Eccoci. Icon nuova XD *fatta un po' male ma chissene*
Titolo: 8uppers (2?) ---> non saprei in che altro modo chiamarlo xD
Grupppo/i: Kanjani e Arashi (vabbeh, ormai si sa...)
Pairing: Mac/Kage
Rating: R per violenza, e ho deciso che nel NC-17 non scadremo mai >__> (la solita codarda...).
Disclaimers: LI AMO! LI AMOOOOO, DATEMELIIIIII! *e venne arrestata* Purtoppo non sono miei anche se li vorrei tutti e sette/otto *uhuh*
Note: liberamente ispirato ai personaggi e alla trama del film 8UPPERS contenuto nel nuovo album dei Kanjani8. Se non l'avete ancora visto... cosa aspettate a farlo??? O___O E' consigliata la visione o almeno la conoscenza della trama per la lettura di questa ff... anche perché potrebbe contenere spoilers involontari o cose incomprensibili per chi non sa ancora nulla. Se volete recuperare il film andate qui [info]kanjani8 oppure direttamente da [info]dozchan. Invece QUI (da [info]paaaaan) le descrizioni dei personaggi di 8UPPERS contenute nel libretto del DVD, con le loro storie e i loro passati (torbidi). Mi sono servita molto di queste descrizioni, quindi meglio se le leggete.
Dediche: a Rachele e Ila che hanno allegramente sclerato con me e che amano Gum, a mia sorella che almeno queste ff le legge e a Jinny che ha visto la proiezione del film coscia a coscia con me <3
Parti precedenti: (per fare ordine)
Prima parte -
Seconda parte -
Terza parte Quando la situazione si fu calmata e Mac fu mandato a letto a dormire via la sbornia e riposare dopo l'operazione, Arsenal indisse una piccola riunione alla quale fu chiesto a Jun di partecipare. Finì di asciugare i bicchieri che Johnny stava lavando e si strofinò le mani con uno straccio, sedendosi sul divano di fianco a Toppo che gli aveva tenuto il posto neanche fossero al cinema.
Gli furono consegnati dei documenti senza troppi preamboli.
-Sono i tuoi compagni?- chiese Jacky, studiando la sua reazione: Jun sembrava piuttosto calmo.
-Sì, tutti e quattro...- rispose, sfogliando i fascicoli che a quanto pare i ragazzi avevano recuperato quella sera stessa prima dell'incidente del proiettile: -Pensate di sapere dove sono?- chiese.
-Pensiamo di sì, ma non possiamo esserne sicuri. In più è Mac che mantiene i contatti ed è lui che decide quando attaccare... posso dirti però che sono vivi. E che tutte le organizzazioni criminali giapponesi ti stanno cercando- fece sempre Jacky.
-Ma finché sarai qui con noi nessuno ti farà del male!- esclamò Gum, mostrando i muscoli. Toppo applaudì e Johnny si mise a ridere nascondendo la bocca dietro il pugno chiuso, da dietro il bancone dove continuava a lavare bicchieri.
Jun scosse la testa: -Se sapete dove sono voglio venire con voi- disse, guardandoli ad uno ad uno con aria decisa. Arsenal fece per ribattere, ma Jun continuò: -Si tratta dei miei compagni. Sono certo che anche voi fareste lo stesso, quindi mi farete venire- concluse, senza aspettare che gli altri potessero dire qualcosa.
-A riguardo...- sospirò, tirando fuori dalla tasca dei jeans che Ace gli aveva prestato un foglietto. Lo consegnò a Jacky: -Avrei bisogno di questi entro la prossima missione-.
-Veleni?- chiese Arsenal sporgendosi a leggere la lista di Jun fra le mani di Jacky.
Jun annuì sfilando i tre spilloni dai capelli.
Arsenal si fece dare la lista dei veleni da Jacky, dicendo che alcuni suoi amici nelle forze di difesa nazionale sapevano certamente come procurarseli.
