Simply... Irresistible! (cap. 8)

Nov 09, 2010 17:57

Con tutti i pensieri che ho per la testa in questo periodo ho ritardato il post nonostante il capitolo fosse già betato. Scusate!

Titolo : Simply... Irresistible! (8/?)
Fandom: Horitsuba Gakuen AU
Rating: giallo
Genere: fluff/angst altalenante
Personaggi: Yuui, Fay, Shaoron, Kurogane, guest vari...
Riassunto: la fic è liberamente ispirata al film Semplicemente irresistibile. Yuui e Fay possiedono un ristorante sull'orlo della chiusura. Niente sembra destinato a cambiare finchè non viene espresso un desiderio...
Disclaimer: tutti i personaggi appartengono alle Clamp, la fic è stata scritta senza scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.
Note: shonen-ai
Beta: akitochiaki

08 
Una brutta ferita

In assenza del fratello e di Watanuki, Yuui aveva trascorso un pomeriggio piuttosto caotico e indaffarato: non era abituato a preparare il menù della serata da solo. Si stava chiedendo se fosse il caso di inserire un terzo dolce accanto al semifreddo allo yogurt e amarene e al budino caramellato all’ananas, quando aveva sentito tintinnare la porta d’ingresso e si era trovato davanti Shaoron. Una visita inaspettata e ad un orario insolito, ma non per questo meno piacevole. Le ore erano trascorse tranquillamente, e aveva scoperto un’insospettata abilità culinaria nel ragazzo. Insieme avevano preparato un dolce che Yuui non aveva mai osato presentare al pubblico, un po’ per la sua particolarità, un po’ per il timore che non venisse apprezzato: la torta con petali di rosa brinati. Il risultato era stato splendido, una perfetta combinazione di pan di spagna, crema al rosolio e petali di rosa cosparsi di zucchero.
Ancora impegnato nella contemplazione di quel piccolo capolavoro, Yuui ci aveva messo qualche secondo più del dovuto a realizzare che nello sguardo di Shaoron c’era qualcosa di diverso.
«Va tutto bene? » chiese, piuttosto circospetto.
Shaoron avanzò nella stanza e gli circondò la vita con le braccia, stringendolo da dietro. Scostò delicatamente i ciuffi di capelli biondi e posò un bacio alla base del collo; poi, sempre in silenzio, lo indusse a voltarsi e fece incontrare le loro labbra. Yuui assaporò a pieno quel bacio che si faceva via via più passionale, nonostante un fastidioso campanello d’allarme continuasse a ripetergli che c’era qualcosa che non andava. Prendendo fiato, lasciò le sue labbra e appoggiò la fronte sulla sua spalla.
«Cosa succede, Shaoron-kun? » chiese di nuovo. «Sei agitato. »
Quando tornò a guardarlo, gli occhi del ragazzo fuggirono i suoi, cosa che lo mise ancora più in allarme. Doveva trattarsi di qualcosa di grave.
«Hai più avuto notizie del compratore? » domandò infine Shaoron, lo sguardo sempre fisso sulla parete opposta.
Yuui scosse la testa sconcertato, in tutta sincerità in quei giorni si era persino scordato del problema. I suoi pensieri erano stati tutti assorbiti dai guai di Fay e da… lui.
Shaoron annuì come se se lo fosse aspettato.
«È perché gli ho chiesto di darti un po’ di tempo. » disse.
Il giovane chef lo fissò, non del tutto certo di aver afferrato il significato di quelle parole. Non avevano senso.
«Co… sa…? »
Un sospiro. Rassegnato, forse stanco.
«Non te l’ho detto prima perché avrebbe interferito con il mio lavoro. Solo col tempo ho capito che non potevo più tacere e agire alle tue spalle. L’inviato del compratore sono io. »
Yuui rimase immobile, ancora in parte circondato dalle sue braccia. La sua mente era avvolta dal bianco totale. Bianco e gelido. Non riusciva a pensare.
«Yuui…»
Come se il suono della sua voce avesse fatto scattare un interruttore, si ritrasse allontanandolo con una spinta e mandandolo a sbattere contro il piano di lavoro. Una ciotola, in già precario equilibrio vicino al bordo, cadde a terra infrangendosi in mille pezzi e schizzando crema sui mobili immacolati.
«Come… osi pronunciare il mio nome? »
«Yuui, per favore…»
«Cosa?! Cosa vuoi ancora? » urlò alzando la voce in modo incontrollato. «Mi hai ingannato, mi hai mentito e ti sei preso qualcosa che io…»
S’interruppe quando lo scatto della serratura lo indusse a voltarsi e vide Fay e Kurogane sulla soglia. Suo fratello aveva un’espressione allibita, mentre il fruttivendolo fissava Shaoron con sguardo tagliente.
A sua volta Yuui gli rivolse a malapena un’occhiata.
«Vattene. » sibilò.
«Yuui, ascoltami. » tentò di nuovo il ragazzo, ma Yuui ne aveva abbastanza.
«Vattene subito. La “Torre” non è in vendita. Esci subito di qui. »
Shaoron continuò a fissarlo mentre lasciava la cucina, rifiutandosi di abbassare lo sguardo o assumere un’aria contrita.
Così arrogante, così egoista. E lui aveva creduto di provare qualcosa per…
Solo quando fu uscito, Yuui si rese conto di stare tremando di collera trattenuta. Vide Fay sussurrare qualcosa a Kurogane, l’uomo annuire e andarsene. Subito dopo suo fratello gli fu accanto.
«Vieni a sederti, Yuui-chan. » disse guidandolo dolcemente verso una sedia, dove il giovane crollò letteralmente.
Fay si sedette di fronte a lui e prese le sue mani tra le proprie, rimanendo in silenzio.
Yuui capì che non l’avrebbe forzato a spiegarsi, sarebbe toccato a lui decidere se parlare o meno.
«L’inviato del compratore. » disse semplicemente, certo che quello fosse sufficiente al fratello per capire.
Non si era sbagliato.
«Non venderai? »chiese Fay dopo un altro silenzio.
«No. »
«Falliremo. »
«Non ha importanza. »
Fay sospirò. Yuui avrebbe voluto piangere: in quel momento non gli importava minimamente del ristorante, del lavoro di una vita. Voleva solo sapere perché Shaoron era stato così crudele da fargli credere di essere innamorato di lui e perché lui era stato tanto stupido da innamorarsi a sua volta.

