Nick Autore:
yukiko_no_niji Titolo: Shōko to iu nadegata no joō. (La regina Shoko dalle spalle spioventi)
Numero Parole: 2032
Pairing/Personaggi: Arashi al completo.
Raiting: PG13
Genere: Comico (per il lettore, magari); Malinconico e Romantico (per Shoko)
Avvertimenti: Crack (anche tanto), Slash, AU, One-Shot
Intro/Note: Gli Arashi non mi appartengono, ma si appartengono tra di loro interscambiandosi. La storia di cui sotto è tutta mia immaginazione.
La seguente storia è stata scritta per il
kinkmemeita ed il prompt mi è stato fornito da
megane_chan .
Per vedere il KINK, cliccare
QUI La seguente scena è stata ripresa dalla puntata 52 del programma “Arashi ni Shiyagare” [2001.07.09]
La storia è dunque tratta da questa scena. Ci sono alcuni riferimenti alla puntata, per cui chi l’avrà vista si gusterà maggiormente la storia. Comunque sia la storia è comprensibile - come no - anche senza aver visto la puntata.
E’ la primissima volta che scrivo qualcosa del genere, ma come già detto nella precedente storia per la Sagra del Kink -
QUESTA - ho deciso di fare delle prove con queste storie.
Dunque, spero per voi che sarà una buona lettura e… boh! XD
Ringrazio sentitamente
megane_chan per avermi fornito il titolo in romaji e in kanji. **
Per l’occasione ho fatto anche il bannerino XD
翔子というなで肩の女王 - Shōko to iu nadegata no joō.
In un regno molto lontano, viveva un tempo una splendida regina di nome Shoko.
Shoko sin da piccola era sempre stata derisa dalle altre damigelle del regno per le sue spalle spioventi.
Eppure - nonostante i suoi tratti orientali - i suoi splendidi e boccolosi capelli biondi - perché dovevano essere stati per forza quelli la causa scatenante - e forse il suo modo di fare, un giorno le fecero incontrare un futuro re, meglio conosciuto in quelle terre come Ohno Satoshi.
Dopo averlo conosciuto, Shoko capì che quell’uomo era un po’ tanto, molto - troppo - tocco, ma oltre a ciò il suo carattere aveva anche lati positivi. Inoltre Shoko aveva compreso che ad Ohno non importava minimamente che lei avesse o meno le spalle spioventi, anzi sapeva che quello dipendeva dal fatto che Ohno viveva così tanto nel suo mondo - che non era assolutamente quello in cui viveva lei - che probabilmente non si era nemmeno accorto che lei avesse quel particolare nel fisico.
Un giorno, proprio mentre Shoko si stava tormentando perché non riusciva a capire se avesse realmente potuto interessare ad all’altro, quest’ultimo arrivò da lei e le chiese se aveva voglia di fare un giro in barca con lui nel lago vicino al castello di suo padre.
Fu quel giorno che l’allora principe Ohno le chiese di restare per sempre al suo fianco.
Shoko, che non era mai stata considerata da nessun ragazzo prima d’allora, si sentì estremamente lusingata, e sicura che non avrebbe trovato nessun altro uomo che l’avrebbe potuta rendere felice, accettò di buon grado la sua richiesta.
Di quel pomeriggio solo una cosa non le tornò molto: gli sguardi languidi che il barcaiolo aveva lanciato per tutto il tempo al suo principe.
Qualche tempo dopo, quando i due si erano finalmente sposati, dopo la morte del precedente re, l’ormai regina Shoko aveva scoperto che quel barcaiolo si chiamava Ninomiya Kazunari e che era un tipo avido di denaro e voglioso di molte altre cose, tra cui del suo re.
Ma lei e suo marito si volevano bene ed erano conosciuti in quelle terre come il tocco re Ohno e la regina Shoko dalle spalle spioventi, per cui non aveva mai visto in lui un vero rivale. Inoltre i loro sudditi li rispettavano molto e in tutto il regno prosperava la pace e la serenità.
Shoko, che si guardava ogni mattina allo specchio e che non era poi più così triste come un tempo di avere quelle spalle spioventi, non poteva immaginare neanche da lontano la torbida relazione che andava avanti ormai da anni tra suo marito e quel barcaiolo Kazunari, avido di denaro e voglioso di molte altre cose. Per cui la regina continuava felice la sua vita, passeggiando qua e là per le loro terre e cercando di non affacciarsi troppo dalle finestre del castello per evitare di farsi venire delle inutili fobie d’altezza.
Il tocco re Ohno, che in realtà non era per niente tocco, in ogni momento possibile della giornata si ritrovava con il barcaiolo Kazunari e i due vivevano attimi passionali e pieni di vero amore, amore che il tocco re Ohno non avrebbe mai e poi mai potuto donare alla regina Shoko dalle spalle spioventi.