-Arsenal era nelle forze di difesa, lo sapevi?- gli disse Toppo, appoggiato alla sua spalla.
Jun scosse la testa, fissando il cecchino sistemarsi entrambi i revolver attorno ai fianchi e uscire dal locale, seguito a ruota da Ace che stava sgranocchiando una barretta di cereali.
Gum cominciò i suoi allenamenti in mezzo alla sala mentre Johnny finiva di sistemare il bancone per la serata di apertura del locale e li raggiungeva sul divano.
-Vi siete tutti conosciuti all'orfanotrofio?- chiese Jun. Jacky lo squadrò: -Come sai dell'orfanotrofio?-.
Poi gli balenò in mente qualcosa e subito aggiunse una domanda: -Conoscevi Mac, giusto? Hai detto qualcosa a riguardo l'altro giorno...-.
Toppo e Johnny alzarono lo sguardo l'uno dai propri videogiochi e l'altro da una rivista, incuriositi dal discorso.
-Sì e no... l'ho conosciuto prima dell'orfanotrofio...- sospirò Jun: ormai doveva spiegare. Persino Gum si era fermato ad ascoltare con la scusa di bere del latte.
-Prima? Ma anche Mac è arrivato da molto piccolo come noi!- esclamò Toppo, confuso.
-No ti sbagli, Toppo... Mac aveva già 5 anni quando è entrato all'orfanotrofio. Dopo la morte di entrambi i suoi genitori in un incidente stradale- ricordò Jacky, sedendosi solo in quell'istante sulla poltrona.
-Ma in ogni caso... lui non si ricorda assolutamente di me- fece Jun, come per chiudere il discorso. Aveva sempre odiato parlare di se stesso.
Jacky rimase pensieroso: -Sì, mi pare di aver letto qualcosa a riguardo negli archivi dell'orfanotrofio quando sono andato a cercare... i tuoi...- mormorò, riferendosi a Toppo.
Toppo abbassò velocemente gli occhi sul proprio videogioco, mordendosi le labbra. Dopo una pausa spiegò debolmente a Jun: -Cercava informazioni sui miei genitori. Erano yakuza. Mi hanno affidato all'orfanotrofio da neonato per proteggermi... sono morti poco dopo...- con una voce bassa e triste, davvero l'opposto del suo comportamento normale. Jun gli toccò d'istinto un ginocchio, per dire silenziosamente “mi dispiace” mentre Johnny sospirava. In fondo, si immaginò, avevano tutti delle storie molto simili alle spalle.
-Beh, Mac ha perso la memoria in modo frammentario, forse per lo shock. Non era in macchina coi suoi quando hanno avuto l'incidente, ma li aspettava a casa di una vicina. Pare che per giorni gli adulti si siano scordati di informarlo della situazione...- continuò Jacky.
Jun assottigliò le labbra: -Ma lui aveva intuito già qualcosa, infatti quella sera stessa era venuto da solo al parco giochi, per dirmi che se ne sarebbe andato presto...- ricordò, mentre piccoli frammenti della sua stessa memoria tornavano alla luce: -Dicendo che sarebbe tornato quando ne avessi avuto bisogno-.
-A riguardo!- esclamò Gum risvegliandolo bruscamente dai suoi ricordi di bambino, appannati e ovattati quasi fossero sogni: -Una volta, tempo fa, Mac diceva di essersi ricordato di dover tornare a casa sua. Ma non si ricordava più l'indirizzo, vero Jacky?- disse, accarezzandosi il mento mentre rifletteva.
-Sì, ma ormai non avevo più i documenti disponibili e non siamo riusciti a trovare il posto. Anche se per giorni è andato avanti a ricordare a sprazzi dei luoghi e delle persone che doveva vedere...- fece Jacky.
-Forse fra queste persone c'eri anche tu, Jun- disse Johnny, sorridendogli.
-Certamente! Sono sicuro di sì!- esclamò allora Toppo, tornato il solito di sempre.