Sarebbe stato meglio se fosse stato zitto: rivelarsi in quel momento era servito solo a scaricarsi la coscienza e a dare un dolore a Yuui. Shaoron non si capacitava della stretta allo stomaco che aveva provato davanti allo sguardo carico di rabbia, ma soprattutto ferito, del giovane chef. Poteva solo vagamente immaginare come si sentisse, tradito dalla persona a cui si stava affezionando e proprio riguardo a ciò a cui teneva di più: il ristorante, non solo un lavoro ma una ragione di vita.
Se si fosse trattato di un locale comune, Shaoron avrebbe seguito la procedura standard di acquisizione come ordinatogli dal suo principale Fei Wong. Ma la “Torre delle Delizie” non era un locale comune: già dalla prima volta che vi aveva messo piede aveva capito che era speciale, così come il suo proprietario, letteralmente in grado di trasmettere sentimenti attraverso i piatti. All’inizio aveva pensato che si trattasse di una sua impressione, ma, più passava il tempo, più si rendeva conto che i clienti erano influenzati dai pensieri di Yuui. Non si trattava di un vero e proprio controllo, semplicemente veniva a galla il lato nascosto della personalità di ognuno, sfiorato dallo stato d’animo dello chef. Lui stesso, inizialmente piuttosto scettico, si era reso conto che l’attrazione che provava per Yuui era reale, ricambiata e sfociava nell’affetto sincero. Ora come ora, dopo essere appena stato rifiutato e cacciato, non avrebbe trovato esagerato dire che era innamorato. Non avrebbe mai permesso che quella creatura così dolce, così fragile e così speciale fosse ferita di nuovo. Non avrebbe lasciato che la “Torre” finisse a far parte di una catena di fast-food: quel luogo unico al mondo meritava di essere preservato.
Probabilmente Yuui non lo avrebbe perdonato ugualmente ma, mentre varcava con passo deciso le porte a vetri della Reed Enterprise, Shaoron aveva già preso la sua decisone e sapeva che si trattava di quella giusta.

