[Sherlock Holmes (2009)] Ultima Volta

Dec 25, 2012 23:55

Titolo: Ultima Volta
Autore kurenai88
Fandom: Sherlock Holmes (2009)
Rating Rosso
Parole: 1456 (FiumiDiParole)
Avvertimenti OneShot, Slash, What if? (E se...)
Genere Introspettivo, Erotico
Personaggi: Sherlock Holmes, John Watson
Prompt: 15. Ultima Volta
Riassunto " Questa sarà l'ultima volta."
Tono sicuro, autoritario. Un tono che non ammetteva repliche, nemmeno da uno come Sherlock Holmes che, in un modo o nell'altro, riusciva sempre ad avere l'ultima parola.
Era quello il sincero e pretenzioso intento della mia affermazione. Si trattava di un'impresa pressoché titanica il farlo tacere una volta per tutte con 'armi verbali', ma avrei usato ogni mezzo a mia disposizione in quel momento - lecito o meno - pur di non sentire quel bruciante senso di colpa che avvertivo ogni qualvolta che mi faceva presente che quello non sarebbe mai stato l'ultimo dei nostri incontri.
Note: 1. Partecipa al p0rn fest #6 @ fanfic-italia. Prompt: “Non sarà l’ultima volta.”
2. Partecipante alla challenge indetta da 500 Themes Italia con prompt: 15. Ultima Volta
3. Esperimento! XD EheheXD Non ho mai scritto in prima persona né con questi personaggiXD quindi… bhe: spero vi piaccia<3
4. Non betata. Assolutamente non betata!





