Autrice:
strangeandcharm
Fandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Dean/Castiel, Sam, Gabriel, Cupido
Rating: PG-13
Genere: Romantico, poco poco Angst
Warnings: Beh, direi che non ci sono warnings a meno che i Cupido non vi facciano lo stesso
effetto che fanno a Dean XD
-Postare questa traduzione è stato un partoo >.< OpenOffice mi ha messo delle rigacce in mezzo al
testo che non sono riuscita a togliere e ho dovuto cambiare formato del file, mandando a capo
tutto perchè mi aveva tolto gli spazi T____T è stata dura ma alla fine ce l'ho fatta...-
Summary: Cosa vuole Castiel? Gabriel è curioso, Castiel è sconcertato e Dean non è proprio in sé...
Note: TRADUZIONE! Se sapessi partorire certe cose mi considererei un Dio, forse proprio Dio
Dio...link alla storia originale :)
strangeandcharm.livejournal.com/114247.html#cutid1.
Disclaimer: I personaggi bla bla non appartengono bla bla né a me bla bla né all'autrice bla
bla...Viva viva zio Kripke e bla bla tutta la CW...bla bla
“Oh avanti! Sputa il rospo amico. Condividi. Arrostiamoci qualche marshmallows insieme e
parliamo delle cose belle della vita. Rivelami un segreto. Dimmi quello che vuoi, Castiel.”
La voce di Gabriel era chiara e i suoi occhi brillavano sotto la luce dei lampioni, ma Castiel non si
fece ingannare neanche per un secondo. C’era un motivo se questo arcangelo era conosciuto sulla
terra come “Trickster”. Era malizioso e crudele, faceva progetti e architettava piani solo per il suo
tornaconto.
Si era presentato di fronte a Castiel con un ramo d’ulivo in una mano e un enorme sorriso sulla
faccia, ma questo non significava assolutamente nulla, aveva qualcosa in mente e Castiel non si
fidava di lui.
“Non capisco perché improvvisamente tu voglia…legare con me”, disse lentamente e con
circospezione. Gabriel poteva pure avere senso dell’umorismo, poteva pur aver assorbito la
maggior parte delle emozioni e dei modi di fare umani in tutto questo tempo lontano dal
paradiso, ma rimaneva comunque pericoloso, e Castiel non aveva intenzione di dimenticarselo
così in fretta.
L’arcangelo alzò le spalle. “Pensaci fratellino, siamo entrambi lontano da casa a mescolarci tra gli
umani, cercando di ottenere piacere lontano dalla famiglia. Abbiamo tante cose in comune.”
“Non sto cercando di ottenere alcun ‘piacere’. Sto cercando di impedire la distruzione della razza umana.”
“Lo so. Lo so. Cerchi di impedirla cercando Dio.” Gabriel guardò il ramo che teneva nelle mani e
prese un’oliva. “Sembra che il Vecchio non voglia farsi trovare eh? E’ una causa persa e tu lo sai.
Quindi sono curioso, perché sei ancora qui?”
Castiel lo studiò pensieroso, ancora diffidente. “Perché devo fare tutto il possibile, perché questa
battaglia non è ancora finita, perché lo devo ai miei amici, perché non ho nessun altro posto dove
andare.”
“Perché, perché, perché…” Gabriel si buttò l’oliva in bocca e sogghignò. “Non hai mai voglia di fare
le cose per te stesso? Come sto facendo io?”
“Tu tormenti poveri mortali innocenti per…piacere, come hai detto.” C’era così tanto disappunto e
nella sua voce che per un attimo Castiel ne era rimasto quasi shockato. Tuttavia, una volta aveva
chiamato Raphael puttana, poteva vivere anche con questo.
“Io tormento i cretini e le teste di cazzo. C’è differenza! Se giochi bene, mangi le tue verdure e non
tiri le ali alle mosche allora ti lascerò in pace. Non è colpa mia se gli umani sono crudeli la maggior
parte del tempo.” Gabriel fece un passo avanti; Castiel dovette resistere con tutto se stesso per
non farne uno indietro. “Questo è il mio hobby. Qual è il tuo? Avanti! Sono curioso! Cosa vuoi,
Castiel?
