Note: fluffosaggine, demenzialità, Tharja (aka my lovely waifu) fa /cose/, il che include a lot of hand-job & traumi per il suo sventurato compagno. Ma è o non è il mio OTP bellissimissimo? ** scherzi a parte, secondo fill per il
P0rn Fest #9 di
fanfic_italia, e suggerisco piuttosto seriamente di non aspettarsi grandi cose. L'ho scritta più che altro per ridacchiare in modo molto maligno e crudele insieme alla mia maga oscura preferita. Enjoy, and try not to hate me!
Daraen sospirò piano. Premette il volto contro il cuscino e si sistemò meglio tra le coperte, ma questo non fece che renderlo più irrequieto. Rimase con gli occhi spalancati a fissare le forme scure e indistinte nella tenda, a malapena visibili nel chiarore della luna dall'esterno.
Non riusciva a dormire. E il tepore di Tharja, accoccolata contro la sua schiena, anziché rilassarlo non faceva che peggiorare la situazione.
Tra le altre cose, non poteva fare a meno di ricordare la battaglia di quel giorno, lunga ed estenuante, in cui la sua compagna gli aveva salvato la vita almeno due volte - riducendo in polvere i Risorti in uno schiocco di dita, quasi letteralmente, il vago ghigno soddisfatto sulle labbra al suono delle loro grida strozzate, la luce cupa negli occhi scuri, sempre al suo fianco, o dietro di lui, sibilando maledizioni contro chiunque osasse farsi vicino, quasi senza lasciargli spazio.
Era così dolce, a modo tutto suo.
Ma era quello il problema. Daraen era innamorato di lei - ci era stato praticamente costretto, in fin dei conti -, e per quanto fosse divertente e romantico continuare a giocare ad averla sempre alle proprie spalle quando erano soli... c'erano cose che potevano essere fatte solo faccia a faccia, in una coppia, o erano molto più facili in quel modo. Quindi... non sapeva nemmeno cosa volere di preciso, solo che sentirla contro di sé e non vederla non riusciva a bastargli, neppure in mezzo ai mille altri pensieri della guerra in corso.
Cercò di sistemarsi di nuovo, con una mossa un po' più brusca. Questa volta, una mano dalle dita lunghe e sottili si posò sul suo braccio. Le gambe nude e snelle di Tharja si mossero contro le sue e poi arrivò il suo respiro lieve sul suo collo, la carezza dei suoi capelli.
- Daraen? Tutto bene?
La sua voce era appena assonnata, ma era chiaro che la sua non fosse una domanda di circostanza. Tharja era sempre molto, molto seria quando si trattava di prendersi cura di lui. Così seria da essere inquietante, ma quella era un'altra storia.
Non rispose subito, incerto. Guadagnò tempo agitandosi un altro po', ma sapeva bene di dover scegliere le parole con cura. Tharja non gli avrebbe mai fatto del male, ne era certo fin nel profondo nel cuore, ma rimaneva una persona estremamente... imprevedibile.
- Io... Tharja... - cercò di cominciare, voltando appena il capo, ma la mente del più brillante stratega d'Ylisse sembrava svuotarsi quando si parlava di lei. Sentì le proprie guance arrossarsi e ringraziò il buio per coprirlo; decise di lasciare perdere - Nulla. Scusa per averti svegliata.
Ma avrebbe dovuto conoscere meglio la tenacia della sua ragazza.
- Cosa c'è? - domandò di nuovo Tharja, la voce bassa e morbida come fusa - Qualche problema? Devo maledire qualcuno per te?
- No - scattò subito Daraen, quasi voltandosi del tutto, ma lei in qualche modo glielo impedì - No, davvero. Solo un po' di insonnia.
Lei parve ponderare le sue parole.
- Posso farti dormire - gli mormorò all'orecchio - È un incantesimo molto semplice.
- No, grazie - rifiutò di nuovo Daraen, stavolta con più gentilezza - Non risolverebbe... non importa.