-Chissà...- mormorò lui, rispondendo al sorriso degli altri e sentendo nuovamente il proprio cuore in funzione: un battito regolare e calmo, ma con un po' di speranza in più.
Il locale era aperto e ognuno era al proprio posto: Toppo alla console che trasmetteva musica a pieno volume, Gum fra i tavoli a servire da bere e sparecchiare, Johnny e Jacky dietro il bancone a preparare i cocktail e pulire i bicchieri sporchi per poterli riutilizzare.
Non era particolarmente bravo a preparare da bere, nonostante avesse esperienza coi veleni, così decise di aiutare Gum ai tavoli: servire non era affatto un problema visto che con i suoi compagni aveva gestito una pasticceria e se ne era occupato spesso. Quello che gli dava effettivamente fastidio era la musica troppo alta, la gente in pista che non gli permetteva di passare con il vassoio pieno di ordinazioni e le ragazze che facevano a turno per chiedergli se era nuovo e se poteva dare loro il suo numero.
-Fanno sempre così, le prime volte...- lo rassicurò Johnny mentre preparava un cocktail da mettere sul vassoio di Jun, il quale puliva il bancone con uno straccio proprio davanti a lui.
-Non mi dire...- sospirò.
-Hanno trovato un altro a cui fare la posta- ridacchiò Jacky: -Prima o era Johnny o Ace quando fa il piacere di presentarsi al locale. Anche se preferiamo non lo faccia, visto che finisce sempre col far rissa con qualcuno-.
Jun ridacchiò mettendo via lo straccio e prendendo le tre birre che Jacky gli stava porgendo.
-Non credergli, hanno tutti il loro successo. Anche Toppo, nonostante quello stile discutibile e l'aria da bambino...- fece Johnny, indicando il dj con un movimento del viso: -Anche lui fa le sue conquiste-.
Finì di riempirsi il vassoio e lo appoggiò su un braccio: -Però io non sono particolarmente interessato...- disse, prima di dirigersi verso il tavolo con le ordinazioni.
-Allora rigira i numeri che riesci a tirare su a Gum! Lui sì che è interessato!- gli gridò scherzosamente Johnny, riuscendo a farsi sentire nonostante la musica assordante.
Riuscì a strappargli una mezza risata.
Col passare del tempo il locale si riempì completamente e a quel punto si limitò a girare per i tavoli a pulirli e metterli da parte, visto che dovevano lasciare più spazio possibile alle persone che stavano ballando. Gum aveva la forza per portarne sul retro due alla volta, mentre lui era già tanto se riusciva a sollevare insieme due sedie, una per mano. Stava per sollevare un tavolino quando un tipo, che a dirla tutta aveva già notato da qualche ora buona, finalmente decise di farsi avanti e parlare: purtroppo nel momento sbagliato.
-Non vedi che sono leggermente impegnato?- sbottò, mentre quello gli si faceva vicino, puzzando vagamente di birra: era un sacco più alto e grosso di lui, si rese conto.
-Avanti, non fare così... volevo solo fare quattro chiacchiere...- fece quello, barcollando leggermente.
-Valle a fare con qualcun altro, per piacere. Sto lavorando- rispose, abbassando lo sguardo e tentando nuovamente di sollevare quel dannato tavolino. Dove cavolo era Gum quando serviva?
-Sono solo due paroline... mi piacerebbe dirtele in privato...- continuò quello, chiaramente intenzionato ad importunarlo ad oltranza. Gli si avvicinò tanto che Jun cominciò a sentire il suo respiro sul collo e la cosa gli diede vagamente i brividi. -Solo qualche minuto... magari in bagno...- sentì al suo orecchio prima che quel tipo ubriaco tentasse di portarlo via con la forza, circondandogli i fianchi con un braccio e tenendogli il viso fermo da sotto il mento.
