Titolo: Sogni proiettati e giornaletti tramandati
Verse: Then get ready for the night line
Fandom: Supernatural
Rating: verde
Personaggi/Pairing: Sam/Dean, Bobby John/Adam
Tipologia: one shot
Avvertimenti: mpreg, incesto (doppio XD), spoiler settima stagione, AU 7x06 “Slash fiction”
Genere: romantico, generale, fluff
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Eric Kripke e Warner Brothers che ne detengono tutti i diritti e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Supernatural, appartengono solo a me. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Note: scritta solo per sepherim_ml, con cui ormai è nata un'associazione a delinquere di prompt e fill... diciamo un pelo sopra le righe: auguri amuuuuur, felice giorno (anche se ormai è praticamente finito) \o/. Spero che questa cosina ti piaccia. Il titolo viene dalla canzone “You shook me all night long” degli AC/DC.
La casa era pressoché tranquilla, per essere un pomeriggio di tarda primavera; da qualche settimana sembrava che nessuno in quell'angolo del Sud Dakota avesse problemi con la vecchia carretta che lo serviva da anni o con quell'auto classica che era costata così tanto e che solo i meccanici in quel buco dimenticato da Dio e dagli uomini conoscevano come le proprie tasche. Come se non bastasse, sembrava che perfino i demoni e tutte le creature avessero deciso di prendersi una vacanza, lasciandoli completamente privi di qualcosa da fare se non sbuffare ad ogni minimo fastidio.
Certo, avrebbe potuto studiare geografia per quel test, ma al momento le esportazioni della Georgia non lo attiravano minimamente, non con quello che vedeva dal suo posto ai piedi della poltrona rossa.
« Ancora a piagnucolare BJ? »
« Smettila, BJ è un nome da femmina ».
« Adatto a te, insomma ».
Bobby John tornò a voltarsi verso la cucina, sforzandosi di ignorare le risatine del fratello. Mamma stava impastando nuovamente i biscotti e papà, come sempre, le aveva passato un braccio intorno alla vita e le carezzava il ventre prominente da sotto la maglietta di cotone, mordicchiandole il collo.
Cazzo, pensò, sbuffando. Papà andava verso i cinquant'anni ormai, avrebbe dovuto avere un po' di contegno. Va bene, mamma dopo il suo secondo soggiorno all'inferno non era più invecchiata ed era ancora lo splendido uomo di trentacinque anni che tutti si voltava a guardare, ma, seriamente, avevano proprio bisogno di un altro figlio? Cinque non erano sufficienti? Cosa volevano mettere in piedi, una squadra di cacciatori? Che poi papà voleva spedirli tutti al college, altro che cacciatori...
« Ti sento pensare da qui ».
E poi lì accanto c'era Adam,la sua spina nel fianco... e alle volte in altri posti. « E allora vattene » sibilò, chiudendo di colpo il libro che stava fingendo di studiare.
Il fratello lo fissò per un attimo, prima di alzare gli occhi al cielo.
« Incredibile, ancora con queste manie da figlio unico? » sbottò Adam, gettando il libro da parte e scompigliandoli i capelli.
« Non puoi dirmi che sei d'accordo » soffiò Bobby John, distogliendo un attimo lo sguardo dai genitori. « Un altro fratello? Che ce ne facciamo? Lo sai che gli daranno la tua camera appena sarai partito per il college? »
E aveva appena detto la cosa peggiore che avesse potuto pensare o anche solamente concepire lontanamente. Una volta o l'altra avrebbe dovuto imparare a pensare prima di aprire bocca, anche per sbaglio.
Era proprio vero, Bobby John aveva preso tutto da papà, caratteraccio e lingua lunga compresa. E, a voler essere onesti, altre doti per cui il suo fratellone non si era mai risentito.
Era incredibile pensare che appena pochi mesi prima Adam era quel liceale che i giocatori della squadra di football spiavano di nascosto nei corridoi, ma era bastata una stupida cerimonia di diploma e i mesi prima della sua partenza erano diventate settimane e poi giorni.
Merda, Bobby non voleva perdere il suo fratellone. E se Adam avesse incontrato qualcuno dell'ultimo anno e si fosse innamorato, o solo ci fosse finito a letto? Non poteva nemmeno pensarci, la sola idea gli faceva venire voglia di prendere la sua pistola migliore e correre a liberare il campus da tutti i bellimbusti in toga o camicia.
Stava per scusarsi, ormai era un esperto in questo, ma Adam lo fissò un attimo ferito, prima di correre al piano superiore.
« Io correrei a scusarmi, fossi in te » soffiò una voce fin troppo nota a pochi passi da lui.
Merda, Dean Winchester aveva ancora il passo felino del perfetto cacciatore, perfino al sesto mese di gravidanza e con una teglia colma di biscotti in mano.
Bobby John sorrise ai genitori, mentre i fratelli irrompevano nel piccolo salotto del garage che una volta era stato di Bobby Singer. « Mamma... »
« Non provarci nemmeno ragazzino » lo bloccò Dean osservandolo esausto. Sam era ancora alle sue spalle, pronto a reclamare le sue attenzioni. « Io correrei a scusarmi con tuo fratello, sempre che tu tenga alla tua esistenza ».
