Through the Looking Glass

Mar 26, 2011 15:28

Titolo: Through the Looking Glass
Fandom: Supernatural
Personaggi: Misha Collins, Castiel, nominati Dean Winchester, Balthazar e Sam Winchester
Pairing: Misha/Castiel
Rating: PG
Prompt: Specchio dalla mia tabella del bingo_italia 
Warnings: confusione U,U e effusioni amorose tra un uomo e se stesso, cioè, con un angelo che in realtà è lui stesso…capito no?
Disclaimer: Niente di tutto questo è mio. Non sarei mai riuscita a pensare ad un episodio del genere, davvero. E nessuno dei due è mio U,U
Avvertenze: storia a tematica omosessuale. Se non vi piace davvero, non leggete.
Note: Ambientata prima del punto che io più ho odiato - voi sapete qual è, dai, di “The French Mistake”, quindi ovvi spoiler per quella puntata. A dire il vero non la segue troppo, anzi, è praticamente una sottospecie di AU, ma a noi queste cose non interessano, non è vero?
Comunque sia: volevo fare un pairing strano e difficile, e questo lo è stato davvero. Probabilmente perché la mia autostima è così bassa che solo l’idea di baciare me stessa mi disgusta. Ma comunque Misha è un essere meraviglioso e affascinante e “salterebbe addosso a Castiel” (cit. avvelenata) quindi…eccola qua.
(perdonatemi)



“Devo dire che sei un tipo affascinante, eh.”
Castiel alzò giusto un sopracciglio, squadrando da capo a piedi l’uomo davanti a sé.
Cioè, lui stesso. In un certo senso. Le cose erano complicate, e lui non riusciva a capirle bene. Era come vedere se stesso, in un certo senso, nonostante fosse completamente…diverso.
Era molto difficile da spiegare. L’idea che Balthazar aveva avuto era stata ottima, certamente, ma aveva capito subito che avrebbe creato davvero troppa confusione tra le persone presenti sul set di quel telefilm. E tale problema poteva ritorcersi contro la missione stessa, al punto che aveva cominciato a pensare che forse sarebbe stato meglio avvertirli.
Certo, probabilmente la cosa avrebbe portato a incomprensioni e incredulità, ma a quello era pronto. Decise di cominciare dal suo stesso alter-ego, chiamiamolo così, che al momento si trovava da solo. Era meglio così, o gli altri avrebbero pensato che l’attore era impazzito, o che stesse semplicemente scherzando.
Così gli era apparso, ma le cose erano andate diversamente da come immaginava. Prima di tutto, c’era voluto del tempo prima che si decidesse a notare la sua presenza e alzare la testa dallo schermo azzurrino su cui stava scrivendo qualcosa che Castiel non riusciva ben a capire. Quando finalmente si accorse di lui e poté spiegargli con calma la situazione l’uomo - Misha aveva detto di chiamarsi - lo ascoltò attentamente, per poi sorridere.
“Dici sul serio?” chiese: “Insomma…intendi dire che tu sei Castiel?”
“Come ho già detto, lo sono. Ma penso che tu già lo sappia.” continuò, guardandosi riflesso nello specchio alla propria destra. Era strano in effetti vedere un vessillo così simile al proprio, nonostante fosse vestito in modo completamente diverso e il suo stesso modo di fare fosse completamente differente da quello di Castiel, o di come Castiel avrebbe mai potuto immaginare.
Mentre si chiedeva che cosa dire a quell’umano si immaginava che avrebbe dovuto calmarlo, tranquillizzarlo, e avere a che fare con un totale rifiuto di quello che stava succedendo. Invece sembrava prenderla abbastanza bene. Non troppo sorpreso in effetti, decisamente meno di Dean quando l’aveva incontrato per la prima volta.
Misha aveva voluto parlargli, sapere esattamente di cosa si trattava tutto questo, che Castiel fosse più esaustivo possibile. C'era voluto un po’ di tempo e una lunga discussione, ma alla fine era riuscito a dirgli tutto quello che voleva sapere - ed era un tipo curioso in effetti.