Rispose praticamente subito. “Pace.”
“E il premio per la risposta più ovvia va a…” Gabriel scosse la testa con finta disperazione. “Non è
questo quello che intendevo, idiota. Cosa vuoi tu? Per te stesso?”
Castiel sbatté le palpebre. “Non capisco cosa vuoi dire.”
“Oh che povero piccolo servo sei! Tutti questi millenni a prendere ordini e ora non sei neanche in
grado di capire quello che vuoi e di pensare con la tua testa.” Gabriel sospirò e staccò un’altra
oliva dal ramo. “Pensaci su, se potessi avere una qualsiasi cosa per te stesso, cosa sarebbe? Non
pensare in grande. Immagina che tutto questo casino dell’apocalisse sia finito e tu sei stato
perdonato, sei libero e il tuo più grande desiderio può essere avverato. Quale sarebbe? Cosa
sceglieresti per te stesso?”
Castiel si accigliò, pensandoci seriamente. “Perchè vuoi saperlo?”
Perchè il Daily Show non inizia prima di sera. Intrattienimi. Qual è il tuo più profondo oscuro desiderio?”
“Vorrei vedere Lucifero sconfitto.”
“Certo, Capitan Ovvio. E?”
“Vorrei vedere il paradiso rimesso a posto, come dovrebbe essere.”
“Bene, e?”
“Non vorrei più vedere umani morire per via dei nostri battibecchi”
“Figurarsi…E?”
“Io…Io vorrei che Dean e Sam Winchester fossero felici.”
“Non posso dire di esserne sorpreso, dopo tutto quello che ti ho sentito dire…E?”
Castiel lo fissò perplesso.
Gabriel sbuffò. “Mi stai dicendo che non c’è niente, assolutamente niente, che vorresti per te
stesso? Te l’hanno fatto davvero bene il lavaggio del cervello! Tutti questi anni inchinandosi,
strisciando e seguendo ordini e questo è ciò che è rimasto di te? Non vuoi nemmeno una singola
cosa che tu possa chiamare tua?”
“Non ho bisogno di possedere niente,” inizio Castiel, domandandosi cosa volesse Gabriel. Non era
sicuro di dover restare. Questa conversazione era esasperante e non avrebbe dovuto parlare con
Gabriel a priori.
“Non sto parlando di possedere qualcosa,” scattò Gabriel, socchiudendo gli occhi. “Sto parlando di
sentimenti. Desideri”
“Non ho desideri oltre quello di servire Dio.”
“Tu lo ami.”
“Certo che lo amo, tu no?”
Gabriel sorrise, ma era un sorriso a labbra strette, un sorriso che durò poco. “Oh certo. Lo amo da
morire. Ma è possible amare altre cose. Oltre a nostro Padre, cos’altro ami? Chi altro ami? Hai mai
incontrato qualcun altro oltre a quei maledetti Winchester?”
“Loro non sono maledetti.” Disse l’angelo con aria irritata.
“Fai in fretta a prendere le loro difese vedo, e non per la prima volta.” Gabriel gettò il ramo d'ulivo
sull’asfalto del parcheggio e si appoggiò ad una Station Wagon li vicino, incrociando le braccia.
“Okey, vediamo. Tu non hai desideri e sei completamente felice così come sei.”
Incerto, Castiel annuì. “Continuo a non capire cosa vuoi da me,” disse. “Questa conversazione è inutile.”
“Se dovessi scegliere tra Dean e Sam, chi sceglieresti?”
La testa di Castiel scattò in su. “Li stai minacciando?”
“Solo ipoteticamente. Sam o Dean. Chi ti piace di più?”
Castiel non poté farci nulla, prima ancora di rispondere la sua mente aveva già valutato le opzioni
ed era arrivata ad una conclusione. Ignorandola, aprì la bocca per minacciare l’arcangelo, ma la
richiuse di nuovo quando vide l’espressione che Gabriel aveva dipinta in faccia.
Aveva letto la sua mente. Ovviamente l’aveva letta.
“Ti importa davvero del giovane Dean, eh?