- Non risolverebbe cosa?
Bene, ora non c'era davvero modo di tornare indietro. Incredibile come quella voce potesse suonare gentile e minacciosa allo stesso tempo, al punto da causargli un brivido lungo la schiena. Tharja pareva perfino più vicina, la mano più stretta attorno al suo braccio - prese coscienza dei suoi seni premuti contro di lui, delle unghie quasi affilate che parevano volerlo graffiare attraverso la camicia di stoffa sottile... almeno un tentativo doveva essere compiuto, e non solo per la paura di essere ridotto come se avesse avuto un incontro con un gatto randagio molto aggressivo.
- Non è nulla di importante - iniziò, cauto, voltando la testa per cercare di incrociare i suoi occhi nel buio - Solo... magari... potrei girarmi?
La presa si allentò appena.
- Perché? - domandò Tharja, una punta di curiosità nel suo tono che tuttavia mitigò poco la sua naturale tendenza a incutere naturale, oscuro terrore.
Daraen prese un respiro profondo.
- Vorrei... abbracciarti - disse alla fine, e in realtà non fu troppo difficile infondere dolcezza nelle proprie parole, una volta trovato il coraggio. Non era una bugia.
Tharja rimase silenziosa per un momento. Poi rise piano, di quella sua risata bassa e nera che ormai Daraen conosceva così bene - sebbene in quel momento non sapesse se interpretarlo come un buon segno o meno. Un dito di lei si avvolse attorno a una ciocca dei suoi capelli, quasi a giocherellarci.
- Sei così carino - gli soffiò all'orecchio alla fine, con inquietante, tenerissimo sentimento, per poi passargli il braccio attorno alla vita, stringendolo con più forza di quello che si sarebbe potuto supporre dalle sue braccia sottili. Gli posò le labbra sulla guancia e schioccò un bacio delicato - Problema risolto.
Daraen non aveva potuto che sorridere sotto la dolcezza di quei gesti, un certo calore nel petto a sentirsi amato in quel modo, ma a quelle parole non poté che agitarsi, di nuovo un tantino a disagio.
- In realtà... - mormorò, per poi schiarirsi la voce. Si sentiva in colpa, ma perché non fare un altro tentativo?
- Cosa? - domandò Tharja, di nuovo cupa, e lui poté riconoscere una traccia di delusione nella sua voce - Non ti piace?
- Mi piace - le rispose subito, con gentilezza, prendendole la mano con la propria, stringendola forte - Mi piace tantissimo. Ma vorrei ricambiare. Davvero.
- Non preoccuparti per me - replicò lei dopo un momento di pausa, più morbida, sfiorandogli il collo con le labbra - Adoro stare così.
- Ma prima o poi dovremo cambiare - insistette lui, con nuova determinazione - Non vuoi baciarmi di più? Non vuoi... beh... sai...
L'esitazione arrivò giusto nel momento più sbagliato possibile. E lui se ne accorse troppo tardi.
Era pronto a giurare su Naga di non aver voluto in nessun modo insinuare qualcosa del genere. Ma la risata di Tharja si tinse di una malizia quasi palpabile. E di delizia.
- Oh, quindi si tratta di questo - gli ridacchiò sulla spalla, liberando la mano dalla sua - Certo, in effetti...
Daraen si sentì arrossire e iniziò a provare panico, ma mai quanto quando la mano di Tharja iniziò a scivolargli lungo l'addome, fermandosi così vicina all'inguine che il cuore gli balzò nel petto.
- N-no - si ritrovò a balbettare, tentando di divincolarsi, ma forse con meno convinzione di quanto avrebbe dovuto - Non intendevo... non devi...
Tharja rise ancora, spedendogli brividi lungo tutto il corpo che avevano poco a che fare con il timore, stavolta.
- Ssssh - gli sussurrò, la voce così divertita da sembrare di miele - Va bene. Siamo grandi abbastanza, non trovi?
- Sì, ma...