E come sempre, mamma aveva ragione, ma il suo sguardo gli faceva venire una gran voglia di piangere come quando era bambino.
Perfetto, stanotte non solo sarebbe stato bandito dal letto di Adam, ma, se quel tono voleva dire qualcosa, anche da quello dei genitori.
Mesto si avviò sulle scale, la testa affossata fra le spalle e trascinando i piedi sulle assi scricchiolanti.
« Bobby ».
Il ragazzo si voltò verso il padre che rivolse una fugace occhiata al fratello, probabilmente sincerandosi che fosse occupato. « Appena dietro il ginocchio. Si sciolgono se tocchi quel punto » sussurrò, indicando Dean.
« Ti proibisco di mettere in testa strane idee a mio figlio ».
E sì, Dean Winchester era una mamma orsa troppo protettiva e in piena negazione dell'amore incestuoso dei suoi figli, tutto mentre si trovava incinto per la seconda volta del suo fratellino.
Bobby John non rimase a sentire il litigio dei suoi genitori, ma salì i gradini a due a due, prima di irrompere nella stanza che, nella realtà dei fatti e senza che mamma sapesse, divideva con il fratello.
L'ambiente era fiocamente illuminato e il pavimento era disseminato di segni protettivi, vecchi tomi e armi di ogni genere, più un pallone da football e qualche giornaletto che Dean ignorava ogni volta che veniva a rifare i letti.
Adam era sdraiato sul letto, praticamente nudo e con una mano poggiata casualmente sul petto.
Cazzo, era più arrabbiato di quanto pensasse.
« Mamma ti ucciderà se troverà ancora per casa questa roba » disse Bobby, prendendo uno dei giornali da terra e sfogliandolo distrattamente. « Costumi da bagno maschili? »
« È tuo ».
« Ah, giusto ».
In realtà era loro, durante certe attività un po' di ispirazione non era male, soprattutto se erano ubriachi, ma Adam non lo avrebbe mai perdonato per quel singolo, maledetto numero di Busty Asian Beauties. Che diamine, aveva dodici anni e lo aveva trovato in soffitta fra gli scatoloni di mamma, era comprensibile una certa curiosità.
Bobby si avvicinò lentamente al letto, calciando il pallone e spostando il machete. « Adam? »
« Sai, John e sua sorella mi hanno chiesto di uscire con loro » mormorò il maggiore, fissandolo intensamente e carezzandosi appena. « Non mi spiacerebbe una cosa a tre, che dici? »
No, a Bobby John non piaceva.
In poche rapide falcate raggiunse il letto e piantò una mano sul petto del fratello, proprio dove batteva il cuore. Ormai non contava più le notti che aveva ascoltato quel ritmo fino ad addormentarsi.
Adam lo fissava, gli occhi verdi sgranati e leggermente lucidi.
Cazzo, pensò Bobby, sdraiandosi accanto a lui. Il suo fratello maggiore era l'unico ad aver ereditato gli occhi e le lunghe ciglia di mamma e questo aveva attirato non pochi sguardi.
« Non voglio andare al college ».
« Lo so ».
« Non voglio lasciare te e la mamma ».
E Bobby sapeva anche questo. Adam era sempre stato il bravo figlio per papà, ma quando questi gli aveva mostrato la domanda inviata per i migliori college, suo fratello aveva urlato come fosse posseduto.
Adam serrò gli occhi e strinse i pugni. « Siamo cacciatori, cazzo » mugugnò, intrecciando le dita con quelle del fratello minore. « Il college era il suo sogno, non capisco perché deve mandarci lì ».
« Vuole mamma tutto per sé. Forse qualcuno dovrebbe dirgli che mettere in cantiere un altro moccioso non è un buon modo per ottenere questo risultato ».
Effettivamente Sam era possessivo come pochi, ma il suo istinto da alpha lo portava continuamente a mettere incinto il fratello; se poi si aggiungeva una certa fissazione per il ventre gravido del fratello, si capiva perché si cacciasse in simili problemi.
Dal piano di sotto si sentivano le risate dei loro fratelli e le imprecazioni di mamma. probabilmente papà ne aveva combinata una delle sue. Adam e Bobby rimasero sul letto a godersi le voci della loro famiglia, in completo silenzio. Probabilmente non sarebbero rimasti così a lungo, soprattutto se Adam non si fosse deciso a coprirsi, ma per il momento Bobby si sentiva in pace, tranquillo come quando, ancora bambini, giocavano nel giardino mentre mamma riparava le auto.
« Sai » iniziò, alzandosi appena e poggiando la testa sul pugno. Il fratello lo fissava curioso ed era uno spettacolo come pochi. « Potrei radere a zero papà. Così, giusto per fargliela pagare ».
Ed Adam rise forte a quell'idea e Bobby non poteva che esserne felice: Adam era identico alla mamma e, quando rideva di cuore, il suo viso si illuminava e ai lati della bocca aveva quelle fossette...
Merda, pensò, serrando i pugni. Avrebbe dovuto lasciare un segno ben visibile della sua proprietà o quei maledetti collegiali infoiati sarebbero saltati addosso al fratello appena avesse messo piede nel campus. Be', potevano iniziare quella sera, magari con qualche bella sculacciata e una buona maratona di sesso.