Сорокин в Италии . "La Stampa", 24 agosto 2014

Sep 11, 2014 09:25

Оригинал взят у jewsejka в Владимир Сорокин (интервью) // "La Stampa", 24 agosto 2014



Сорокин в Италии:
"Non parla di Russia perché nel futuro che ho immaginato la Russia ha semplicemente cessato di esistere."
о Теллурии. "В ней не говорится о России, так как в будущем, которое я представил, Россия попросту прекратила свое существование".

«IL VIRUS DELLA DEMOCRAZIA NON HA PRESA SU NOI RUSSI»

Vladimir Sorokin presenta in Italia La giornata di un opricnik «Le cose vanno esattamente come avevo scritto nel 2006».

Non apparteneva a un animale: La coda di Vladimir Sorokin era piuttosto la fotografia della Russia in attesa, quella che ai tempi dell’Unione Sovietica si metteva in fila davanti a un negozio qualsiasi sperando che una volta arrivato il proprio turno ci fossero almeno un paio di cipolle da acquistare. Fu un libro di grande successo, prima in Francia dove venne pubblicato nel 1985, e poi in Russia, dove circolava in forma di samizdat clandestino. Domani Vladimir Sorokin, classe 1955, arriva in Italia per presentare al Festival di Todi la traduzione italiana dellaGiornata di un opricnik (Atmosphere Libri), romanzo in forma di diario di un fedele agente dello zar, e, di nuovo, ritratto di una Russia in cui le dinamiche di relazione con il potere vanno dall’accettazione passiva al delirio misticheggiante.

- Sorokin, se la sente di fare un paragone tra la Russia zarista e quella di Vladimir Putin?

- Era il 2006 quando scrissi La giornata di un opricnik, e all’epoca molti in Russia lo considerarono frutto di pura immaginazione. A distanza di qualche anno però è diventato un luogo comune, nel dibattito continuo che si svolge sulla rete russa, rispondere con la frase: “Nel nostro paese il corso delle cose si sviluppa esattamente come aveva scritto Sorokin”. Devo aggiungere altro?.

- Si considera un profeta?

- Sono impegnato nella sperimentazione letteraria più o meno da venticinque anni. Il mio modo di scrivere è diretto in sostanza contro la maggior parte degli scrittori russi che considerano la letteratura come un tempio, e le opere come libri di preghiera custoditi all’interno del tempio. No, per me la letteratura non è un tempio, ma un laboratorio. Più che un profeta, un eretico….

- Il suo Paese oggi attraversa un momento piuttosto difficile. La crisi con l’Ucraina sembra averlo spinto in un antico isolazionismo, non trova?

- Sì, è così, e l’autarchia e l’isolazionismo economico e politico non faranno che accelerare lo sfacelo del Paese, probabilmente portando l’attuale regime alla catastrofe. Durante l’intero periodo postsovietico la Russia ha vissuto esclusivamente grazie all’export degli idrocarburi e all’import di merci e beni di consumo. La modernizzazione, proclamata da Medvedev, si è rivelata un flop a causa della corruzione totale e della paura di Putin di fare qualsivoglia cambiamento. E senza modernizzazione l’autarchia non è possibile.

- È troppo parlare di un ritorno al clima della Guerra fredda?

- No, e di questo bisogna dire grazie a Vladimir Putin. Per le persone della mia generazione è come se si trattasse di un brutto sogno. Ascoltare sulle reti della tv russa la retorica antiamericana sui “progetti aggressivi della Nato”, sui “nemici esterni della Russia” è a dir poco estenuante. Inviti a “costruire la nuova Urss”, “far rinascere il grande Impero russo”, “conquistare l’Ucraina”, sono minime variazioni agli stessi discorsi che sentivo nella mia infanzia.

- Ma i russi in questo tempo saranno un po’ cambiati, o no?

- Il popolo della Russia postsovietica ha dato prova di possedere dei geni resistenti ai virus della democrazia occidentale, altrimenti non si spiegherebbe il successo di una propaganda così martellante, che a ben vedere si basa sul meccanismo di totale rimbambimento delle masse già ampiamente sperimentato da Stalin. Putin è l’erede di questa tradizione, il suo potere si regge sulla propaganda antioccidentale. Del resto non va dimenticato che la Russia ha vissuto sotto il totalitarismo per ben 70 anni.

- Internet, una ricchezza più diffusa almeno a livello di grandi città, la circolazione di immagini e una maggiore libertà di movimento non hanno prodotto davvero nessuna mutazione?

- Sono convinto che la necessità di pensare in modo autonomo farà capolino nelle persone nel momento il cui il paese avvertirà, sotto il profilo economico, la pericolosità dell’aggressivo spirito avventuriero di Putin. C’è già una giovane generazione di russi che si rende conto che il mondo occidentale le sta voltando le spalle. Il deflusso del capitale dalla Russia è di portata immensa, le industrie si stanno fermando, l’agricoltura è distrutta, il rublo si sta svalutando, la corruzione paralizza tutto. Gli uomini d’affari stanno abbandonando il paese, e questo rappresenta la cartina al tornasole del processo di disfacimento in atto.

- Il suo ultimo libro, Telluria, parla anche di questo?

- No, ho scelto la fiction, è ambientato nel futuro, e stavolta guarda all’Europa e alle sue paure. Non parla di Russia perché nel futuro che ho immaginato la Russia ha semplicemente cessato di esistere.

Беседовала Francesca Sforza
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Сорокин, Италия

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