(no subject)

Sep 16, 2008 11:51

La numismatica è l'unica forma di spogliatoio maschile dove, invece che a chi ce l'ha più lungo, si fa a chi ce l'ha meglio conservata.

Molto spesso mi sono soffermato a riflettere sulle piccole manie, idiosincrasie, psicopatologie quotidiane, essenzialmente perchè ne vivo parecchie sulla mia pelle; eppure sono abbastanza immune dalla sindrome del collezionismo. Amo il possesso in sè, ma una volta che soddisfo il mio temporaneo desiderio, difficilmente dedico all'oggetto le attenzioni maniacali che il vero collezionista usa nei confronti del suo feticcio.
Credo che la differenza fosse esemplificata da qualche scenziato inglese che distingueva tra don giovanni e casanova: il primo le metteva in batteria (In Italia seicento e quaranta; In Almagna duecento e trentuna; Cento in Francia, in Turchia novantuna; Ma in Ispagna son già mille e tre) e faceva lo spettacolo di musica e magia (ti trombo e poi sparisci), il secondo le corteggiava, ritornava a vedere come stavano, si legava. Il secondo, diciamocelo, doveva essere un gran rompicoglioni.

Per questo quando vedo un vero collezionista rimango sempre ammirato e un tantino basito, come se un circo molto esotico fosse arrivato in città: il vero collezionista infatti non è interessante in sè, ma lo diventa tantissimo quando si interfaccia con altri che condividono la sua passione: è in quel frangente che si scatena, ed è allora che si scopre che quello che per il resto del mondo è una cosa del tutto insignificante racchiude in sè un mondo che senza quella passione si potrà solo osservare dall'esterno. Ovviamente, hanno ragione quelli che continuano a ritenere insignificante l'oggetto in sè.

Io per esempio faccio collezione di tartufi viola bengalesi, una varietà rarissima che non solo non profuma il vostro risotto, ma che puzza di bambino che ha appena avuto un rigurgito. E voi?
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