Il vento dell'inverno

Feb 24, 2014 01:51

Autore: gw_at_ecate
Fandom: Frozen/Le 5 Leggende
Titolo: Il vento dell'inverno
Rating: nc17
Prompt: 391 l'unico che nessuno vede

Anna sedeva ai piedi del letto di Elsa, comodamente stesa sotto le proprie coperte. Stava raccontando alla sorella della sua giornata con Kristoff, mimava le espressioni più buffe del ragazzo, ripeteva le battute con cui si erano punzecchiati per tutto il pomeriggio.
Era così vivace e contenta mentre gesticolava e rideva di cuore. Sperava che, vedendola, Elsa si intenerisse e lasciasse che il suo stesso cuore si sciogliesse.
Ma la sua amata sorella era una regina. Per quanto dolce e tenera potesse essere con lei, Elsa rimaneva distaccata e altera. Anche Kristoff, che ormai la conosceva bene, non le si avvicinava volentieri.
Anna sospirò.
«Elsa, non ti senti mai sola?»
La giovane donna guardò stupita la sorella, non capendo come fosse passata dal parlarle di Olaf e Sven a quella domanda, ma le sorrise.
«Sola? No. Non mi sento sola. Ho te.»
La principessa rise imbarazzata, e strinse le mani di Elsa. «Lo so, lo so. Ma io intendevo… insomma, io ho Kristoff, mentre tu-»
«Non sono sola, Anna.» la interruppe la sorella maggiore.
Elsa liberò una mano dalla presa leggera e calda di Anna, e si portò il palmo al cuore.
«Dentro di me ho già tanto amore così come sto. Ci sei tu, ci sono i nostri sudditi. Io devo pensare prima di tutto a loro.»
Anna annuì, ma continuò a guardare Elsa con preoccupazione. Si congedò da lei con un abbraccio, e le mormorò qualcosa all’orecchio.
«Elsa, ti prego, fa’ attenzione che il ghiaccio non si prenda il tuo cuore: sai quanto possa essere pericoloso.»
La sorella le sorrise commossa, e le posò un bacio sulla fronte. «Non temere, sorellina. Il freddo non mi dà fastidio.»
Elsa vide Anna mordersi le labbra, incerta, ma alla fine le sorrise e lasciò la stanza. Un alito di vento gelido chiuse la porta, e la regina rabbrividì con piacere.
«Le dirai mai di noi?»
Una voce alle sue spalle la fece gioire silenziosamente. Elsa si voltò per sorridere a Jack.
Il giovane si avvicinò per sedersi sul letto su cui la regina riposava. Si allungò su di lei e le posò un bacio lungo e gentile sulle labbra. Elsa si aggrappò alla giacca di Jack, traendolo a sé.
Solo quando le loro bocche si allontanarono, la donna gli rispose.
«Lasciamo Anna nel suo mondo tranquillo. Fino a pochi anni fa non ricordava nulla del mio potere, non è ancora ora di parlarle del nostro vecchio compagno di giochi.»
Jack le sorrise maliziosamente «Mh, sono solo un vecchio compagno di giochi ora? Potrei offendermi.»
Elsa rise dei baci leggeri con cui il giovane le stava solleticando il collo. Il suo respiro freddo lasciava una sottile scia di brina sulla pelle fresca della regina.
«Qualche gioco lo facciamo ancora.» lo stuzzicò lei, passando le mani sulle spalle di Jack e lasciandogli cadere la giacca all’altezza dei gomiti.
Jack rise contro la gola di Elsa, e con dita agili sciolse i nodi che le tenevano chiusa la vestaglia pesante. Sotto di quella solo una lunga camicia da notte in raso copriva il corpo sinuoso della regina.
Elsa si sfilò la biancheria da letto in fretta, mentre anche Jack si toglieva gli abiti e li lasciava cadere sul pavimento. Con un brivido la regina alzò le coperte, esponendo per un attimo i seni e le gambe nude allo sguardo innamorato di Jack, e lo invitò a raggiungerlo.
«Hai freddo?» la prese in giro notando la pelle d’oca che le copriva le braccia.
Elsa rise e si strinse a lui, passandogli una gamba sui fianchi magri.
«Sì. Scaldami.»
Jack le passò una mano sullo stomaco, accarezzandola lentamente. «Scaldarti? Lo stai chiedendo alla persona sbagliata. Spirito dell’inverno, rammenti?»
Elsa si allungò sotto il tocco amorevole del ragazzo, mugolando soddisfatta. «Hai un modo tutto tuo di scaldarmi.»
«Sono un tipo particolare.» ammise lui, scendendo con le dita tra le gambe della giovane, giocando attorno all’inguine, e poi premendo i polpastrelli in quel punto appena più caldo del suo corpo.
Elsa chiuse gli occhi e gemette.
«Basta parlare.» lo supplicò, graffiandolo leggermente sulla schiena pallida, quanto bastava per scatenargli piccoli brividi che non fossero dovuti alla frescura delle sue dita.
Jack la baciò. «Come desiderate, Vostra Maestà.»
Con il sapore di una risata ancora sulle labbra, la bocca del ragazzo abbandonò la sua e si chiuse attorno alla gola della giovane, succhiandone la pelle, mordendo piano e tracciando una scia di minuscoli frammenti di ghiaccio lungo il petto di Elsa. La sottile strada di cristalli la percorreva attorno i seni, sormontava il capezzolo destro, quello che Jack aveva imparato essere il più sensibile, e poi proseguiva fino all’ombelico, dove la lingua del giovane le faceva il solletico, e spruzzi di neve si depositavano sulle lenzuola a ogni attacco di risa.
