Fecalrecensione
Fecalove Forever Young * CD Goat Eater Arts * 8t-72:24
Pubblicato in 93 copie questo disco si segnala come uno dei picchi creativi del prolifico Nicola Vinciguerra che negli ultimi anni si è distinto come uno dei musicisti più attivi e versatili della scena noise nostrana, con un certo appeal anche a livello internazionale. Composto un anno fa in piena estate, “Forever Young” di quella stagione va a cercare quello che si nasconde appena sotto la superficie smagliante o piega al proprio disegno gli aspetti che all’occorrenza paiono più caratteristici: il gracidio delle rane che apre Revealing Skin Ritual, ad esempio, che da suono naturale/ambientale diventa prima un riverbero distorto e poi un’incontrollata scarica harsh. O la manipolazione di nastri con voci di bambini (sulla piaggia?) che si trasformano in un brontolio cupo, un coro innaturale perso nei vortici di Sound Of Summer. Così come viene fratumata - o semplicemente vista da una prospettiva diversa, altrettanto plausibile - l’idea (lo slogan) naif “forever young”, che dal rock sembra essersi spostato in forma sinistra e istitutuzionalizzata ormai a tutta un’epoca. I fischi, le esplosioni e le scariche noise del dittico Her Smile, Forever Young / Just Party All The Time (Forever Young II) che riempono vuoti e anfratti, e l’uso mirato di suoni processati e maltrattati ci sembrano essere ancora una valida risposta a tutto questo. (7/8) Roberto Canella
Blow Up Magazine #146/147 , July-August 2010 , Italia
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part 1 of 666
Pubblicato in 93 copie questo disco si segnala come uno dei picchi creativi del prolifico Nicola Vinciguerra che negli ultimi anni si è distinto come uno dei musicisti più attivi e versatili della scena noise nostrana, con un certo appeal anche a livello internazionale. Composto un anno fa in piena estate, “Forever Young” di quella stagione va a cercare quello che si nasconde appena sotto la superficie smagliante o piega al proprio disegno gli aspetti che all’occorrenza paiono più caratteristici: il gracidio delle rane che apre Revealing Skin Ritual, ad esempio, che da suono naturale/ambientale diventa prima un riverbero distorto e poi un’incontrollata scarica harsh. O la manipolazione di nastri con voci di bambini (sulla piaggia?) che si trasformano in un brontolio cupo, un coro innaturale perso nei vortici di Sound Of Summer. Così come viene fratumata - o semplicemente vista da una prospettiva diversa, altrettanto plausibile - l’idea (lo slogan) naif “forever young”, che dal rock sembra essersi spostato in forma sinistra e istitutuzionalizzata ormai a tutta un’epoca. I fischi, le esplosioni e le scariche noise del dittico Her Smile, Forever Young / Just Party All The Time (Forever Young II) che riempono vuoti e anfratti, e l’uso mirato di suoni processati e maltrattati ci sembrano essere ancora una valida risposta a tutto questo. (7/8) Roberto Canella
Blow Up Magazine #146/147 , July-August 2010 , Italia
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