Quella sera la “Torre delle Delizie” non aprì i battenti alla sua scarsa clientela. Yuui era a pezzi: non sarebbe riuscito ad alzare un dito neanche volendo, figuriamoci a cucinare.
Poco prima dell’orario di apertura, in preda ad un’inaspettata rabbia, aveva scaraventato sul pavimento tutti i dessert preparati quel pomeriggio, compresa la splendida torta con petali di rosa brinati. Questo aveva spinto Fay a prendere in mano la situazione e a decidere per la chiusura. Chiamò Watanuki per dargli la serata libera, poi si accinse a ripulire la cucina da quel disastro.
«Ti do una mano. » si offrì subito Yuui, contrito, ma Fay rifiutò.
«No, resta lì tranquillo. »
«Forse è meglio che mi levi dai piedi. » continuò Yuui accennando ad alzarsi.
Di nuovo il fratello gli oppose un rifiuto.
«Ho detto stai lì. Non voglio immaginarti di sopra, da solo, a rimuginare. »
Sapeva bene che Yuui non era il tipo da scaricare sugli altri le proprie preoccupazioni, preferendo macerarsi nell’angoscia da solo, ma questa volta era diversa dalle altre. Esattamente come lui non più di una settimana prima, suo fratello aveva bisogno di appoggio e della possibilità di sfogarsi. Non lo avrebbe abbandonato nemmeno a costo di apparire invadente.
A confermare le sue impressioni, giunsero le parole di Yuui dopo un lungo silenzio.
«Vorrei solo sapere perché. » disse in tono amaro, lo sguardo perso nel vuoto.
«Questo può saperlo solo lui. » rispose Fay sciacquando la spugna sporca di crema nel lavandino.
«Il perché pratico è molto ovvio. » continuò Yuui sempre parlando a sé stesso. «Quello che non mi spiego è: che motivo aveva di mettere in piedi tutta quella sceneggiata? Toccarmi, baciarmi, fingere di essere innamorato di me… Poteva prendersi il ristorante con una semplice ingiunzione di sfratto o un atto di acquisto. Perché ha voluto che mi innamorassi di lui? È una specie di gioco crudele di cui non capisco le regole? »
Tutto quel discorso dimostrò a Fay che suo fratello non era decisamente in sé: in condizioni di normale lucidità non avrebbe mai parlato spontaneamente di baci e di amore. Soprattutto non avrebbe mai ammesso così candidamente quello che provava per Shaoron. Ma ora Yuui era debole e ferito, le sue difese erano al minimo. Questo era ciò che faceva più infuriare Fay: che Shaoron, dopo essere riuscito a fare breccia nel suo cuore ed averlo reso così vulnerabile, lo avesse tradito in quel modo crudele. Si pentiva di aver desiderato una storia d’amore capace di smuovere Yuui dal suo isolamento. Piuttosto che vederlo in quello stato, avrebbe quasi preferito che fosse la sua di storia d’amore a naufragare completamente.
In realtà tutto era partito da un suo desiderio: se non l’avesse espresso probabilmente nessuno dei due avrebbe sofferto in quel modo. Osservando Yuui, la testa reclinata sul tavolo e lo sguardo perso, si chiese se non ci fosse un modo per rimediare.
CONTINUA...

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