Titolo: IMC (indice di massa corporea)
Fandom: Nessuno, è un originale! xD
Rating: NC-17
Conteggio parole: 1592
Genere: Slash, fluff
Personaggi: Fabio, Alessandro
Coppia: Fabio/Alessandro
Prompt: Jolly - Fluff generico, minimo 1500 parole con 4 frasi dalle precedenti 4 fics (in neretto)
Summary: ... non c’era un giorno solo in cui Fabio rimpiangesse la sua vita con Alessandro... beh, forse tranne quando scartando un grosso pacco regalo per il loro anniversario tirò fuori quel maledetto aggeggio torturatore.
Disclaimer: Quel poco che si intuisce dei personaggi è mio! xD
Beta:
laurazel (Grazie Lallazz!)
Note: Scritta per il
Fluffathlon! Ne avessi scritta una di fic intelligente per questa challenge... è cascata in un periodo superimpegnativo... (-_-)
“Se continui così non riuscirai a raggiungere il tuo obbiettivo di perdere 5 kg in due settimane!” gli disse quell’aggeggio infernale che Alessandro gli aveva regalato.
“Che tu sia maledetta, Wii Balance Board.” Imprecò Fabio assestandole anche una specie di calcetto - non troppo forte, però, o Alessandro se la sarebbe pure presa. “Sono settimane che mangio meno che niente e mi alleno tutti i giorni e questa cosa ha il coraggio di dirmi che sto ingrassando?!”
“Fabio, ma sei serio? Da dove vuoi perdere peso?” gli urlò Alessandro dall’altra stanza mentre affettava cetrioli per cena. “Non capisco proprio da dove ti sia venuta fuori quest’ossessione, ultimamente!” Li aggiunse alla grossa insalata che aveva approntato e osservandola un dubbio atroce l’assalì, insieme ad un senso di gelo.
“Ehi, non ti sarai mica trovato un amante giovane, tu, vero?” gli domandò entrando nel soggiorno living con l’insalata che poi ripose sul tavolo già apparecchiato. “Non ricordo di averti mai sentito azzardare neanche lontanamente l’ipotesi di iniziare una dieta prima che quella console entrasse in casa! E poi li ho visti gli infermieri con cui lavori…”
“No, nessun amante giovane. Tutto quello che io possa mai desiderare ce l’ho già in casa con me… ma guarda che diavolo di pancia mi è cresciuta in questi anni di lavoro per lo più sedentario… di birre davanti alla TV… e… di McDonald!” Fece Fabio accarezzandosi l’addome, per niente abnorme, solo un po’ morbido, mentre si fissava nello specchio con disprezzo.
“A me sembri ancora in forma, quasi come quando ti ho conosciuto. Ti ricordi? A casa di Mauro.” Sorrise teneramente ricordando il bel ragazzo dai capelli neri e gli occhi chiari che si era fatto assolutamente presentare a quella festa. “Eravamo più giovani allora, questo è certo… qualche ruga e qualche capello grigio in meno, molta meno maturità…” sospirò sedendosi al tavolo. “… ma ne abbiamo fatta di strada insieme e sono molto felice di quello che siamo diventati in questi anni.”
Quando Fabio non scorse che sincerità sul volto del compagno, arrossì appena abbassando lo sguardo. “E io che pensavo che quel dannato regalo fosse un modo velato per farmi capire che così grasso non ti piacevo più!” farfugliò Fabio sentendosi un po’ stupido. Gli si sedette di fianco e dopo un primo momento in cui si fissarono in modo grave in silenzio, Alessandro scoppiò a ridere.
“Non ci posso credere, stai dicendo sul serio! Credevo che da un momento all’altro mi avresti detto che scherzavi invece sei serio! Idiota.” rise ancora “Non pensarlo neanche! La vergognosa verità è che la Nintendo Wii che ti ho regalato era in offerta con il Wii Fit… altrimenti ti avrei regalato solo ‘Trauma Center’ dato che è un videogioco di chirurghi e tu sei chirurgo!”
