Calendario dell'Avvento (giorno 17)

Dec 17, 2009 21:34

Titolo: Piccoli problemi di convivenza
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Sirius Black, Remus Lupin (con la partecipazione di James e un po' di Peter)
Rating: G
Parole: 608 (Word)
Prompt: "Lo vuoi/volete capire che Natale è SOLO il 25 dicembre?!" da Calendario dell'Avvento
Avvertimenti: nessuno (strano? Ok...), se volete pre-slash, visto che i cuccioli hanno undici anni XD


Un undicenne Sirius Black guardava torvamente i suoi tre compagni di stanza, tutti intenti ad addobbare la loro camera con indecenti decorazioni natalizie. Eppure era solo il 15 di dicembre, quindi che senso aveva fare tutto quel trambusto, appendere i festoni, il vischio e quelle… come le aveva chiamate Remus? Luci colorate ad intermittenza? Sì, un’altra cosa fastidiosa che si accendeva e si spegneva e che per farla funzionare necessitava di elettricità (ma visto che ad Hogwarts non ce n’era, alla fine avevano dovuto usare la magia); più irritante delle altre, perché quella era roba babbana e lui non sapeva come farla smettere di accendersi e spegnersi.
“Sirius! Aiutaci, dai!” Esclamò James, lanciandogli il capo di un festone rosso, ma Sirius lo lasciò cadere a terra. Potter inclinò la testa, imbronciando le labbra. “Beh? Che hai?”
“Ma lo sapete che Natale è solo il 25 dicembre?” Domandò seccato il giovane rampollo Black, intascando le mani nel mantello. Gli altri tre si guardarono l’un l’altro, come se non avessero capito, e Sirius s’innervosì ancora di più. “Non mi piace questa… cosa delle decorazioni! Non mi piace il Natale.” Aveva decretato ed era uscito dalla stanza irritatissimo.
Natale a casa sua significava solo un normalissimo pranzo fra parenti snob e antipatici, i dispetti delle sue cugine ed i capricci di suo fratello. Non capiva proprio cos’avessero da essere tanto contenti Peter, Remus e James.
Quello stesso pomeriggio, poco dopo pranzo - durante il quale lui si era isolato dal resto dei suoi compagni, mostrandosi ancora mortalmente offeso - Remus, che di solito si teneva ben lontano da lui, gli si era avvicinato per parlargli. Sirius un po’ lo capiva, quel suo stargli alla larga, perché a volte lo guardava male senza volerlo: Remus gli sembrava sempre strano, ecco, e la cosa non lo metteva a suo agio.
“Mi dispiace.” Gli disse il ragazzino dal viso magro, così poco adatto ad un bambino. Sirius l’aveva squadrato senza dire niente e Remus aveva iniziato a giocherellare con un lembo del mantello. “Se ti dà fastidio possiamo togliere le decorazioni…”
“James non sarà mai d’accordo.”
“Però se glielo dico…”
“Non essere stupido!” Lo rimproverò Sirius per poi sentirsi in colpa quando vide l’espressione mortificata dell’altro; incrociando le braccia al petto, guardò altrove, sbuffando. “Che c’è di bello a mettere tutte quelle cose in giro per la stanza?”
Remus fece un piccolo sorriso. “È… il Natale, ecco.”
“Mh?” Fece Sirius, senza capire.
L’altro arrossì un po’, cercando le parole giuste. “Servono per mettere allegria. Anzi, no. Servono a fare vedere quanto si è contenti per l’arrivo del Natale, per festeggiare al meglio.”
Sirius però non capiva lo stesso, per lui non c’era niente da festeggiare: il Natale era solo una stupida cosa noiosa e sgradevole. Così Remus gli spiegò che per lui Natale era stare con i suoi genitori davanti al caminetto acceso, mangiare il pudding e ricevere regali, anche uno solo, ma sempre sentito; e aspettare tutto questo era sempre bello, a volte era più bello del giorno stesso, perché si respirava nell’aria qualcosa di diverso. Più che da quella descrizione un po’ sommaria, Sirius capì che al suo amico piaceva davvero il Natale dal modo emozionato in cui ne parlava, dal modo in cui gli brillavano gli occhi e le labbra si piegavano inconsciamente all’insù.
Gli piaceva.
“Però, ecco, se tu non vuoi, posso dire a James di…”
“Basta che togli le lucine colorate.” Lo interruppe Sirius, arrossendo d’imbarazzo quando Remus lo guardò sorpreso. “Non… Non è che non mi piacciono, però sono… strane.”
L’altro ragazzino gli sorrise radioso ed annuì convinto. Da allora, a Sirius Black il Natale piacque un po’ di più.

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