La voce gli morì in gola quando le dita di lei si spostarono sulla stoffa della sua biancheria, iniziando a muoversi piano.
Sentì il proprio intero corpo irrigidirsi per la tensione, il cuore battere a mille, ma l'altra mano di Tharja si insinuò tra i suoi capelli, iniziando dei grattini in piena regola sulla sua nuca, coccolandolo, e all'inizio anche le dita più in basso seguirono quel ritmo, massaggiandolo senza irruenza lì dove non lo avevano mai toccato prima. Era rilassante e lo terrorizzava allo stesso tempo, mentre intenso calore si addensava nel suo basso ventre, qualche goccia di sudore gli scivolava lungo il collo, le labbra di Tharja gli sfioravano l'orecchio.
Quando ormai non sarebbe più stato possibile nascondere il rigonfiamento che era venuto a crearsi sotto al suo intimo - e non ci volle affatto molto tempo, in realtà -, la mano divenne più audace, massaggiandolo dal basso verso l'alto con più decisione, strappandogli un mugolio ben poco dignitoso che però lo riportò alla realtà.
- Tharja - ansimò, chiudendo gli occhi, come se questo potesse aiutarlo contro le guance che ardevano di imbarazzo e i brividi freddi e caldi che lo tormentavano laggiù - Non devi... davvero...
Si sentiva così in colpa. Non aveva mai avuto intenzione di chiedere qualcosa del genere, non in quel modo, non svegliandola di notte e quasi pretendendo... aveva davvero avuto solo intenzione di stringerla tra le braccia quella notte, e baciarla, e sentirla vicina, ma nulla di più. Certo, prima o poi... ma avrebbe dovuto essere più naturale...
- Lo so - arrivò la voce di lei, più rassicurante e tiepida del solito - Ma lo voglio, Daraen. Pensavi forse di poter scappare per sempre...?
La parola “rassicurante” svanì in un battito di ciglia. Daraen tremò - e non avrebbe saputo dire se per il dito che si era infilato al di sotto della sua biancheria ormai troppo stretta, o se per la frase da perfetta stalker inquietante che... ma almeno ora era certo di non aver forzato troppo le cose, sebbene fosse spaventato a morte. Poteva affrontare a sangue freddo qualsiasi nemico gli si parasse davanti in un campo di battaglia, aiutare Chrom con qualsiasi situazione disperata si profilasse all'orizzonte, ma quell'esperienza era qualcosa di così completamente diverso...
E ormai Tharja aveva abbassato le sue mutande - solo pochi centimetri lungo le sue cosce, ma abbastanza da scoprirlo, da permettere alle unghie di solleticare la sua pelle tesa, alle dita affusolate di stringersi attorno a un'erezione che non fece che irrigidirsi ancora di più, stimolandola, giocando con la punta umida, portandolo ad agitarsi debolmente con qualche gemito soffocato, il piacere che si diramava lento e inesorabile in tutto il suo addome. Gli parve quasi di percepire Tharja sorridere, il suo respiro così vicino, e decise di tentare almeno un'ultima volta di non lasciarsi travolgere dall'irrazionalità.
- Tu non stai... - trovò la forza di sussurrare, ma gli mancarono le parole per continuare. Letteralmente. Come poteva dirlo, senza che suonasse orribile?
- Non importa - gli mormorò Tharja, venendogli in aiuto, senza interrompere il proprio massaggio, muovendo le dita con cura - Non sai quanto sia felice...
- Non è giusto - mugolò Daraen, prima di sospirare di piacere, senza riuscire a resistere - Non posso... ah... accettarlo...
Tharja sbuffò di cupo divertimento, rallentando appena.
- Così carino - sussurrò, ma per qualche ragione sembrò parlare a se stessa - Vediamo...
