[Remix] Somebody to love

Dec 29, 2010 00:38


Bonsoir, cari utenti!
Eccoci qui con il terzo remix! Stavolta la "vittima" è michiru_kaiou7 e quindi solo lei e gli utenti che non hanno partecipato al gioco possono postare commenti normalmente. Gli altri, come al solito, in forma anonima ;)
Buona lettura!

Autore: beesp
Titolo: Somebody to love
Personaggi: Sirus Black, Remus Lupin
Rating: PG
Avverimenti: slash, missing moment
Storia originale: Mattina, una delle ultime
Autore remixato: michiru_kaiou7


A Remus piaceva ricordare i particolari, ed era bravissimo a memorizzarli. Assieme agli odori e i sapori. D’altronde, era uno dei migliori studenti di Hogwarts del suo anno, talentuoso di natura e con ottimi metodi di apprendimento.

La penultima Luna Piena, comunque.

Uno dei momenti che più spesso gli riaffioravano alla mente. Potevano esserci una vagonata di buoni motivi perché comparisse così spesso, per lo più riguardavano il risveglio.

Aveva aperto gli occhi con le orecchie che gli fischiavano di “Somebody to love”, una canzone dei Queen. In quell’epoca c’era buona musica, brani gioiosi, pieni di vita, non avevano nulla di fasullo, avevano abbandonato il senso pudico che prima caratterizzava qualsiasi ambito dell’arte. Come se poi proprio l’arte dovesse essere penalizzata dai paraocchi del Mondo. Gli era comparso davanti il volto di Sirius: una volta aveva spiegato che, secondo lui, “Somebody To Love” non raccontava semplicemente d’amore, ma del senso di solitudine e di inadeguatezza che si prova nel sapere di star deludendo qualcuno.

Poi aveva ridacchiato e combinato una delle sue. Mascherava sempre le frasi ad effetto.

Quel giorno appariva più genuino del solito.

Ci sono canzoni che non possono essere ascoltate nel silenzio, devono riempire ogni spazio vuoto. Sirius era una di quelle persone che richiedevano tutto. E in cambio donavano ogni pezzo di sé.

Probabilmente sin dai primi passi era sembrato fuori luogo tra i Black, se lo figurava sempre nell’atto di domandare a Walburga di abbracciarlo e poi trattenere le lacrime.

Pensava spesso a quanto fosse stata difficile l’infanzia di Sirius; quando cercava di parlargliene lui sbuffava e gli ricordava “sei stato morso da un lupo mannaro e sei diventato pieno di complessi e problemi”.

Non essere amati era una loro parte del passato in comune. Ma almeno i genitori di Remus gli avevano voluto bene, anche se trasformato in un mostro capace di uccidere qualcuno con la sua nuova natura.

Gli faceva male ogni singolo osso del corpo, tutti i muscoli e i tendini. Li sentiva pulsare, muoversi, contrarsi ed essere pronti all’azione. Una ferita aperta.

Magari il sorriso che dipinse sul viso poteva sembrare sforzato, poco convincente. Lo sentiva, però, nascergli da qualche organo interno - urlava e gli imponeva di smettere, anche soltanto per qualche minuto, di sentirsi perso, folle, un elemento marginale e inutile del mondo, un rifiuto, un errore.

« Bentornato. Mi dispiace che non ci siano anche Prongs e Peter, ma hanno promesso che ci saranno alla prossima luna piena ».

La prossima luna piena. L’ultima.

Aveva paura a pensare al futuro. Dall’inizio. Da quando era stato abbastanza maturo da capire che chiunque lo avrebbe rifiutato a causa del lupo. Quasi avesse scelto lui di risultare pericoloso e ripugnante, come se lo facesse di proposito a subire dolori e dimenticare la sua vera identità durante la luna piena …

Riflettendoci, a posteriori, aveva scoperto se stesso soltanto nei sorrisi di James, di Peter e di Sirius. Perché nelle loro labbra piegate all’insù, sporche di cioccolata del vagone dell’Espresso per Hogwarts, aveva sperato di trovare una casa, verità, la possibilità di smettere di fuggire da Remus, dal mondo.

