Simply... Irresistible! (cap. 4)

Jun 30, 2010 20:08


Ho trovato il titolo della fic (e del film) scritto sul tappo di un deodorante... -_-''' Questo mi fa calare l'entusiasmo. D:


Titolo : Simply... Irresistible! (4/?)
Fandom: Horitsuba Gakuen AU
Rating: verde
Genere: fluff/angst altalenante
Personaggi: Yuui, Fay, Shaoron, Kurogane, guest vari...
Riassunto: la fic è liberamente ispirata al film Semplicemente irresistibile. Yuui e Fay possiedono un ristorante sull'orlo della chiusura. Niente sembra destinato a cambiare finchè non viene espresso un desiderio...
Disclaimer: tutti i personaggi appartengono alle Clamp, la fic è stata scritta senza scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.
Note: shonen-ai
Beta: akitochiaki

04
Luce e buio

Per l’ennesima volta Yuui non chiuse occhio e per ragioni ben peggiori dei pistilli nelle crêpes. Quello che era successo la sera prima aveva dell’allucinante: un attimo prima stavano tranquillamente bevendo il caffè e un attimo dopo quel ragazzo, Shaoron, l’aveva baciato. Così, su due piedi. Senza un apparente motivo. E allo stesso modo se ne era andato, senza una spiegazione, lasciandolo impietrito sulla sedia. Era rimasto lì immobile per un’ora buona, fino a quando Fay, perplesso dal fatto che ci stesse mettendo tanto a chiudere, non era sceso a vedere cosa stesse combinando.
Schivare le domande del fratello e riuscire a rifugiarsi nella propria stanza era stato piuttosto arduo e, in seguito, i pensieri gli avevano comunque impedito di prendere sonno. Quello che lo lasciava più sconcertato era la punta di insensata felicità che sentiva spuntare nel profondo del suo essere.
Quella fu una notte difficile anche per Fay. Durante la giornata il lavoro l’aveva distratto ma, una volta rimasto solo nel buio della sua stanza, le immagini di Kurogane erano tornate prepotentemente al centro dei suoi pensieri. La dolcezza del suo tocco bruciava ancora sulla pelle e il calore dei suoi occhi era un fuoco che divampava dentro di lui. Non riusciva a spiegarsi quel comportamento se non con le parole di Yuui, che sosteneva di aver preparato il caffè immaginando una scena simile a quella da loro vissuta. Assomigliava troppo al desiderio che aveva espresso a Yuuko-san. In qualche modo Yuui aveva trasmesso loro i suoi sentimenti. Era una teoria azzardata, ma avrebbe spiegato anche lo strano comportamento di Tomoyo e del ragazzo del tavolo 10, quel giorno. Allo stesso modo, però, se fosse stato davvero così, significava che le azioni di Kurogane erano state influenzate da una forza esterna e che in realtà non provava per lui nulla di diverso dalla consueta antipatia. Una considerazione del genere, se si fosse rivelata fondata, gli avrebbe spezzato il cuore dopo la speranza che si era accesa in lui. Doveva assolutamente trovare il modo di parlare con il suo amato fruttivendolo, non avrebbe resistito fino alla settimana successiva.
Fu proprio per questo motivo che si alzò prima del solito, addirittura prima di Yuui, e uscì con l’intenzione di andare al negozio. In ogni caso la “Torre delle delizie” non avrebbe aperto prima di metà mattina e Fay sapeva che, al contrario, un rivenditore di frutta e verdura era molto più mattiniero. Esistevano molte possibilità che Kurogane non volesse nemmeno vederlo, considerando come se n’era andato in tutta fretta il giorno prima, però doveva fare ugualmente un tentativo. Di conseguenza non era assolutamente preparato a quello che vide quando uscì dalla porta della cucina che dava sul retro del locale. Un furgone verde era parcheggiato esattamente di fronte e Kurogane, avvolto in un pesante cappotto e il naso affondato in una sciarpa rossa, stava appoggiato alla portiera con lo sguardo fisso nella sua direzione.
Uno spontaneo sorriso di aspettativa nacque sulle labbra di Fay, mentre avanzava, appena esitante, verso di lui.
«Hyuuu! Kuropin! Qual buon vento ti porta qui a quest’ora così insolita? » cinguettò ostentando un entusiasmo che non provava.
«E tu? Il ristorante non ha ancora aperto, dove te ne vai così di fretta? » ribatté Kurogane, prendendolo in contropiede.
Il sorriso di Fay s’incrinò leggermente.
«In realtà… eh, eh… che caso, stavo proprio venendo a cercarti. Buffo, vero? »
Sotto lo sguardo di quegli occhi infuocati, stava diventando difficile dissimulare l’ansia che provava.
«Anch’io sono venuto per parlare con te. » disse Kurogane, provocandogli un tuffo al cuore. «Volevo capire il significato di quello che è successo ieri. »
Si avvicinò rapidamente, costringendo Fay ad indietreggiare verso il muro.
«Era tutto molto strano. Mi sono sentito… come attratto da… qualcosa. »
«Quel qualcosa, per caso, ero io? » azzardò Fay alzando gli occhi su di lui, le guance arrossate non certo per il freddo.
Lo vide esitare e questo fece giungere la sua ansia a livelli di guardia.
L’uomo di fronte a lui corrugò le sopracciglia, mostrando la sua peggiore espressione imbronciata poi, con un gesto improvviso, allungò la mano destra verso il muro imprigionando Fay tra esso e il proprio corpo.
«Finché non farò una verifica, non ne verrò a capo, e se non ne verrò a capo, impazzirò.»
Così dicendo si chinò su di lui e, prima che Fay se ne rendesse conto, si trovò avvinghiato al suo collo, le labbra sulle sue.
Fu un bacio impulsivo ma totalmente sincero. Fay sentì le proprie emozioni travolgerlo e Kurogane esserne parte attiva e partecipe. Non c’era nessun incantesimo, nessuna finzione. Era reale.
Quando si allontanarono, stavano tremando leggermente entrambi. Fay appoggiò la testa al muro, i capelli biondi che sfioravano la mano di Kurogane. Quando quella stessa mano gli accarezzò la guancia, per poco non si sentì cedere le ginocchia e socchiuse gli occhi per assaporare meglio quel contatto.
La voce di Kurogane, leggermente imbarazzata ma piena di un nuovo calore, lo riportò alla realtà.
«Dunque le cose stanno così. »
Non era una domanda ma una semplice constatazione.
«Stanno così. » confermò Fay con ancora un minimo residuo d’ansia nella voce.
«Un muro è crollato. » aggiunse Kurogane e, a quelle parole, una luce di gioia si accese negli occhi azzurri del giovane cameriere.
Non aveva ragione di temere. Finalmente, dopo tanto tempo, il suo sentimento veniva ricambiato ed era reale. Nessun caffè stregato lo stava condizionando.
In un impeto di entusiasmo, gettò le braccia al collo di Kurogane, baciandolo di nuovo. Dopo qualche istante di sorpresa, l’uomo reagì scrollandoselo di dosso con in consueto cipiglio brusco.
«Ok, ok, ho capito, ma adesso staccati. Non è il caso di dare spettacolo la mattina presto. » brontolò e Fay rise sentendosi la persona più felice della terra.

