The Bet - La Scommessa (capitolo extra)

Oct 24, 2009 21:49

Dare l'addio ad una fic è sempre un po' triste, specialmente se la fic in questione ci ha dato tanto. Per me The Bet ha rappresentato la prima volta in molti sensi: è stata la prima ShaoYuui, mi ha permesso di sviluppare una personale visione della coppia e di conoscerne le maggiori "estimatrici", è stata la mia prima esperienza di betatura (fonte di ansie e di gioie per cui non smetterò di ringraziare

neera_pendragon) ed è stata anche la fic a rating più alto che abbia mai scritto (cosa per cui mi vergogno ancora adesso). Adesso che è finita, so che mi mancherà, ma forse ora riuscirò a concentrarmi meglio sui lavori che ho in corso. Sperando di avervi fatto divertire, vi lascio al capitolo extra! (cavoli, sembra quasi un discorso serio!)

THE BET - LA SCOMMESSA
UN ALTRO GIORNO

Avere pausa tra una lezione e l’altra non sempre era positivo. Nello specifico, per Yuui, negli ultimi tempi stava diventando controproducente. Appoggiato al davanzale della finestra, nella sua aula di cucina o in sala professori, lasciava vagare la mente con un’espressione estatica sul volto e perdeva completamente il senso del tempo. Il fatto era che la sua vita sentimentale pareva d’un tratto funzionare e aveva l’impressione di trovarsi perennemente su una nuvoletta rosa circondata da fiorellini. Se Fay fosse venuto a conoscenza del paragone, lo avrebbe preso in giro a vita. Inoltre, quei due luoghi in particolare gli riportavano alla mente il modo in cui era iniziata quella strana relazione, la scommessa che poi aveva clamorosamente perso, le dichiarazioni spiazzanti, i baci a volte dolci, a volte infuocati.
Completamente perso nelle proprie fantasie, non sentì la porta della sala professori aprirsi e nemmeno Fay che lo chiamava con uno squillante: «Yuuuui-chaaaan! »
Si rese conto della presenza del fratello solo quando il suo “dolce peso” gli precipitò sulle spalle, rischiando di sbilanciarlo dal davanzale.
«Fay! Sei impazzito? Mi hai fatto prendere un colpo! » protestò dopo essersi ripreso.
«Non è colpa mia se Yuui-chan vive in un mondo tutto suo, popolato di cuoricini volanti! » cinguettò Fay, senza lasciare la presa sul suo collo.
Yuui arrossì suo malgrado. Nonostante fosse venuto a patti con sé stesso e avesse accettato il nuovo Yuui-sensei che aveva una relazione segreta con uno studente, sentirlo dire a voce alta da altri lo metteva ancora in crisi.
«Anche tu non sei da meno, sei euforico. Cosa succede? » chiese per sviare il discorso.
Fay lo lasciò e prese a saltellare in un modo che Yuui avrebbe definito imbarazzante.
«Infatti c’è una novità! Non ci crederesti mai! Kuropon mi ha invitato a cena! » esclamò.
In effetti questo era un fatto davvero fuori dal comune. Kurogane non era decisamente il tipo da inviti del genere.
«Ha detto che mi porterà al nuovo ristorante etnico che hanno aperto vicino alla stazione! » continuò Fay.
Ristorante etnico? Un tradizionalista come Kurogane? Sempre più sospetto.
«Sei sicuro che non sia stata un’idea tua e che Kurogane-san non abbia accettato per sfinimento? » chiese, scettico, Yuui.
Il fratello ridacchiò nervosamente.
«Beh, di chi sia stata l’idea, non ha importanza. L’importante è che usciamo per un appuntamento. Sono così felice che mi sembra di toccare il cielo con un dito! »
Vedere Fay così allegro lo faceva sentire bene. Almeno lui poteva godere appieno della sua storia d’amore. Per quanto lo riguardava, Yuui aveva stabilito che qualunque tipo di uscita ufficiale era rimandata a dopo il diploma di Shaoron. Prima sarebbe stato troppo rischioso per entrambi. Il ragazzo si era offerto di lasciare la scuola per non metterlo nei guai, ma l’occhiataccia che gli aveva rivolto Yuui era stata talmente brutta da convincerlo a desistere.
«L’unica cosa che mi dispiace è lasciarti a casa da solo. » disse ancora Fay. «Se ti annoi, potresti sempre organizzare un festino e invitare Li-kun. »
«Fay! Io non organizzo festini! » protestò Yuui arrossendo. «Specialmente con Li-kun! »
Fay rise del suo palese imbarazzo e, prima di uscire per preparare la lezione successiva, gli lasciò la sua personale perla di saggezza.
«C’è sempre una prima volta, Yuui-chan. C’è sempre un prima volta…»

