Calendario dell'Avvento

Dec 02, 2009 12:47




Perché non si dica che non ho tentato, che sono poco natalizia e via dicendo. Muahah! *faccia da Grinch*


Titolo: Ca**o, è di nuovo Dicembre!
Fandom: ehm... RPF autobiografica? XD
Personaggi: due ragazze XD
Prompt: This is my December, this is my time of the year (1 Dicembre)
Rating: G
Genere: introspettivo (? XD)
Parole: 185(Word)
Avvertimenti: è roba autobiografica. Più o meno. Luciiiineee!

“Non che io abbia qualcosa contro il Natale…” Considerò la ragazza, attorcigliandosi un riccio intorno al dito.
“Come?” Chiese l’altra, zigzagando fra la folla del corso.
“Natale. Non è che non mi piaccia.” Ripeté, venendo quasi investita da una bicicletta. “Mi piace, il senso del Natale: il caminetto con le calze appese, l’albero illuminato, il Presepe, la famiglia… È che per loro è Natale già da tre settimane e oggi è il primo Dicembre.”
“Già. Consumismo, lo chiamano.”
“Follia, dico io.” Sospirò l’altra sconsolata; poi indicò la folla intorno a loro. “Guarda le loro facce: pare che invece di fare shopping stiano andando a lavorare in una miniera di carbone! Ecco perché odio i regali! Non sono sinceri quasi mai! Consumismo, ecco, il Natale è bello anche senza regali.”
“Ma c’è qualcosa del Natale che ti piace davvero?” Sbuffò l’amica, guardandola sottecchi non senza un sorrisetto canzonatorio.
L’altra sollevò gli occhi al cielo, pensando. “… Sì: le lucine.” Poi vide un’orribile decorazione luminosa: un tripudio di verde, blu, rosso, giallo e qualsiasi altro colore. Tutti insieme, senza criterio. “… Ma solo quelle blu cristallo.”


Titolo: Miss you most (at Christmas time) perché io sono originale, eh!
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Ted Lupin (James Sirius Potter, vagamente)
Prompt: Miss you most (at Christmas time) (2 Dicembre)
Rating: G
Genere: introspettivo
Parole: 102 (Word)
Avvertimenti: un po' di angst, che non fa mai male a nessuno (tranne a Teddy, in questo caso XD)

Ted guardò i tre monelli Potter rincorrersi fra le decorazioni natalizie; come diceva Harry, decorare l’albero senza magia era più divertente. E lo era sicuramente per loro.
Per un attimo s’immaginò all’età di James, nella sua vita immaginaria dove i suoi genitori erano ancora con lui: avrebbero fatto un enorme albero di Natale, sua madre l’avrebbe voluto colorato da mille luci e suo padre avrebbe disposto i regali con finta e studiata casualità sotto di esso; lui avrebbe guardato emozionato e felice.
“Teddy… Aiuto!” Pigolò James, imprigionato in un festone.
Ted rise: tutto sommato anche quel genere di Natale gli andava bene.


Titolo: La stanza delle candele
Fandom: Yami no Matsuei
Personaggi: Hisoka (maggiormente), Tsuzuki
Prompt: candele/luci accese + 073. Luce della mia Big Damn Table
Rating: PG
Genere: introspettivo, vagamente romantico
Parole: 219 (Word)
Avvertimenti: shonen-ai molto velato.

La stanza era piena di candele - quelle fiammelle tremolanti erano le vite dei mortali ed Hisoka trovava azzeccato il termine di paragone: voleva dire che gli umani erano fragili tanto quanto la fiamma di una candela investita da un soffio di vento.
“Forse dovremo andarcene…” Borbottò il ragazzino, non volendo nemmeno immaginare quali conseguenze avrebbe potuto avere essere scoperti a girare nelle stanze del castello del Conte, durante la festa di Natale. Tsuzuki non gli rispose subito, ma rimase a guardare le fiammelle per qualche attimo ancora; i suoi occhi erano malinconici e la luce calda delle candele li rendeva quasi rossi e liquidi. Hisoka si riscosse quando l’altro si voltò a guardarlo con un piccolo sorriso, eppure, nonostante gli fosse così vicino non riuscì ad avvertire nessun sentimento dall’altro, se non una sconfinata tristezza.
Questo scemo, sbuffò tra sé, come fa a sentirsi in colpa anche quando lui non c’entra niente?
Probabilmente non avrebbe mai trovato una risposta a quella domanda, perché Tsuzuki era fatto così ed in fondo a lui piaceva anche per quello, anche se poi quel suo comportamento non faceva altro che causargli malumori.
“Belle, vero?” Chiese quello.
Con un sospiro, Hisoka gli prese la mano e lo trascinò via. “Sì.” Borbottò, pensando anche che lo erano, ma non quando facevano intristire così tanto Tsuzuki.

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