Inoltre, considerando le domande precise e mirate che faceva o le precisazioni che andava a cercare nel discorso, sapeva un sacco di cose riguardo a lui. Anzi, sapeva praticamente tutto di lui.
“Sembri prenderla bene. Non come i tuoi…colleghi.”
“Beh…non ti nascondo di essere sorpreso, ma…probabilmente il passare troppo tempo su questo set ha cominciato a farmi credere a cose che non sono vere - o che lo sono, evidentemente.” Castiel aggrottò le sopracciglia. Parlava molto, più di quanto facesse Dean o anche Sam. Ed era strano sentirsi pronunciare tanti parole.
“Così, fammi capire, Rapahel ti sta ancora alle calcagna? Mi domando quando finirà, questa cosa.” Si grattò il mento, parlando più a se stesso che a lui: “Immagino che pensandola come cosa reale, in effetti dev’essere proprio seccante. Pensavo che la cosa si sarebbe risolta quella sera dopo l’episodio del night-club…”
“Sembra che tu sappia molte cose di me.”
“Beh, sì. Io sono te.”
“Non credo. Siamo molto diversi, io e te.”
“Io non penso proprio.” disse l’altro, stavolta più lentamente, in un modo che in effetti…
No, basta, lo confondeva troppo. Era tutto troppo strano per lui, e quella conversazione rendeva le cose ancora più difficili da capire - probabilmente era proprio per la sua espressione persa che lui, l’altro insomma, ridacchiò, avvicinandosi a lui ancora di più e guardandolo con maggiore attenzione.
Identico. Era proprio Castiel, balzato fuori dallo schermo e direttamente sul set, ed era così…incredibilmente strano da non poter non essere affascinante.
Avrebbe davvero voluto saperne di più riguardo a tutto questo, pensò mentre si guardava riflesso in quello specchio tridimensionale - Castiel non si sarebbe mosso, finché lui gli girava attorno. Lo conosceva bene, e sapeva esattamente ciò che era in procinto di fare.
Sì, era divertente in effetti.
“Cosa…vorresti fare?” chiese l’angelo, notando il modo in cui quell’umano sembrava non curarsi dei suoi spazi personali. Lui alzò semplicemente le spalle, e piegò leggermente il volto.
“Pensavo come dovrebbe essere…baciarti.” Rispose, riuscendo a far rimanere Castiel completamente sconvolto.
Baciarlo? Baciare…se stesso, insomma?
“La trovo molto strana come idea.” disse brevemente: "Non...capisco come possa essere la prima cosa che ti venga in mente in questa situazione."
“A dire il vero non lo so. Mi è venuto spontaneo, a dire il vero. So che non mi conosci, ma sai...a me piace fare cose che nessuno ha mai fatto prima.” Gli prese il viso tra le mani, ma Castiel si sottrasse al suo tocco.
“No.” disse: “Non…posso.”
“Oh, andiamo, io ti conosco meglio di chiunque altro al mondo. So persino cosa stai pensando.” Alzò un sopracciglio: “Non hai mai e poi mai pensato a fare qualcosa del genere con Dean? E non mentire.” Aggiunse quando Castiel provò ad aprire bocca per protestare: “A quanto pare non puoi mentirmi. Dico bene?”
“F-forse. Ma è…insomma…” Era così strano, a malapena riusciva a protestare. Ma doveva essere vietato da qualcosa, si disse, perché una cosa talmente strana...insomma, non poteva davvero essere normale per un umano baciare se stesso, per quanto potesse essere affascinante...e le mani essere tra le più sottili e decisamente…affascinanti, anche se non aveva mai pensato di poter definire delle mani con quell’aggettivo.
Per la prima volta aver scelto come vessillo Jimmy Novak e non un uomo meno attraente gli sembrò essere stata una pessima idea. In tal caso sarebbe stato più facile resistere alla tentazione che lo spingeva a non costringerlo ad allontanarsi semplicemente con un pensiero.