Entrando nel laboratorio di economia domestica, Yuui si rese conto che era già presente la classe al completo. Aveva ritardato di nuovo, anche se solo di alcuni minuti. Doveva decisamente darsi una regolata.
Mentre preparava gli strumenti e gli ingredienti della ricetta, sentì gli studenti dei primi banchi parlottare tra di loro.
«Allora, stasera andiamo al cinema? » stava dicendo Sakura. «Non vedo l’ora! »
«Mi dispiace…» le bisbigliò Shaoran.
Non potendo vederlo, Yuui immaginò la sua espressione desolata.
«So che te l’avevo promesso, ma stasera mio padre vuole che lo accompagni alla sua nuova conferenza. Dice di non poter fare sempre affidamento solo su Shaoron e che è ora che impari anch’io. Mio fratello dice che servo a papà solo per tenere lontana una ragazza, ma non ho capito bene cosa intendesse…»
Yuui, dietro il bancone, soffocò una risatina. A quanto pareva Elizabeth stava dando del filo da torcere al suo amato Fujitaka. Tutto quel discorso, realizzò poi, sottintendeva che Shaoron sarebbe rimasto a casa da solo quella sera. Sbirciò in direzione del ragazzo, ma quello non manifestò nessuna reazione.
«Potresti sempre organizzare un festino e invitare Li-kun. » gli sussurrò all’orecchio la voce maliziosa di Fay.
Yuui scosse la testa. Un festino magari no, però… c’era qualcosa di male a stare un po’ insieme dove nessuno poteva vederli? C’era qualcosa di più innocente di una semplice cena?
Per tutto il resto dell’ora gli ronzò in testa un menù che non aveva niente a che fare con la lezione in corso.
Durante la pausa pranzo non fu difficile rintracciare Shaoron, che dormicchiava sotto il solito ciliegio. Yuui si avvicinò il più silenziosamente possibile ma ,quando lo raggiunse, il ragazzo lo stava già fissando.
«Non c’è modo di coglierti di sorpresa, eh? » ridacchiò il giovane insegnante.
Shaoron scosse la testa.
«Temo di no. »
«Ti piace proprio questo posto. Ormai ti trovo sempre qui. » continuò, sedendosi sull’erba accanto a lui.
«Diciamo che me lo contendo con Sakurazuka-sensei, è un buon posto. » rispose il ragazzo, sollevandosi e dandogli un bacio sulla punta del naso che lo fece arrossire. «Cosa c’è, Yuui? Perché mi cercavi? »
Era passato un po’ di tempo da quel giorno sul ponte e Shaoron era diventato più gentile con lui. Permaneva la sua naturale punta di sarcasmo, ma lo guardava e gli parlava con una dolcezza nuova.
«Ehm… mi chiedevo se… forse è una sciocchezza, ma…»
Yuui si morse la lingua. Davanti a lui si imbarazzava sempre. Non era molto coerente proporgli l’invito che aveva in mente dopo aver rifiutato i suoi.
«Qualunque cosa sia, non è una sciocchezza se riguarda te. »
«Ho sentito per caso da tuo fratello che stasera sarai a casa da solo. » disse Yuui, incoraggiato dalle sue parole. «Visto che anche Fay esce, mi chiedevo se ti andasse di venire da me. »
Shaoron avvicinò il volto al suo con espressione maliziosa.
«Stai tentando di sedurmi, sensei? » soffiò sulle sue labbra.
Yuui fece letteralmente un salto indietro.
«No! Assolutamente! La cena! Volevo solo preparare la cena! » esclamò, agitandosi e provocando l’ilarità dell’altro.
«Non sei cambiato di una virgola. » rise Shaoron, dandogli un buffetto sulla guancia. «Continui ad agitarti per niente anche se ormai stiamo insieme. Sai, non ho bisogno di venire a casa tua per saltarti addosso. Posso farlo in aula, o in sala professori, o… qui. »
Yuui balzò in piedi allontanandosi di scatto di un paio di passi. Si era mosso d’istinto anche se sapeva che il ragazzo stava scherzando, perché poteva anche benissimo parlare sul serio. Non che non lo desiderasse o non provasse attrazione per lui, al contrario, il suo tocco lo faceva impazzire, ma allo stesso modo, in un certo senso, lo temeva. Dopotutto era la sua prima volta. Un discorso complicato.
«Base Terra chiama Yuui! » esclamò Shaoron in tono ironico. «Adesso non iniziare a farti voli, stavo scherzando. Lo sai che non farei mai niente che non volessi anche tu. Ormai dovresti averlo capito. »
Sollevò una mano per accarezzargli una guancia e Yuui si rilassò. Era sufficiente il tocco delle sua mani per farlo sentire meglio.
«Comunque sia, accetto volentieri il tuo invito a cena. » disse Shaoron con un sorriso. «Mi raccomando, stupiscimi con le tue doti artistiche! »

