Supernatural Review - 8.05 Blood Brother

Nov 04, 2012 17:35

Supernatural Review - 8.05 Blood Brother
by thinias

Valeva la pena vedere due episodi autoconclusivi in fila, se quello che ci aspettava era questo!
Ci sono talmente tante cose in questo episodio che si fa quasi fatica ad assorbirle tutte.


Cominciamo con dei doverosi complimenti ad Edlund, l’episodio è ottimamente scritto, tutto sembra calzare nel modo giusto, alternando dramma, azione, comicità, in un modo mai scontato e che trascina chi guarda la puntata, fino a quella scena finale che tutti stavamo aspettando. Tutti i Flashback sia di Dean che di Sam, si incastrano perfettamente a spiegare il presente, sottolineando e chiarendo gi stati emotivi dei fratelli.
La scrittura fantastica è supportata da una regia che per una volta, riesce a sottolineare e rafforzare ancora di più le parole o l’assenza di parole (esperimento meno riuscito in altre occasioni). Bravissimo Guy Bee in questo episodio, davvero non ho nulla da dire sulla regia, l’ho trovata semplicemente meravigliosa.
Vorrei in questo senso sottolineare la prima scena del Purgatorio, dove la lotta sembra una danza e Dean pare danzare sulle note di quel brano fischiettato da Benny.
L’uso dello slowmotion è fantastico per esaltare la cristallina ferocia della lotta e nel contempo l’assoluto cameratismo tra i due, evidenziando come di fatto mettano la vita di uno nelle mani dell’altro. I due si danno le spalle e Dean gira il braccio all’indietro verso Benny per dirgli che c’è, per assicurarsi che l’altro sia lì, a proteggersi e guardarsi le spalle uno con l’altro.
Il fermo immagine, in un flash in completa saturazione, del momento in cui si scambiano quel gesto, lo rende se possibile ancora più forte.

Un’ulteriore scena realizzata alla perfezione, è stata l’ultima, dove la regia e la bravura dei ragazzi, è riuscita a rendere meravigliosamente una sequenza in cui addirittura non sono necessarie le parole, bastano le immagini, le sottolineature dei gesti e gli sguardi, per riuscire a trasmettere la tensione e la drammaticità di quel momento, le cose non dette, quelle taciute e non spiegate, il senso di essere in bilico su un burrone, con la sensazione che tutto possa precipitare da un momento all’altro.
Quella scena è talmente carica di sottintesi da lasciare storditi per la forza delle immagini e sono contenta che in quello scambio, l’unica battuta sia di Benny, che capisce e forse sa, quello che c’è tra i ragazzi e li lascia a chiarirsi tra di loro.
A loro bastano gli sguardi, in quel momento non servono parole, non tra i due fratelli, che seppur così lontani in questo momento, sono sempre comunque legati a doppio filo. Lo sguardo di accusa di Sam è sostenuto da quello di sfida di Dean e lascia noi, in attesa di un confronto che purtroppo al momento ci viene negato, posticipato al prossimo episodio.

