Titolo: Foto (l'uomo che dorme)
Autore: suni
Livello: 2
Prompt: Abbraccio
Personaggi: Sirius, Remus, James
Rating: r
Avvisi: Nessuno
Ho usato l'aiuto: Nessuno
Numero di parole: 542
Riassunto: Un uomo, un treno e una fotografia.
Link alla mia Scalata:
QUA Fulmineamente, seconda tappa della Scalata al Wolfstar.
Abbraccio
Foto (l'uomo che dorme)
C'è un treno che attraversa l'Inghilterra con un carico di ragazzini, e sul treno c'è un uomo che dorme. L'uomo che dorme ha abiti lisi e una vecchia valigia consunta, e dentro la valigia ci sono poche cose, vesti, libri, sparuti effetti personali. E sotto tutto questo, nel fondo della valigia, c'è un busta rigida e un po' maltrattata anche lei, e dentro c'è una vecchia foto coi bordi già un po' ingialliti.
Nella foto ci sono due ragazzini abbracciati, seduti su un muretto.
O forse è meglio dire che nella foto ci sono due ragazzini, e uno sta abbracciando l'altro, ride continuando a scalmanarsi e a stringergli intorno le braccia, come se fosse particolarmente impegnato nel brillante tentativo di stritolarlo. L'altro ragazzino lascia fare, ha un'espressione paziente e rassegnata e di tanto in tanto sbuffa piano tra sé, scuotendo la testa, ma tutta la sua faccia è un costante tentativo di reprimere l'allegria e trattenere una risata che gli brilla nello sguardo, arcuandogli le labbra verso l'alto.
Nell'angolo in basso a destra della foto c'è uno scarabocchio.
Dice: Hogsmeade, 22 maggio 1977
“Puoi stare fermo un istante, Pad?”
James stringeva in mano la macchina foto, con espressione spazientita, e tamburellava il piede in terra.
“Ma io sono fermissimo!” si giustificò l'interpellato, con innocenza.
“Mi stai incrinando le costole,” osservò pacatamente Remus ad una stretta un po' più violenta delle braccia dell'altro, soffocando una risata contro i suoi capelli.
“Lo senti?” protestò Sirius all'indirizzo di James. “Si lamenta ininterrottamente!”
“Non me ne spiego la ragione...” borbottò il Caposcuola, senza distogliere lo sguardo dall'apparecchio. “Ecco, ora state fermi!”
“Fermi, Moony!” ripeté Sirius, mettendo in pratica a modo suo quelle parole, ovvero strattonandolo in un abbraccio che, se non fosse stato proveniente da un simile elemento e dunque non avesse costituito una sincera dimostrazione d'affetto, avrebbe potuto essere catalogato nella categoria delle percosse.
“Mi stai strozz...!”
E Remus Lupin non finì di parlare, perché uno spintone particolarmente enfatico di Sirius gli fece perdere l'equilibrio indietro, e il suo sedere scivolò e lui franò giù dal muretto malamente, trascinandosi dietro anche quel bel tipo del suo ragazzo, che rovinò in terra atterrandogli con il gomito nello stomaco e scoppiò a ridere come un malato di mente.
“Ma non sei capace nemmeno a star seduto!” sghignazzò.
“Sei tu che sei appiccicoso come...” ridacchiò Remus esasperato.
“Tutto a posto, lì dietro?” li raggiunse la voce squillante di James, senza particolare apprensione. “La foto l'ho scattata, non so cosa sia venuto!”
“Chissà che capolavoro,” commentò Remus, tirandosi a sedere.
“Ovviamente. Sono io, uno dei soggetti ritratti,” commentò Sirius con un sorriso altezzoso.
Remus rise piano, scuotendo la testa.
La foto in effetti non è un capolavoro, ma l'uomo addormentato nel treno la porta sempre con sé, ovunque vada. Sta sempre nella busta, sul fondo della sua valigia, e anche se non la guarda mai, non la prende in mano da moltissimo tempo, ne conosce l'immagine e rammenta il suo contenuto come se fossero incisi sulle sue retine.
Nelle foto ci sono due ragazzini, e uno sta abbracciando l'altro.
O forse è meglio dire che nella foto ci sono due ragazzini, e sono abbracciati.