In effetti sarebbe stato più esatto dire che quell’uomo era praticamente…Jimmy, considerò ingarbugliandosi nei suoi stessi pensieri sotto lo sguardo divertito di Misha, che non aveva nessuna intenzione di allontanarsi da lui.
Sarà anche stata l’apoteosi della vanità, pensò, ma l’idea di baciare…se stesso lo eccitava in una maniera che avrebbe anche definito preoccupante.
“E rilassati.” Disse solo, quando finalmente Castiel sembrò se non altro pronto ad accettare tale stramberia: “Per una volta, prova ad essere come…me.”
E prima che Castiel potesse rispondere che non credeva di riuscirci - sapeva che avrebbe detto qualcosa di simile - finì con l’annullare completamente la distanza tra di loro e baciarlo, con un braccio attorno alla sua vita e l’altra mano che ancora gli teneva fermo il viso e gli impediva di sottrarsi.
L’angelo strizzò gli occhi, rimanendo immobile e lasciando che fosse l’altro a fare tutto - nonostante, dovesse ammetterlo, fosse una sensazione decisamente piacevole. Abbastanza da lasciare che continuasse, anche se aveva la netta sensazione che per qualche motivo stesse ancora ridendo di lui.
“Sapevo che eri bravo.” Disse Misha, una volta staccatosi da lui e osservandone l’espressione spaesata, così poco sua, così tanto…da Castiel che per la prima volta da quando gli era apparso gli sembrò fosse una persona completamente diversa, e non un suo riflesso.
Chissà se gli altri stavano provando la stessa cosa in quel momento? Forse stavano facendo la stessa cosa, pensò mentre allungava la mano per riuscire ad arrivare alla cintura dell'angelo, che però glielo impedì.
“N…no, aspetta. Non posso.” Castiel posò le mani sul suo petto, cercando di spingerlo lontano da sé e di non incrociare i suoi occhi azzurri - davvero aveva degli occhi così chiari e stupendi? - e vederci dentro riflessa una delusione alla quale sapeva avrebbe faticato a resistere: “Non…non posso. No, è troppo…strano per me.”
“Troppo strano per me?” Misha storse il naso, ma decise di lasciarlo lo stesso, seppur con un sospiro: “E va bene. Decisamente non è una frase che riesco a concepire, ma…ok.”
“I-immagino.” Disse, abbassando lo sguardo e con le mani che lentamente si avvicinavano ai polsi di Misha - nemmeno lui sapeva il perché, ma per qualche motivo gli dispiaceva lasciarlo solo.
C’era un qualcosa che non gli quadrava - una sensazione, più che altro, ma non gli piaceva.
“Senti, immagino che tu abbia capito che la situazione è alquanto delicata. Per cui…”
“Per cui dovrò stare attento, immagino. Capito.” Annuì con il capo, per poi lasciarlo: “Adesso immagino che tu abbia da fare…”
“In effetti sì. Ricorda ciò che ti ho detto quando avrai a che fare con Sam e Dean.” Si morse le labbra: “E poi, se…potessi evitare di dire a qualcuno che…”
“Cosa, che ho baciato…Castiel? Non preoccuparti, non lo dirò a nessuno.” rise: “Non sarebbe la cosa più strana che io abbia mai detto, ma comunque non mi crederebbe nessuno. Quindi…” gli batté la mano sulla spalla: “Tranquillo.”
“Ti ringrazio.” Castiel abbozzò un sorriso, prima di allontanarsi lentamente da lui, per qualche motivo non sicuro che quella di lasciarlo solo fosse una buona idea.
Ma comunque era sicuramente più importante la missione, per cui si limitò a scomparire, lasciando Misha a guardarsi allo specchio, con ancora il suo stesso sapore sulle labbra e la sensazione del bacio che lo tormentava.
Chissà se c’era un modo di racchiudere tutto questo in centoquaranta lettere?

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