“Stai lontano da lui.”
“Wow, che ruggito!”
Castiel strinse i pugni. “Se lo tocchi ti uccido”
Gli occhi di Gabriel si accesero. “ Sei morto per salvarlo già una volta, giusto? Significa molto per
te. Potrei dire che lo ami. Certo, sempre se un angelo può amare un umano, considerando tutti i
problemi che comporterebbe la cosa. Sai, bollire i suoi occhi la prima volta che ti dovesse vedere
nudo metterebbe fine alla vostra relazione probabilmente…”
Castiel si zittì. Non aveva la più pallida idea di cosa dire. Non poteva dire se Gabriel stava
minacciando Dean o no; e questo lo confondeva ancora di più.
“Beh, questo risponde alla mia domanda,” disse l’arcangelo dopo una piccola pausa, girando sui
suoi tacchi e puntando lo sguardo al cielo.
“Non capisco,” disse Castiel nervosamente. “Non ho risposto. Io non voglio niente per me stesso.”
“Oh, ma tu lo vuoi, anche se ancora non lo sai.” Gabriel sorrise, e per una volta quello sulla sua
faccia sembrava un sorriso sincero. “Povero scemo. Ti sta praticamente davanti e tu neanche lo
vedi. Penso che gli darò una piccola spinta, giusto per vedere cosa accadrà.”
“Stai parlando per enigmi”
“Lo sto facendo?” rise Gabriel. “Sai, tutto questo mi ricorda una canzone cantata da un gruppo
chiamato Rolling Stones. Lo so che non li hai mai sentiti nominare, e loro sono troppo fighi per te,
ma in ogni caso…C’è qualcosa in questa frase, ‘Non puoi sempre ottenere quello che vuoi, ma se
ci provi ogni tanto, ottieni quello di cui hai bisogno*’ e quel qualcosa sei proprio tu Castiel. Ti darò
quello che ti serve. Ora devi solo imparare a volerlo.” E con uno schiocco delle dita, sparì.
Castiel fissò lo spazio vuoto nel parcheggio per molto, molto tempo prima di andarsene pure lui.
Non era sicuro di cosa fosse appena successo, di sicuro non erano buone sensazioni.
~ ~ ~
La prima cosa che fece fu chiamare Dean. Sia che Gabriel aveva minacciato i Winchester o no,
doveva sapere se stavano bene. Arrivò alla tavola calda prima che Dean potesse finire di dargli
l’indirizzo, muovendosi attraverso lo spazio e il tempo mentre le parole erano ancora nell’aria. La
sua apparizione fu seguita dal suono di un breve ed acuto urlo e di stoviglie rotte. Castiel si mise in
allerta in meno di un secondo, ma tutto quello che vide fu una cameriera di mezza età che lo
fissava con assoluto terrore, dal vassoio e dalle tazze rotte colava il fluido di varie bevande, che
piano piano si allargava sul pavimento.
“Scusi,” disse “non volevo farla spaventare.”
Si girò prima che la cameriera potesse rispondere e vide i fratelli seduti vicino alla finestra. Si
sedette vicino a Sam e rimboccò l’impermeabile attorno alle sue ginocchia, passando lo sguardo
lungo tutta la tavola calda con attenzione, in caso di qualche pericolo.
“Bene, penso che avrò da pulire per un bel po’,” osservò Dean, accennando con la testa verso la
cameriera, che stava ancora fissando Castiel stupita con una mano sul cuore, come se questo
potesse uscirgli dal petto.
Sam ghignò. “Sai Cas, solo perché noi siamo abituati a vederti sparire e riapparire in giro, questo
non vuol dire che ci siano abituati tutti…”
“State bene?” Chiese Castiel senza dare ascolto alle parole di Sam.
Dean alzò un sopracciglio. “Non dovremmo?”
“Non lo so, ho appena avuto una…conversazione sconcertante con Gabriel.”
A Sam cadde la forchetta. “Oh, questa non può essere una cosa buona. Cosa vuole ora quel figlio
di puttana?”
Castiel trattenne il fiato per un momento prima di rispondere. “Voleva sapere cosa voglio.”