Si aspettava quella mossa: velocemente sfilò uno spillone dalla manica e tentò di liberarsi con una gomitata per poterlo infilzare alla base del collo. Ma la gomitata non andò a segno.
Si voltò, libero dalla presa ancora prima di aver colpito, per vedere il tipo già a terra che imprecava e si teneva la schiena e perdeva sangue dal naso, forse a seguito di un forte pugno.
Mac lo guardava scettico, con ancora il suddetto pugno alzato in posizione d'attacco.
-Non dovevi rimanere a letto a riposare?- gli rispose acido.
-Non dovevi saper badare a te stesso? E poi cosa credi di fare con uno spillo?- rinfacciò quello tirando un calcetto di avvertimento al tipo, che si alzò velocemente e scomparve fra la folla di curiosi che si erano raggruppati attorno al piccolo scontro. Gum era poco lontano: probabilmente si era accorto del pericolo un attimo dopo l'arrivo di Mac.
In due riuscirono a portare il tavolino sul retro del locale: Jun respirò a pieni polmoni l'aria serale esterna, fresca e senza particolari odori. Faceva buio e la notte era poco stellata, ma vide lo stesso Mac massaggiarsi il braccio con cui aveva colpito l'ubriaco, fortunatamente non lo stesso della spalla.
-Allora non sei così inutile come sembra...- scherzò Jun, riferendosi al colpo ben assestato di prima.
Mac fece una smorfia: -Ti ringrazio per la fiducia-.
-Non sono io quello che si fa ridurre la spalla ad un colabrodo-.
-Beh, non sono io quello che viene ritrovato in una stanza vuota dopo essere stato pestato a sangue da dei malviventi- ribatté Mac. Jun sbuffò, ma non disse più nulla e Mac ridacchiò per la sua reazione.
-Ehi, grazie per prima... la spalla intendo, non lo schiaffo in bagno... che per inciso fa ancora male- disse piano Mac, fermandolo prima che tornasse dentro il locale. Si sfiorò il viso, tornato pallido come al solito, ma nel punto preciso dove Jun l'aveva colpito.
-Prego. Ma per entrambe le cose. Sappi che da ubriaco sei insopportabile, quindi ringraziami anche per averti fatto rinvenire- gli rispose. Si girò a guardarlo negli occhi e notò che era un po' teso, quasi dovesse dire qualcosa di importante. Attese un po', ma Mac sembrava non trovare le parole e a stare fuori solo in maglietta cominciava ad avere leggermente freddo: c'era parecchio vento, quella sera.
Fece per rientrare quando Mac lo fermò ancora per il braccio. Lo sentì lamentarsi leggermente e si girò immediatamente a guardargli la spalla.
-Idiota...- sussurrò.
-Mi sono mosso un po' per stendere il ciccione di prima- si difese lui, guardando il proprio golf giallo zuppo di sangue sulla spalla. Andava ricucito di nuovo.
-Sei un danno- lo riprese anche Johnny, da dietro il bancone, quando Jun andò a recuperare il kit del pronto soccorso per l'ennesima volta e il filo con l'ago. Per ricucirlo dovettero tornare in camera di Mac, visto che il locale era pieno.
Si chiuse la porta alle spalle e stava per dire qualcosa quando, alla luce della lampada sulla televisione di Mac, lo vide levarsi la maglietta e restare a petto nudo, guardandolo in attesa.
Diciamo che prima non aveva avuto la stessa reazione.
Ora se avesse potuto sarebbe corso in bagno a nascondere il rossore sul viso o come minimo avrebbe spalancato la bocca.
-Wow...- non riuscì a trattenersi dal dire. Si maledì.
-Wow?- chiese Mac senza capire, studiandosi la ferita alla spalla come se non gli facesse male neanche un po'. Jun scosse la testa per eliminare tutti i pensieri assurdi che stava avendo in quel momento e gli fece segno di sedersi sul letto, raggiungendolo.
