Jun 14, 2006 14:17
Estratto dal mio pseudo racconto...
Succede una cosa incredibile.
L’omino sparisce dentro al quadro!
Vediamo il suo dito, rimasto fuori, che ci accenna di entrare.
Come puo’ essere?
Provo ad infilare un piede, e siccome la tela e’ abbastanza grande, infili anche il tuo contemporaneamente.
ENTRA!
Piano piano infiliamo i nostri corpi dentro la tela.
Per ultimo, la testa….
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Da un momento all’altro inizio a cadere in un abisso di luci, forme, linee e colori e mi sento avvolgere dentro un vortice a spirale. Mi tocco attorno e intuisco lo spessore della materia, una sorta di tessuto mai visto. Sono immedesimata all’interno di un quadro, dentro la sua magia e sono incantata dagli improvvisi bagliori di luce. Le linee le tengo in mano, le manipolo e mi aggrappo alle scale orizzontali che vanno verso l’infinito. Noto una rete che e’ creata dagli intrecci della pittura, una rete che e’ paradossale: non delimita nessun confine. Non riesco a capire il mio stato: e’ una sensazione che e’ una via di mezzo tra il nuotare, volare, cadere e dondolare su un’altalena. Ignoro la profondita’ della situazione: questo codice pittorico e’ troppo vasto per essere esaminato particolarmente. E’ una dimensione creativa assolutamente inedita, e il suo astrattismo mi coinvolge l’anima: ho il cuore in gola. E’ un esperienza che mi fa perdere i sensi, sono alla conoscenza primaria come una bambina.
Ti vedo in lontananza, anche tu sei capovolto. Ti stai arrampicando su una linea nera curvata.
Sempre il nero cerchi tu.