Autore:
s0emme0s Titolo: Di sbronze, notti brave e altre sciocchezze
Personaggi: Remus Lupin/Sirius Black, il resto dei marauders, e lily Evans (per poco e di un'inutilità pazzesca)
Rating: Pg13
Avverimenti: Si parla di alcol, di sbronze e sanissime vomitate in cestini di rifiuti. Ah.. a suo tempo partecipò alla Criticombola indetta da Criticoni (che ora ha chiuso) con il prompt: Royal Blu.
Riassunto: Alle quattro e due minuti, dopo il quinto Rum Grog, Sirius iniziò a dare segni di squilibrio.
Disclaimer: Non sono miei, ma appartengono legamente a
miki_tr , che ne ha l'assoluto potere e può far fare loro tutto quello che vuole. (ok sono di JKR, ma nessuno deve saperlo!)
Remus si giudicava un ragazzo estremamente responsabile. D'altronde non avrebbe potuto fare altrimenti: da quando era nato praticamente chiunque lo avesse conosciuto lo aveva apostrofato con quell’aggettivo.
“Non ho mai conosciuto un ragazzo più responsabile di Remus!”
“Sono contenta che Lupin sia amico di Potter e Black: è così responsabile che sono certa li potrà condurre sulla retta via.”
“Il mio Remus è sempre stato un bambino responsabile... pensi, quando da piccolo gli regalammo un pesce rosso , insistette per occuparsene da solo, e la bestiola sopravvisse per 11 anni!”
In realtà il pesce era sopravvissuto solo per tre mesi, poi suo padre era corso nel negozio a comprarne un altro prima che la mamma ne scoprisse il decesso.
Ma la colpa di Remus era relativa: un bambino di cinque anni oggettivamente non può sapere che l’acqua calda non riscalda i pesci, ma li uccide.
E certo Remus non si era preso la briga di condurre James e Sirius su alcuna retta via. Certo era però che li aveva obbligati a studiare.
Dunque, a ben pensarci, Remus nella sua vita non aveva compiuto un solo passo falso, a parte decessi improvvisi di pesci rossi.
Era, a tutti gli effetti, un ragazzo responsabile.
Dunque nemmeno i suoi migliori amici potevano sospettare quello che sarebbe successo la notte del 17 novembre del 1978.
Avevano, con i loro risparmi, affittato una piccola casa nel centro di Londra, e lì aveva organizzato una festa, invitando tutti i vecchi compagni della scuola.
Il party era andato bene, e quando alle quattro di notte ormai tutti se ne erano andati rimanevano soltanto i quattro Malandrini e Lily Evans che avevano intenzione di dormire nella casa.
Alle quattro e due minuti, dopo il quinto Rum Grog(1), Sirius iniziò a dare segni di squilibrio.
Remus non ne aveva dubitato per un solo istante. Aveva passato gli ultimi sette anni a coprire le sbronze degli amici, e sapeva che con la fine della scuola questo suo compito non si sarebbe certo esaurito da solo.
-Tu credi Remus- chiese Sirius guardandolo con le palpebre socchiuse -che saresti fulminato dalla grande bacchetta di Silente se nella tua vita bevessi anche solo un goccio di burrobirra?-
-Sai che non mi piace bere Padfoot...- rispose lui lentamente gettando uno sguardo verso Peter che sembrava vicino ad addormentarsi sul tavolo.
James era immerso in tutt’altra occupazione con Lily.
-Sei più noioso di quando andavamo a scuola amico mio!- disse allora il ragazzo allargandosi il nodo della cravatta con due dita e biascicando le ultime tre parole.
-Non ne dubito Sirius- rispose Remus con tranquillità -ma adesso che ne dici di smettere di bere e di andare a dormire?-
-Sciocchezze! La notte è ancora giovane!- e si versò un altro bicchiere di Hot Brandy Sling.(2)
Remus roteò gli occhi, annoiato. Dall’altra parte del tavolo si sentì un rumore come di ventosa che si stacca e James intervenne -Ehi amico! Versane un goccio anche per la signora!-
Lily ridacchiò divertita. Remus la guardò sgranando gli occhi.
Non poteva credere di essere l’unico rimasto sobrio.