Elsa non aveva voglia di fermarlo. Le poche volte in cui si era permessa di negarsi una risata con lui per affrettare il piacere, Jack aveva trovato modi sottili di vendicarsi di lei: bevande calde che si ghiacciavano mentre cercava di bere, brezze che le scompigliavano i capelli mentre cercava di acconciarsi, piastrelle che si gelavano non appena lei vi posava un piede. Dispetti da bambino.
A volte valeva la pena di sopportarli, semplicemente perché il vento freddo di Jack era capace di darle un tale calore da bruciarla, ma quella sera le piaceva così, con calma, con risate soffocate e gemiti persi nelle stesse.
Le piaceva fare l’amore con Jack, perché anche in quei frangenti lui non si smentiva. Era sempre il ragazzo con il sorriso gentile e divertente che aveva conosciuto quando era solo una bambina spaventata e che le aveva insegnato i primi giochi con la neve.
Era il giovane che era cresciuto solo per poterla proteggere in nuovi modi.
Elsa boccheggiò e una patina di ghiaccio ricoprì la spalla di Jack a cui lei si era aggrappata fino a quel momento.
«Tutto bene, Elsa?» le domandò lui sogghignando, le labbra sollevate a nemmeno un centimetro dal suo sesso e le dita di una mano pericolosamente vicine alla sua apertura.
Elsa inspirò lentamente e strinse gli occhi.
«Sì, ti prego, continua.» sospirò lei, lasciandosi andare.
Il giovane ridacchiò e posò la bocca sul suo clitoride, mentre con l’indice e il medio la penetrava lentamente. Elsa sentì la lingua di lui leccarla sapientemente, percorrendo lo spazio caldo tra le piccole labbra fino a farle sollevare il bacino e gemere. Con le dita toccava punti dentro di lei che le inviavano scosse di piacere lungo tutto il corpo.
Proseguiva lento, metodico, e in breve la vicinanza all’orgasmo si fece più frustrante che piacevole. Elsa lo supplicò accorata, con suoni e parole sconnesse che lo fecero ridere ancora mentre lei si allungava e stirava le gambe, cercando disperatamente di ottenere quel qualcosa in più che l’avrebbe fatta gridare.
Jack si stese sopra di lei continuando ad accarezzarla pigramente con la mano. Elsa divaricò le gambe e strinse le braccia attorno alle spalle del ragazzo. Nel momento in cui la penetrò con il suo sesso, la giovane pensò quasi che avrebbe potuto piangere per il sollievo.
Inarcò i fianchi, si mosse con lui, sollevandosi e poi riabbassando il bacino, avanti e indietro, da lento a sempre più veloce. Il rumore dei loro ansiti che si condensavano in fumose volute fredde le riempiva le orecchie, e finalmente anche Jack perdeva il controllo, la chiamava tra gli ansiti e la penetrava fino in fondo, senza mai smettere di stringerla a sé con una mano premuta dietro la schiena.
Elsa gli accarezzò la nuca mentre spingeva dentro di lei, affondò le dita tra i capelli corti e bianchi del ragazzo, e gridò più volte, per il primo orgasmo, per il secondo, per la gioia di sentire infine Jack ritrarsi in tempo per venirle sulle gambe e mordersi le labbra mentre gemeva appagato.
Lo abbracciò e si lasciò baciare a lungo, il sapore dei suoi stessi umori sulla lingua la straniva senza infastidirla.
Jack si spostò appena per restare steso e stretto a lei, con il capo appoggiato tra i suoi seni che si alzavano e abbassavano al ritmo del respiro ancora affannato. Con l’orecchio premuto contro il petto della regina sentiva il cuore batterle velocemente per lo sforzo.
Riprese ad accarezzarle un fianco senza nemmeno accorgersene, e le braccia di Elsa lo strinsero più forte, mentre con le dita anche lei ricambiava quella gentilezza, scostandogli i capelli dalla fronte e dalla tempia con movimenti leggeri.
Jack chiuse gli occhi e si lasciò inondare dal senso di pace che la vicinanza con Elsa gli comportava.
Poi Elsa parlò con il tono mesto e pensieroso che lui aveva imparato a riconoscere negli anni in cui le era rimasto accanto, seppur senza riuscire a farsi vedere da lei.
«Jack, il ghiaccio del mio potere può uccidere quando colpisce al cuore.»
Il giovane rialzò le palpebre, e la mano con cui stava accarezzando Elsa la strinse sull’anca, afferrandola con forza.
«Io sono l’inverno. Non potresti mai farmi del male.» la rassicurò.
«Lo so.» sussurrò la regina, eppure la sua voce non lasciava andare la preoccupazione.
Jack le prese il volto tra le mani e la guardò, sorridendole sereno. Gli occhi grandi della giovane lo fissavano in cerca di aiuto.
«Abbiamo entrambi il ghiaccio nel cuore, Elsa. Io ho il tuo, e tu…»
Elsa annuì, e il suo sorriso dolce confermò quel che Jack non era stato sicuro di poter dire ad alta voce: «Ed io ho il tuo. Siamo stretti in un eterno, caldo inverno.»
Il giovane rise.
«Sì. Sì.» ripeté baciandola. «Non si tratta più di essere compagni di giochi. Non siamo più solo un gioco.»
Elsa si spinse sotto di lui, con una gamba tra quelle di Jack. «Non si è mai trattato solo di un gioco.»

fandom: crossover, autore: gweiddi at ecate, rating: nc-17, prompt: 391

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