Decidere cosa cucinare quella sera fu un vero dramma. Da una parte Yuui voleva preparare qualcosa di speciale, era persino rientrato prima per farlo, ma dall’altra non voleva che fosse una cena troppo impegnativa. Temeva che Shaoron pensasse che si aspettava chissà cosa da lui. Cosa assolutamente non vera… ok, almeno in parte. Forse era meglio preparare un piatto gustabile anche freddo, nel caso avessero finito per ritardare la cena… per qualunque motivo. Non che lui mettesse in conto di fare qualcosa di diverso dal magiare, ma… non si poteva mai sapere.
Se si fosse messo a riflettere su quello, non si sarebbe sbrigato più e il tempo passava, si rimproverò. Aveva appena disposto sul tavolo gli ingredienti per il dolce, quando Fay fece il suo ingresso trionfale in cucina.
«Tadaaan! Come mi sta? » esclamò, volteggiando attorno al tavolo.
Alzando gli occhi, Yuui si stupì dell’eleganza del fratello. Lui che amava i jeans e le magliette colorate quando era fuori dalla scuola, quella sera si era messo una camicia e, addirittura, una cravatta. Celeste, notò Yuui, dello stesso colore dei suoi occhi, in contrasto con i pantaloni scuri e piuttosto stretti.
«Benissimo! Sei un figurino! » esclamò sorridendo. «Sei sicuro che sia solo una cena? »
«Chissà? » rispose Fay, facendogli l’occhiolino. «E tu? Sicuro che resterai qui da solo? Stai preparando porzioni troppo abbondanti. »
«Mi porto avanti. Ehi, giù le mani dalla panna! »
Scattò in avanti, ma non riuscì ad impedire al fratello di affondare il dito nella ciotola.
«Non è giusto, Yuui-chan! » piagnucolò Fay, succhiandosi l’indice e sbirciando il resto degli ingredienti disposti sul tavolo. «Fai il budino al cioccolato quando io non ci sono! »
«Se non tocchi più la panna, ti prometto di lasciarne una terrina intera in frigorifero. Anche se sono sicuro che stasera avrai ben altro a cui pensare che non il mio budino! »
Fay scoppiò a ridere e gli diede un bacio sulla guancia.
«Sei unico, Yuui-chan! Mi raccomando, fai il bravo! »
Scoccò un’occhiata all’orologio e si precipitò nell’ingresso.
«Vado! Buona serata, nii-chan! »
Un attimo dopo, la porta d’ingresso si chiuse.
Yuui sospirò. Era evidente che Fay aveva capito tutto e, in un certo ,bizzarro, modo, gli stava dando il suo via libera, dimostrando fiducia nel suo buonsenso. Chissà se era una fiducia ben riposta? Scuotendo la testa, si mise di buona lena a preparare il budino e, dopo averlo messo a raffreddare nel frigorifero, si precipitò in camera a cambiarsi. Shaoron sarebbe stato lì tra poco.
Davanti all’armadio ebbe un attimo di panico.
«No, elegante no, non siamo al ristorante. Jeans? Sarebbe qualcosa di diverso dal solito e poi questi sono nuovi. » pensò, sollevandone un paio acquistati da poco su insistenza del fratello. «Maglietta? Camicia? La camicia si slaccia troppo facilmente… ma la maglietta si solleva… Aaaahh! Cosa faccio? »
Gettando un’occhiata all’orologio, si rese conto di quanto fosse tardi. Si ributtò a capofitto nell’armadio e ne emerse con una camicia di seta celeste molto chiara che gli avevano regalato le sue amiche italiane, e solo dopo averla infilata si rese conto che l’abbinamento di colori ricordava molto l’abbigliamento di Fay. Ridendo, tolse l’elastico ai capelli, li pettinò velocemente e li legò con un nastro nero, lasciando che le due estremità scendessero sulla spalla, mescolandosi alle ciocche bionde. Stava esagerando?
Sbirciò lo specchio con espressione preoccupata. Non ebbe il tempo di rispondersi, perché in quel momento suonò il campanello.
Reprimendo a forza l’agitazione, corse all’ingresso e, quando la porta si aprì, si ritrovò con il volto affondato in un mare di petali bianchi.
«Buonasera. » lo salutò Shaoron con un inchino, porgendogli il mazzo di rose.
«Ciao. Ma… questo…» fece Yuui, stupito.
«Spero ti piacciano. Non volevo venire a mani vuote, ma non sapevo che fiori preferissi così mi sono fatto consigliare. Quando ho detto che ero stato invitato per la prima volta a casa di una persona timida ma dal cuore d’oro, il fiorista mi ha messo in mano queste rose bianche. »
Shaoron gli accarezzò una guancia.
«Rose per la passione, bianco per la purezza. Sono proprio come te. »
Yuui arrossì.
«Grazie, sono bellissime. È stato un pensiero molto carino. Forza, vieni, entra pure. »
Prendendo i fiori dalle mani del ragazzo, gli fece strada lungo il corridoio.