In quel momento Peter emise un lungo e sonoro rutto e si voltò dall’alta parte, iniziando a russare.
I tre compagni iniziarono a ridere a crepapelle e Remus capì che quella notte avrebbe dovuto pulire. E non poco.
Erano tutti seduti attorno ad un tavolo rotondo abbastanza grande, i vestiti che all’inizio della serata erano impeccabili rasentavano la trasandatezza che rendeva tutti sciatti, tranne ovviamente Sirius, che riusciva ad essere sempre elegante in ogni situazione.
-Facciamo un gioco Remus!- disse a quel punto Sirius guardandolo con gli occhi azzurri brillanti al di là del vapore che saliva dal suo bicchiere.
Remus distolse lo sguardo dagli occhi dell’amico e si passò stancamente una mano tra i capelli -E’ proprio necessario?- chiese sospirando.
-Si che lo è!- esclamò James.
-Remus... non fare sempre il guastafeste!- rincarò Lily.
Lui alzò le mani in segno di resa -D’accordo, d’accordo! Che cosa vuoi fare?- chiese poi a Sirius sperando che non fosse niente di pericoloso o illegale.
-Tu sei convinto che siamo tutti ubriachi vero?-
-Ovviamente!-
-Bene signor Ovviamente, se io riuscirò a saltellare fino all’altra parte della stanza con un piede solo senza cadere tu berrai questo bicchiere e ti abbasserai al nostro livello di alcolizzati, che ne dici?-
James parve estasiato, Lily rise, e Sirius si alzò in piedi per sottolineare le sue parole.
Remus ponderò la questione. Nello stato in cui si trovava Sirius non sarebbe riuscito a fare due passi senza barcollare, ma quando si parlava di scommesse, e soprattutto di scommesse con Sirius Black, si doveva agire con la massima cautela. Alla fine decise
-D’accordo, ma prima facciamo un patto. Tutti voi mi darete le bacchette magiche, voglio evitare che succeda come il mese scorso. Gradirei che nessuno trasformasse nessun’altro in bianchi conigli o in volpi per simulare una battuta di caccia... ok Sirius?- Remus tese le mani per ricevere le bacchette dagli amici.
Sirius immerse il braccio nella tasca della giacca e ne estrasse la bacchetta che con uno sbuffo consegnò a Remus, esempio immediatamente seguito da James e Lily.
-Posso partire adesso? Oppure hai in mente altri ricatti?-
-Io non ho ricattato nessuno!- Protestò Remus, ma subito dopo gli fece cenno di iniziare.
Sirius si mise sugli attenti -Popolo! Sono qui, in procinto di iniziare un’impresa mai tentata nella storia della nostra compagnia, un’impresa che ha dell’incredibile, che non è mai nemmeno stata pensata: qui, stanotte, e nel più breve tempo possibile io tenterò di far ubriacare Remus Lupin, il più irreprensibile Malandrino che sia mai esistito nella storia dei Malandrini.-
James si stava rotolando sul tavolo dalle risate e Lily tentava con poco successo di non scoppiare a ridere.
Remus si chiese perché quando la gente è ubriaca, qualsiasi assurdità qualcuno dica questa sarà fonte di perpetua ilarità.
-Hai intenzione di partire oppure no?- sbottò innervosito incrociando le braccia.
-Non sei un vero patriota Remus!- Disse Sirius ridendo di gusto e alzato il bicchiere a mezz’aria esclamò -A Sirius Black! Che si accinge ad iniziare la missione che lo condurrà ad una morte dolorosa e disgustosa!-
James sollevò il bicchiere con mano tremante e un risolino incontrollato, mentre gli occhiali rischiavano di crollargli sul naso. -A Risius Balck! Cioè, Sirius Black! Il migliore amico che un cervo possa desiderare!-
Sirius fece un mezzo inchino e finalmente partì.
Remus non si stupì più di tanto quando il ragazzo arrivò in fondo alla stanza non solo senza cadere, ma anche senza barcollare nemmeno una volta.
Oh d’accordo! Un bicchiere non lo avrebbe certo ucciso.