L’episodo è stato costruito sapientemente in questo senso, perché se da una parte ci fanno vedere quanto sia forte il legame che si è creato tra Dean e Benny, dall’altra ci fanno finalmente vedere cosa è successo a Sam.
Non viene ancora affrontato il momento che intercorre tra quando Sam resta completamente solo e quando investe il cane, ma ora almeno ci viene mostrato lo stato d’animo in cui si trovava quando ha conosciuto Amelia.
Alla fine sembra che i due siano lo specchio emotivo uno dell’altro, per motivi diversi si trovano a provare gli stessi sentimenti di solitudine ed abbandono e lo stesso modo di affrontare una perdita, che li ha segnati entrambi in modo così profondo.
E qui finalmente riusciamo a vederlo, finalmente Sam ci mostra il suo dolore per la perdita del fratello e la solitudine che prova. Trovo perfetto in questo senso, che questi flashback, vengano inseriti nelle scene in cui lui corre preoccupato verso il luogo in cui si trova Dean, sapendolo in pericolo e senza di fatto, poter essere certo che stia bene. Finalmente Sam mostra empatia verso il fratello, mostra che dopotutto ci tiene a lui, che gli importa.
Ho avuto la sensazione palpabile della paura che Sam stava provando.
Il terrore di perdere di nuovo suo fratello.
È come se Sam avesse aggredito suo fratello nella lite e nella telefonata, usando l’aggressività per nascondere probabilmente la sua paura di perderlo di nuovo e di rimanere solo. Ho la sensazione che il fatto che Sam sia voluto andare con lui, reimbarcandosi di nuovo nella caccia, sia dovuto proprio a questo.
Infatti nella telefonata, parla di separazione dal punto di vista della vita privata, ma non della caccia, che invece secondo lui non possono fare da soli. Quasi come se, pur non ammettendolo nemmeno a sé stesso, Sam voglia stare assieme a Dean per proteggerlo, nel tentativo di assicurarsi che stia bene. Certo Sam non può sapere quanto le capacità di Dean si siano affinate e quanto il suo istinto di cacciatore sia stato portato al limite, per lui resta il tentativo di tenere sotto controllo la situazione e non lasciarsela sfuggire di nuovo.
Si potrebbe leggere in questa suo non volere che Dean se ne vada via da solo, seppure solo per un giorno, il terrore che possa scomparire di nuovo e che Sam resti di nuovo impotente a guardare mentre questo accade.

Tornando un passo indietro credo che tutto quello che ci viene mostrato, attraverso la bravura della scrittura di Edlund, è un po’ il punto della situazione nello stato emotivo di tutti protagonisti, nonché la caratterizzazione del personaggio di Benny.
La storia di Benny a tratti pare fondere l’esperienza e lo stato emotivo attuale di Dean, con la storia passata e il trascorso di amore e perdita di Sam.
Si relaziona con il Bisogno di Dean di avere qualcuno vicino che capisca quello che ha passato. Hanno vissuto la stessa sorte e condiviso una guerra che alla fine entrambi hanno vinto, scappando dal Purgatorio.
La sensazione però, è che si voglia quasi relazionare la storia di Benny con quella di Sam, Il vero l’amore portato via dal colui che ha modificato per sempre la sua stessa vita rendendolo un mostro, così ha fatto il ‘vecchio’ con Benny, così fece Azazel con Sam.

La cosa che più viene rimarcata sia nelle scene del Purgatorio, sia in quelle attuali, è il senso di disagio che Benny ha per la sua stessa esistenza, tanto da considerare sé stesso un dannato. Molto significative anche le sue parole riferite alla razza umana, in cui vede qualcosa di speciale che non può essere preso.
Durante tutto il racconto della sua storia, sembra che Benny senta il bisogno di tornare indietro, di ritrovare quella scintilla che vede negli umani e che lui ha irrimediabilmente perso e che lo pone di fronte all’insicurezza di non sapere più chi è o cosa è. Benny si è reso conto che quello che cercava, la vendetta che voleva, ormai non è più in grado di ridargli qualcosa che ormai è perso per sempre e si è reso conto di non sapere più quale sia il suo posto nel mondo.
Per questo non credo che di fondo il personaggio sia negativo, lo vedo meglio come un altro freak, uno che si differenzia talmente tanto dalla sua stessa specie, da non trovare più una propria dimensione. Questo mi ricorda Castiel e il suo allontanarsi dalle schiere celesti e il percorso che ha dovuto compiere per capire davvero chi fosse (percorso che non ha ancora terminato).

