Lo hanno finalmente ristampato
e finalmente posso consigliarlo.
Alby Starvation Questo romanzo torna in libreria dopo la prima edizione inglese del 1987 e quella italiana del 1991 (Oscar Mondadori). Scritto in poche furiose settimane, nel cuore dell’Inghilterra rivoltosa e rivoltante della Thatcher, si narrano le peripezie di Alby Starvation, anti-eroe che, se non per una piccola recensione sull’NME, passò al tempo quasi inosservato (correvano rampanti gli anni Ottanta). Alby, come il suo autore, ha lasciato Glasgow per insediarsi, con l’espediente della Social Security, tra gli squallidi squatters di Brixton: fumetti, spaccio di speed, la musica dei Fall sono le sue ossessioni, ma soprattutto il sopravvivere a improbabili allergie e a implacabili persecutori. Humour nero, paranoia sociale, lingua al vetriolo anticipano di gran lunga le narrazioni chimiche di Irvine Welsh o la morente Londra brixtoniana di Geoff Dyer, offrendoci un (in)sano antidoto al buonismo consolatorio di Nick Hornby. Un piccolo capolavoro generazionale “rimasterizzato”.