Jan 30, 2011 11:05
“Non preoccuparti, Juri” lo rassicurò Tatsuya e gli accarezzò la nuca, i suoi capelli era morbidi, proprio come quelli di Koki; poi intrecciò le gambe alle sue e le loro erezioni si sfiorarono ancora.
“Ma non pensare più a queste cose brutte, okay? Sorridimi, anche se non posso vederti”
“Stai sorridendo, Juri?” chiese Koki, e con un braccio avvolse Tatsuya che si strinse a lui.
“Sì, sto sorridendo” rise un po’, contro il petto del fratello.
“Lo sapete? C’è un buon odore qui”
Koki e Tatsuya rimasero senza parole, e si svuotarono di ogni preoccupazione. Mai avevano pensato che lo sperma e il sudore potessero avere un buon odore, ma senza alcun dubbio, quello era il profumo del loro amore.
Kazuya si rigirava senza sosta tra le coperte.
Fissava il soffitto buio, che si illuminava per la vita notturna fuori dalla sua camera.
Junno era ancora in piedi, e ballava silenzioso per la stanza.
Non aveva potuto entrare in nessuna scuola di danza, ma continuava lo stesso a provare, per il suo bell’angelo che lo ammirava sempre.
Kazuya si portò una mano al pene, e sorrise, ricordando quello che era successo il pomeriggio.
Si erano toccati, e la loro relazione aveva guadagnato una nuova tappa. E Junno non aveva né riso di lui, né era rimasto disgustato, gli aveva detto che gli piaceva.
Non poteva non sorridere.
Un po’ affaticato, Junno, si lasciò cadere sul letto, e sospirò forte. Pensò a Kazuya e arrossì. Pensò che avrebbe voluto vedere gli altri suoi peli, che avrebbe voluto vederlo nudo, e si sarebbe mostrato anche lui, senza vergogna.
Poteva disarmarsi completamente, privandosi di qualsiasi cosa, perché il sentimento che nutriva per lui lo avrebbe protetto.
Kazuya abbracciò forte il cuscino. Non era riuscito a dirglielo, ma lo avrebbe fatto presto, si sarebbe preparato, per il giorno di San Valentino, e glielo avrebbe detto, magari non urlando, come aveva fatto la prima volta.
Anche perché glielo avrebbe voluto dire, in una stanza con delle luci soffuse, magari in una vasca da bagno -anche se entrambi non l’avevano-, con dei sali profumati, oppure stesi sotto le coperte, abbracciati, con il respiro pesante, perché forse… forse era pronto anche per fare l’amore con lui.
Junno guardò fuori dalla finestra, sperò di vedere le stelle, ma non era possibile; eppure dentro di lui il sentiero da intraprendere era ben tracciato. Era riuscito a dare nome all’emozione che provava quando era con Kazuya, doveva solo dirglielo. Glielo avrebbe sussurrato a fior di labbra, prima di privarlo del respiro.
E anche se ricordava tanto la scena di un film, non aveva importanza.
La vita è come un film, un susseguirsi di sorprese; e gli essere umani, come attori, o come spettatori, dipingendo il mondo di colori, o affogandolo nel nero pece, sarebbero comunque andati avanti, sorridendo o piangendo.
Davvero, non aveva importanza.
x: au,
x: slash,
p: kazuya kamenashi/junnosuke taguchi,
artist: kat-tun,
g: scolastica,
r: nc-17,
p: jin akanishi/yuichi nakamaru,
p: koki tanaka/tatsuya ueda,
artist: jin akanishi,
g: angst