Dean alzò entrambe le sopracciglia questa volta. “Cosa intendi dire con ‘quello che vuoi’?”
“Appunto.” Sam lanciò uno sguardo a suo fratello prima di tornare a rivolgersi all’angelo. “Puoi
ripetere?”
“Mi ha chiesto cosa voglio,” ripeté Castiel, abbassando la voce. “Io non avevo capito la domanda e
lui non si è spiegato. Ma ho l’impressione che se ne sia uscito con una qualche risposta in ogni
caso e ora probabilmente farà qualcosa. Penso che potreste essere coinvolti.”
“E questa è la fine del mio pranzo,” disse Sam con amarezza, spingendo via il piatto. “Fantastico,
era proprio quello di cui avevamo bisogno. Cosa ne farà di noi sta volta? Ci farà naufragare
all’isola dei famosi?”
“Se vi facesse naufragare su un’isola, vi troverei,” promise Castiel, anche se appena lo disse si rese
conto di non avere idea di dove questa ‘isola dei famosi’ si trovasse.
“Non capisco,” mormorò Dean. “Perché ti ha chiesto cosa vuoi?”
“Non lo so”
“Vuole comprarti un regalo o qualcosa di simile?”
Castiel fece una smorfia all’idea di Gabriel che gli faceva un regalo. “Penso proprio di no.”
“Cosa vuoi tu?” Chiese Sam improvvisamente.
“Voglio la fine dell’apocalisse,”disse Castiel, un po’ innervosito dalla domanda improvvisa. “Questo
è quello che gli ho detto.”
“E?”
Castiel incrociò lo sguardo di Dean e trattenne il respiro. Perché tutti gli chiedevano cose a cui non
sapeva rispondere oggi? “Non voglio nient’altro,” disse dopo un momento di esitazione. “Questa
discussione è inutile.”
“Ovviamente non è inutile se un arcangelo ti sta rompendo le palle per saperlo, Cas. Cosa-“
Castiel alzò una mano in allerta. Poteva percepire qualcosa, una presenza. L’aria fu
immediatamente appesantita da un profumo di rose e una soffice brezza frusciò per la tavola
calda, scompigliando i capelli dei clienti e facendo volare i menù fatti di carta velina a terra. Era
durato solo pochi secondi ma Castiel l’aveva sentito forte come un uragano.
“E’ successo qualcosa,” ruggì, alzandosi in piedi e guardando attraverso l’edificio. Non vide nulla di
sconveniente, e dopo una manciata di secondi guardò in basso, verso i due fratelli. Sam aveva
tirato fuori il coltello di Ruby e si stava guardando intorno con sospetto, ma Dean lo stava
fissando. La sua testa era inclinata da una parte ed era un po’ accigliato, guardando in alto verso
di lui con un emozione a cui Castiel non sapeva dare un nome. Non sembrava conscio del pericolo,
per niente. Guardava…e basta.
“Stai bene Dean?” Chiese Castiel. Sam si risedette e si girò per guardarlo.
“Sto bene,”rispose Dean sorridendo. “Sei da sogno, te l’ha mai detto nessuno?”
Ci fu una pausa non molto confortevole.
“Dean?” disse Sam con incertezza. “Stai bene, amico?”
Dean gli sorrise. “Certo.”
“Hai appena detto che sono da sogno,” sottolineò Castiel, sedendosi lentamente. Non era sicuro di
cosa significasse ‘da sogno’, ma dal modo in cui Dean l’aveva detto, sembrava implicare il fatto
che lo trovasse attraente in qualche modo. Definitivamente non era una cosa con cui il suo amico
se ne sarebbe venuto fuori.
Dean si appoggiò allo schienale e incrociò le braccia. “Quindi?” rispose. “Non è la verità?”
La faccia di Sam era una maschera di preoccupazione. “Cosa…Seriamente, Dean, che cosa ti
prende?”
“Sono di buon umore,”disse Dean con un’alzata di spalle. “Cas è qui. Tutto è okay. Sono felice.”
Sam chiuse la bocca e guardò Castiel con aria impotente. “Cos è successo?”