Parte di Daraen protestò quando le dita di lei lo abbandonarono, e il vuoto parve bruciare; l'altra non poté che chiedersi cosa stesse per accadere, ed ebbe una risposta piuttosto in fretta. Tharja si agitò un po' dietro di lui, ma proprio mentre lui cercava di voltarsi per guardare gli fece scivolare tra le mani un pezzo di stoffa setosa e appena umida. Nel buio, dovette passare qualche istante prima che Daraen capisse - e come trattenere una scossa di eccitazione dritta verso il suo inguine?
Tharja iniziò a slacciare i bottoni della sua camicia uno a uno, calma ma inesorabile, e lui la assecondò quando gliela sfilò dalle braccia; un paio di attimi dopo, un altro indumento gli venne calato di fronte agli occhi, e stavolta non fu difficile indovinare, mentre i seni nudi e sodi di Tharja gli premevano sulla schiena - era così più formosa di quello che non apparisse durante il giorno -, i capezzoli tiepidi e rigidi. Lei gli accarezzò il petto, languida, avvinghiando una gamba tra le sue, facendogli sentire la propria femminilità calda e bagnata contro la pelle. Si strusciò appena e parve fare le fusa al suo orecchio.
- Meglio? - chiese in un soffio dolce e perfido allo stesso tempo, le dita che tornavano a disegnare piccoli cerchi sulla punta della sua erezione.
Il corpo di Daraen stava bruciando, ormai. I suoi sensi erano in estasi, più di quanto una mente seria e calcolatrice quanto la sua avrebbe voluto ammettere. La situazione non era ancora come davvero l'avrebbe potuta desiderare o immaginare, ma... non esisteva la possibilità di lamentarsi ancora. Non poteva reprimere la leggera euforia che correva lungo ogni suo nervo. Decise che per quella volta andava bene così.
Purtroppo, nell'abbandonarsi alle carezze chiudendo gli occhi, dimenticò di rispondere, o di mostrare meglio il proprio apprezzamento.
- Vuoi qualcosa di ancora più... intimo?
Per un attimo gli mancò il respiro.
Non poté quasi credere alle proprie orecchie.
Riaprì gli occhi e voltò il capo, così incredulo da pensare che l'ebbrezza e l'emozione avessero del tutto offuscato il suo cervello.
- Solo se... - bisbigliò, deglutendo a fatica, le guance in fiamme - Solo se davvero vuoi...
Per la prima volta quella notte, Tharja si sporse un po' di più in avanti e lo baciò sulle labbra, con tenerezza, mentre i suoi capelli scuri gli solleticavano le guance. Daraen rispose al bacio, cercando di trasmetterle tutto l'amore che lei riusciva a suscitare nel suo cuore, malgrado l'inizio un po' burrascoso e fuori dall'ordinario, malgrado quanto lei fosse ancora fuori dall'ordinario - anzi, proprio per quello.
- Certo che lo voglio, sciocco - gli sussurrò, divertita, il suo profumo così intenso da inebriarlo - Lasciami solo riflettere un momento...
“Riflettere?”.
Quelle parole ebbero un suono strano - un po' come quando Tharja meditava sulla maledizione migliore da scagliare contro qualcuno che l'aveva irritata -, ma non avrebbe mai osato metterle fretta, non in qualcosa in cui il suo consenso era così importante e prezioso, la scelta così delicata. Non poteva definirsi l'uomo più esperto d'Ylisse in quel campo, ma avrebbe cercato di darle tutto ciò di cui era capace, e al solo pensiero il suo corpo iniziò di nuovo a bruciare, un pizzico di imbarazzante impazienza nelle sue viscere. Durò solo pochi secondi, per fortuna, perché in quel momento Tharja si mosse - scostandosi appena di qualche centimetro da lui.
- Sì, è possibile - stava bisbigliando a se stessa, con aria confidente.
Daraen sorrise. Si mosse per voltarsi, per mettere una mano sui fianchi morbidi di lei, per accoglierla tra le sue braccia...
- No - lo bloccò Tharja, con una presa ferrea - Dall'altra parte, piccolo.
