"Guidai fino a casa,se così si poteva chimare qella vil-
letta affittata.Feci uscire la gatta,bevvi un bel bicchere di
whiskey e crollai sul divano.C'era un opprimente sensa-
zione di quiete.Mi piaceva stare sola,o almeno così ave-
vo sempre creduto.
Mi addormantai subito;ero ubriaca,
suppongo,e profondamente esausta.Sognai che mia co-
gnata era una farfalla.Sognai che mia nonna stava spaz-
zando il pavimento.Sognai di immergere le mani in un sec-
chio scuro di acqua e di sentire i pesci che nuotavano tre le
dita;il freddo di quest'acqua si trasformò in calore e risalì
sulle mie braccia,attreaverso le vene,fino al petto.
Qualcuno bussò alla porta,e nel sogno feci un mo-
vimento brusco e rovesciai il secchio.L'acqua si sparse sul
pavimento,una goccia alla volta.Trasparente,poi bianca
e infine rossa.E' così che la verità viene a galla nelle fiabe,
scritta sul vetro,nella neve,nel sangue.Mentre riprende-
vo conocenza mi colse il terrore,come era successo la
mattina dopo l'incidente di mia madre.Ti possono tradi-
re nel sonno.Il mondo intero può ribaltarsi mentre tu so-
gni farfalle.
Quando raggiunsi la porta ,vagavo ancora nel mondo
dei sogni.Ratti,gatti,pipistrelli,chiunque di loro poteva
trovare la strada per il sentiero.Ero in preda al panico.
Una sensazione che ricordavo perfettamente. torna a let-
to,è troppo buio,fa troppo freddo,è troppo tardi.
Scoprii con sollievo che il visitatore era un fattorino che
mi consegnava una confezione di fiori.Mi misi a ridere e lo
feci aspettare mentre cercavo la mia borsetta.Gli diedi
una mancia di dieci dollar,cosa per me stravagante.
Giselle entrò di corsa tenendo qualcosa in bocca.
dichiarò il fattorino.
.
Due zampette sporgevano dalle fauci della gatta.
Un'assassina,pensai.La bestiolina ideale per me.
La gatta trotterellò in casa lasciando dietro di sè una
scia di sangue.Non distinguevo il colore,ma lo ricordavo.
Avevo sperato di vedere le penne di qualche odioso corvo
o i baffi di un ratto,invece Giselle depositò una delle talpe
a cui da tempo tendeva agguati accanto alle siepi.Cieca,
morbida come un guanto,inerme.Catturata,finalmante.
Prima di mettermi a pulire,tolsi il coperchio della sca-
tola dei fiori.Rose.Chiamai il fattorino per farmi
dire di che colore fossero.
Si mise a ridere,poi capì che dicevo sul serio.
,spiegai.
Il fattorino era giovane e dispiaciuto..
Ma per me erano bianche e il mio ammiratore lo sape-
va.Il duplice significato del regalo mi divertì e insieme mi
inquietò.Mi aveva vista una volta sola e Lazarus Jones cre-
deva già di conoscermi.Le fiabe sono enigmi e le persone
pure.Scoprine il mistero e quella persona sarà tua per
sempre,che le piaccia o meno.
In un angolo Giselle gironzolava intorno alla sua preda.
La scacciai con un giornale.
La gatta aveva fatto solo la sua parte,era il gioco che
sembrava tutto sbagliato.La talpa era arricciata come una
foglia.Mi sedetti sul pavimento e,quando vidi che quella
poveretta non si muoveva più,la raccolsi con un foglio di
giornale.La talpa era priva di vita.La portai ugualmente
vicino al mio orecchio,un pò come si fa con le conchiglie
quando si vuole sentire il rumore di un mare lontano.
Dopo qualche minuto presi una scatola di scarpedal-
l'armadio,la riempii di fazzolettini di carta e vi deposi il
cadavere della talpa.Non appena avessi avuto il tempo,l'a-
vrei seppellita vicinno alla siepe,al suo posto.Adesso mi
dovevo occupare del sangue sul pavimento,una scia che ai
miei occhi pareva neve.
Giselle aveva risolto l'enigma della talpa:stai acquatta-
to accanto alla siepe finchè lei apparirà e sarà tua.Cieca e
gentile,arranca nel buio,non vede nè stelle nè i denti,e
immagina che se oggi una strada p sicura lo sarà anche do-
mani.Era così che si catturavano le prede,facile come be-
re un bicchiere d'acqua,in un sol boccone.E così ero sta-
ta catturata anch'io.Misi le rose nel congelatore per la not-
te.Un posto freddo per un cuore freddo.Non sapevo se le
volessi o meno.La mattina,quando le tirai fuori tra i cu-
betti di ghiaccio e le lattine di succo congelato,le rose scin-
tilavano.A chi è prigioniero di un'osessione basta que-
sto:una sola possibilità che il desiderio sia reale,un minu-
scolo frammento a prova del fatto che non sei solo nel
buio.
...
Ecco la chiave del mio enigma.Quel che
meritavo,per tutto ciò che avevo fatto e desiderato,era esat-
tamente una rosa di ghiaccio."