Castiel stava iniziando a sentire un brutto, brutto presentimento, e c’era solo un modo per
scoprire se i suoi sospetti erano corretti. “Posso..?” chiese, allungando una mano verso Dean, e
quando il ragazzo fece un enorme sorriso e annuì, si sporse lungo il tavolo e appoggiò un palmo
sul suo petto.
“Mi piace quando mi tocchi,”disse il maggiore dei Winchester, ma qualcosa nel modo in cui gli
occhi di Dean ammiccavano disse a Castiel tutto quello che gli serviva ancora prima di sentire il
sigillo enochiano scavato nel suo cuore.
“La presenza che ho percepito era un Cupido,” disse sospirando, sedendosi di nuovo. “Ha
incantato Dean.”
“C’è solo un ragazzo qui intorno che fa incantesimi Cas, e non è un cherubino” gli disse Dean,
agitando le sopracciglia.
Sam farfugliò prima di riuscire a parlare. “No no. Ci stai prendendo in giro. Dean sarebbe stato
colpito da una freccia di Cupido? E’ una pazzia!”
“Non è pazzia, Gabriel sta facendo questo. Non capisco perché pensa che sia necessario, ma…”
La voce di Castiel si smorzò, Dean lo stava guardando intensamente. Molto ,molto intensamente.
“Oh mio Dio, ti ama!” Sam buttò fuori le parole con estrema rapidità, sgomento.
“Lo penso anche io,” rispose Castiel tristemente.
Dean si irritò. “Non sono sotto incantesimo, idioti. Davvero credete che io possa sentirmi così solo
perché un ciccione nudo a cui piace abbracciare ogni cosa che vede me l’ha detto? Non essere
stupido, Sammy. Sono un uomo adulto. Penso con la mia testa. Se mi piace Cas è perché lui è
meraviglioso e non ha niente a che vedere con un cretino di cherubino.” Diede una gomitata al
fratello, “Ahahah cretino di cherubino. Mi piace.”
Castiel notò che il viso di Sam stava cambiando colore, diventava sempre più rosso ogni secondo
che passava. I suoi occhi erano lucidi e sembrava avere difficoltà nel controllare la voce quando
chiese, “Dean, sei innamorato di Cas?”
Castiel lo guardò temendo la risposta. Dean, invece, non sembrava per niente scosso. “Beh.
Certo,” disse. “Perché non dovrei esserlo? E’ Cas!”
Sam sembrava indeciso se ridere o piangere. Si girò per guardare Castiel e alzò le sopracciglia.
“Che diavolo sta facendo Gabriel?”
Il ginocchio di Dean strusciò contro quello di Castiel sotto il tavolo, facendolo saltare. In
fretta,l’angelo si alzò tentando di ignorare il lampo di gioia negli occhi di Dean. “Se volete
scusarmi, devo trovare quel Cupido e fargli qualche domanda,”sbottò, trovando che respirare gli
risultava difficile tutto ad un tratto.
“Niente bacio di addio?” Chiese Dean sfacciatamente, e Castiel gli lanciò un’occhiata di enorme
terrore prima di lanciarsi a distanza nello spazio.
~ ~ ~
Il Cupido gli disse che stava agendo per conto di Gabriel, ma non fu una grande rivelazione.
“Dean Winchester è innamorato di un angelo per colpa tua,” lo accusò Castiel.
“Lo so,” disse Cupido sorridendo. “Non è magnifico? Non ho mai fatto una cosa del genere prima
d’ora! Ero preoccupato all’inizio perché , hey, sai, il paradiso non è appassionato di angeli e umani
che stanno insieme. Ma Gabriel ha detto che andava fatto, quindi perché lamentarsi?” Batté una
mano sulla spalla di Castiel amichevolmente, il suo volto paffuto era raggiante di gioia.
“Quindi come sta andando? Vi siete già sbaciucchiati?”
“No,” sibilò Castiel, shockato. “Sei stato ingannato. Gabriel sta solo facendo uno scherzo crudele.”
Il viso di Cupido si intristì. “L’amore non è crudele, amico. Non dirlo mai.”