Non c'era stata l'ombra di un'esitazione nel suo tono. Piuttosto, una sfumatura del suo consueto crudele divertimento di quando metteva a punto una nuova pozione. Più questa era letale, più la sua voce era lieta. E in quel momento era molto lieta.
- Dall'altra...? - azzardò Daraen, non certo di aver capito bene, uno strano brivido premonitore lungo la spina dorsale.
- Così.
Tharja usò il proprio peso e la propria forza per spingerlo in avanti e portarsi quasi sopra di lui; se lui avesse davvero voluto opporre resistenza lei non avrebbe avuto molte possibilità, ma qualcosa aveva bloccato i suoi muscoli e soprattutto la sua capacità di ragionare - terrore? -, e prima ancora di accorgersene si ritrovò steso sul proprio addome, sollevando la testa per non affondarla nel cuscino, un'erezione desiderosa di attenzioni premuta contro le lenzuola e una ragazza che gli graffiava la schiena con aria predatrice.
- Tharja? - chiamò, la voce tremante nel buio. In risposta ebbe solo la sua inquietante risatina, cosa che non aiutò a farlo sentire meglio.
Per un momento Tharja fu quasi distesa su di lui, e la sensazione dei suoi seni e del suo corpo nudo contro il suo rimase sensuale, ma poi lei si scostò un po' e una sua mano scese in basso. In realtà le cose continuarono ad andare bene anche quando gli accarezzò con evidente piacere una natica - imbarazzante, ma eccitante a suo modo, no? La vera paura cominciò quando le dita si spostarono tra i suoi glutei.
Tutti i muscoli della sua schiena e non solo si tesero quasi in automatico a quel contatto decisamente inusuale.
- Tharja, cosa...? - gemette, cercando di girarsi, ma lei lo tenne fermo.
- Ssssh - bisbigliò per la seconda volta quella notte - Ti piacerà.
Vero panico iniziò a serrargli la gola. Cosa gli sarebbe piaciuto?
Quel tocco lì dove non aveva mai pensato di venire esplorato lo pietrificava. Quando Tharja trovò la sua apertura, stuzzicandola appena, ogni suo nervo fu scosso da un brivido di terrore, consapevolezza e allo stesso tempo eccitazione.
Quella era follia, si disse. Ma non osò muoversi, il corpo tremante.
Tharja sussurrò un paio di parole che lui non capì, senza spostare le proprie dita; dopo pochi istanti, si sentì umido. In un luogo dove non avrebbe voluto provare una sensazione così strana.
Il suo respiro accelerò.
- Cosa... come... - tentò di chiedere, e la sua voce non venne fuori sicura come avrebbe voluto, affatto.
- Un trucchetto tra i più semplici - rispose la voce di Tharja dietro di lui, vibrante di soddisfazione - Ma aiuterà.
Qualcosa dentro Daraen avrebbe voluto squittire di paura, ma il suo orgoglio lo tenne a bada. Per prima cosa, dove diavolo era mai possibile imparare un incantesimo del genere? Ma più importante... cosa stava per succedere? O meglio, stava per succedere davvero?
Con ogni evidenza, sì.
Due polpastrelli iniziarono a farsi strada dentro di lui.
Tutto il suo corpo si contrasse.
- Tharja - ansimò all'istante, agitandosi, con urgenza - Non credo sia una buona idea...
- Ehi.
La sua ragazza si chinò in avanti, appoggiando di nuovo il petto contro la sua schiena, il respiro sul suo collo, qualcosa di molto più serio e gentile nella voce rispetto a prima.
- Andrà tutto bene. Promesso. Dammi solo un po' di tempo. Sei troppo prezioso per farti soffrire. Fidati di me.
Il cuore di Daraen batteva all'impazzata. Non sapeva più cosa pensare.
La amava.
Più o meno si fidava - parlando di lei, era un grande traguardo.
Era spaventato a morte per ragioni che in realtà nemmeno capiva del tutto.
Fece l'unica cosa possibile: seppellì il volto nel cuscino, senza rispondere, ma tentando di rilassarsi.