«Accomodati pure in cucina, intanto recupero un vaso. »
Quando tornò, trovò Shaoron intento a scrutare con attenzione la teglia dove si trovava la torta salata che aveva preparato.
«Tu mi provochi, Yuui. » disse quando lo sentì arrivare.
«Eh? »
Provocare? Quella era la torta salata più innocente che avesse mai preparato. Oppure significava che non gli piaceva?
Shaoron si voltò e lo fissò dritto negli occhi.
«Timballo di zucchine, salmone e limone. » scandì lentamente. «Ti ricorda niente? »
Un’immagine fugace attraversò la mente di Yuui, facendolo arrossire di nuovo: Shaoron che gli mordeva il dito nell’aula piena di gente. Non si era reso conto di aver preparato lo stesso piatto spiegato in classe quella volta.
«Vedo che hai capito. » mormorò Shaoron, avvicinandosi a lui.
Yuui scattò nella direzione opposta, aggirando il tavolo e raggiungendo il frigorifero.
«Già! Eh, eh! Che buffa coincidenza! » esclamò, ridacchiando nervosamente. «Ehm… devo mettere la panna sul budino. Perché intanto non ti accomodi? »
Imponendosi di non guardarlo, recuperò le ciotole di budino e la panna montata, che cominciò a disporre a ciuffetti con la sua amata tasca da pasticcere. Aveva fatto un errore stupido. Nell’impegno di non fare nessun tipo di riferimento allusivo, aveva finito per riprendere quello peggiore. Non che gli dispiacesse che Shaoron ricordasse quell’episodio, ma non era stata davvero sua intenzione farvi riferimento ed ora si sentiva a disagio.
«Sai, ho cambiato idea. » disse ad un tratto Shaoron. «Penso che stasera mangerò te. »
Yuui sobbalzò e la tasca gli sfuggì di mano, schizzando panna tutto attorno.
«E… eh…? »
Shaoron scoppiò a ridere.
«Ti adoro! » esclamò, sporgendosi dal tavolo e leccando la panna che gli era finita sul naso.
Le guance di Yuui andarono a fuoco mentre abbassava gli occhi borbottando: «Mi stai di nuovo prendendo in giro, eh? »
Le braccia che gli cinsero la vita da dietro lo colsero di sorpresa.
«No, ti adoro davvero. » mormorò Shaoron, scostando lentamente i capelli biondi e posandogli un bacio sul collo. «Adoro la tua ingenuità, le tue guance arrossate, il tuo sorriso, i tuoi voli mentali… adoro tutto di te. »
Un bacio leggero per ogni parola, un semplice sfiorarsi di pelle che fece sentire Yuui in paradiso.
«Sei rigido come un pezzo di legno. Rilassati. » gli sussurrò Shaoron ad un orecchio. «Hai ancora paura di me? »
Yuui scosse piano la testa. Non era esattamente paura di lui. Era paura di quello che sarebbe potuto succedere, paura di perdere la testa, di come sarebbe stato, di quello che avrebbe sentito e provato. Forse… forse sì, in definitiva aveva paura di lui. Rabbrividì.
Shaoron lo strinse a sé.
«Non dire no se è sì. » mormorò. «Ti prego, abbi fiducia in me. Ti prometto che non ti farò mai del male.»
Yuui annuì lentamente e si sciolse dall’abbraccio.
«Adesso mangiamo, ti va? » disse, accennando un sorriso speranzoso. «Altrimenti inizierò a pensare di aver lavorato tanto per niente. »
Da una parte non avrebbe voluto lasciare quelle braccia, ma se si metteva a pensare a tutte le implicazioni, o ai particolari di quelle implicazioni, finiva per andare in paranoia. Inutilmente, tra l’altro. Forse si stava comportando di nuovo da stupido. Shaoron lo amava, lo aveva dimostrato in mille modi, eppure lui continuava ad essere spaventato. Forse era normale. Forse no. C’era solo un modo per scoprirlo.
Mentre mangiavano in silenzio, sentiva lo sguardo acuto di Shaoron puntato addosso. Probabilmente si stava chiedendo per quanto tempo intendesse ancora tergiversare.
«Yuui…» lo chiamò ad un certo punto. «Smettila di tormentarti. Non ne hai motivo. Segui i tuoi ritmi e non preoccuparti d’altro. »
Quasi si commosse quando sentì quelle parole. Non erano seccate né impazienti, gli stava dando totale libertà.
«Grazie… e scusami. » mormorò in risposta.
«Adesso non scusarti o cambierò idea! »
Quel commento gli strappò una risatina e l’atmosfera si alleggerì.
Terminata la cena, Yuui, ora decisamente più tranquillo, invitò Shaoron ad accomodarsi sul divano, mentre sistemava quello che restava della panna e serviva il budino.
«Posso mettere un po’ di musica? » chiese il ragazzo.
«Certo. I cd sono di fianco al televisore. »
«Andrà benissimo quello che stavi ascoltando tu. »
Dallo stereo iniziò a diffondersi una voce di donna, calda e sensuale, che accompagnava una melodia malinconica.