“Io invece avevo decifrato la combinazione dei due giochi come un messaggio in codice… una cosa del genere ‘Dottore, muovi il culo!’…” ridacchiò e gli prese la mano. “Quindi ti piaccio ancora?” gli domandò.
“Ma certo che mi piaci ancora. E mi piacerai sempre.”
“Gli piacerò sempre.” Si ripeteva baciandogli le dita e sentendosi fragile. E alla fine era anche molto bello che si sentisse ancora così coinvolto dopo tutti quegli anni passati insieme a lui…
Certo che Fabio ricordava il giorno del loro primo incontro, come potrebbe dimenticarlo: quello, insieme al giorno in cui fu assunto nel più grande ospedale della città, era il giorno più importante della sua vita. Sebbene fosse stato Alessandro a spingere con Mauro perché li presentasse, Fabio aveva sperato tutta la serata di trovare una scusa per conoscerlo. Una serie di scenette da commedia romantica l’avevano accompagnato durante la festa e quella sera si era sentito il classico ‘personaggio sfigato’ da film. In uno dei suoi innumerevoli tentativi, gli aveva persino preso da bere (dopo attenta osservazione delle sue abitudini alcoliche!) ma quando gli si era avvicinato con decisione, due drink in mano, e Alessandro gli era stato sottratto praticamente da sotto il naso da un altro, aveva capito, in piedi lì come uno stupido al centro della sala, di essere invecchiato e di aver perso tutta l’abilità di seduttore che l’aveva accompagnato per anni costruendogli una fama che in quel momento non gli era di alcuna consolazione e, anzi, sembrava farsi beffe di lui.
Poi il destino invece era stato un ottimo sceneggiatore e sui vari buonanotte c’era stata la promessa di rivedersi, e così era stato per mesi fino a che poi avevano deciso di provare a vivere insieme.
Le difficoltà non erano state poche, all’inizio, ovviamente, specie per due anime libere come le loro… avevano litigato per qualunque inezia, da come spremere il tubetto di dentifricio a chi doveva accaparrarsi i cassetti più grandi, ma ormai erano quasi dieci anni che convivevano e la loro coppia andava consolidandosi ogni giorno di più. Nonostante tutto, molti dei loro amici comuni continuavano svogliatamente a scommettere sulla data in cui si sarebbero cacciati vicendevolmente da casa ma il risultato era ancora che, ogni fine settimana che uscivano con gli altri, a qualcuno toccava offrire da bere a tutti. Loro due, quindi, non erano ancora solo una coppia felice, ma non dovevano mai neanche pagarsi una birra.
La loro era una storia come tante altre, insomma, ma non per questo meno bella. Insieme avevano capito che cambiare partner ogni sera non era affatto motivo di orgoglio e che non sperimentando l’intimità vera, quella quotidiana e familiare, si stavano perdendo forse la parte più dolce e serena dell’esistenza umana. Perciò non c’era un giorno solo in cui Fabio rimpiangesse la sua vita con Alessandro… beh, forse tranne quando scartando un grosso pacco regalo per il loro anniversario tirò fuori quel maledetto aggeggio torturatore.
“Sai cosa pensavo? Che non ho fame.” Disse Fabio avvicinandoglisi in modo da baciarlo. Fece scivolare la lingua nella sua bocca, dove era sempre benvenuta, come se quello fosse il suo luogo d’appartenenza. Poi quel bacio si spostò in un sottile percorso di saliva, lungo il collo mentre le mani si infilavano sotto la maglia per accarezzarlo, per cercare i suoi capezzoli.
“Vabbè, so come farti venire fame…” fu la risposta di Alessandro, sospirata fra i capelli dell’altro prima che lo interrompesse per iniziare a spogliarlo e spingerlo verso il divano. “Conoscendoti dopo avrai così tanta fame che ti dimenticherai la dieta, finalmente…” ridacchiò salendogli addosso e tirandogli via anche i pantaloncini da ginnastica.
