Titolo: Niente di nuovo nel girone est
Autore:
weeping_iceFandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Crowley/Dean
Rating: arancio (16+)
Beta/Reader: no
Words: 575
Warning/Spoiler: domintion, hypnosis, mpreg (accennata)
Riassunto: un giocattolo va' preservato.
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono... No, seriamente, qualcuno credeva il contrario? Per tutte le informazioni del caso rivolgetevi a Kripke che maltratta meglio di me i piccoli.
Note: scritta per il mio amuuuur
sepherim_ml che al
Writing meme mi chiese "Crowley/Dean - il re dell'Inferno ha un nuovo giocattolino e ha tutte le intenzioni di tenerselo stretto"
Cioè, io ti amo perché mi scrivi e prompti meraviglie ♥
« Vedi, Dean, non è così male come poteva sembrare ».
Crowley gettò un'occhiata distratta al cumulo di cuscini e lenzuolo che doveva essere il suo letto. Tra le pareti di carne pulsante e putrida dell'Inferno e quelle lenzuola di seta, Dean Winchester si stiracchiò appena, languido e assonato come un gatto soddisfatto.
O una gatta che era appena stata fottuta a morte, la precisazione sembrava d'obbligo.
Certo, sospettava qualcosa, visto l'atteggiamento da gran maschio, ma chi avrebbe mai potuto dire che uno dei migliori cacciatori d'America, terrore del sovrannaturale e non, fosse così ansioso delle attenzioni maschili? Avrebbe dovuto fare una chiacchierata con Sam e Robert, magari loro ne sapevano qualcosa... o forse no? In fondo, avrebbe potuto conservare tale rivelazione per momenti difficili.
Dean lo scrutava oltre le ciglia abbassate, sorridendo sornione e concedendogli un'ottima visuale del suo fondoschiena. Quel ragazzo indubbiamente sapeva come attrarre l'attenzione.
« Tutta quella tua riluttanza e le tue minacce, e ora guardati. » mormorò, indicando con enfasi la scena, i pantaloni ancora slacciati. « Faresti qualsiasi cosa per farti scopare. Praticamente la puttana perfetta ».
E una volta quella palla al piede lo avrebbe minacciato di morti e torture molto creative per una tale affermazione, ma ora... ora gli sorrideva, quasi timidamente, passandosi una mano sul ventre leggermente arrotondato.
Oh sì, tutta quella situazione aveva troppi vantaggi per non risultare paradisiaca.
Non che gli interessasse la questione degli eredi - teneva alla sua posizione, grazie tante - ma c'erano cariche vacanti in molti gironi e uomini... be', mezzi demoni assolutamente fedeli gli avrebbero fatto comodo. E poi c'era quell'istinto di mamma che il ragazzo si portava appresso e aveva finito col consolidare l'incantesimo, regalandogli quella troietta perennemente in calore.
Se avesse saputo che bastava così poco per togliersi dai piedi il fastidio dei fratelli Winchester, avrebbe recuperato prima quel simpatico gingillo di Hypnos dalle profondità degli inferi. E visto quanto vi aveva guadagnato, indubbiamente sarebbe stato una ricerca molto, molto proficua.
Il demone si sistemò meglio la giacca di sartoria, avvicinandosi al talamo di legno massiccio. « Papà ha delle cose da fare, ma tornerà presto » sussurrò, carezzandogli la guancia. Quando gli concedeva quei piccoli gesti, Dean si abbandonava al suo tocco come non desiderasse altro, spesso con dei piccoli miagolii, esattamente come in quel momento. « Perché non ti riposi un po'? Farà bene ai tuoi cuccioli ».
Altrimenti detti “futuri impiegati dell'anno”, ma ci sarebbe stato tempo per introdurre la mammina all'idea. Certo, magari qualche buona seduta fra le lenzuola l'avrebbe messa di buon umore, solitamente funzionava.
Crowley concesse ancora una carezza al ragazzo sul suo letto, passando le dita fra i riccioli biondi. Chi avrebbe mai detto che quel ragazzo avesse i boccoli, esattamente come un dannato cherubino? « E quando tornerò, voglio vederti con quel bel collare di diamanti che ti ho portato. Se farai il bravo, magari giocheremo anche con la frusta ».
Dean emise un leggero mormorio di protesta, strusciando la guancia sul suo inguine, graffiandosi appena la guancia con la zip e soffiando sul suo membro, ancora semi eretto.
« Non appena tornerò » promise, allontanandosi velocemente. Dalla soglia della camera poteva sentire il latrato e il ringhiare di un alcuni cerberi. « Voi sorvegliatelo. Se si avvicina qualcuno, non esitate a sbranare » ordinò spalancando le porte della sua stanza.
L'olezzo di zolfo, sangue e putrefazione gli solleticò le narici, mentre le urla e le imprecazioni delle anime si abbatterono sui suoi sensi. Un'altra giornata di lavoro era iniziata.
Titolo: It's you and me
Autore:
weeping_iceFandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Lucifer/Dean, hint Sam/Dean
Rating: arancio (16+)
Beta/Reader: no
Words: 741
Warning/Spoiler: molestie nel sonno, accenni all'incesto
Riassunto: ambientato alla fine di 7x15 Repo Man, Lucifer tortura un po' Sam tramite Dean.
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono... No, seriamente, qualcuno credeva il contrario? Per tutte le informazioni del caso rivolgetevi a Kripke che maltratta meglio di me i piccoli.