“Toki no mukou
kaze no machi e,
nee, tsuretteitte…”(1)

Riconoscendo la canzone, Yuui incurvò leggermente le spalle. Non ricordava di aver lasciato quel cd nello stereo.
«Se ti da fastidio, spengo. » disse Shaoron notando la sua reazione.
«No, non mi da fastidio. Solo un po’ di nostalgia. »
In realtà in quel momento non aveva motivo di provare una cosa del genere e non avrebbe voluto mostrare di nuovo il suo lato debole, ma Shaoron riusciva sempre a tirar fuori la sua parte più vera.
Posò i budini sul tavolino accanto al divano e si accomodò di fianco a lui.
«Era la canzone che ascoltavo in Italia, quando passavo il tempo a sognare di tornare in Giappone da mio fratello. Una canzone giapponese che nessuno capiva e che era solo mia, in quel posto estraneo. » spiegò.
Era una storia che risaliva ad anni prima. Non l’aveva mai raccontata nemmeno a Fay, per non farlo preoccupare. Ancora adesso però, quando si sentiva triste o confuso, ascoltava quella canzone per ricordare a sé stesso che, per quanti problemi potesse avere, il suo obiettivo più importante era riuscito a raggiungerlo.
Shaoron gli circondò la vita con un braccio e se lo attirò vicino.
«Vorrei fare qualcosa per te. » disse.
Yuui sorrise, appoggiando la testa sulla sua spalla.
«Mi dispiace, ti ho fatto intristire. È una storia vecchia, non devi preoccupartene. »
«Invece mi preoccupo, perché tu sei il classico tipo che quando ha un problema si tiene sempre tutto dentro. Se dovesse capitarti di nuovo qualcosa, temo che non me ne parleresti e mi escluderesti dalla tua vita. »
Yuui si stupì molto di quelle parole. Lo Shaoron di poco tempo prima gli avrebbe risposto con spavalderia: «Non mi preoccupa affatto. » Intenerito, ricambiò la sua stretta con dolcezza.
«Non lo farò. Ormai fai parte di me, non potrei escluderti neanche se volessi. »
«Oh, se volessi davvero, lo faresti. Hai la forza di farlo. »
A Yuui non piaceva neanche un po’ la piega che stava prendendo quel discorso.
«Hai sempre detto che sono fragile. » rispose, piuttosto dubbioso.
«Sono sempre stato troppo codardo per ammettere il contrario. »
Seguendo un istinto che non sapeva di avere, Yuui lo afferrò per le spalle e lo attirò a sé, baciandolo. Non era praticamente mai successo che prendesse lui l’iniziativa, ma quelle parole così amare gli avevano fatto desiderare di trovare un modo per zittirlo, per fargli capire che ora erano insieme e quella era la cosa più importante. Si lasciò ricadere all’indietro sul divano, trascinandolo con sé, e solo quando la necessità di ossigeno si fece pressante, si separò dalle sue labbra.
«Sono qui, ok? » mormorò. «Non devi preoccuparti di quello che è successo in passato o di quello che potrebbe succedere in un possibile futuro. Siamo qui e siamo insieme, non importa nient’altro. »
Shaoron gli rispose con un sorrisetto obliquo.
«Ci stiamo facendo audaci, eh? »
«Un’inversione di ruoli necessaria, a quanto pare. » rispose Yuui, sorridendo a sua volta. «Guarda che essere paranoico è una mia prerogativa, quindi anche tu recupera in fretta la tua, visto che io non mi sento affatto a mio agio nelle vesti del seduttore. »
«Invece sei molto attraente. » sussurrò Shaoron, abbassandosi a baciarlo di nuovo.
Con una mano si sostenne in modo da non pesargli addosso, mentre con l’altra scese ad accarezzargli il collo e a sciogliere il nastro che gli legava i capelli.
Sembrava che Shaoron avesse una passione per i suoi capelli, pensò Yuui in un angolino remoto della sua mente, ogni volta che lo baciava li slegava e li accarezzava. Mentre i suoi pensieri si sparpagliavano come foglie al vento, sentì le mani di Shaoron slacciare lentamente i primi bottoni della sua camicia e le sue dita calde accarezzagli la pelle.
«I… il budino… si scioglie…» ansimò quando riuscì a prendere fiato.
Era la cosa più assurda che gli fosse mai capitato di dire.
Shaoron ridacchiò contro il suo collo, poi lo sentì allungarsi verso il tavolino.
«La panna sul tuo naso non era niente male. » disse. «Chissà com’è il cioccolato. »
Sentì le sue dita percorrergli le labbra, ricoprendole di crema, e un attimo dopo il sapore dolce si sciolse nella bocca di entrambi, mentre si assaporavano a vicenda.
«Vorrei spalmarti di cioccolato da capo a piedi. » sussurrò Shaoron scendendo di nuovo a baciargli il collo.
«Non è consigliabile. Potrei avere una crisi isterica a causa delle ma… aaah… cchie…»
Il gemito che gli sfuggì fece arrossire Yuui, mentre il ragazzo si dedicava ad assaggiare la sua pelle candida.