Mac lo vide un attimo impacciato dalla posizione e gli tenne fermo la mano prima che gli facesse male, inclinando leggermente la schiena all'indietro per permettergli di muoversi meglio.
Rimasero completamente in silenzio per tutta l'operazione: Mac guardava altrove o semplicemente soffiava fra i denti se Jun gli faceva inavvertitamente male con l'ago o con il disinfettante mentre Jun tentava di focalizzare esclusivamente la ferita da ricucire e nient'altro. Non era proprio il caso di mettersi a fantasticare sulla pelle morbida dell'altro, sulla clavicola e il collo, sul petto liscio... su come sarebbe stato fantastico poterli toccare. Doveva calmarsi... in fondo non era un corpo così spettacolare: Gum aveva di sicuro più muscoli e in fondo Mac era pure un pochino in carne, tanto che quando si piegava si vedeva persino un rotolino di ciccia sulla pancia. E quello quando cavolo l'aveva notato? Si faceva vagamente paura da solo... era la prima volta che notava cose simili o che aveva pensieri simili per un'altra persona. Se poi quella persona era un maschio vagamente psicolabile che aveva pure tentato di avvelenare poche sere prima la questione iniziava a complicarsi.
-Finito- sospirò, allontanando all'istante le mani dalla pelle di Mac e rilasciando il fiato che non si era accorto di stare trattenendo. Mise via tutti gli oggetti che aveva usato ad occhi bassi, certo che quelli di Mac lo stessero fissando dalla posizione sdraiata che aveva assunto per stare comodo.
-Puoi rivestirti...- disse, facendo per alzarsi. Ma all'improvviso le gambe non risposero e rimase lì, a fissare il pavimento con il kit del pronto soccorso fra le mani. Almeno finché Mac non lo prese per una delle suddette mani tirandosi a sedere al suo fianco sul letto: a quel punto il kit cadde per terra con un solo tonfo e scese nuovamente un silenzio più che imbarazzato.
-Puoi rivestirti, per favore?- chiese piano piano, senza riuscire a guardarlo in faccia, seppure Mac stava chiaramente cercando il suo sguardo.
-Puoi guardarmi?- gli chiese esplicitamente.
-No- rispose chiudendo gli occhi.
-Per piacere? Girati...- fece di nuovo Mac, tirandogli piano la mano.
-Smettila di muoverti, che ti si riapre la ferit...- lo rimproverò, facendo l'errore di girarsi per davvero e guardarlo negli occhi. Mac lo fissò per un secondo, con uno sguardo a metà fra il preoccupato e l'indecifrabile, come al solito.
Poi Jun sentì la mano sinistra dell'altro accarezzargli la nuca e avvicinarlo piano...
-E stavolta non sono ubriaco, lo giuro...- sussurrò Mac, prima di baciarlo.
Stavolta non ebbe la reazione di picchiarlo o allontanarlo. Si lasciò baciare le labbra da quelle di Mac, per poi schiuderle quando Mac si fece ancora più vicino, lo strinse in un abbraccio e intensificò il bacio, mordendogli le labbra e impossessandosi della sua bocca. Si sentì avvampare ancora di più, se possibile. Aveva caldo ovunque e ebbe paura di poter prendere fuoco da quanti pensieri stava avendo ad ogni istante e quante sensazioni stava provando soltanto rispondendo all'abbraccio ed ai baci, toccando deliberatamente la pelle del collo di Mac come avrebbe voluto fare anche prima.
Si separarono che ansimavano, per quanto erano stati intensi i baci.
Si guardarono negli occhi per un lunghissimo istante e stavano per dire entrambi qualcosa quando la porta si spalancò ed entrarono Ace ed Arsenal per dire di essere tornati con i veleni per Jun.
Jun che alla fine della frase: “abbiamo portato i veleni” era già corso fuori dalla stanza, prendendo al volo il pacchetto che Arsenal stava reggendo e rifugiandosi nella stanza di Gum chiudendo con violenza la porta.