Padfoot se ne ritornò bel bello al tavolo con un sorriso talmente grande sulle labbra che Remus fu preoccupato per un attimo di vederlo sfigurato per sempre.
Con mano ferma, nel silenzio generale, riempì fino all’orlo il bicchiere più grosso che riuscì a trovare e lo mise senza troppe cerimonie tra le dita di Remus. Poi si sedette.
Remus osservò il liquido ambrato e caldo che stava per scorrergli in gola. Lo guardò per un lungo instante, poi, consapevole che qualsiasi protesta sarebbe caduta nel vuoto portò il bicchiere alle labbra e bevve.
Il silenzio mentre Remus beveva fu interrotto solo un attimo dal tonfo sordo che fece il corpo di Peter Pettigrew quando scivolò lentamente a terra.
Remus si sentì invadere lo stomaco da un calore molto simile alle fiamme, dovuto solo in parte all’alcol: la bevanda era molto calda, adatta alle sere d’inverno.
La scorsa di limone gli solleticava il palato e la cannella e i chiodi di garofano lo fecero tossire.
Era... piacevole. Doloroso per la gola, ma piacevole per lo stomaco.
Sirius gli batté una mano sulla schiena e Remus sputacchiò qualche goccia di Rum in giro, ma tutto sommato, per essersi scolato il suo primo bicchiere di superalcolico in mezzo minuto era un buon risultato.
James batté estasiato le mani e Lily si fece un po’ avanti per essere sicura che Remus si sentisse bene.
Remus si sentiva bene. Forse troppo bene.
Alle quattro e mezza, si chiedeva, con il terzo bicchiere ormai a metà, come mai non avesse trovato divertenti i suoi amici qualche minuto prima e adesso si sganasciava dalle risate insieme a loro.
Ad un certo punto, quando James gli ebbe versato il quarto bicchiere iniziò a pensare che sarebbe stato molto più riposante chiacchierare con la testa posata sul tavolo.
Sbatté un paio di volte le palpebre per mettere bene a fuoco i suoi compagni e poi con lentezza iniziò ad abbassare il capo.
Tre secondi dopo Sirius lo afferrava per la spalla e lo tirava su.
-Per Melino! Che stai facendo?- chiese Remus voltando piano lo sguardo su di lui mentre la stanza iniziava a girare in maniera incontrollata.
-Non appoggiare la testa vecchi mio! Altrimenti quando la solleverai il mondo inizierà a fare le capriole!-
Che assurdità! Come se il mondo potesse fisicamente fare le capriole.
Innanzi tutto il mondo è rotondo, anzi, ovale, o quello che è, e per fare le capriole è necessario almeno avere le gambe e le braccia e anche una testa, per vedere dove si cade, e il mondo come fa a fare le capriole, senza nè gambe né braccia né testa?!
Tutto questo era profondamente sensato per la mente di Remus, e dunque lo disse serenamente, guardando fisso negli occhi Sirius.
Sirius si sganasciò dalle risate, e Remus sorrise con lui, contento di aver fatto una battuta così divertente.
Nei tre minuti successivi iniziò a fissare il muro.
Era un bel muro, con i mattoni scoperti, come se quella fosse una casa antica.
Un muro su cui probabilmente si era appoggiata una signora anziana filando la calza e bevendo un tè caldo. Corretto con Wisky. Molto Wisky.
-Sirius... secondo me sta per vomitare...ha la faccia tutta gialla!- Sentì Lily dire queste parole, e stava per risponderle che lui stava bene, più che bene, ma proprio in quel momento la sua bocca si riempì di saliva e lui dovette chinarsi verso il pavimento.
Qualche anima buona arraffò un cestino e glielo posizionò davanti alla testa.
Remus sentì le mai di Sirius tirargli indietro i capelli mentre rimetteva i litri di alcol ingeriti nella precedente mezz’ora. Erano mani fresche sulla sua fronte accaldata, e Remus le amò.
Si risollevò, ignaro di avere la pelle del viso talmente bianca da sembrare cadaverica.
Sirius lo stava guardando con fare divertito -Tu non lo reggi proprio l’alcol...!- esclamò come se fosse la cosa più divertente del mondo.
-Fa un po’ schifo...- sussurrò appena mentre Sirius lo guardava con un mezzo sorriso sulle labbra.