Il barcaiolo Kazunari, nei momenti in cui non era troppo impegnato ad essere passionale e avido di molte altre cose, oltre al denaro per intendersi, cercava di convincere il re Ohno a lasciare sua moglie e a mettersi con lui una volta per tutte, ed uscire assieme per il pasto serale, ma il re Ohno ogni volta cambiava discorso. Nonostante ciò, il re sapeva che sebbene il barcaiolo fosse avido di denaro e di molte altre cose, lo amava davvero e che non era solo ai suoi soldi che mirava… anche se più e più volte mentre facevano del sano sesso selvaggio, il barcaiolo Kazunari aveva voluto indossare la sua corona.
Nel frattempo la vita della regina Shoko proseguiva serena. Aveva anche trovato una fantastica sarta dalle mani fatate, che le aveva cucito uno splendido vestito rosa che non faceva notare affatto le sue spalle spioventi e che metteva in rilievo le sue splendide clavicole.
Quella mattina Shoko aveva indossato proprio quel vestito, perché avrebbe voluto essere ancora più bella agli occhi del suo - come se avesse potuto essere vero - tocco re Ohno.
Appena ebbe finito di vestirsi si affacciò alla finestra, stando attenta a non guardare troppo in basso per non farsi venire inutili vertigini, e fu proprio in quel momento che notò un mercante ed un pirata parlare animatamente poco lontano dal castello.
La regina Shoko aguzzò un po’ più la sua vista aquilina e scoprì che in realtà conosceva già quel mercante. L’aveva visto qualche volta attorno al re, parlare con lui sempre con un’aria molto sognante. Quando lei aveva chiesto al marito chi fosse quell’uomo, il re le aveva risposto che si trattava di un suo fidato uomo d’affari chiamato MatsuJun, che in passato si era prestato a lui in servigi molto particolari. Al che Shoko aveva compreso che sarebbe stato meglio non indagare oltre, soprattutto sulla natura di quei servigi.
Si sorprese, però, nel vedere lì MatsuJun parlare con quel pirata.
Cosa mai avrebbero potuto confabulare proprio in quel luogo?
Ma si accorse ben presto che proprio quel pirata, invece di essere totalmente preso dalla conversazione con l’altro, stava guardando nella sua direzione.
Benché Shoko fosse una regina già da un po’ - e per tale motivo avrebbe dovuto essere abituata ad avere gli sguardi degli altri su di sé - gli occhi insistenti e ridenti di quel pirata la fecero arrossire oltremodo.
Abbassò piano la testa, ritirandosi nelle sue stanze. Decise poi che prima del pranzo avrebbe potuto fare una passeggiata tra i giardini del castello, così prese il suo amato ventaglio ed uscì.
Proprio lì fuori incontrò il suo re, ma questo, stroncando le sue aspettative, non la degnò minimamente di uno sguardo. Shoko, che aveva indossato quello splendido vestito rosa solo per lui, si rese conto di non essere entrata neanche per sbaglio nella visuale del re, troppo concentrato a camminare verso la rimessa delle barchine reali.
Così riprese a camminare, del tutto depressa e con le spalle spioventi leggermente ricurve.
Si sventolava con il ventaglio, cercando di mandare via il caldo, e si accorse solo dopo qualche tempo di essere uscita dai giardini del castello.
Sentì una voce non poco lontano da lei…
“Levate l’ancora!”
A quelle parole la regina Shoko si volse, trovando vicino a sé il pirata che aveva visto poco prima, parlare da solo con una fantomatica nave inesistente, mentre faceva strani versi con le mani.
Pensò che quel pirata fosse un po’ idiota.
Eppure quel suo fare stravagante l’aveva colpita. Non era da lei osservare uomini che non fossero il suo re, ma…
“Permette di presentarmi, Mia regina. Aiba Masaki, al vostro servizio!” completò con un inchino, togliendosi il cappello che indossava e rivelandole il suo miglior sorriso.
Shoko ne rimase ammaliata.
Quel sorriso abbagliante era contagioso e lei si ritrovò a sorridere imbarazzata di rimando.
“Lasciatemi aggiungere che oggi indossate un abito splendido. Vi dona davvero molto!” continuò sorridendo l’altro. “Anche se avrei preferito vedere le vostre spalle spioventi un po’ più scoperte…”
La regina si coprì d’istinto il volto con il ventaglio, sentendo le sue guance prendere fuoco, soprattutto quando si accorse che il pirata Aiba stava fissando la scollatura del suo vestito.
Nessuno, durante il corso della sua vita, si era permesso di fare commenti così arditi sul suo corpo. Neanche il suo re.
E quelle spalle spioventi, che lei aveva sempre odiato, lui le aveva appena elogiate, anche se in un modo un po’ troppo spavaldo. Ma era un pirata… che altro avrebbe potuto aspettarsi?
Fu in quel momento che vide in lontananza, alla riva del lago, il suo re ed il barcaiolo Kazunari che si tenevano per la mano. Vedendoli comprese quanto i due sembrassero una coppia d’amanti.