" Questa sarà l'ultima volta."
Tono sicuro, autoritario. Un tono che non ammetteva repliche, nemmeno da uno come Sherlock Holmes che, in un modo o nell'altro, riusciva sempre ad avere l'ultima parola.
Era quello il sincero e pretenzioso intento della mia affermazione. Si trattava di un'impresa pressoché titanica il farlo tacere una volta per tutte con 'armi verbali', ma avrei usato ogni mezzo a mia disposizione in quel momento - lecito o meno - pur di non sentire quel bruciante senso di colpa che avvertivo ogni qualvolta che mi faceva presente che quello non sarebbe mai stato l'ultimo dei nostri incontri.
Sapevo di mentire a me stesso con quelle parole ormai familiari, ma ormai avevo scoperto che non mi importata apparire come un bugiardo quando il mio corpo rilasciava quelle forti ed eccitanti scariche di adrenalina e lussuria. Ma soprattutto, avevo anche compreso che avrei fatto davvero qualsiasi cosa pur di non sentire fuoriuscire dalle labbra del mio amico e collega un'altra di quelle affermazioni ormai abituali nel nostro rapporto: " Non sarà l'ultima volta."
" Mio caro Watson...", parole che avrei sentito se solo non mi fossi adoperato nel tenergli la bocca chiusa.
Nella mia carriera di soldato e medico avevo avuto modo di conoscere molti modi per mettere a tacere un uomo. Violenza, veleni, ricatti psicologici... ma niente di tutto quello che avevo imparato avrebbe mai avuto mai effetto su quell'indisponente essere che rispondeva al nome di Sherlock Holmes.
Solo una pratica, anormale come il nostro rapporto, si era rivelata con il tempo efficace, creando ironicamente l'effetto da me desiderato e donando ad entrambi attimi di piacevole silenzio - dote che Holmes sembrava non possedere ma che apprezzava in me.
L'atto fisico del sesso - la sodomia - sembrava essere l'unica arma in mio possesso per mettere a tacere il mio amico, e benché fossi a conoscenza dei pericoli che quelle azioni avrebbero comportato in futuro, mi ero presto reso conto di non essere minimamente interessato alle conseguenze e che stavo solamente creando delle scuse per nascondere la verità.
A conti fatti, era quella la prima tra le mie ormai numerose menzogne... ma sapevo che ci avrei pensato solo in seguito. In quell'istante i miei sensi si stavano concentrando solo sul corpo di Holmes ormai bloccato sotto il mio, sui vestiti che venivano letteralmente strappati via e dalle erezioni che non potevamo nascondere.
La ragione e la logica venivano brutalmente dimenticate in quegli attimi, e nonostante la mia professione mi permettesse di vedere il sesso anche dal punto di vista medico, stentavo quasi a credere al livello di follia che eravamo in grado di raggiungere.
Non avevo controllo del mio corpo, perché erano l'istinto e la lussuria a guidarmi, ed in quegli istanti riuscivo quasi ad ignorare il lieve sorriso intriso di vittoria di Holmes che accompagnava quel naturale e pudico imbarazzo che gli colorava il viso. Ma soprattutto non sentivo il senso di colpa per essere caduto ancora in quella trappola.
Non pensavo ad altro che al mio compagno, al corpo che potevo toccare e baciare... al piacere che avremo raggiunto durante l'amplesso.
Ne ero quasi drogato, dipendente dalle sensazioni che Holmes mi faceva provare.
Era assurdo come un uomo estremamente verbale ed indisponente come lui fosse in grado di tacere e di lasciare che fossero i suoi gesti ed il suo corpo a parlare, guidandomi e spingendomi verso il punto di non ritorno - ammetto di aver più volte pensato che fosse la sua totale mancanza di 'intimità' con il corpo umano a farlo risultare così lascivo, era come se cercasse di... imparare. Vere o meno le mie supposizioni passavano sempre in secondo piano, soprattutto quando mi concentravo su ciò che avevo appreso su Holmes, come la consistenza dei suoi fianchi contro i palmi delle mie mani, il sapere quali muscoli e nervi stuzzicare con la sola punta delle dita per farlo gemere e rilassare...
Ormai conoscevo tutto di quel corpo e non provavo vergogna per il mio sapere quando sentivo i versi mal trattenuti che Holmes mi donava... anzi, sentivo risvegliarsi in me strane sensazioni che, altro ad agitarmi, riuscivano a mettermi addosso un'altrettanta anormale fretta.
Era in quegli istanti che mi sembrava quasi di fuggire da qualcosa e mi lasciavo andare ad una frettolosa preparazione del corpo sotto di me. Breve, certo, ma non meno accurata.
Non sarei mai riuscito a far più male del dovuto ad Holmes - escluse le volte in cui i suoi atteggiamenti sembravano invitarmi a prenderlo a pugni -, e con la tipica perizia che mi caratterizzava come medico cercavo di far rilassare il più possibile il mio collega per prepararlo ad accogliere il mio sesso dolorosamente eretto.
Muovevo le mie falangi con attenzione, fermandomi solo per dei brevi istanti quando sentivo le dita di Holmes stringersi sulle mie braccia. Non si era mai permesso alcuna lamentela durante la mia breve preparazione, forse per orgoglio o forse per stupidità - ne dubitavo fortemente -, in quei momenti sembrava solo in grado di comunicare attraverso i gesti - orgoglio, sicuramente orgoglio.
Attesi trattenendo l'impazienza e quelle strane sensazioni che cercavo di mettere a tacere, e quando sentì l'orifizio del mio compagno rilassarsi insieme alle dita ancorate sulle mie braccia, mi permisi di lasciarmi andare.
Allontanai le dita, e spingendo il mio sesso verso l'entrata di Holmes, mi premurai di baciarlo ancora per mettere a tacere un lamento che neanche la sua tempra gli avrebbe permesso di nascondere.
Neanche le mie conoscenze mediche potevano essere paragonate alle sensazioni che avvertivo nell'affondare nel corpo del mio amico.
Potevo elencare a memoria come un corpo reagiva all'eccitazione, ma ciò che provavo andava al di là della teoria medica.
Chiusi gli occhi lasciandomi avvolgere dal calore di Holmes, e percorrendo i fianchi del mio compagno iniziai a muovermi lentamente. Piano, con spinte leggere e calcolate per non ferire ulteriormente il mio amico e per non far finire tutto troppo in fretta.
Mantenni quel ritmo per un tempo che mi parve quasi infinito, tant'è che non riuscivo più a trattenere i miei gemiti.
I versi di piacere che abbandonavano le mie labbra si univano in un unico suono con quelli di Holmes, creando una sinfonia di lussuria che avrebbe portato chiunque alla follia.
Compresi di essermi ormai perso quando non riuscii a fermare la mano del mio collega che andò ad incastrarsi tra i nostri corpi per iniziare ad accarezzarsi. Trovai eccitante la sua espressione, il rossore che colorava il suo volto ed il sudore... e non compresi più nulla.
Perso completamente il controllo e, baciandolo e graffiandolo, iniziai a muovermi con più forza.
Gemetti parole senza senso - forse il nome del mio amante o forse qualche imprecazione -, ritrovandomi in grado solo di ascoltare le reazioni fisiche dei nostri corpi prossimi all'apice del piacere.
Fu Holmes il primo a venire, riversamento il suo seme sui nostri corpi ed emettendo un verso talmente osceno che mi domandai se fosse stato davvero lui a produrlo.
Solo qualche istante dopo l'orgasmo mi colse ironicamente impreparato, rubandomi un alto gemito e privandomi delle forze.
Le mie braccia infatti tremarono, così come le mie gambe, minacciando di non reggere più il mio peso. Infatti, con un ultimo generoso sforzo, mi spinsi accanto al corpo di Holmes pur di non crollargli addosso.
Alle mie orecchie giungevano i nostri respiri pesanti ed appagati che rompevano quel rassicurante silenzio che si era creato.
Piccoli e piacevoli istanti che si infransero con un mio sospiro quando notai che le scure iridi di Holmes si erano puntate su di me.
Cercai di riprendere fiato e di trovare il coraggio di andarmene... ma lo sguardo del mio collega mi teneva bloccato.
Era fastidiosa l'insistenza con la quale Holmes mi fissava. Talmente fastidiosa da risvegliare in me quell'imbarazzo che era andato dimenticato durante gli anni di questa nostra 'relazione atipica'.
" Holmes. La smetta, per cortesia.", sbottai irritato, coprendomi con il lenzuolo quasi per pudore.
Il mio amico però parve divertito dalla mia richiesta, continuando a studiarmi come se mi avesse visto per la prima volta. Ma la verità era un’altra, non era il ‘fastidio’ a rendermi irrequieto, ma il fatto che... che temevo quello sguardo.
Benché fossimo già nudi, sudati e sporchi dei nostri liquidi seminali - soprattutto con niente da nascondere l'uno all'altro -, Holmes sembrava volermi spogliare ancora e ancora, privandomi della pelle fino a potermi entrare nella mente - un concetto strano ed astratto per un medico come me, ma erano quelle le mie sensazioni.
" La smetta! Che io sia maledetto quando ho accettato questa... cosa!", esclamai, cercando ancora una volta di schermare le mie debolezze - i miei sentimenti - dinnanzi all'analitico e attento sguardo del mio amico.
" Sa che le dico, mio caro Watson?", dichiarò qualche istante dopo Holmes, interrompendo il suo silenzio con un tono volutamente canzonatorio ma soddisfatto - era come se avesse scoperto un qualcosa di vitale importanza che lo compiaceva. " Temo che questa... non sarà l'ultima volta."

rating: nc17, prompt: 15, fandom: sherlock holmes (2009), autore: princesskurenai

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