Sospirando, Castiel si pizzicò la punta del naso con le dita. Ci pensò su e poi realizzò che non aveva
scelta, così gridò il nome di Gabriel, l’arcangelo arrivò talmente in fretta che Castiel si rese conto
che era nascosto, in attesa di essere invocato.
Cupido si inginocchiò vedendo il nuovo arrivato, inchinando la testa in rispetto, ma Gabriel gli fece
cenno di andarsene. “ Hai fatto il tuo lavoro, vai a mangiarti qualche gelato o qualcosa del
genere.”
“Il suo desiderio è un ordine” ridacchio Cupido, e sfregandosi le mani sparì con felicità.
“Hai un pessimo senso dell’umorismo,”sbottò Castiel, guardandolo male con tutte le sue forze.
Gabriel era impassibile, si limitò a fare un sorriso da orecchio a orecchio. “Hai la minima idea di
quante donne venderebbero l’anima al diavolo per far innamorare Dean Winchester di loro? Sei
un ragazzo fortunato, fratellino.”
Castiel strinse i pugni. “Fallo tornare com’era. Questo è un atto spregevole.”
“L’amore non è spregevole, Castiel.”
“Quello non è vero amore”
Gabriel mise le mani nelle tasche dei jeans e guardò su e giù. “E come lo sai? Tu sai com’ è il lavoro
dei Cupido. Se non c’è niente l’incantesimo non attacca, e a me questo sembra alquanto
‘appiccicoso’.”
Castiel aprì la bocca per replicare, poi le richiuse. Effettivamente, Gabriel non aveva tutti i torti. Un
uomo così testardo e scontroso come Dean non sarebbe mai caduto sotto incantesimo, se non ci
fosse già stato qualcosa; del tenero per Castiel, forse. Si rifiutò di credere che fosse amore,
comunque. Dean non amava nessuno eccetto la sua famiglia, e Castiel non era della famiglia.
“Hai imposto i tuoi desideri nella sua testa,” disse infine Castiel, irritato. “Qualsiasi cosa senta per
me, l’hai portata all’estremo. Non dovresti interferire sulle emozioni umane in questo modo.
E’…E’ una cosa indecente.”
Gabriel grugnì. “Indecente? Castiel, non riconosceresti l’indecenza neanche se venisse da te vestita
di pelle e ti chiedesse di sculacciarla. Non sei mai stato indecente nella tua intera esistenza. Per
quale diavolo di motivo, poi? Perché diavolo non hai mai fatto sesso?!”
Castiel sentì il suo tramite arrossire e si odiò per questo. “Questa è una cosa che non ti riguarda,”
rispose, sperando che la sua voce non suonasse così agitata come si sentiva lui in quel momento.
“Oh, mi riguarda invece,” Gabriel sogghignò, e Castiel sentì un odio profondo pungerlo lungo la
spina dorsale. “Te lo stai perdendo, amico. Ti stai perdendo tutto il divertimento. La tua vita non
è stata altro che dovere e seguire ordini e non ti sei mai preso del tempo per te stesso. Non sai
neanche come farlo. Se ti dico di rilassarti, non sapresti cosa fare. Dio, guardati! C’è un umano
che ti sta facendo gli occhi dolci e tu lo ignori perché non riesci neanche a comprendere una cosa
elementare come il divertimento.”
“Non so cosa significa ‘fare gli occhi dolci,” lo interruppe un frustato Castiel.
“Lui ti vuole Castiel! E Sei così stupido da non vederlo!”
“Dean non…”
“Non me ne frega di quante volte lo vorrai negare, è la verità. Dean probabilmente non lo sa
ancora, ma questo mio piccolo piano gli farà aprire gli occhi. Devi lasciarti andare Castiel. Divertiti.
Sii felice.”
Castiel era completamente confuso. “Felice? Stai facendo tutto questo perché mi vuoi felice?” Non
sembrava una cosa da Gabriel. L’arcangelo derideva e si prendeva gioco delle persone, le
ingannava e le umiliava. Viveva solo per il suo divertimento.”
“Si,” disse Gabriel, la sua espressione si ammorbidì. “Mi diverte giocare con gli umani. E tu lo sai.