“Sono utagoe taenai hirusagari
mezamete futari wa hitotsu ni nari
shiawase no imi o hajimete shiru no deshou
tsuretteitte…”(2)

I pensieri di Yuui si persero, tra le note appassionate della canzone e il tocco di Shaoron che gli bruciava la pelle. Il suo corpo scottava e si tendeva alla ricerca di un contatto maggiore, mentre l’aria gli sfuggiva dai polmoni in brevi ansiti spezzati. Ben presto si ritrovò con la camicia completamente slacciata, mentre Shaoron lo assaporava davvero come se fosse stato il più prelibato dei dolci. Chiudendo gli occhi, si abbandonò completamente al turbine di emozioni e desiderio che lo stava travolgendo. Seguendo l’istinto del momento, le sue mani sollevarono la maglia leggera del ragazzo, accarezzando la schiena nuda e poco dopo si spinsero oltre, sfilandogliela completamente. Shaoron sospirò mentre le dita di Yuui si intrecciavano ai suoi capelli. Baci rapidi e voraci si susseguirono, dita nervose che si aggrappavano alle spalle, pantaloni che si stavano facendo troppo stretti. Shaoron gli accarezzò i fianchi, giocherellando con il bottone dei jeans prima di slacciarlo. Le sue dita scivolarono di poco al di sotto, provocandogli brividi incontrollabili.
«Yuui…»
La voce gli giunse ovattata, attraverso le sue percezioni oscurate dal piacere.
«Continua…» ansimò in risposta.
«Yuui, sai quello che stai facendo? »
«Diamine, sì! Continua! »
Quell’esclamazione strozzata sorprese lui per primo. Inarcò la schiena istintivamente quando le mani di Shaoron si addentrarono oltre l’orlo dei pantaloni. Aveva l’impressione che gli mancasse l’aria eppure, allo stesso tempo, era la sensazione più incredibile che avesse mai provato. Bruciante, destabilizzante, fantastica. Quindi era questo che si provava ad essere toccati dalla persona amata.
Probabilmente lo disse ad alta voce, perché Shaoron si fermò per un attimo a fissarlo, gli occhi scuri che si specchiavano nelle iridi azzurre, lucide di eccitazione.
«Cos’hai detto? » chiese.
«Ti amo. » disse Yuui in un soffio, stringendolo a sé. «Ti amo. Ti amo. »
Non l’aveva mai ammesso, non aveva mai pronunciato quelle parole ad alta voce e farlo adesso era meravigliosamente sconvolgente.
L’ennesimo bacio suggellò quell’unione, ma mentre Yuui decideva che era finalmente ora di accantonare le sue ansie, lo scatto della serratura dell’ingresso lo fece irrigidire.
«Sono a casa! Yuui-chaaaan! »
Una secchiata d’acqua gelida avrebbe avuto un effetto meno traumatico della voce squillante di suo fratello. Rendendosi improvvisamente conto della situazione in cui si trovava, Yuui si sollevò a sedere di scatto e allontanò Shaoron. Nella foga del movimento, si voltò bruscamente e ruzzolò dal divano, finendo a terra sotto lo sguardo allibito del ragazzo. Aveva la camicia completamente aperta, i pantaloni slacciati, i capelli sciolti, arruffati e le guance in fiamme. Nemmeno il tempo di riassestarsi, che Fay comparve sulla porta.