E alla fine era stato proprio come aveva tanto voluto.

Però vedere Sirius sin dal primo secondo al risveglio aiutava moltissimo. Se nel corso della giornata si fosse sentito nervoso e perso, avrebbe strizzato le palpebre e l’avrebbe rivista: l’espressione tipica del Sirius smarrito che tenta di rassicurare qualcun altro quando la sua unica sicurezza è essere tornato umano dopo essersi trasformato in un cane.

La stessa la rivide all’incirca diciassette anni dopo. Diciassette anni dopo. Sembravano un’infinità di cose non dette e non fatte insieme, canzoni dimenticate, vinili riempiti di polvere, bacchette spezzate, bambini nati, matrimoni celebrati, bugie raccontate.

Varcarono la soglia dell’appartamento in Grimmauld Place. L’aveva vista una volta, prima. Era inquietante e disgustosa proprio come la ricordava. Sirius si esibì con quella faccia. Somigliava proprio a un cane bastonato - le rughe, le preoccupazioni e le insicurezze (non le avrebbe mai conosciute, non fosse stato per Peter Pettigrew). Gli veniva voglia di cantargli qualcosa, anche se era stonato e non sapeva proprio se continuassero a piacergli le melodie babbane.

Remus lo vide arrivare un Venticinque Dicembre, quello del terzo anno, con un trentatré giri tra le braccia e un’espressione da stupido. « Ehi! Guarda cos’ho comprato! ».

Non chiese mai come avesse fatto. Da allora quello divenne uno dei loro LP preferiti, e la band di cui conoscevano qualsiasi successo (o quasi): i Queen.

Era divertente perché loro erano lontani anni luce da ciò di cui i testi parlavano, era completamente un altro mondo, in particolare quando cominciarono a sentirsi notizie di morti presto associate a un gruppo di purosangue chiamati “Mangiamorte”.

Mettevano su “Queen”, per esempio, e potevano ridere anche se quel giorno Lily non aveva fatto altro che piangere credendo che la famiglia assassinata fosse la sua.

Diciassette anni.

Erano sulla soglia, con le braccia inutilmente penzoloni ai fianchi. Cosa potevano mai avere ancora in comune dopo così tanto? Certo Remus non avrebbe mai avuto il coraggio di lamentarsi di quanto fosse stato difficile sopravvivere senza di lui: costretto in quattro mura muffite a disperarsi, non era nemmeno colpevole!

L’ingiustizia. Ha un coraggio a ripresentarsi l’ingiustizia! Non era abbastanza aver rubato a entrambi l’infanzia. Li aveva anche privati dell’unica possibilità di sollevarsi. Amare qualcuno.

« Cosa facciamo? ». Chiese Sirius. Non ne poteva più di perdere tempo. Non ora che la guerra era ricominciata, il suo figlioccio rischiava la vita e aveva Remus a pochi centimetri di distanza. Davvero, avevano una vita per sembrare degli stupidi senz’anima.

« Io non lo so. Fra poco arriveranno anche gli altri dell’Ordine della Fenice … ».

Sirius si tramutò nel vecchio Malandrino. Velocemente. Tanto da spiazzare Remus, che rimase parecchio a osservarlo imbambolato (ed esultante: credeva avesse un corpo morto come amico, un altro morto). « Quanto poco? ».

« Cosa … ? ».

Sirius corse chissà dove - probabilmente in cucina, era troppo sconvolto anche solo per avere il coraggio di assicurarsi dell’improvvisa benedizione di Sirius uomo e vivo - e ritornò con un LP. Dei Queen.

« Questa era un sottofondo del mio vuoto ad Azkaban, sai? ».

Fu sempre certo che fosse un enorme bugia, voleva soltanto riascoltarla Sirius.

Però a lui andava bene. Perché “Somebody to love” era la loro canzone.

« ’Fanculo, Remus, abbiamo finito di essere infelici. Sarà stupendo da oggi in poi ».

« Sì ». Non disse altro. Ché dopo diciassette anni avevano soltanto voglia di vivere.

Poll Indovina chi #3

periodo: post-azkaban, remix, autore: beesp, fanfic, !mod post, rating: g-pg

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