Maria Antonietta della Coppola

May 25, 2006 17:24

Oggi doppio post, ma solo per dire due cosette su Maria Antonietta della Coppola. Giuro che mi è venuto un colpo quando l'ho visto, ho provato orrore per quello che è passato davanti ai miei occhi; non mi stupisce che a Cannes l’abbiano accolto con freddezza.

Partiamo dal presupposto che io so TUTTO su Maria Antonietta.
Non scherzo, ci ho passato ore e ore sulle sue biografie, e questo da quando avevo 10 anni. Quindi vi posso dire tranquillamente che quella donna che si vede nel film non è lei, non è nemmeno uno scampolo di lei, e il mio giudizio è espresso dalla (tragica) visione del film, e non per sentito dire.
Il film non è assolutamente storicamente attendibile, è, piuttosto, una visione pasticcinosa di quello che la Coppola crede sia successo, ma non c'è nulla di vero lì dentro, come se Maria Antonietta non avesse fatto altro che mangiare pasticcini rosa e nascondere le sue grazie dietro un ventaglio, vivendo la più superficiale delle vite, non preoccupandosi minimamente della politica (mentre era lei a prendere le decisioni e non quel debosciato che era suo marito). E essendo una boiata di film, naturalmente riporta anche quella frase dei croissant (che lei non si è mai nemmeno sognata di dire, questo vorrei precisarlo). Ho avuto un crollo nervoso appena ho sentito la Dunst iniziare la frase.
Lo so, lo so, io non sono partita col piedi giusto, lo so che chi mi conosce penserà che sono masochista nell’andare a vedere film storici sapendo che mi faranno male alla salute, perché quando si tratta di storia divento una maniaca ossessiva, ma il fatto è che la gente che va a vedere il film e che non sa nulla del personaggio storico si ritrova a pensare che Maria Antonietta era veramente così, per questo sono contro i film basati su personaggi storici.
Già scegliere la Dunst per Maria Antonietta, che era considerata la donna più bella del suo tempo, mi sembra in controsenso. Anche se guardando i ritratti a noi può apparire strano che fosse considerata così magnifica, dovete tenere conto che i canoni estetici un tempo erano diversi dai nostri e che ci siamo evoluti nel corso di questo secoli.
Comunque, Maria Antonietta aveva un sacco di doti e soprattutto aveva un peso politico. Spesso, infatti, era lei che prendeva decisioni nell'ambito politico al posto del Re. Questo nel film non c'è, lei viene descritta come una donna leggera che voleva solo divertirsi, che non prendeva nulla sul serio, come se il suo essere Regina e a capo di un paese fosse solo un momentaneo incidente di percorso.
Nel film un figlio è stato anche perso per strada e ne figurano solo tre invece che quattro. La scena in cui esce sul balcone perché il popolo, entrato a forza nel cortile della reggia, le intima di uscire l’ho trovata penosa. Le fonti storiche dicono che è uscita con grande dignità e regalità, aveva la testa alta, non si vergognava di niente e che si è inchinata davanti al popolo. La Dunst, su quel balcone, pareva solo una povera donna coi capelli grigi, un vestito scialbo di un colore smorto, la faccia inebetita come se non capisse cosa fosse successo.
Naturalmente la parte della Rivoluzione - che è la base della odierna Francia democratica - è relegata a dieci minuti, non si vede la decapitazione, non si vede il processo farsa che le fecero, e non si vede nemmeno lei che viene imprigionata e separata dai figli.
In compenso possiamo goderci per due ore una ragazza dagli abiti sfarzosi che corre in giro per i boschi con una sfilza di cortigiani al seguito, senza badare a quello che potrebbe dire la gente, il resto della corte (e si sa quanto parlavano un tempo, e quanta importanza avevano quelle chiacchiere, bastava una parola dalla persona giusta perché la proprio reputazione venisse minata). Mentre anche quando giocava d’azzardo lo faceva al gran segreto, in casa di amici intimi o a Versailles, nei suoi appartamenti. Insomma, il film della Coppola non rende la realtà di quei tempi, e la fa scorazzare per i giardini e sdraiarsi per terra come una cortigiana qualunque.
Poi, l’ho sentita venire definita “regina bambina” ma era tutto tranne che questo. Forse, agli occhi di noi uomini del XXI secolo, sposarsi a quattordici anni e diventare regina a venti è un po’ prematuro, ma a quei tempi era la norma. Teniamo conto del fatto che quando è salita al trono lei avrebbe già dovuto avere dei figli per continuare la dinastia se non fosse che Luigi XVI, per via di una disfunzione che non gli permetteva l’erezione (in verità poteva, ma gli faceva un male atroce per via di un lembo di pelle in più), non aveva potuto consumare il matrimonio per sette lunghi anni, tant’è che lei era già Regina da due anni quando, finalmente, Luigi si decise a farsi operare su costrizione dei consiglieri che l’avevano messo alle strette.

Passiamo alla colonna sonora. Bella, per carità, composta da canzoni che adoro, compresa quella del trailer (Age Of Consent dei New Order), ma che forse sono poco adatte ad un film ambientato in un epoca in cui Mozart (che Maria Antonietta amava e che aveva quasi sposato) la faceva da padrone. Tra i rosa e i rossi accesi che spiccano nella pellicola quella musica si adatta bene a raccontare la vita di una ragazza sola e spaesata che cerca di riempire i vuoti con vestiti e amanti, spendendo soldi che la porteranno ad una fine tragica. Sì, ma questa non era la sua vita.

Un altro mio problema è Sofia Coppola. L'unico film che sono riuscita ad apprezzare veramente è stato Lost In Translation, ma perchè la sua linea conduttrice era semplicemente perfetta ed è stato grazie a quello che ho visto il genio della regista, e badate, la sua regia è molto bella, come lo sono anche la fotografia e le colonne sonore dei suoi film, ma ha la brutta tendenza a rovinare delle ottime idee (come il libro di Eugenides) con la sua visione edonistica e superficiale delle cose, e poi ama la Dunst, e a me la Dunst fa ribrezzo, proprio fisicamente e non esagero. Benché analizzando uno per uno i suoi tratti somatici (occhi azzurri, capelli biondi, statura alta, carnagione chiara) ci si aspetterebbe una donna bellissima (alla Nicole Kidman, Naomi Watts o Uma Thurman che hanno le stesse caratteristiche), con la Dunst si rimane mortalmente delusi. Il suo pallore non è quello di porcellana della Kidman, no, è quello che sa di sudaticcio e di malato d’ospedale, ha un corpo sgraziato, e quando apre la bocca è anche peggio. Mi sono sempre chieste a cosa servano tutti quei soldi se chi può (e dovrebbe) non si regala una bella ritoccata. Almeno i denti, non che questo potrebbe migliorerle di molto il viso.

Basta, adesso che o condiviso il dolore per tutto questo me ne posso andare.

Domani, a chi interessa, posterò le icone su Brokeback Mountain.

cinema mon amour, argh!, criticandum

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