«Yuui-chan! Oh, Li-kun, buonasera…»
La sua espressione era decisamente perplessa.
«Yuui-chan, cosa ci fai sul pavimento? »
A quelle parole Yuui desiderò nascondersi sotto il divano.
«Ah… ehm… cercavo… il telecomando! » esclamò in preda all’imbarazzo più totale. «Stavamo giusto pensando di vedere un film! »
«Oh, sì. » commentò Fay, spostando lo sguardo dalla camicia aperta del fratello al torace nudo di Shaoron. «Deve trattarsi di una visione particolarmente istruttiva, sensei… A proposito, hai… ehm…»
Le dita di Fay tamburellavano nervosamente sul collo.
«Eh? Che cosa? » chiese Yuui altrettanto nervosamente, scrutando i propri vestiti e riallacciando velocemente i pantaloni.
«Credo che Fay-sensei voglia dirti che hai un succhiotto sul collo. » intervenne tranquillo Shaoron, apparentemente per nulla turbato da quell’interruzione.
«CHE COSA?!?! »
Lo strillo di Yuui probabilmente venne sentito fino in strada e proprio da fuori li raggiunse la voce di Kurogane.
«Hai finito di scocciare la gente, idiota importuno che non sei altro? »
Quell’appellativo era chiaramente indirizzato a Fay, che ridacchiò, indietreggiando nel corridoio.
«Sono subito da te, Kuro-koi! »
Dall’esterno si udì uno sbuffo spazientito.
«Prima mi assilli per tutta la sera che sei preoccupato per tuo fratello, poi te ne esci con queste cose…»
Fay tornò a rivolgersi a Yuui, che nel frattempo aveva seppellito il volto in un cuscino del divano.
«Beh, visto che va tutto bene, io me ne vado. Buon… ehm… proseguimento. »
Anche quando sentì chiudersi la porta d’ingresso, Yuui non accennò a muoversi. Voleva rimanere lì per sempre, seppellito nel cuscino. I cuscini non facevano domande, non ti prendevano in giro per l’eternità. I cuscini erano una cosa buona.
Sentì la mano di Shaoron accarezzargli una spalla.
«Yuui…»
Un bacio gli si posò delicatamente sui capelli biondi. Finalmente il giovane alzò la testa. Shaoron lo fissava con espressione inaspettatamente gentile.
«Credo che dovrò ringraziare Fay-sensei. » disse.
«Per cosa? Per le scenette comiche a cui assisterai e con cui mi darà il tormento da qui al prossimo secolo? » brontolò Yuui.
«No, per aver interrotto qualcosa che stava avvenendo nel modo e nel momento sbagliato. Non era così che doveva andare, perché non è questo che tu vuoi, giusto? »
In effetti, ora che la sua mente era tornata a funzionare, Yuui si rese conto di aver precipitato un po’ troppo le cose. Non c’era bisogno di avere fretta, avevano tempo e l’attesa avrebbe reso più dolce il momento, quando sarebbe arrivato.
Si alzò e si risedette sul divano, accoccolandosi accanto a Shaoron, che lo circondò con le braccia.
«Hai ragione. » mormorò. «Abbiamo tempo. Tutto il tempo del mondo.»