Note: scritta per
gondolin_maid che al
Writing meme mi chiese "Lucifer/Dean ambientata nella mente di Sam, durante il periodo della 7th season in cui ha allucinazioni. Ovviamente sei libera di agiungerci hint wincest ;)"
Cioè, io amo anche te perché mi scrivi e prompti meraviglie ♥
« Vedi, Sammy, in fondo ti capisco: è difficile non essere attratti da Dean ».
Le fiamme gli lambivano il viso e la puzza di capelli e pelle bruciata saturava ormai l'aria. Poteva quasi sentire gli occhi liquefarsi per il calore, eppure non riusciva a chiudere gli occhi, non davanti a quello spettacolo osceno.
Lucifer era seduto accanto a suo fratello, praticamente gettato prono sul letto e profondamente addormentato, e gli passava la mano sotto la camicia, infilando appena le dita oltre la vita dei jeans.
Quante volte aveva assistito a scene simili nella Gabbia? Micheal e Lucifer amavano giocare con l'immagine di Dean, facendogli vedere tutti gli atti abominevoli a cui lo avrebbero piegato, non appena lo avessero trascinato in quella gabbia.
Sam aveva sognato per notti e giorni quelle scene; i due arcangeli che si piegavano su suo fratello, dilaniandolo e costringendolo a cose che, Dio gli fosse testimone, non voleva nemmeno ricordare. Per quanto perverso e facile potesse essere Dean, Sam era sicuro non avrebbe mai acconsentito a fare qualcosa di simile con i due stronzi alati.
Certo, era difficile ricordalo mentre il fuoco ti consumava vivo o delle tenaglie ti strappavano le carni, ma ci aveva provato: Lucifer e Micheal erano due figli di puttana con la passione per certe pratiche perverse e l'incesto, se Dean fosse stato lì gli avrebbe uccisi. O quanto meno mandati a quel paese, ma certamente non avrebbe implorato perché continuassero.
Il calore era quasi insopportabile e Lucifer sembrava non volersi allontanare da Dean. Le sue mani correvano sulla schiena del cacciatore, sotto la maglia e la camicia, graffiandogli la pelle e scostandogli appena i jeans per rivelare un accenno delle natiche. « Certamente ha uno dei più bei culi che abbia mai visto. Papà deve essersi impegnato, quella volta ».
« Ma vedi, Sam, non sono io » mormorò il diavolo, quasi affranto, slacciando appena i pantaloni del cacciatore e mordendogli il collo. Dean mugolò nel sonno, muovendosi quasi cercasse di scostarsi e Sam faticava sempre di più a credere che tutto quello non fosse reale. « E non era nemmeno Micheal. Eri tu, tu col tuo desiderio perverso di concupire il tuo stesso fratello e di commettere abominio, tu che ti sei dato a me con la promessa di averlo tutto per te, appena concluso il nostro accordo ».
E Sam avrebbe voluto strappare quelle mani che ora abbassavano i jeans e la biancheria del fratello, estirpare ad uno ad uno i denti che mordevano la natica sinistra, lasciandovi un marchio rossastro, e tagliare con il coltello meno affilato che possedesse quella lingua biforcuta che sembrava volersi infilare... no, che era intenta a leccare il culo di Dean. E avrebbe voluto urlare perché dio solo sapeva quante volte avesse sognato di fare le stesse cose, forse anche qualcosa di peggiore.
Purtroppo Lucifer doveva aver frainteso il suo ringhio e il patetico tentativo di alzarsi, perché sorrise ferino, sdraiandosi accanto a Dean e passandogli le dita fra i capelli. Sam cercò di ignorare la vista del culo del fratello, evidentemente senza troppo successo.
« Lo so, portasse delle mutandine sarebbe meglio » mormorò il diavolo, chinandosi a leccargli l'angolo della bocca. « Sarà per la prossima volta, non credi? »
« Io ti... »
« Tu cosa? Sam... »
« Sam! »
L'urlò di Dean lo riscosse, facendolo tornare alla realtà. Le fiamme erano scomparse e tutto quello che poteva sentire era un lieve giramento di testa; Dean era semi sdraiato sul letto, sollevato su un gomito, e lo guardava stranito.
Tutto sembrava essere in ordine: il letto era leggermente sfatto e i suoi abiti leggermente sgualciti, a certamente non era semi nudo come nella sua visione.
« Hey, tutto bene? Lo vedevi? » chiese, avvicinandosi di corsa al letto e inginocchiandosi davanti a lui. Per un attimo Sam ebbe nuovamente la fugace visione di una lingua biforcuta accarezzare le labbra piene di Dean ed ebbe la tentazione di fare lo stesso. « Sai che non è reale. Lo sai, vero? »
Oh, certo, lo sapeva, ma era difficile ricordarselo quando quel figlio di puttana gli offriva tutto quello che aveva sempre voluto.
Nella stanza calò il silenzio e Dean scosse la testa, passandosi una mano sulla nuca. « Forza, andiamo a fare colazione » mormorò alzandosi, quasi la risposta a quel casino fosse in un burrito o nei pancakes. « Muoviti! »
E Sam annuì velocemente, osservandolo uscire. Cristo, se quel figlio di puttana avesse osato mostrarsi un'altra volta in quel modo, anche solo vedere Dean sarebbe stata un'impresa.