Altro elemento da sottolineare è quanto forte sia il legame tra Benny e Dean.
Lo stesso Benny, quando Dean praticamente gli impone il suo aiuto, fa riferimento a ‘tutta quella cosa dell’amicizia’ che già aveva visto verso Castiel. Perché Dean è così. Abbiamo visto come seppure tutto dicesse che non era possibile e, sia Benny che Cass cercassero di fargli comprendere l’impossibilità di realizzare il suo intento di portare fuori anche l’angelo dal Purgatorio, il cacciatore si ostini a voler tentare, fino in fondo, a costo di far rimettere la vita a tutti e tre. Semplicemente perché per Dean non è concepibile lasciare un amico indietro o come nel caso di Benny lasciarlo ad affrontare un pericolo senza dargli una mano.
Noi sappiamo quanto sia importante la lealtà per Dean e qui non fa eccezione.
Benny ha salvato Cass in Purgatorio (in cui quella stupenda scena che vede la comparsa dei Levi), ha salvato lo stesso Dean e questo lo innalza immediatamente al rango di amico, dopodiché il cacciatore non fa che comportarsi come è nella sua indole. Come dice Benny, avrebbe potuto buttare la sua anima in un tombino e nessuno lo avrebbe mai saputo, invece Dean tiene fede al suo patto e resuscita il vampiro.

Ho trovato molto particolare la scelta di far raccontare la storia di Benny nell’impala, in una scena in cui siamo abituati a vedere sempre e solo Sam e Dean, ma questo forse sottolinea ancora di più la distanza che ora separa i due fratelli. Dean con Benny sembra essersi aperto molto, forse addirittura più che con Sam. Da come ce lo mostrano, sappiamo che il cacciatore in Purgatorio si è confidato con il vampiro, la battuta sul Family Business la dice lunga, come anche il fatto che Benny dica a Sam che ha molto sentito parlare di lui (tra l’altro penso che sia quello che ha fatto scattare in Sam la comprensione che l’amico di Dean fosse un mostro del Purgatorio, non tanto la stretta di mano in sé) .
Dean in tutta la puntata praticamente ruba la scena a tutti, sia nelle continue liti con Sam (esilarante da un certo punto di vista la loro discussione al telefono), sia nel modo in cui affronta il nido di vampiri.
Il purgatorio lo ha davvero fatto diventare un cacciatore formidabile. Sbaraglia tutti i succhiasangue presenti con una forza e un’agilità, che aveva avuto solo quando lui stesso era stato un vampiro.
Mi dispiace solo che in tutto questo, di nuovo, pare non riuscire a comunicare con suo fratello. Sono davvero distanti, incapaci di confidarsi come mai era successo in passato. Entrambi bisognosi di non svelare i propri segreti l’uno all’altro, forse proprio perché sanno che verrebbero giudicati.

Per finire, direi che finalmente abbiamo avuto indietro anche Cass.
Il nostro angelo del giovedì, che ora sappiamo essere un serafino, è tornato ad essere quello di una volta, che non capisce le battute, ma che proteggerebbe Dean a tutti i costi e lo esaspera con la sua ingenua incapacità a capire quando stanno scherzando.
L’unica cosa che però resta evidente nel suo animo e quella indole a sacrificarsi, come se dovesse in qualche modo espiare colpe che sente ancora di avere. Spero che ci faranno vedere presto anche il suo punto di vista a completamento del quadro complessivo.

Note a margine, ho adorato l’alchimia che si è creata tra Jensen e Ty, è evidente che si piacciono e le loro scene in video risultano molto bilanciate e credibili. Vero che quasi tutti vicino a Jensen sembrano dare il meglio di loro, ma devo dire che Ty si è dimostrato un ottimo acquisto nel cast dello show.
Invece non ho ben inquadrato l’attrice che interpreta Amelia, forse perché il suo personaggio non è ancora stato del tutto caratterizzato.
Alla fine che dire, questa puntata, per la sua complessità, l’ottimo script e la sua realizzazione visiva, è davvero bella, una delle migliori. Il Purgatorio sembra esaltare le capacità di tutti i registi che lo hanno affrontato in questi primi episodi, così come esalta noi che guardiamo.
I flashback di Sam cominciano a perdere quella patina di idillio e purezza che avevano all’inizio, e ci mostrano l’effettivo stato in cui ha vissuto Sam, che sembra davvero spaesato e spiazzato da una vita nuova che non sa bene come affrontare.

Non resta che aspettare ora e vedere se la scena cono cui ci hanno lasciato porterà ad un chiarimento tra i fratelli, fosse anche una sana scazzottata come non se ne vedono da tanto tempo.

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