Fay rientrò molto tardi quella notte, o molto presto quella mattina, a seconda dei punti di vista. Era stata una serata speciale, forse una delle più belle della sua vita e avrebbe voluto che non finisse mai. Purtroppo a volte capitava anche di avere lezione alla prima ora e presentarsi senza neanche un paio d’ore di sonno non era consigliabile.
Attraversando il soggiorno buio e silenzioso, si chiese come fosse andata a Yuui. La sua intromissione era stata quanto mai importuna, ma forse, conoscendo il fratello, anche provvidenziale. Sperò che non ce l’avesse troppo con lui. Passando nel corridoio in punta di piedi, diretto alla propria stanza, gettò un’occhiata in quella del fratello e l’immagine che gli si presentò davanti lo fece sorridere teneramente.
Yuui era sdraiato su letto e dormiva profondamente in una posa stranamente scomposta. Le braccia di Shaoron lo circondavano e il ragazzo dormiva a sua volta con il volto affondato nell’incavo del suo collo. Avevano entrambi un’espressione così beata che Fay decise che, forse, non li avrebbe presi in giro da lì all’eternità. Forse.

FINE

(1) Hey, portami al di là del tempo,
nella città del vento.
(2) un pomeriggio, accompagnato da un infinta voce cantante,
noi due dormiremo e diventeremo uno,
e certamente, sapremo il significato della felicità per la prima volta
portami via…


The Bet by ~YukiDelleran on deviantART

E questa è una cosina che avevo in serbo da un po' e non riuscivo a finire causa amata Hime (pc portatile) che non ne voleva sapere di far funzionare a dovere la tavoletta. Non mi soddisfa neanche un po', ma doveva essere la fanart ispirata al capitolo, quindi eccola!

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