La Solita Prudenza.

Apr 26, 2008 17:34

È così assurdo che riesca a trovarla tanto bella a quest’ora della mattina?

Ha il respiro pesante di chi si è appena svegliato, e con un indice affusolato allontana dall’occhio cisposo una caccoletta organica. Gli versa il caffè epoi aggiunge il latte.

La principessa, la fata.

Ha vent’anni, ma potrebbe averne cinquanta, si dice. No, non è vero. Ha vent’anni e non potrebbe avere nessun’altra età. Ha vent’anni e avrà vent’anni per sempre.

Alle nove del mattino, ride e scherza col fratello e mentre guarda altrove, in quel momento Cavaliere dà per la prima volta una forma fisica a quella strana forma d’amore. Di ammirazione.

Oh, dico. Quindici anni raffredderebbero anche il più impavido, si dice, e ride di sè.

Ha una moglie e due bambini. Tre nipoti. Lavora con dei ragazzini ma, lo giurerebbe perfino, non s’è mai preso una cotta per nessuno di loro.

Eppure adesso.

Lei sen’è accorta e ride perchè lui ride e non sa perchè.

Ha una faccia meravigliosa e la mente semplice di Cavaliere non riesce su due piedi a descriverla propriamente. Una melodia gli suona in testa, due parole riguardo un certo pianeta del sistema solare, ma nulla di più.

Le sopracciglia della Principessa, disegnano un arco perfetto, eppure naturale. Ha occhi grandi, ma dal taglio orientale e una bocca enorme e mobile.

Una gonna ampia e un maglioncino. Suo fratello le passa una mano nei capelli e si sorridono e poi si allontana.

A pensarci bene non s’erano mai trovati soli, Cavaliere e Principessa.

Cavaliere si sente in imbarazzo. Si trova in quel momento adolescente in cui ciò che non si conosce si trasforma in imbarazzo, nonostante i trentacinque anni suonati.

Lei avrà vent’anni per sempre.

Principessa chiede la marmellata, il burro, il coltello, lo zucchero, i biscotti.

Non lo chiede con le labbra, senza nessun moto delle corde vocali.

Con gli occhi e il sorriso soltanto, e Cavaliere si chiede se anche in caso avesse dieci anni di meno e nessuna moglie e nessun lavoro o bambini, o nipoti, se tutte queste coincidenze fortunate, lei potrebbe mai interessarsi a un tipo semplice come lui. E questo a causa delle sue scarse capacità critiche, dal momento che lei è semplice quanto lui lo è.

D’accordo, pensa Cavaliere, suo fratello è un ingenuo, ma lei dev’essere diversa. Quei suoi grandi occhi pronti e insicuri, misteriosi e profondi come l’oceano.

Si succhia un indice, una volta spalmata la marmellata e lancia uno sguardo ad Arianna che butta giù qualche nota sgraziata, si siede e aspetta, ma non è vicina abbastanza da poter spezzare questo piccolo. Questo altare. Questi quindici minuti di contemplazione.

La Principessa si schirisce la voce. Alla terza volta lui ha come l’impressione che abbia davvero qualcosa da dire, ma è la Principessa e non ha bisogno di motivi o cause. Sorride.

Le loro mani s’incrociano sul cartone del latte. Cavaliere si ritrae per primo, e si concentra su altro. Dio benedica Maggio.

Buongiorno, Maggio. Buongiorno, Cavaliere. Per esempio.

Lei l’ha detto. Cavaliere pensa di non esser mai stato tanto stupito in vita sua.

Maggio s’è allontanato e lei s’è schiarita di nuovo la voce, si è voltata e l’ha fissato finchè non le ha rivolto la sua attenzione. Lui ha armeggiato il ciuffo castano, chiedendosi che stesse accadendo. Cavaliere è cristallino come un cristallo fottuto e allora lei, ha sorriso. Un sorriso disarmante. Cavaliere dev’aver reagito in qualche modo. Stupido perchè lei ha aggiunto voce al sorriso e l’ha fatto sentire. Stupido. Stupido, con la sua bella risata fragile e piacevole.

“Ti amo” ha sussurrato.

ship: principessa/cavaliere, tabelle, x-fandom, ship: ilaria/emanuele, fanfiction

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