Un’improvvisa malinconia, mista alla realizzazione del tradimento del re, si impadronirono di lei.
Quel barcaiolo che lei aveva sempre cercato di non considerare un suo rivale, le aveva effettivamente portato via il re.
Si stavano tenendo per mano.
Si amavano.
La realizzazione che il suo re l’aveva sempre usata come copertura per amare in segreto il barcaiolo Kazunari faceva male, faceva davvero male.
“Scappa con me, Shoko!”
La regina si volse, sconvolta da quelle parole tanto dirette.
“Eh?” sussurrò solamente.
Aveva appena scoperto che il tocco re Ohno non era affatto tocco e che le aveva sempre fatto le corna con il barcaiolo Kazunari e quell’idiota di un pirata le aveva già proposto di scappare con lui. Per il suo cervello, era davvero troppo.
Iniziò a girare in cerchio, indecisa tra piangere e lamentarsi per tutte le cose brutte che le erano accadute in quegli anni, quando si rese conto che il pirata Aiba, prima di scoprire il suo re fornicare con un altro uomo, le aveva fatto un complimento spontaneo.
“Le mie spalle spioventi ti piacciono davvero?” chiese sussurrando in direzione dell’altro, dondolando un po’ su se stessa.
“Certo, Shoko. Ed i tuoi splendidi e boccolosi capelli biondi mi piacciono ancora di più!”
La regina sorrise. “Sei interessante, pirata” aggiunse sorridendo di cuore per la prima volta in quel giorno. Si volse ad osservare il non più suo re e proprio in quel momento lui si accorse di lei.
Lo vide guardare il barcaiolo Kazunari e lasciargli repentino la mano, correre verso di lei.
“Vieni via con me Shoko!”
Sentì una mano del pirata prendere la sua e trascinarla via.
Avrebbe voluto dirgli che aveva paura di correre veloce, ma in un certo senso si fidava di lui, per cui si lasciò trascinare via.
“Mia regina non potete abbandonarmi così!” La voce del re raggiunse le sue orecchie e per un attimo il suo cuore manco di un battito.
“Voi l’avete già abbandonata da anni!” sentì il pirata rispondere per lei.
E prima che Shoko potesse aggiungere qualcosa udì la voce acuta del barcaiolo Kazunari.
“Ora che ti sei liberato di lei, uscirai con me! Sono anni che voglio una cena come si deve con te!”
Shoko vide lo sguardo del re addolcirsi in direzione dell’altro.
Non aveva mai ricevuto uno sguardo così dolce da parte sua.
La non più regina si volse, riprendendo la via con il pirata Aiba, stringendo la sua mano.
Era dispiaciuta e amareggiata allo stesso tempo.
Non sapeva dove l’avrebbe condotta quell’uomo, ma sentiva che poteva fidarsi di lui.
“Io ti renderò felice, vedrai. Sarò il tuo piccolo sole che ti illuminerà sempre e ti porterò dove vorrai!”
Shoko gli sorrise.
Giunsero in poco tempo sulla nave del pirata, simile a un galeone.
Era grande e accogliente.
Si affacciò un po’ al parapetto, per osservare il mare.
Sulla riva del porto, vide il mercante MatsuJun ed il barcaiolo Kazunari parlare tra di loro.
Shoko non riuscì a comprendere tutto il loro discorso, ma una frase arrivò ben chiara alle sue orecchie.
“Grazie a te il re adesso è solo mio! Vieni a trovarci quando vuoi! Sei sempre il benvenuto!”
Rimase stupita da quelle parole…
Quella stessa mattina aveva visto Aiba parlare con quel mercante, dopodiché era successo tutto quel trambusto.
Perché quegli uomini erano tutti connessi tra di loro?
Shoko scosse la testa, cercando di mandare via i cattivi pensieri.
“Levate l’ancora!” sentì poi urlare a pieni polmoni il suo pirata. Si soffermò a guardarlo affascinata. Si vedeva non aveva aspettato altro che il momento per dire quelle parole. Adesso era pieno d’orgoglio.
Guardandolo meglio, l’ex regina si accorse che era davvero un bell’uomo, così sorridente e salterino.
La nave salpò.
Sapeva che da quel momento in poi la sua vita sarebbe stata migliore. Le sue spalle spioventi avevano finalmente trovato qualcuno che le apprezzavano davvero, il suo non più re avrebbe potuto amare liberamente il barcaiolo Kazunari e far governare i suoi averi al commerciante MatsuJun - che avrebbe sicuramente continuato ad offrirgli particolari servigi - e tutti avrebbero vissuto felici.
Guardò la distesa di mare davanti a lei.
Di sicuro si sarebbero ritrovati nel mezzo a qualche tempesta, ma proprio in momenti con quelli, si sarebbe tenuta ancor più stretta al suo nuovo ed unico vero amore della vita.