Autore:
s0emme0s Fandom: Harry Potter
Titolo: Il sorriso dello Stregatto
Personaggi: Remus Lupin [Remus/Sirius implicita]
Rating: G
Riassunto: Remus ha l'olfatto decisamente troppo sviluppato, per un essere umano.
Avvertimenti: Slash, Angst, introspettivo [non ho idea da dove sia uscita, nè del perchè, e soprattutto del suo significato.]
Note: Scritta sul prompt Umidità del
bingo_italia XD.
Note2: Un po' per
nefene, e un po' per
zia_chu (non sapevo decidermi).
Il sorriso dello Stregatto
“«Ma io non voglio andare fra i matti», osservò Alice.
«Be', non hai altra scelta», disse il Gatto
«Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.»
«Come lo sai che sono matta?» disse Alice.
«Per forza,» disse il Gatto: «altrimenti non saresti venuta qui.»”
Alice nel paese delle Meraviglie -Lewis Carroll-
E’ disteso a pancia in sotto sul letto di Sirius e si sta praticamente soffocando con il cuscino nel tentativo di aspirare le ultime particelle di odore lasciate da lui.
Remus sente molti più odori di quanto una persona normale potrebbe anche solo pensare di percepire.
Per esempio, in quella stanza c’è odore di ciambelle ammuffite secoli prima. Odore di Cioccorane, odore di Burrobirra, di tonno e di uova.
Non c’è solo il cibo però nella stanza di Sirius. C’è odore di sigarette, che si ostina a fumare nonostante i dodici anni passati senza toccarne nemmeno una, c’è odore di sudore, e di vestiti sporchi non lavati. C’è odore di polvere -ma quello è ovunque, pensa Remus-, c’è odore di cane bagnato, e di menta. C’è odore del loro sperma che secca sulle coperte, c’è odore di sapone.
Tutto -tutta quella mescolanza di odori- è Sirius.
Ma Remus schiaccia il volto nel cuscino, dove il suo naso è al sicuro dagli attacchi indesiderati di odori nuovi, odori che anni prima non appartenevano a Sirius ma che adesso lo seguono come piccoli batuffoli di ragnatele attaccati alla suola delle scarpe.
Lui non lo sa, non se ne accorge nemmeno quando diventa un cane: ormai è abituato a quell’odore, ormai è entrato a far parte di lui.
Ma Remus lo sente, lo sente sempre, quell’odore di umidità e di muffa, corrosiva, rapida, inarrestabile.
E’ come se una parte di Sirius non avesse mai lasciato Azkaban, come se il freddo e l’acqua e la solitudine continuassero ad agire contro di lui, senza che se ne accorga.
Una volta a provato a parlarne con lui.
-Non senti questo odore di umidità?- aveva chiesto.
-E’ la casa.- aveva risposto Sirius spingendolo sul suo letto disfatto -E’ la casa che sta marcendo dall’interno. Un giorno ci crollerà sulla testa Remus!- e poi aveva riso, come se trovasse divertente la quantità indecente di umido che ristagnava in quella catapecchia.
E non c’entra solo il fatto che i Lupi Mannari non amano particolarmente l’acqua, o il bagnato in generale... è qualcosa dentro Sirius, qualcosa dentro di lui è zuppo, fradicio, impossibile da asciugare, e marcisce come il legno delle scale di Grimmuld Place.
Remus si volta sulla schiena con un mezzo balzo -la luna è vicina, e lui è più agile- e, portandosi le mani sullo stomaco, chiude gli occhi aspirando l’aria e tossendo per la polvere e l’umido.
Nel bagno Sirius canticchia qualcosa.
Remus apre un occhio e lascia vagare lo sguardo, cercando di respirare il meno possibile.
Nota che la parte superiore delle tende che coprono il letto a baldacchino è strappata. Strano che non ci avesse fatto caso prima.
Dallo strappo riesce a vedere il soffitto, lontano, bianco sporco. Anche lì, macchie di umidità e muffa verdognola che si espandono come un cancro.
Dall’alto quelle macchie sembrano sorridergli come eterne falci di luna, sorrisi sgradevoli di un enorme Stregatto.
Non vuole pensare di stare pensando ai sorrisi di Sirius, che a volte gli rivolge, quando rimane solo per troppo tempo.
Non vuole pensare di stare pensando ad un Sirius che marcisce chiuso in quella casa, con l’umidità nel cuore e nei polmoni.
Non vuole pensare a quei sorrisi umidi che gli stringono il cuore più delle occhiate fosche della Luna quando è quasi piena.
Fine