Titolo: Apprezzo l'impegno
Fandom: Merlin (BBC)
Pairing: Arthur/Merlin
Rating: NC-17
Prompt: Malattia
Disclaimer: Non possiedo nè Merlin nè Arthur con mio rammarico! I credits vanno tutti a BBC Wales e Shine!
Note: Merlin's pov! E non fate caso al fatto che non so scrivere, please. xD Seguito di
Il giorno in cui tutto è improvvisamente cambiato e
"Due segreti così grandi sono troppi per un solo ragazzo"!
Spoilers: Niente di particolare.
Beta: La mia sista
laurazel che mi ha soccorso con un betaggio lampo! <3
Stasera le mie sensazioni sono moltiplicate e la mia testa è invasa di calore, leggera come dopo una sbronza. Potrebbe esser stato il vino che mi ha offerto Arthur, nonostante ne abbia bevuto appena un bicchiere e quindi mi sembra strano, ma in ogni caso in questo momento avrei altro a cui pensare!
Ormai è mia abitudine fermarmi con Arthur qualche ora in più ogni sera. Non che il nostro rapporto sia cambiato più di tanto, sia bene inteso: lui continua a insultarmi e trattarmi da servo e io a irritarlo e ad accontentare ogni sua richiesta, e fra una cosa e l’altra ci salviamo la vita a vicenda. Il solito insomma. Però qualche volta quando siamo da soli e gli impegni della giornata sono terminati, il dislivello fra noi si appiana un po’ e i baci e le carezze, gli abbracci e lo sfregarsi dei nostri corpi, i discorsi più sinceri o i semplici silenzi condivisi ci ricordano che qualcosa è cambiato, o meglio, che qualcosa è stato ammesso fra noi… e davvero non vorrei nulla di diverso da questo nostro legame clandestino che ai miei occhi forse un po’ inesperti pare già perfetto.
Quindi cerco di dimenticare il senso d’ebbrezza di stasera per lasciarmi andare al piacere della sua bocca attorno al mio sesso, che però ne è decisamente amplificato tanto da farmi venir voglia di perdere i sensi qui sul suo confortevole letto.
La sua mano stringe la base della mia erezione mentre quella bocca calda dalle labbra morbide scivola su e giù per la sua lunghezza, accarezzandola con la lingua per poi soffermarsi in cima, girandoci intorno, succhiando, sfiorando. Non capisco più niente.
“Dove avete imparato così bene, Arthur?” sospiro sorridendo.
“Non vuoi saperlo davvero.” risponde lui prendendo un po’ di fiato per poi ricominciare a leccarlo e di nuovo a succhiarlo.
“No, penso di no…” chiudo gli occhi e mi appoggio sui cuscini gemendo. Faccio scorrere i suoi capelli morbidi e chiari fra le dita. “Fermatevi, ora.” Farfuglio tremando un po’, in bilico sull’orgasmo, e lui obbedisce.
“Perché?” mi domanda asciugandosi le labbra con una mano.
“Vi voglio dentro prima…”
“Va bene, potrei decidere di accontentarti…” farfuglia lui, ma la decisione dev’esser stata rapida perché lo sento già farsi strada con cura in me, abbracciandomi stretto.
“Merlin, sei così caldo…” sussurra lui, spingendo piano.
“Devo… devo rispondere con qualche frase da racconto erotico anche io? Tipo… Sono in calore per voi, mio stallone!”
“No, idiota. Intendo che sei caldo davvero.” Si ferma e mi pianta una mano sulla fronte, poi non soddisfatto ne mette una anche sulla sua, per fare un confronto. “Sei bollente. Stai bene?”
“In realtà… non saprei. Stavo sicuramente meglio quando continuavate a spingere.” Sospiro.
“Ehi, dico davvero.”
“No, non sto molto bene.”
“Ma perché diavolo non me l’hai detto prima?! Ti porto da Gaius.” Ce la mette tutta per mantenere il sangue freddo ma posso leggergli la preoccupazione negli occhi e sorrido, sentendomi il cuore battere ancora più veloce. “E non c’è niente da sorridere!” aggiunge arrossendo appena.
Intanto mi riveste, nonostante le mie proteste, e mi avvolge nella sua coperta cercando addirittura di prendermi in braccio. “Ehi, Arthur, ho ancora le gambe!” esclamo io dimenandomi, ma lui non vuol sentire ragioni… e in effetti neanche mi dispiace farmi portare in braccio da lui. Il suo corpo contro il mio è più caldo della coperta e a pensarci bene io sto tremando come una foglia.
“Che gli è successo?” domanda allarmato Gaius sulla porta facendoci poi spazio per entrare.
“Non lo so, è bollente.” risponde Arthur. Credo di essermi addormentato sulla strada fra le sue stanze e la residenza di Gaius perché non mi ricordo come siamo arrivati qui.
“Niente di grave, Gaius… è solo lui che vuol fare… il Principe… cavaliere… insomma.” blatero io senza riuscire a mettere insieme una frase sensata. Gaius mi posa una mano sulla fronte.
“Sì ha la febbre alta. Portatelo nella sua stanza.”
Arthur è seduto al mio fianco a braccia conserte ma quando arriva Gaius con un preparato per abbassarmi la febbre scatta in piedi. “C’è qualcosa che posso fare?” domanda cercando di dimostrarsi più tranquillo di quel che sembra ma pare non riuscire a convincere neanche Gaius.
“Potreste prendere dell’acqua fresca di fonte.” risponde il mio tutore con un sorrisino intenerito. Ma non fa in tempo a finire la frase che Arthur lascia già la stanza in missione.
