Le Direzioni Riunite delle community
grindeldore_itae
wolfstar_ita, sono liete di invitare tutti voi a festeggiare insieme i compleanni delle community, con una lunga festa che comincia stanotte, con l'arrivo del giorno 19, fino alla mezzanotte del giorno 21, includendo entrambi gli storici avvenimenti.
Come festeggeremo? Con una splendida tabellina comunitaria, da
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November
Compleanno dopo compleanno, mettendo in riga un autunno dopo l’altro, sentiva i suoi giorni abbandonarlo come le carte di un mazzo mal giocato.
È buffo come crescano in fretta le persone, allungandosi impercettibilmente nel loro posto nel mondo, ed è ancora più buffo che il tempo non cresca a sua volta, ma piuttosto si restringa come un vecchio maglione, usurandosi e assottigliandosi nei punti e nei momenti più inaspettati.
Quand’era piccolo, Sirius aveva adorato il suo compleanno. Come avrebbe potuto non amarlo? Era il suo giorno, e di questo non poteva dubitare; il mondo non mancava mai di fargli un regalo, festeggiando la sua nascita con un concerto di foglie secche e le storie del vento e il mormorio della pioggia, e il freddo dell’autunno inoltrato che si faceva da parte per l’estate di San Martino. I compleanni della sua infanzia sembravano sterminati, ore su ore lunghissime che a piacere poteva snocciolare come una poesia o impilare l’una sull’altra, come pezzi di un castello o pacchi regalo, o come i piani delle torte che i suoi genitori gli facevano preparare. Poi gli anni erano passati, e anche l’affetto dei suoi si era come ristretto; i regali si erano condensati nei pensieri economici dei suoi amici, le torte erano diventate crostate anonime e poi un muffin e poi nessuna torta, e le feste avevano cominciato a non piacergli più. Avrebbe volentieri trascorso tutto il giorno a nascondersi fingendo che non fosse affatto il suo compleanno se questo avesse potuto evitargli le delusioni ordinarie e straordinarie, il gufo di auguri di Peter un giorno troppo tardi, quello di Alice il giorno giusto ma per il motivo sbagliato, tutti i regali e le torte che non avrebbe avuto e il sentore di non essere poi così importante, per il mondo.
Il giorno che compì vent’anni Sirius si svegliò presto in un mondo fresco e nuovo; la pioggia tamburellava sul vetro della sua finestra come tante dita di bambino, e quando aprì le imposte sentì un vento tiepido gonfiare le tende e spostargli i capelli, e questo lo rese così felice che dimenticò di fare un’amara considerazione sul fatto che Remus fosse andato via senza nemmeno lasciargli un biglietto. Invece lasciò la finestra aperta perché entrassero le foglie rosse, e andò a farsi una doccia caldissima canticchiando una canzone sdolcinata. Quando ne uscì, dopo un tempo interminabile e con la pelle rossa e grinzosa come quella di un neonato, andò in cucina a farsi un caffè e così, per caso come si trova un tesoro, trovò Remus seduto al loro tavolo. Sorseggiava il suo tè e leggeva la colonna degli affari esteri con la finestra dietro di lui aperta al vento e all’acquazzone, i capelli scompigliati e la vecchia vestaglia di plaid che Sirius aveva imparato ad amare, come se il sogno più inverosimile, patetico e prezioso si fosse appena materializzato nella loro cucina inverosimilmente sporca e profumata di cannella.
Sirius disse << Buongiorno.>> perché non sapeva cos’altro dire, e Remus sorrise e rispose << Buongiorno.>>, e non si alzò dalla sedia per andare a baciarlo ma per togliere dal forno la torta più brutta che si fosse mai vista e mettergliela sotto il naso con un sorriso mezzo addormentato. La sua creatura si reggeva in piedi a malapena, violetta e tutta sbilenca nei suoi tre piani ornati di gale di glassa verdastra e codine di zucchero, e quando Remus la posò sul tavolo rischiò seriamente di cedere, ma a Sirius sembrò la cosa più buona del mondo, e ne mangiò un fetta grande come la sua testa con la bocca impastata dal sonno e il caffè e Remus accanto a lui, e il giorno che ancora si stiracchiava sotto la luce irreale del calore di un’estate indiana, e davanti a lui ore su ore da scartare come un regalo del mondo.
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Mi sono innamorata di questa storia. *I*
Di questa maliconia velata che la avvolge tutta, di questo Remus che sembra un bel sogno destinato a svanire ma che è lì e sorride, e di questo Sirius così innamorato.
E' tanto bella, mi piace un sacco. <3
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Ad ispirare a me tanta fluffagine è stato Remus, in realtà. *I*
E' così... così... non sò come spiegare. Sembra un sogno, ecco.
Me lo sono immaginato semi-trasparente lì, seduto che legge il giornale e con quel suo bel sorriso gentile, e la così è così bella e triste insieme che rende la storia bellissima, perchè calibra fluffagine e malinconia. <3
(La pianto di sparare cavolate, sì. Scusa. XD)
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