-Remus! Non sei emozionato? È la tua prima sbornia!-
-Molto emozionato... ho un cattivo sapore in bocca Sir...-
-Hai appena vomitato idiota!-
-Così sembrerebbe vero?- Disse guardando nel vuoto e poi riportando lo sguardo verso il cestino e ciò che adesso vi era contenuto.
Sirius bevve un altro sorso dal suo bicchiere mezzo vuoto. Remus con cautela si guardò intorno ma James e Lily non c’erano più.
-Dove sono James e Lily?-
-A pastrugnare!- rispose divertito Sirius.
-Ah...- Remus non si sentì in grado di riflettere sui possibili significati del verbo pastrugnare, però disse con un sussurro, mentre si accorgeva che i suoi denti stavano autonomamente iniziando a ballare il twist -Ho un po’ freddo Padfoot...-
-Vuoi andare a letto?- gli chiese con dolcezza il ragazzo davanti a lui.
-uh uh...-
Sirius lo prese per un braccio e lo tirò su trascinandoselo dietro.
Remus ringraziò il cielo che la sua camera non fosse quella di James e Lily, al piano di sopra: non era proprio certo di riuscire a fare tutte le scale... magari uno o due gradini... ma non di più.
Il mondo faceva davvero le capriole dopotutto.
Sirius lo condusse nella loro camera borbottando che poi avrebbe dovuto portarci anche Peter, ma Remus lo ascoltava il meno possibile: doveva concentrarsi nel mettere un piedi di fronte all’altro.
Spese qualche secondo a decidere quale dei tre letti fosse il più vicino a lui, poi si buttò sulle coperte.
-Devi toglierti i vestiti...- gli disse Sirius.
-Non...importa...- rispose Remus più di là che di qua.
Remus si sentì allora prendere da sotto le ascelle e tirare a sedere. Borbottò qualcosa, ma poi sentì le mani di Sirius che gli armeggiavano con la cravatta e lasciò perdere ogni pensiero che potesse avere almeno un briciolo di coerenza.
Aveva gli occhi semi chiusi, ma poteva vedere il volto concentrato del ragazzo davanti a lui con stupefacente chiarezza.
Sirius gli sbottonò la camicia e gliela tolse avvicinando la faccia al suo collo.
Remus sentì il profumo dei capelli di Sirius mille volte più impetuoso del solito, sentì, con incredibile precisione il naso dell’amico sfiorargli la pelle e riempirla di brividi. Sentì tutto questo, e capì di doversi sentire in grande imbarazzo, ma la stanza girava troppo per concentrarsi su un sentimento con cui doveva fare i conti ventiquattro ore su ventiquattro nella realtà di tutti i giorni.
Le mani di Sirius scivolarono sulla sua pelle (o forse era solo una sua impressione?) e scesero a sbottonargli i pantaloni.
Una parte della mente di Remus, la parte collegata alla realtà da un filo in procinto di rompersi, si domandò confusamente perché Sirius non stesse usando la magia, dato che, anche se Remus aveva in custodia le bacchette adesso l’amico avrebbe potuto prendere la sua senza alcuno sforzo. Ma il filo si ruppe e la domanda rimase senza risposta.
-Profumi- disse Remus biascicando le parole.
Sirius alzò gli occhi stupito e li piantò in quelli appannati del ragazzo per qualche secondo.
La posizione non era delle più comode: Sirius era inginocchiato davanti a Remus, e cercava di togliergli i pantaloni evitando di farlo alzare in piedi, dunque Moony lo stava guardando dall’alto. Quel gioco di sguardi si interruppe quando Remus abbassò la testa e infilò la faccia tra i capelli di Padfoot.
Remus si inebriò di quel profumo a cui non avrebbe saputo dare un nome né una collocazione nella sua classifica degli odori.
Si staccò da lui sorridendo, mentre Sirius lo guardava allibito.
Il ragazzo con uno strattone gli tolse finalmente i pantaloni che si fermarono alle caviglie a causa delle scarpe. Tolte anche quelle, Remus si sentì infilare il pigiama e finalmente si ritrovò in posizione orizzontale. Dove il mondo faceva un po’ meno di capriole.