Alla gioia di un fratello veniva contrapposto il malumore dell’altro: Fay lo capì immediatamente appena rimise piede nel ristorante dopo aver salutato Kurogane. Yuui doveva aver dormito male, oppure era di nuovo preoccupato per le sorti del locale, dedusse per conto proprio visto che l’altro non sembrava intenzionato a dare spiegazioni.
Il lavoro si trascinò lentamente per tutta la giornata causando un aumento esponenziale del nervosismo del giovane chef: come il giorno prima sembrava in attesa di qualcosa; Fay non riusciva a immaginare cosa, ma evidentemente si trattava di un’attesa vana. Il suo umor nero raggiunse l’apice quella sera, quando vide Ashura fare il suo ingresso nel locale.
Come di consueto, Fay saltellò in sala con un sorriso allegro stampato sul volto, ma si bloccò sentendo il fratello borbottare: «Chi non dovrebbe arrivare, arriva. Chi dovrebbe arrivare, non arriva.»
«Di chi stai parlando? » chiese stupito da quell’espressione cupa.
Non era decisamente da Yuui parlare così di qualcuno. Che si stesse riferendo a Tomoyo-chan?
«Di qualcuno che fa cose assurde e non da spiegazioni. » ribatté lo chef con crescente nervosismo. «Oh, non è niente, lascia perdere. Watanuki-kun! Hai intenzione di carbonizzarli, quegli spinaci?! »
L’assistente sobbalzò a quel tono irritato e si affrettò ad abbassare la fiamma del fornello. Fay approfittò di quella distrazione per defilarsi. Non riusciva a capire cosa stesse passando per la testa di Yuui, ma in ogni caso era meglio girare al largo finché non si fosse calmato.
Con un sorriso estatico, troppo sulle nuvole per riuscire a preoccuparsi seriamente, raccolse le ordinazioni di due nuovi clienti e si fermò al tavolo di Ashura.
«Buonasera, sensei! »
Ashura gli rivolse un’espressione tranquilla.
«Buonasera a te, Fay. Ti è successo qualcosa di bello? Sei euforico. »
Il cameriere non riuscì a trattenersi dal manifestare la  propria gioia. In realtà avrebbe voluto urlarlo al mondo intero.
«Sì, è proprio così! Finalmente il mio sogno si è realizzato! Oh, sensei, è fantastico! Lasci che offra io per festeggiare! »
L’uomo inizialmente sembrò perplesso, ma successivamente annuì, cordiale.
«Se ti fa piacere. »
Saltellando, Fay tornò in cucina e, ignorando l’aria cupa che vi regnava, afferrò una porzione di riso con scampi e spinaci che Yuui aveva scelto come piatto del giorno, per poi tornare in sala. Lo depositò al tavolo di Ashura e volteggiò tra gli altri clienti accennando una piroetta. Niente al mondo sarebbe riuscito a rovinare quella giornata perfetta.