Ma gioco con gli sciocchi e i bigotti. Io spartisco lezioni. E oggi voglio insegnartene una, perché sei
uno sciocco anche tu. Stai guardando in faccia l’amore e lo stai ignorando perché non pensi di
esserne degno.
Se non altro, Castiel si ritrovò ancora più confuso. Questa era la conversazione meno confortante
che avesse mai avuto in tutta la sua esistenza. “Da quando ti preoccupi della mia dignità?” chiese
accigliato. “Mi conosci appena!”
“Il mondo sta finendo amico!” sorrise Gabriel. “Non voglio vederti morire vergine quando c’è una
bistecca che se ne sta seduta li aspettando solo di essere morsa.”
“Sei rozzo e disgustoso.”
“E tu sei un puritano. Hai già voltato le spalle al paradiso, cos’altro hai da perdere?” Gabriel si
grattò il mento. “Voglio che tu faccia il porco con Dean. Divertiti per una sola volta e io gli toglierò
l’incantesimo.”
La bocca di Castiel si spalancò per lo shock. “Fare il porco?” ripeté, sapendo esattamente cosa
significava, ma sperando di aver confuso il significato con qualcosa di completamente diverso.
“Sarà in se stesso, non ti preoccupare. Sarà consenziente, non è che lo devi violentare o robe del
genere.” Sogghignò l’arcangelo. “Beh, a meno che il destinatario non se lo meriti.”
“Vuoi che faccia sesso con Dean Winchester?” chiarì Castiel, sentendo il sudore uscire dalla sua
pelle. Questa era una cosa insana. Questa era una cosa assolutamente, categoricamente insana.
“Non è un gran problema per lui,”disse Gabriel stringendosi nelle spalle. “Lui fa sesso tutto il
tempo. Non si fermerà solo perché sei un uomo. E tu gli piaci più di quanto pensi. Gli ho solo dato
una spinta.”
“Una spinta,” sospirò Castiel. Le sue gambe tremavano.
“Che cosa sarà mai una piccola spinta tra amici?”
“Non posso…Non voglio…”
“Devi farlo, Castiel. O l’incantesimo peggiorerà. Vedrai cosa intendo.”
Castiel incontrò lo sguardo di Gabriel. Si sentiva stanco, tutto d’un tratto. Piccolo e insignificante.
Magari era così che si sentivano gli umani quando gli angeli interferivano nella loro vita.
Impotenti.
“Sei una creatura odiosa,” disse all’arcangelo.
“Mi ringrazierai dopo che avrai avuto un paio di orgasmi,” ghignò Gabriel, e sparì.
~ ~ ~
Era più difficile di quello che pensava, trovare il coraggio di affrontare Dean ancora, ma non
poteva stare lontano dai Winchester per sempre. Castiel aspettò l’intera giornata, durante la
quale provò qualsiasi cosa a cui potesse pensare per far disfare l’incantesimo a Cupido, ma non
funzionò. I Cupido erano testardi quando si trattava di amore. Una volta fatti, gli incantesimi non
potevano essere spezzati, era una cosa deplorevole per loro. Anche quando Castiel disse che non
poteva ricambiare l’amore di Dean e gli avrebbe causato solo dolore, il Cupido rimase
irremovibile.
“E’ meglio aver amato e perso, piuttosto che non aver amato per nulla,” citò il cherubino
compiaciuto.
“Ti ordino di rimuovere l’incantesimo”
“ Me l’ha ordinato Gabriel, l’incantesimo rimane”
“Ti farò del male,” lo avvertì Castiel.
“L’amore fa male,” disse Cupido. “Fa parte del lavoro.”
“Per favore,” supplicò Castiel.
Cupido sorrise. “Perché non lasci entrare l’amore nel tuo cuore? Non ti ucciderà mica.”
“Ma io potrei uccidere te, pensandoci. Togli l’incantesimo”
Cupido sparì con una smorfia d’orrore dipinta sulla faccia.
Castiel sospirò e si irrigidì. Questa era destinata a divenire l’esperienza più sgradevole della sua
vita, e non c’era più niente che poteva fare per rimediare. Volò dai Winchester.
parte 2