Ma qualche secondo dopo era già di nuovo seduto, ed un pensiero che gli frullava in testa. Era un pensiero che non poteva aspettare, un pensiero che a tutti i costi era necessario dire prima che scappasse dalla mente.
-Sirius...che colore è il Royal blue? Voglio dire... c’è il blu cobalto, il blu notte, il blu ceruleo, il blu di prussia... ma il Royal Blue è... il colore dei tuoi occhi. Solo i tuoi occhi sono Royal Blue...-
-Per Godric! Che cosa stai dicendo?!-
-Sto dicendo che ti amo Sirius, e amo il Royal Blue, e mi dispiace di aver vomitato...-
Sirius rimase a guardarlo per qualche attimo, cercando di evitare di scoppiare a ridere, mentre una parte di sé non troppo nascosta esultava e voleva, indiscutibilmente e incredibilmente voleva baciare Remus.
E dato che nemmeno lui era troppo sobrio decise di mandare al diavolo tutto il senso della decenza e di baciare quel ragazzo con i capelli scompigliati, le cicatrici che si confondevano con la pelle e una passione insana per il cioccolato, quel Remus, che se ne stava fermo a guardarlo fisso e che gli aveva appena detto una cosa dovuta certamente agli ettolitri di alcol che aveva ingerito e alla sbronza colossale che si era preso.
Così lo fece, lo fece con calma. Si avvicinò lentamente e gli prese il viso tra le mani tirandogli indietro i capelli con le dita e sorridendo mentre lo faceva. Si morse le labbra per evitare di saltargli addosso, ma il fatto era che Remus non gli era mai parso tanto indifeso come in quel momento, quando il suo degnissimo cervello aveva preso il volo.
Avvicinò le sue labbra a quelle dell’amico e i loro respiri si mescolarono per un attimo.
Remus riemergendo dall’aldilà trovò la forza di alzare un braccio e stringere a sé Sirius trascinandolo su di lui. Il ragazzo, preso alla sprovvista gli cadde addossò con uno sbuffo molto poco romantico, ma ubriachi come erano non se ne diedero peso.
Remus aprì gli occhi quel tanto che bastava per capire dove era la sua bocca e dove quella di Sirius. Non sarebbe stato carino iniziare a pomiciare con il suo naso.
Le lingue si cercarono con urgenza mescolando Rum e Brandy in una cacofonia di sapori aspri e dolci.
Sirius aveva le mani immerse tra i capelli di Remus, Remus aveva le mani immerse tra i capelli di Sirius e nessuno dei due capiva più dove cominciava l’altro.
Sirius in mancanza d’aria decise di respirare e si staccò con un rumore molto simile a quello che avevano fatto solo poche ore prima James e Lily. Ansimavano entrambi e le loro labbra ancora si toccavano.
Padfoot si gettò giù dal letto rotolando per terra.
Remus rimase fermo immobile, con gli occhi chiusi e il respiro che si andava regolarizzando mentre piombava nel mondo dei sogni.
-Il Royal Blue...- borbottò Sirius passandosi una mano sugli occhi ancora incredulo per quello che era appena accaduto... per quello che sarebbe potuto accadere!
Si alzò in piedi per andare a recuperare Peter. E sperò con tutto se stesso di essere abbastanza sbronzo da dimenticare almeno l’ultima parte di quella notte.
[Fine]
(1)I grogs sono short drink caldi, che vanno consumati nella stagione fredda, a base di acquavite, acqua caldissima, bucce di limone, chiodi di garofano e cannella. e sono per esempio : Rum grog, Grappa grog; Brandy grog, ecc.
(2) Gli slings sono un'altra varieta' dei grogs. Si preparano caldi e si servono in bicchieri. La forma principale: l'acquavite e la noce moscata.
Questi cocktail assumono il nome dell'acquavite impiegata, completato da hot se caldo, da cold se freddo: Gin sling, Whisky sling, ecc.
PS. Mi sono ispirata a quello che è successo a me alla mia festa di compleanno. (18 anni si compiono una volta sola. Ma i miei parents non sono rimasti molto contenti. E poi io non avevo Sirius.)