollente con la rossa... ma questo è meglio se non glielo dico... ok, poi sono arrivato a casa e sono inciampato sul primo gradino e ho trovato la lettera sul tavolo da pranzo... e dentro c'erano i soldi... e... io li ho presi e poi? Ricorda Giulio! Ricorda! Poi..ricordo solo di averli spesi tutti in birra... e poi...Rebecca? Ok, era meglio se mi inventavo una balla, anzi, già Francesca era arrabbiata a morte...era meglio se cambiavo discorso!
“Vieni, ti faccio vedere una cosa! Questa è la mia casa! Ok, lo so, è solo una piattaforma per adesso ma... ho già ordinato del legname per cominciare a costruire almeno il bagno! Dai vieni, sali pure le scale..attenta però, non le ho ancora fissate bene. A volte mi siedo qui, al centro della piattaforma, e mi metto a pensare. Ti ricordi quando i primi tempi facevamo i nostri pic nic sul tetto? Tu portavi i panini e io... beh ci divertivamo! Non rimpiangi un po' anche tu quei tempi? Prova...a sederti acanto a me, proviamo a vedere le cose dalla stessa prospettiva... almeno in questo momento.”
Lei sembrava non darmi retta, passeggiava per la piattaforma con aria sognante, forse anche lei immaginava la futura casa nella sua completezza.
“Pensavo di mettere la cucina in quell'angolo... e magari li, proprio dove ti trovi tu adesso un camino in marmo...ho sentito che qui a Verona Creek gli inverni sono molto rigidi... poi li metterò le scale che porteranno alla camera di sopra... pensavo di mettere il parquet sul pavimento, da un idea di calore e magari dipingere i muri di..Fran? Mi stai ascoltando?”
Lei si scosse dal suo sogno e tornò all'espressione dura che aveva di solito....
“No, Fran, aspetta, perchè te ne stai andando! Io... cosa ho fatto questa volta? Tutto questo, tutto questo io lo sto facendo per te, per noi! Io ce la sto mettendo tutta per cambiare... perchè non provi ad aprire gli occhi e vedere che realmente io sono cambiato? Ho pure un lavoro fisso! Sono diventato insegnante di sostegno, sono una persona affidabile adesso, e so quello che voglio! Io voglio te!” La presi per le spalle e la guardai fisso negli occhi.
“Beh, Giulio, mi dispiace deluderti, ma le cose non vanno sempre come vuoi tu! Mi chiedi se mi sono accorta che sei cambiato e..beh certo! A sai cosa mi rode? Mi rode che potevi cambiare prima, e non lasciare che prima andasse tutto a puttane! Potevi farti piacere i bambini quando eravamo insieme e io continuavo a chiederti di provare ad averne uno nostro! Dici di essere più responsabile ma quando ti ho parlato del problema dell'affitto tu hai cambiato discorso! Sai che ho dovuto risarcire io tutto? E pagare anche un sovrapprezzo? Questa cosa il nuovo Giulio non l'aveva considerata!”
“Tu non hai idea di cosa ha significato per me tornare a casa e scoprire che mi avevi lasciato così! Ho passato la settimana successiva a sbronzarmi! So bene di aver sbagliato in passato, ma ci sto provando! Se è per via dell'affitto risarcirò io tutto! Tranquilla...”
“Ma Giulio, tu non vuoi proprio capire! Il problema non è l'affitto! Il problema sei tu che pensi che il mondo debba per forza girare tutto attorno a te! I soldi sono l'ultimo dei miei problemi, è una questione di responsabilità, di pensare che una volta tanto potresti pensare a qualcun altro che non sei tu! Perchè non pensi a quanto è stato difficile per me lasciarti? E quanto sia stato difficile per me tornare qui oggi? Pensaci Giulio!”
Eccola. Se ne stava andando di nuovo, ed io ancora una volta la stavo lasciando andare. Possibile che noi due finissimo sempre per litigare, e che non trovassimo mai un punto di accordo? In fondo ci eravamo tanto amati... e l'amore dove finisce? Può sparire così, da un momento all'altro? Sembra impossibile... Ma ero convinto che in un modo o nell'altro sarei riuscito a riaverla. Sono un Lima, e i Lima non mollano mai.
Non la sentii per settimane. Settimane che passai a costruire i primi muri e a pensare a cosa avrei potuto fare per rimediare... Ormai era arrivato l'inverno, e la tenda non mi bastava più, i lavori avrebbero dovuto procedere più in fretta... Io continuavo a studiare, avevo capito che l'istruzione era davvero la mia strada, anche se a suo tempo avevo odiato la scuola e non ero uno studente modello. Fu in una di quelle sere di studio intensivo che mi decisi a fare un ultimo tentativo. Cercai il suo indirizzo nell'elenco telefonico, ed ovviamente non c'era... ricorsi all'ultima spiaggia, chiamai mia madre, mi sorbii la solfa di rito, e chiesi a lei l'indirizzo. Del resto lei adorava Francesca, e non desiderava altro che una nostra riappacificazione.
Rimasi stupito quando mi trovai di fronte quella piccola villetta a Verona Creek. Si era trasferita anche lei nella mia stessa città... che motivo aveva se non voleva più vedermi? Presi coraggio e suonai il campanello, e ripetei tra me e me il discorso che avrei dovuto farle quel pomeriggio. Non sapevo se lei fosse in casa, ma non mi sarei mosso da li finchè non fossi riuscito a convincerla che valeva la pena tentare. Perchè ne valeva la pena, giusto?
Ok.. non ho riletto, è stato un parto ma... che schifo ç___ç aggiornamento imbarazzante! Spero ci abbiate capito qualcosa... spero di recuperare prossimamente! La seconda parte conterrà la vostra prima scelta ;) Io corro a nascondermi... sigh...