“Ci tiene proprio a te.” Sussurra Gaius facendomi bere quella medicina dal colore indecifrabile. “Ti rimetteremo a nuovo, vedrai.”
Vorrei avere la forza per rispondergli, ma di forze non ne ho tante, al momento. Riesco solo a sorridergli… e a ricominciare a dormire.
Riapro gli occhi su Arthur di ritorno con un secchio d’acqua gelida di fonte e credo altre tre coperte. Deve aver notato che continuo a tremare. Forse dovrei ammalarmi più spesso perché in questo momento mi rendo conto di come lui mi presti effettivamente attenzione!
Me le adagia addosso con la delicatezza di un Grifone, ma posso sopportare di ricevere in faccia una pesante coperta, mentre già soffro per conto mio, per il semplice gusto di vedere Arthur guardarmi come se avesse rischiato di rompere un vaso prezioso. “Sire, ci sono metodi più rapidi per sopprimermi.” biascico sforzandomi di tenere gli occhi aperti e rigirandomi a fatica verso di lui.
“Riesci a fare silenzio almeno quando sei malato?!” ribatte lui. Gaius nel frattempo era ricomparso in camera porgendo un panno di cotone al mio infermiere che, sono certo, per un attimo deve aver pensato di cacciarmelo giù per la gola… poi, però, lo immerge nell’acqua fredda e me lo sistema sulla fronte, ma solo dopo avermi fatto un bagno gelido nel percorso. “Bene, l’annegamento o l’assideramento sono già più rapidi…” cerco a fatica di ridacchiare, ma devo ammettere che l’acqua fredda è un sollievo per la mia testa in fiamme. E’ come se mi aiutasse a riprendere possesso di una parte dei miei pensieri.
“Cerca di fare meno lo spiritoso, in genere sono io quello che riceve le attenzioni.”
“No, ma io apprezzo l’impegno! Davvero!” gli sorrido e allungo una mano fuori le coperte per prendere la sua. A quel tocco pare tranquillizzarsi un po’ e abbassa lo sguardo sulle nostre dita intrecciate.
“Hai ancora freddo?” mi domanda a voce bassa.
“Sì, volete venire a farmi caldo col vostro corpo?” biascico io lottando con il sonno.
“Prima dovrai mangiare qualcosa e prendere un’altra medicina!” esclama Gaius, rientrato in camera chissà quando, che posa sul comodino una scodella di zuppa calda e una tazza di qualcosa di giallo tendente al verde. Arthur mi lascia la mano e va a rovistare nel mio armadio. Ne tira fuori due cuscini e me li posiziona sotto la testa tirandomi su a sedere nel letto, con cura. Risciacqua il panno nell’acqua fredda e lo riposiziona sulla mia fronte, lasciando poi spazio a Gaius. Sta già imparando, e se non fossi già rosso per la febbre, arrossirei per lui…
Probabilmente non è mai stato molto bravo a dimostrarmi il suo affetto, ma ora che lo vedo impegnarsi ad accudirmi inizio ad apprezzare tutti i suoi tentativi passati e ne individuo altri dove non li avevo mai neanche notati. Mentre mi sforzo di mangiare un po’, nonostante la testa mi scoppi, con Gaius che mi imbocca e Arthur che mi pulisce le labbra, accidenti mi sento felice.
E anche un po’ stupido.
“Non vorrete rimanere davvero qui tutta la notte!” esclamo con un filo di voce verso Arthur, rimasto di nuovo solo con me nella stanza.
“Certo che no, ora me ne vado a dormire.” Ribatte. Poi si perde in una pausa di silenzio. “Se sapessi come procurarmi una copertura a quest’ora, resterei.”
“Non morirò, se è questo che vi preoccupa, Sire! Potete stare tranquillo.”
Gli sorrido, lui mi guarda con aria seria. Poi si mette in piedi, si sfila la casacca lanciandola su una pila di… qualcosa accatastata in un angolo della stanza e s’infila nel letto alle mie spalle, tenendomi stretto fra le braccia.
“Stai più caldo così?” domanda sussurrando al mio orecchio.
“Sì, decisamente.” farfuglio io di nuovo lottando con il sonno, il suo calore e il battito del suo cuore a cullarmi. Gli accarezzo un braccio con quel po’ di forza rimastami. “Ma domani sarete ammalato anche voi in questo modo…” sorrido ad occhi chiusi.
“Francamente… non m’importa neanche un po’.”
Credo di essermi addormentato quasi subito, seguito presto da Arthur. Poi il mal di testa mi ha svegliato ancora un paio di volte, ed entrambe sono rimasto a guardarlo dormire al mio fianco finché il sonno non si è riappropriato di me.
A ripensarci bene questa è la prima volta che dormiamo insieme in questo modo. Anche quando mi fermo da lui non resto mai nel suo letto più del necessario… sempre di nascosto, sempre rubando momenti… invece ora è qui di fronte a me, addormentato, vulnerabile, a labbra schiuse, e non ce ne frega niente se Gaius può vederci attraverso la porta socchiusa... E’ come se ci fossimo ritagliati un angolino per noi due soli dentro Camelot. Mi stringo di nuovo a lui, che nel sonno mi abbraccia ancora più forte con un sospiro, e penso che, in effetti, se anche dovessi morire stanotte, morirei felice.
Attraverso lo spiraglio della porta, nel dormiveglia, credo di aver visto il Re varcare l’ingresso e avvicinarsi a Gaius. L’ha salutato baciandogli la fronte e poi, in tono familiare, gli ha chiesto se avesse visto suo figlio. Come in un sogno devo aver pensato che un tempo, prima di Igraine, anche loro due fossero innamorati… poi mi sono riaddormentato ascoltando la voce del mio tutore mentre negava di aver incontrato il Principe.