Alla fine ho partecipato anche io al torneo di tennis :D Senza fare polemiche, senza andare a protestare. Non ce n'è stato bisogno: uno dei partecipanti ha disdetto la presenza e il mio allenatore mi ha proposto di subentrare. Avrei forse dovuto con un moto di orgoglio spiegare che io non sono il rimpiazzo di nessuno, ma a che pro? Mi avrebbe portato meno benefici del semplice accettare. Così, c'ero anche io, con grande sorpresa dei miei avversari.
Sono stata molto contenta di partecipare perchè nonostante io abbia perso (ma non avevo dubbi) sono stata contenta del mio gioco, e sono stata contenta delle persone che hanno giocato contro di me, della loro onestà e della loro intelligenza.
Tutti si sono entusiasmati della mia presenza, e mi hanno rivolto molti complimenti su quella che secondo loro è stata una scelta coraggiosa: unica donna in un torneo aperto a tutti ma nel quale erano iscritti solo uomini. Alla fine i miei avversari hanno proposto di regalarmi un tubo di palline perchè anche se sono stata eliminata al primo turno (ma con onore), meritavo che la mia scelta fosse premiata.
Io non sento di aver fatto niente di eccezionale: preferisco giocare contro gli uomini, non perchè mi riservino trattamenti di favore (nessuno dei miei avversari ha fatto cenno di modificare il suo gioco per aiutarmi), ma perchè ho sempre giocato contro di loro (sempre... da quando ho iniziato a giocare tre anni fa :P), perchè non mi spavento di chi gioca forte (so giocare forte anche io, al pari di alcuni uomini), purchè sia leale con me e purchè non mi tratti come se fossi una damina dell'Ottocento.
Quindi ringrazio i partecipanti perchè sono stati corretti ed entusiasti e perchè mi sono divertita: non mi importa se perdo, so di non essere una giocatrice veloce, so di avere ancora delle lacune, ma so tenere testa a quasi tutti i tipi di avversario, e non faccio mai figure pessime anche quando perdo ;)
Sarebbe troppo bello per essere vero credere che nel mondo esistano solo persone dotate di intelligenza e di rispetto per le donne, che sappiano riconoscerne il valore e che non si sentano minacciate dalla loro presenza.
Per fortuna è stato un episodio isolato, ma che fastidio!
In quanto unica ragazza spiccavo ovviamente nel mio girone e il soggetto in questione, oltre a non presentarsi a me ma presentandosi solo agli uomini, era accompagnato da un allenatore a mio avviso molto antipatico. Di quelli che si credono i campioni, anche se in realtà allenano il tennista della domenica, e per di più incapace.
L'allenatore (non il mio) era divertito dalla mia presenza, come se fossi un elemento di folklore, tanto che ha cominciato a dire che io non ero l'unica ragazza al torneo, ma che lui era la seconda. Una battuta che a me personalmente ha fatto poco ridere e che ha lasciato perplessi anche i miei compagni di turno.
La battuta è proseguita con l'allenatore che spiegava l'esistenza di una poco nota e mai sentita lega dei giocatori transessuali. "Ebbè, ci sono anche loro" è stata la sua criptica affermazione.
Fermamente convinta che un bel tacer non fu mai scritto, ho fatto finta di non sentire e di non cogliere la probabile insinuazione che io potessi essere una transgender.
La parte migliore è stata quando, vedendo che il suo pupillo stava facendo una magra figura contro uno dei miei compagni di corso, si è avvicinato per sondare il terreno: "Ma tu fai gare da tanti anni? Tornei?".
"No, questo è il mio terzo torneo".
Lui annuisce e butta un'ennesima battuta: "Hai voglia, ci sono sessant'anni per imparare a giocare!".
Uhm. Un'insinuazione sul fatto che IO non sappia giocare? Insinuazione confermata quando, al momento di affrontare il suo pupillo, lui si avvicina a me e Uccio e OSA dire: "Ho visto che il livello qui è piuttosto scarsino, senza offesa, per cui, non è che potrebbe giocare contro il tuo ragazzo? Perchè è ovvio che con te non c'è storia, sarebbe una perdita di tempo".
PREGO?!
A parte che il NOSTRO livello non è niente affatto scarsino, ovviamente nessuno del mio gruppo era un giocatore di lunga data, oscillavamo tutti da 1 a 3 anni di gioco e per di più saltuario. Ma oltretutto come ti permetti? Se anche pensi una cosa del genere, tienila per te, anche perchè non hai portato al torneo il nuovo Federer, tutt'altro. Un povero imbecille che barava pure sui punti! Parliamone.
Per fortuna risponde Uccio per me, evitando che io venga arrestata per turpiloquio: "La storia c'è, guarda che lei sa giocare bene e soprattutto se le girano i cinque minuti gioca più forte di un uomo. Per cui fai attenzione".
L'allenatore non sembra convinto, il suo pupillo neanche si degna di ascoltare il discorso o di attendermi mentre ci avviamo al campo.
Ovviamente la storia sarebbe perfetta se lo avessi umiliato con un secco 6-0, ma sono una giocatrice lenta e i colpi tagliati - oltre a trovarli proprio antipatici - mi creano delle difficoltà che spesso mi fanno perdere terreno. Inutile dire che il codardo, capito questo, ha giocato sempre e solo palle tagliate, palle che si dimostrano esattamente come lui: poco simpatiche e poco eleganti.
La parte migliore è stata quando, durante un game in cui conduceva 40-0, il buffone dice all'allenatore: "Chiudo allora il game. Un ace, faccio" e l'allenatore: "Scusa eh, ma vuole chiudere il game".
Per me non c'è nessun problema, anche perchè sapevo che il game non l'avrebbe mai chiuso. Infatti il pupillo spara due servizi secchi in rete. Inutile dire che il game l'ho vinto io :)
Piccola soddisfazione che è stata oscurata da alcune piccole scorrettezze: ad esempio prendere una mia palla lunga con la mano "perchè tanto andava fuori, era per non stare a raccoglierla. Dovrebbe essere punto tuo, ma tanto non cambia niente".
O ad esempio il volermi dare a tutti i costi un punto quando ho ripreso una palla che era due centimetri oltre la linea di fondo: "No, no, era fuori, punto tuo"; alla mia obiezione: "No, è punto tuo: ho preso una palla che era fuori, colpa mia, dovevo essere più attenta" l'obiezione è stata: "Eh, ma dai, lasciamo correre sei una femminuccia".
Ho preso il punto (40-30 per lui) e la palla successiva l'ho sparata APPOSTA fuori dal campo: "Il game è tuo, come avrebbe dovuto essere un punto fa".
So perdere, anche contro i deficienti. Non è un problema perdere per me, è ovvio che preferirei vincere, chi non lo desidererebbe? Ma si impara molto, moltissimo anche nelle partite perse, soprattutto da quelle. Si analizzano gli errori, ma, soprattutto, si capisce che persona si è e contro chi si sta giocando.
E io mi piaccio anche quando perdo. Perchè so perdere con onestà e tratto alla pari tutti i miei avversari.