Tharja gli baciò una spalla, con affetto, e spinse le proprie dita un po' più a fondo.
Tutto ciò che Daraen percepiva era un'intrusione. Non era doloroso, grazie a qualunque cosa quell'incantesimo gli avesse fatto, e che pareva renderlo scivoloso e fradicio, ma sembrava così... sbagliato, nuovo, incredibile. Si sentiva ancora eccitato, ma anche percorso da sudore freddo. Le dita affondarono ancora, si mossero appena, ruotando: peggio ancora.
Qualche altro millimetro - e dal nulla una netta scarica di inconfondibile piacere lo fece quasi sussultare.
Era diverso. Più strano, più nascosto, di sicuro più intimo, ma... il suo corpo ne chiese all'istante di più.
Tharja gli sbuffò una risatina all'orecchio.
- Ricordatelo... io ho sempre ragione.
Messo in chiaro quello, iniziò a muovere le dita dentro e fuori da lui, con delicata decisione, e Daraen gemette appena, serrando i pugni.
Come si era trovato in quella situazione, partendo col volere solo un po' di coccole? Ma allo stesso tempo... come nascondere il piacere?
Ben presto Tharja aggiunse un terzo dito e, per quanto umiliante potesse sembrare, le cose non fecero che migliorare. Il ritmo divenne regolare e così i suoi sospiri, le fitte di puro godimento, i gemiti; arrivò ad allargare un po' di più le gambe e a spingersi contro quelle dita, invitandole a continuare, il volto rosso nascosto dal buio e soprattutto dal cuscino, a cui continuava ad aggrapparsi con tutte le proprie forze.
Non aveva smesso di pensare che fosse una follia, ma Tharja era lì con lui e ansimava appena, muovendo il bacino contro il suo fianco, dove poteva sentirla umida e bollente, e il pensiero lo eccitava più di quanto sarebbe stato dignitoso ammettere - senza contare che, per quanto lieve, il vago scorrere del suo corpo contro le lenzuola stimolava anche il suo membro, regalandogli brividi di estasi più familiari. Durò a lungo, estenuante e meraviglioso; parve quasi infinito, intenso abbastanza da non lasciare fiato, non per concludersi in un lampo, un morbido strusciare di corpi che divenne quasi armonico e dolce - fino a quando Tharja non si sciolse in un mugolio più liquido e più sofferto, contraendo il bacino contro di lui, e una nuova ondata di eccitazione lo travolse. La tentazione di toccarsi fu insopportabile e Daraen infilò una mano sotto di sé, massaggiandosi avanti e indietro come poté, e tanto bastò per portarlo finalmente a venire, ansimando con affanno mentre Tharja non smetteva di stimolarlo, bagnandosi le dita e gemendo più a lungo del solito, appagato e in estasi, al punto che il silenzio suonò strano nelle sue orecchie quando tornò ad avvolgere la tenda.
Un brivido di sollievo lo percorse quando Tharja ritirò la propria mano da lui, ma non troppo intenso. Si sistemò di nuovo sul fianco, lasciando che lei gli si accoccolasse vicino coprendolo con un lenzuolo, sempre sulla sua schiena, respirando al suo stesso ritmo inquieto.
I suoi muscoli erano intorpiditi dal piacere. Un'imboscata notturna sarebbe stata davvero catastrofica in quel momento - ma nemmeno riuscì a preoccuparsene. Tharja lo stava abbracciando, quasi facendo le fusa contro di lui, calda e affettuosa.
- Sei stato bravo e docile - gli sussurrò all'orecchio, la voce soffice e assonnata - Domani notte... dormiamo faccia a faccia.
Non poté che sorridere.
Quella era la ragazza che si era scelto, in fin dei conti. Sì, completamente fuori di testa, capace solo di cose assurde. Terrificante, anche. A dir poco.
Ma chiuse gli occhi stringendole forte una mano sul proprio petto, sentendosi senza ombra di dubbio felice.