[Supernatural] Mary & Sam Winchester, Azazel - In the beginning it was blood

Apr 01, 2009 23:46

Titolo: In the beginning it was blood
Fandom: Supernatural
Prompt: 14. Sangue @mezza_tabella
Personaggi: Mary Winchester, Sam Winchester, Azazel/YED.
Rating: PG13
Genere: Angst, Spoiler! (4x03)
Lunghezza: 650 (W)
Disclaimer: Non sono miei. Ed è uno degli aspetti più tristi della mia vita. Non mi pagano. Questo ne è un altro.
Note: questa è una fanfic per nulla originale, e non contiene nulla di nuovo *scuote la testa* è solo che amo il “prologo” della serie, e volevo davvero scriverci sopra qualcosa ù.u
Tabella: QUI


In the beginning it was blood

Un alito di vento accarezza le lenzuola della culla, e il bambino apre gli occhi, ancora assonnato.
I pagliacci, lì in alto, girano piano, ed i loro sorrisi di plastica sono quasi ghigni. Lo sguardo del piccolo si sposta lentamente dai giocattoli all’alta figura china su di lui: non la riconosce ma, per abitudine, allunga le braccia nella sua direzione. Lo strano uomo sorride e si avvicina ancora un po’, sporgendosi sulla culla: il bimbo fissa curioso quelle iridi gialle, che sembrano ancora più brillanti nella penombra della camera, poi protende una manina paffuta, quasi volesse afferrarle.
Senza smettere di sorridere Azazel si scopre il polso e, con un movimento veloce, ne lacera la carne, lasciando scorrere il sangue nella bocca del piccolo Sam.
Il bambino ne sente la consistenza vischiosa sulla lingua e lancia un piccolo lamento, mentre gli occhi si riempiono di lacrime: quel sapore così strano e ferroso non gli piace per niente.
L’uomo, intanto, sussurra parole intellegibili, continuando a tenere lo sguardo fisso nel suo. Sam non capisce cosa sta accadendo ma, spinto dall’istinto, comincia a piangere.

*

Il pianto del bambino non è molto forte, ma Mary lo capta immediatamente. Sospirando si alza dal letto e si dirige nella stanzetta del figlio. È da una settimana almeno che Sam dorme male, ma ancora non è riuscita a fissare un appuntamento con il medico. Mary si ripromette di farlo l’indomani, subito dopo aver accompagnato Dean all’asilo.
Quando apre la porta, però, vede che John è arrivato prima di lei.
- Ha fame?
- Shhh. - risponde l’altro, senza voltarsi.
- Okay. - si limita a ribattere Mary, prima di uscire, contenta di poter tornare a letto.
E poi tutto diventa troppo veloce per avere davvero un senso: la luce, il rumore lieve della televisione, John addormentato in salotto…
Mary corre, e il panico che le stringe il petto come una morsa, viene immediatamente messo da parte, mentre quell’istinto di cacciatrice, che credeva ormai assopito, prende automaticamente il sopravvento.
Quando spalanca di nuovo la porta della stanza, lui è ancora lì. Mary non ha bisogno di vedere i suoi occhi per capire di chi si tratta.
- Tu! - un soffio di disperazione e paura.
Azazel sorride ancora una volta, e un ghigno di pura soddisfazione deforma il volto che sta indossando. Mentre la donna si lancia di corsa verso di lui, il demone alza una mano e la sbatte contro il muro, e con un altro gesto, più lento questa volta, le squarcia l’addome.
Nel vedere la macchia rossa espandersi sulla sua camicia da notte, il demone pensa distrattamente che è davvero un peccato: in fondo gli piaceva quella ragazzina.

Mary non sente dolore, soltanto un gran freddo.
Nella sua testa rivive quel giorno lontano quando, in cambio della vita di John, Azazel le chiese quel piccolo favore. Con il passare degli anni, si era scioccamente convinta che nulla sarebbe accaduto, e che quel patto non avrebbe mai visto il suo adempimento.
Eppure era e rimane una cacciatrice: doveva saperlo che i demoni vengono sempre a riscuotere i loro crediti. Come ha potuto illudersi?
Come ha potuto pensare che sarebbe andato tutto bene?
“Stupida, stupida, stupida” se lo ripete tante e tante volte, mentre il suo corpo viene trascinato contro il muro, ed il suo sangue gocciola sul pavimento.
Adesso è proprio sopra la culla di Sammy, ed Azazel è sparito nel nulla.
Sotto di lei, il bambino smette quasi di piangere: vedere il volto della sua mamma, anche se così lontano, sembra averlo tranquillizzato.
I loro sguardi si incontrano, e mentre il fuoco l’avvolge nelle sue spire, ed il dolore comincia ad invadere violentemente il suo corpo, Mary sente un’unica lacrima scivolarle via dal volto.
Con uno sforzo si costringe ad aprire la bocca: vorrebbe urlare che le dispiace, le dispiace così tanto, ma la morte arriva più veloce del previsto, troncando sul nascere quel suo ultimo respiro.

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