Giunto l’orario di chiusura, Yuui era passato da un irritato nervosismo ad una frustrata rassegnazione.
«Sono uno stupido. Uno stupido. Punto. » brontolava pulendo la cucina.
Fay, che non ne poteva più di vedere il fratello in quello stato, gli si avvicinò appoggiandogli gentilmente una mano sulla spalla.
«Se non vuoi dirmi qual è il problema, va bene, ma perché non vai a riposarti? Hai un’aria stanca, posso finire io di riordinare, per una volta. »
Dovette insistere un po’, ma alla fine Yuui capitolò con un sospiro e salì in casa lasciandolo solo nel locale. Stava chiudendo la porta sul retro, quando ebbe l’impressione che ci fosse qualcuno nei dintorni. Speranzoso, si avventurò sul marciapiede buio: magari Kurogane era venuto a fargli una sorpresa. Quale non fu il suo stupore quando invece si trovò davanti Ashura!
«Sensei…? » fece incuriosito.
L’uomo aveva uno sguardo strano, più lucido del solito, e lo fissava con insistenza dritto negli occhi.
«Sono stanco, Fay. » esordì. «Davvero stanco di aspettare. »
Suo malgrado intimorito da quel tono strano, il giovane indietreggiò di un paio di passi, per poi diminuire di nuovo la distanza tra loro.
«Sensei, si sente bene? »
«Non sto bene per niente! Questa vita è un inferno, anzi, non si può nemmeno definire vita, perennemente divisa tra Shashi e Taishaku-san! È orribile! »
Fay era vagamente a conoscenza della complicata situazione vissuta dal suo ex insegnante, sposato con una donna egoista e capricciosa e, allo stesso tempo, invischiato in una relazione senza futuro con un uomo arrogante ed arrivista. Doveva essere davvero difficile per lui, avrebbe voluto essergli d’aiuto in qualche modo, ma non si era mai permesso di dare consigli per non sembrare invadente. Questa volta, però, Ashura sembrava davvero giunto al limite.
Fay si avvicinò ancora, sollevando una mano per sfiorare il braccio dell’altro.
«Sensei, scusi se mi permetto, ma secondo me dovrebbe lasciar perdere. » mormorò. «Se questa situazione la fa soffrire così tanto, forse è meglio mettere la parola “fine” alla storia con Taishaku-san. Oppure, se è Shashi-san il problema, dovreste cercare una soluzione insieme. »
«Nessuno di loro due è la persona giusta per me. » lo interruppe l’uomo. «La verità è che riesco a sentirmi tranquillo solo quando varco la soglia del vostro locale, solo quando vedo due occhi azzurri e un sorriso splendido solo per me. »
Prima che Fay se ne rendesse conto, con uno scatto repentino, Ashura lo afferrò per le spalle scaraventandolo contro la parete e bloccandolo con il suo corpo.
«Sono stanco di aspettare, Fay, te l’ho detto. Non resterò con le mani in mano mentre ciò a cui tengo è costantemente a rischio di essere perso! »
Il giovane non ebbe nemmeno il tempo di reagire, troppo stupito e sconvolto da quelle parole, che si ritrovò Ashura addosso, le labbra sulle sue.
CONTINUA...

kurofay, shaoyuui, fanfiction, fic_simply irresistible

Previous post Next post
Up