Fabio non restò fermo, ovviamente, ma lo imitò, e quando si furono spogliati a vicenda, mentre ancora si baciavano ed esploravano, un suono familiare li distrasse: l’aggeggio era ancora acceso.
“Scusami, amore, un attimo solo…” sussurrò scivolandogli via da sotto. Spense console e televisore e approfittò della pausa per invertire le posizioni. Ora Alessandro gli era sotto e riprendendo la strada verso il suo luogo preferito, indugiò ancora sui capezzoli e poi più giù, mordicchiandogli i fianchi (e facendogli trattenere le risate per il solletico). L’odore del suo sesso era l’odore preferito di Fabio. Gli baciò l’interno coscia, gli accarezzò l’inguine col naso, poi quando era in procinto di iniziare a leccarlo, qualcosa di bianco entrò nel suo campo visivo: la Wii Bilance Board. “Ok, la ignorerò.” Si disse, e continuò… accogliendolo nella sua bocca, accarezzandolo con la lingua, mentre Alessandro gli afferrava gentilmente i capelli e non per guidarlo, perché ormai conosceva alla perfezione cosa gli piacesse, ma per creare un contatto, per non farlo sentire solo. Gli accarezzava i capelli e iniziava a gemere.
“Gli piace tanto perché non ti vede la pancia da lì.” Gli diceva la Wii Bilance Board. Fabio cercava di ignorarla e di concentrarsi sul familiare sapore di Alessandro, continuando a dimostrargli la sua cura amorevole, ripagata con dolci carezze e parole farfugliate fra i gemiti. Fabio si succhiò due dita e le fece scivolare nel partner, con delicatezza. “Ahi, ahi… fra un po’ gli sarai sopra e sentirà quanto pesi… secondo me si rimangia quello che ti ha detto prima a tavola.” Insisteva la Wii Bilance Board. Fabio iniziò ad irritarsi ma cercò ancora di ignorarla, aiutato anche dall’orgasmo di Alessandro, giunto a sorpresa e ingoiato disinvoltamente, che aveva di prepotenza attirato la sua attenzione. Poi tornò a baciarlo “Dai, forza… che aspetti… ricordati che ho l’udienza in Tribunale domattina presto…” lo prendeva in giro Alessandro, girandosi in modo da dargli le spalle.
Fabio gli entrò dentro delicatamente con un gemito, accompagnato da quello di Alessandro. “Fai piano, non vorrai spezzargli le costole?!” insisteva la Wii Bilance Board. Fabio non ci vedeva più, per un misto di rabbia e piacere, ma provava ancora ad ignorarla continuando a spingersi nel suo compagno più velocemente… “Accidenti, dev’essere come stare sotto una pressa idraulica.” Continuava la Wii Bilance Board.
“Un attimo… un attimo solo, amore… solo… uno…” uscì da lui accingendosi ad afferrare l’aggeggio infernale dal pavimento.
“Oh, no. Non se ne parla proprio!” esclamò Alessandro, nervoso a sua volta, cercando di fermare Fabio e bloccandolo dai fianchi.
“AAAHHH!” strillò Fabio “MI HAI AFFERRATO DALLE MANIGLIE DELL’AMORE!!!”
“Cristo, ancora con questa storia?!?! Non sei grasso, Fabio. Non lo sei.”
“Ma vedi? Vedi ce le ho, ho le maniglie dell’amore!!!”
“Va bene. Ce le hai perché io ti amo, ok? Se non ti amassi non le avresti, perché non avrei bisogno di afferrarti per attirarti più vicino!”
Per qualche ragione che Fabio conosceva bene, tutto lo stress e i timori evaporarono in un sorriso appena l’ultimo eco di quella frase si fu spento nella stanza e per tutto il resto della serata, neanche la presenza inquietante della Wii Bilance Board riuscì a distrarlo dal suo uomo. Neanche per un brevissimo istante.