Pairing: Mario Gotze/Marco Reus (sai che novità)
Rating: Verde
Disclaimer: Non sono miei purtroppo.
Note: Io domani ho l'orale di Maturità ma fregauncazzo. Il mio Mario ha abbandonato il mio Marci tutto solo e ho prodotto ciò.
"Most people were overjoyed; they took to their boats
I thought it less like a lake and more like a moat
The rhythm of my footsteps crossing floodlands to your door
Have been silenced forever more
The distance is quite simply much too far for me to row
It seems farther than ever before"
(Transatlanticism- Death Cab For Cutie)
Marco stava seduto sul suo divano, una birra sul tavolino e la tv accesa su un canale sportivo a caso, aspettava.
Sapeva che sarebbe arrivata la notizia,qualche immagine, una foto...Era solo questione di tempo.
Sembrava ieri quando Mario gli aveva detto "Me ne vado, vado al Bayern" eppure era arrivato il primo Luglio, era arrivato a portarglielo via.
I pensieri di Marco si riempirono di lui, i suoi occhi, le sue labbra, il suo corpo, il modo in cui respirava dopo che avevano fatto l'amore, il broncio che metteva quando non otteneva quello che voleva, i suoi capelli...
Senza rendersene conto una lacrima gli stava già rigando il viso.
Prese in mano il telefono ma si bloccò, non poteva chiamarlo, non avrebbe messo da parte l'orgoglio, non dopo l'ultima lite.
Dio quante parole cattive si erano detti, quanto rancore, Marco non riusciva a pensare a come aveva parlato a Mario, al suo Mario. Ma la rabbia era troppa, lo aveva lasciato solo, aveva provato così tanto a perdonarlo, a godersi i momenti che potevano ancora passare insieme ma non c'era stato verso, la sera della finale era scoppiato ed era sembrata davvero la fine del mondo.
A Ibiza si erano comportati quasi da estranei, dopo tutti i piani che avevano fatto, le battute.
Marco ripensò a una cosa che Mario gli aveva detto e gli scappò una risata "Sai che a Ibiza il matrimonio gay è legale?Potrei farti ubriacare e sposarti con l'inganno", ma Marco l'avrebbe sposato anche da sobrio quella sera.Adesso era tutto distrutto, non c'era più nulla, non c'era più Mario, non c'erano più loro.
La lacrima solitaria che aveva rigato il volto di Marco era stata ormai raggiunta da altre che non accennavano a fermarsi, allora spense la televisione, prese le chiavi e corse fuori di casa.
Corse per un' ora buona, quasi a fuggire da chissà che cosa, il fiatone arrivò anche per lui e si trovò vicino a casa di Mario, o meglio, quella che una volta era casa sua.
Camminò e vi si trovò davanti, la sua famiglia non si era mossa, era rimasta in quella villetta poco fuori Dortmund e Marco non si sentì di avvicinarsi troppo.
"Marcooo!" sentì chiamare da poco lontano, sì voltò e trovò Fabian che lo salutava con la mano, si passò una mano sugli occhi e accennò un sorriso "Hey Fabian ciao!", il fratello maggiore della famiglia Gotze gli si avvicinò e gli tirò una pacca sulla spalla
"cosa ci fai da queste parti?"
"Niente, passavo di qua..."
"Vuoi entrare? Prendiamo un the, un cafe, qualcosa?"
"No,no meglio di no...Ho tante cose da fare"
"Insisto, dai solo cinque minuti!"
"E Va bene!"
Fabian aprì la porta e un'ondata di familiarità assalì Marco, quante volte si era fermato in quella casa....andarono diretti in cucina dove Fabian iniziò a trafficare, "Allora, oggi sembra sia il gran giorno..." disse mentre versava il caffè nelle tazze.
"Già..." rispose Marco malinconico
"Ti manca vero?"
Marco alzò gli occhi e fissò Fabian emettendo una risata amara "Non sai quanto."
Parlarono qualche minuto, Fabian gli raccontò di quello che si era perso a Ibiza e Marco si limitava a sorridere e annuire ma poi un'idea gli balenò in testa, "posso andare in bagno?"
"Certo, sai dov'è!"
Marco salì le scale e si diresse in camera di Mario, i mobili erano tutti li, sembrava tutto in ordine eccetto la scrivania, Marco vi si avvicinò e vide una cornice con la loro foto e vicino a lei una penna e un foglio scribacchiato, passò le dita sui volti sorridenti della foto, sembrava passata un eternità. Prese il foglio e ne lesse il contenuto, molte parole erano cancellate ma ancora ben leggibili:
"Caro Marco-
O meglio Marco e basta, ormai mi sembri quasi un estraneo sai? Ti volevo dire che-"
li il testo era ormai diventato illeggibile, allora fece scorrere gli occhi al fondo della pagina
"Caro Marco, amore mio...Un giorno vorrei rivederci a sorridere insieme, io ti ho già perdonato,fallo anche tu ti prego.
Sarò sempre tuo, ti amo"
Poche parole che fecero stringere il cuore a Marco che si ritrovò a singhiozzare con la lettera stretta al petto, la piegò e se la mise in tasca, salutò Fabian e tornò a casa.
Quella sera Marco non dormì, rilesse mille volte quella lettera e riguardò le vecchie foto, pensò di chiamare Mario ma si fermò, il dolore era ancora troppo grande da sopportare, sentire la sua voce lo avrebbe distrutto ancora di più.
Quella sera a Monaco e a Dortmund c'erano due luci accese troppo lontane per incontrarsi ma legate da un filo invisibile che le avrebbe fatte sempre ritrovare.